| arte 
 Bandiere nere (inaspettate) 
 di Franco Bunçuga 
 
 Ogni tanto nel territorio dell'arte contemporanea 
                  riappare il nero vessillo dell'anarchia. Non necessariamente 
                  da parte di militanti, sempre con coerenza almeno formale, se 
                  non sempre ideologica. A testimonianza di un legame indissolubile 
                  tra l'arte e l'anelito alla libertà. Dai due Poli a Venezia, 
                  da Carrara a Ceuta (tra Spagna e Marocco).
                   
                     
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                      | Black Flag: la bandiera al Polo sud | Una bandiera nera sventola ora 
                  anche al Polo Nord: Santiago Sierra, artista e performer spagnolo 
                  trapiantato in Messico in una sua azione ha aggiunto alle bandiere 
                  già presenti nel paese dei ghiacci quella dell'anarchia. 
                  E per abbracciare tutto il pianeta simbolicamente con il nero 
                  vessillo della libertà ha completato l'azione Black 
                  Flag1 con la Part 2, 
                  l'installazione di una bandiera anche al Polo Sud. Sierra ha 
                  dato testimonianza di questa sua azione alla Nikolaj Kunsthal2 
                  di Copenaghen con la mostra Black Flag (dal 20 agosto 
                  al 13 novembre dello scorso 2016) presentando le foto ed i video 
                  realizzati nei due Poli dove si è recato per piantare 
                  simbolicamente le bandiere nere.
 Così riassume l'azione il sito della galleria: “Il 
                  13 aprile 2015 è stata issata una bandiera nera alla 
                  latitudine 90° Nord – meglio conosciuta come Polo 
                  Nord. Il 14 dicembre del 2015 una bandiera identica venne fissata 
                  anche al Polo Sud. Le due bandiere monocrome, che stanno ad 
                  indicare il simbolo universale del movimento Anarchico, sono 
                  state issate a nome del popolo di tutto il mondo, come una forma 
                  di protesta – e un simbolo di sfida – contro l'avidità 
                  di conquiste territoriali da parte degli stati nazionali. Le 
                  bandiere nere rimangono in situ come simbolo potente di liberazione, 
                  resistenza e dissenso”.
 Il 14 dicembre non è una data a caso, nello stesso giorno 
                  infatti nel 1911 Roald Amundsen raggiunse per la prima volta 
                  il Polo Sud dove piantò la bandiera Norvegese. Un modo 
                  per ricordare il grande esploratore e contemporaneamente per 
                  esorcizzare attraverso un'azione d'arte e stigmatizzare in modo 
                  visibile il più grande cancro del mondo moderno, purtroppo 
                  oggi in fase di metastasi: l'idea di stato nazionale.
 Stato nazionale contro il quale Sierra spesso si scaglia nelle 
                  sue performance: nel 2003 alla Biennale di Venezia aveva eretto 
                  un muro all'ingresso del padiglione spagnolo che copriva anche 
                  il nome della nazione e l'ingresso all'esposizione veniva consentito 
                  esclusivamente ai visitatori che fossero in grado di esibire 
                  passaporto spagnolo. Contro tutti i confini e lo spirito xenofobo 
                  che anima in questi anni il ritorno dei nuovi nazionalismi.
 
                   
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                    | Elisa Franzoi, Massimo Mazzone, EscuelaModerna/Ateneo Libertario 
                  - La memoria del fuoco
 |   Non è la prima volta che Sierra ha a che fare con bandiere 
                  nere e anarchici. Partecipa nel 2014 alla mostra Prospectus 
                  a Viterbo dove alla vigile presenza di una bandiera nera e della 
                  sua installazione video Future ha avuto luogo una performance 
                  collettiva ed un dibattito sull'anarchia. Tra gli organizzatori 
                  anche Escuela Moderna/Ateneo Libertario con la presenza di Massimo 
                  Mazzone, Nicoletta Braga, Laura Cazzaniga, Elisa Franzoi, Alain 
                  Urrutia, Juan Pablo Macias e, oltre allo stesso Santiago Sierra, 
                  il collettivo Democracia che nelle sue azioni ha utilizzato 
                  le nostre bandiere forse più di tutti3.Anarchico militante lui stesso, grande provocatore nel mondo 
                  dell'arte, Sierra è stato spesso paragonato a Maurizio 
                  Cattelan, uno dei mostri sacri del circo dell'arte contemporanea 
                  e uno dei più quotati (in dollari) del pianeta. Come 
                  potete immaginare la sua vena critica e dissacratoria non gli 
                  ha procurato altrettanti onori, ma sicuramente un apprezzamento 
                  altrettanto significativo presso i critici e negli ambienti 
                  meno legati al mercato totalizzante dell'arte contemporanea.
 
