Rivista Anarchica Online




“Fame d'anarchia”, la scritta. Sulla copertina: uno che addenta una gigantesca pagnotta a forma di “A” cerchiata (per curiosità, il mangiatore è Mario Castellani, allora attivo anarchico di Vigevano – Pavia). È la copertina di “A” 84 (giugno/luglio 1980).
A proposito, Mario, visto che ogni tanto ci si incontra e ti occupi sempre di arte, perché non ci contatti per fare di nuovo qualcosa per “A”? Come sempre, non si ingrassa il tuo patrimonio ma ne acquista la tua fama.
Sempre in vena di immagini strane, nel primo interno di copertina fa bella mostra di sé un vecchio carro funebre. Una scritta avverte: “Meglio una sottoscrizione oggi che una corona domani”. Obiettivo, attrarre l'attenzione sulla difficile situazione economica della rivista.
“L'unico santo al quale, in tutta coscienza, ci sentiamo di votarci è San Lettore” sostiene un pezzo redazionale in cui si sottolinea l'importanza non solo finanziaria delle sottoscrizioni. “Quando ci arrivano anche solo le 500 o le mille lire – si sostiene – magari accompagnate da due righe di apprezzamento, perlopiù spedite da lettori che nemmeno conosciamo, ci fa sempre piacere”.
E questo è assolutamente valido anche oggi, che le lire si sono trasformate in euro.
Ecco i temi affrontati nel numero. L'arresto di alcuni avvocati-militanti, perlopiù impegnati nella difesa di militanti della lotta armata; l'aspetto spettacolare della medesima lotta armata; la vicenda del “pentito” Patrizio Peci (e tre scritti, tutti in apertura, su Br e dintorni); le nuove modalità sempre più tecnologiche nel fare le guerre; due resoconti da altrettanti Paesi del Centro-America: il Guatemala e il Salvador; uno scritto approfondito su “gli anarchici dei mulini a vento”, cioè i vari volti dei movimenti anarchici e libertari in Olanda; “Il fantasma di Marilyn” e la questione dell'erotismo; e a seguire un altro scritto in materia.
Sulla questione (centrale) della libertà interviene l'anarchico spagnolo Felix Garcia. E a tradurre, come tante volte in quegli anni, è Andrea Chersi, che abbiamo già ringraziato per le davvero numerose traduzioni fatte anche per “A” in quel periodo. E ci fa piacere ricordarlo ancora, insieme alle tante persone che come lui ci hanno permesso di pubblicare scritti originariamente in tante lingue diverse.
Il compianto Slobodan Drakulic scrive della e dalla Yugoslavia, riferendo della situazione politica e sociale dopo la morte del dittatore Tito. Nelle due paginette della rinnovata Rassegna libertaria si segnalano libri e periodici, pubblicati in Francia, USA, Svizzera, Italia. Si riferisce anche della nuova redazione palermitana del settimanale Umanità Nova, nominata dal 14° congresso della Federazione Anarchica Italiana. E si riferisce che nella tipografia anarchica di Carrara ne vengono stampate 5.000 copie ogni settimana.
L'ultimo articolo è un'intervista al sociologo Gian Paolo Prandstraller sul suo ultimo libro su “Incertezza e piacere”.
Viene infine presentato, pubblicandone due tavole, il bel libro “La rivoluzione volontaria”, con disegni di Fabio Santin e testi a cura di Elis Fraccaro, con prefazione di Oreste Del Buono, edito dalle Edizioni Antistato. Una bella biografia per immagini, di cui questo volume costituiva la prima metà. La seconda non venne mai fatta e l'opera è rimasta... incompleta. Peccato.
Una considerazione sulla grafica di quei tempi. Il “format” della rivista aveva eliminato i “sommarietti” (che poco dopo furono ripristinati e mai più abbandonati). Un classico esempio di scelta grafica “prepotente” rispetto alle esigenze del lettore. Spesso il solo titolo, non accompagnato dalla spiegazione del contenuto degli articoli, rende incomprensibile il contenuto a una lettura veloce. Nel caso dell'intervista finale a Prandstraller non è mai citato il nome dell'intervistato. Resta l'intervista a... uno sconosciuto. Scelte discutibili e, per la nostra sensibilità oggi, inaccettabili.
Eppure era “A” anche quella e uno degli attuali redattori c'era già dentro. Non solo per questioni simili, grafiche, ma anche per le valutazioni di massima, per esempio sul fenomeno della lotta armata la sensibilità redazionale è oggi cambiata profondamente.
La rivista non è mai stata un monolite, tante diverse sensibilità si sono espresse sulle sue pagine e l'approccio in quei primi anni è per tanti aspetti distante da quello odierno.
Un fenomeno inevitabile. Per una rivista di movimento e... in movimento.