                   
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                    | Anarchici: la messa di Natale degli eretici |  
 Otto anarchici a sentir la messa del papa Uno degli obiettivi della sua critica corrosiva è anche 
                  la chiesa: ricordiamo la performance Gli Anarchici a 
                  Roma, la notte di Natale del 2006 alle ore 00.00, quando Santiago 
                  Sierra riunì otto militanti anarchici per ascoltare la 
                  messa del Papa. Ognuno dei partecipanti indossava una capirote 
                  (lungo cappuccio a punta che veniva indossato dai penitenti 
                  nelle processioni e imposto agli eretici e ai condannati negli 
                  autodafè dell'Inquisizione spagnola – citazione 
                  consapevole da Goya nei suoi terribili ritratti di eretici e 
                  penitenti) e vestiva di nero dopo aver ricevuto 100 euro per 
                  sottomettersi volontariamente alla “tortura”.4In una intervista su Drome magazine rispondendo ai curatori 
                  Teresa Macrì e Raffaele Gavarro, Sierra rivendica così 
                  il suo intento libertario.
 
 Teresa Macrì: “Come ti poni, con la tua sensibilità 
                  culturale, in questo orizzonte di protesta internazionale, in 
                  un panorama artistico che sembra quasi inerte, non partecipe 
                  a questo momento storico?”
 Santiago Serra: “Credo che scendere in piazza per chiedere 
                  ad un tizio con la cravatta di sistemare qualcosa, sia la versione 
                  moderna delle processioni che lo chiedevano alla Vergine: l'uno 
                  e l'altra non sono lì per cambiare le cose, sono lì 
                  per mantenere lo status quo. Io preferirei un movimento globale 
                  che gli volti le spalle, un'auto-organizzazione della gente 
                  per non finire ad occupare i posti di lavori che ti offrono, 
                  non comprare nei loro negozi, non far parte dei loro eserciti, 
                  le loro religioni, ecc. Vedi, il 15M (il movimento degli Indignados, 
                  nda) in Spagna, che ha avuto come risultato un'affluenza 
                  massiva di fascisti alle urne, e ora il paese è loro. 
                  Sappiamo che questi movimenti sono infiltrati fino alla sfacciataggine. 
                  La mia proposta è la proposta libertaria: auto-organizzazione 
                  della società, senza nessuno che ci governi.”
 
 Raffaele Gavarro: “Secondo te, l'arte può 
                  cambiare il mondo?”
 Santiago Serra: “L'arte che facciamo noi non può: 
                  è organizzata dal potere e muove milioni di coscienze. 
                  Il governo sulla gente è basato sull'arte ed è 
                  molto simile ad un allevamento, non castra i giovani per distruggere 
                  il loro desiderio, ma concentra le loro energie sul lavoro come 
                  si farebbe con un toro. Quello che avviene è che si utilizza 
                  la letteratura per raccontargli che il sesso è male ed 
                  instillargli la vergogna fin da giovani, e per questo intervengono 
                  pittori, scultori e musicisti. Attualmente, qualsiasi telegiornale 
                  occidentale è una sceneggiatura di Hollywood. Hollywood: 
                  questi artisti sì, hanno cambiato il mondo, ma lo hanno 
                  fatto per riempirlo di marines.”5
 
                   
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                    | Foto profilo di Santiago Sierra sul suo sito web |  
 A Carrara e altrove Ricordiamo che il nero vessillo appare spesso in luoghi inaspettati 
                  nel panorama dell'arte contemporanea. Sempre alla Biennale di 
                  Venezia, nella 53esima edizione nel 2009 ma nel Padiglione francese 
                  ricordo l'installazione Le grand Soir di Claude Lèveque. 
                  “L'installazione comprendeva un percorso, stretto in gabbie 
                  come quelle delle bestie feroci del circo, che porta a tre stanze 
                  nere radiali in cui garriscono, illuminate da un faretto e mosse 
                  da un ventilatore, tre bandiere nere. La possibilità 
                  esibita dell'anarchia come spinta irriducibile dell'individuo 
                  ma contemporaneamente come carota per l'esercizio del dominio 
                  che controlla le nostre spinte di ribellione e ci tiene prudentemente 
                  entro solidissime gabbie promettendoci un improbabile riscatto 
                  futuro. Una metafora forte della nostra condizione di oppressi.”6 
                   
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                    | La Grand Soir di Claude Leveque |   Come non ricordare le bandiere nere di Luca Vitone.In Nulla da dire solo da essere alla Galleria Emi Fontana 
                  a Milano nella sua personale del 2004 Vitone riempie lo spazio 
                  di bandiere che scendono dal soffitto: alcune sono nere bordate 
                  di rosso e ricordano quelle del progetto Liberi tutti 
                  legate all'iconografia anarchica; altre con una ruota rossa 
                  su fondo nero sintesi tra la bandiera Rom e di quella anarchica 
                  (la ruota è anche il simbolo del comune di Carrara), 
                  inseguono l'utopia del nomadismo libertario.
 Vitone tocca ancora l'anarchica Carrara con l'opera 9 cartoline 
                  da Carrara, una serie di fotografie a colori, formato cartolina 
                  realizzate in occasione della XIII Biennale Internazionale 
                  di Scultura di Carrara che rappresentano i luoghi tradizionali 
                  dell'anarchia nella città. I luoghi della nera bandiera.
 Aurora Failla ha accompagnato Luca in città per illustrargli 
                  i luoghi e Paolo Finzi ha scritto i testi. Aveva fatto la stessa 
                  operazione, cercando i luoghi significativi della presenza anarchica, 
                  a Roma ed a Basilea.
 I curiosi possono leggere la testimonianza dell'esperienza di 
                  Carrara in A rivista 
                  anarchica n. 338 dell'ottobre 
                  2008.
 
                   
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                    | Propaganda of the deed, mostra di Sam Durant a Carrara |   E parlando di Carrara, come dimenticare la mostra Propaganda 
                  of the deed, I protagonisti dell'azione anarchica di Sam 
                  Durant a Carrara. La mostra inaugurata nell'ottobre del 2013 
                  è stata il risultato dell'incontro di Durant con la città 
                  e la sua storia. Lungo le sale del Centro Arti Plastiche, sullo 
                  sfondo di bandiere nere appese alle pareti vennero disposti 
                  sei busti di anarchici legati alla storia di Carrara: Gino Lucetti, 
                  attentatore di Mussolini ci aspettava per primo al culmine della 
                  bella scalinata del Centro; Renzo Novatore, poeta futurista 
                  e militante anarchico; Maria Luisa Berneri, figlia di Camillo 
                  Berneri ed in una singola stanza i busti di Errico Malatesta, 
                  Carlo Cafiero e Francesco Saverio Merlino. Nel percorso, sul 
                  pavimento della sala le casse di dinamite, di polvere da sparo 
                  e di polvere di marmo. Tutte rigorosamente in bianchissimo marmo.La propaganda del fatto: la dinamite che unisce il bianco marmo 
                  a Carrara e la ribellione di alcuni anarchici di fine '800.
 
                   
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                    | Proposta per una Fontana Pubblica di Sam Durant |   Ancora anarchici e bandiere: nel maggio 2013 Sam Durant in 
                  un'installazione nella galleria Sadie Coles ha avanzato la Proposta 
                  per una fontana pubblica, un monumento in cui spicca una 
                  figura umana in movimento che sventola una grande bandiera nera 
                  fuggendo dal getto di un idrante di un mezzo blindato. Un'ironica 
                  ipostasi di una manifestazione di piazza violenta che diventa 
                  valore civile degno di essere immortalato. 
                   
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                    | Mujer con bandera negra, azione diretta dell'artista 
                  Laura Pinta Cazzaniga davantialla barriera di sicurezza di 
                  Benzù al confine spagnolo di Ceuta con il Marocco
 |   Per terminare, tra le tante che sventolano nel mondo dell'arte, 
                  scelgo per chiudere una bandiera nera recentissima, una delle 
                  belle foto del calendario del sindacato di Arti Grafiche della 
                  CNT madrilena: Mujer con bandera negra, testimonianza 
                  di un'azione diretta dell'artista Laura Pinta Cazzaniga davanti 
                  alla barriera di sicurezza di Benzù al confine spagnolo 
                  di Ceuta con il Marocco.Questa e le altre opere presenti sono state esposte in mostra 
                  nel febbraio scorso a Madrid alla Fundación Anselmo Lorenzo.
  Franco Bunçuga 
                  Il sito del progetto Black flag: http://www.a-political.org/projects/santiago-sierra/black-flag/ 
                  Il sito della mostra:  http://www.nikolajkunsthal.dk/en/udstillinger/black-flag 
                  http://www.elisafranzoi.info/spazio-e-potere 
                    - http://www.democracia.com.es/proyectos/todos-los-muertos/ 
                  Per le immagini e il video della performance: http://www.santiago-sierra.com/200611_1024.php?lan=IT 
                  http://www.dromemagazine.com/it/3-questions-to-santiago-sierra/ 
                  Franco Bunçuga, Quelli che fanno mondi in 
                    Libertaria n°3, luglio settembre 2009.  |