Rivista Anarchica Online





Comprendere le migrazioni


Non posso non tornare a parlare di migrazioni, perché dobbiamo difenderci dal bombardamento di notizie sbagliate, faziose, imprecise tendenziose che i media ci lanciano sotto gli occhi tramite televisione, giornali, blog e new media. Per questo voglio condividere con voi due consigli di lettura per orientarci meglio nel difficile mare di quello che realmente succede.
Le due proposte che faccio sono estremamente diverse: una è un libro accademico, profondo e critico curato dall'antropologo e musicista sardo Francesco Bachis e Antonio Maria Pusceddu edito da CISU dal titolo: Storie di questo mondo. Percorsi di etnografia delle migrazioni (Roma, novembre 2013); l'altra invece è una graphic novel prodotta dal presidio No Border di Ventimiglia, La Bolla, un piccolo libro autofinanziato e prodotto collettivamente, ma disegnato da Emanuele Giacopetti pubblicato per Graphic News il 4 agosto 2015, una storia di resistenza e autogestione che gli autori hanno vissuto in prima persona.
Nel volume Storie di questo mondo troviamo numerosi saggi di differenti antropologi e quindi diverse sfumature di analisi sul fenomeno che viene osservato. Dalla migrazione delle donne capoverdiane e da come esse finiscano per essere portatrici di innovazione all'interno della comunità originaria, ai processi di mobilità spaziale che partono dal Marocco per arrivare alla Sardegna centrale; dai bambini cresciuti nei primi anni in Cile per poi essere adottati in Sardegna e dal loro sentirsi “altri” alle sovrapposizioni religiose tra cristiani e musulmani in Algeria e in Francia.
Ho trovato molto interessante che una parte del volume sia dedicata all'«arrivare in Sardegna», una scelta che i curatori spiegano con l'esigenza di colmare un ritardo dovuto «a una certa tendenza dei sardi a pensare l'isola come terra di partenza piuttosto che l'approdo delle migrazioni».
Nel saggio non si parla troppo di metodo e uno degli autori che più si preoccupa di colmare questo vuoto é senza ombra di dubbio Fabio Dei. Il suo scritto è estremamente interessante anche se non lo condivido pienamente; l'autore critica la categoria di «nuda vita» di Giorgio Agamben che la applica ad alcune situazioni contemporanee tra le quali (giustamente dal mio punto di vista) la segregazione temporanea dei migranti clandestini.
Nei centri di identificazione e di espulsione dei migranti, Agamben vede uno spazio in cui il dominio, ovvero il potere coercitivo dello Stato, non ha di fronte a sé che la «nuda vita» dei migranti, la vita cioè come pura essenza biologica, privata di qualsiasi diritto. L'antropologo Dei nel suo saggio si impegna in una critica a questa categoria sostenendo che se è vero che i CIE privano di diritti i migranti, è anche vero che lo Stato che imprigiona i “clandestini” è lo stesso che però predispone vaste operazioni di salvataggio dei naufraghi dei barconi, riconoscendo loro, evidentemente, un qualche diritto come persone umane. Qui credo che ci sia la miopia di Dei che non vede il fenomeno nel suo complesso, ovvero come sia assolutamente finalizzato il salvataggio alla seguente incarcerzione nei CIE, strutture che producono esattamente quelle che anni addietro Alessandro Dal Lago ha chiamato nonpersone, creando la possibilità di poter disporre di una grande classe di uomini e donne da sfruttare proprio perché senza diritti, ovvero umani nello stato di «nuda vita».
Questo testo nel suo complesso risulta un ottimo strumento per capire i processi di mobilità e soprattutto l'importanza degli approcci antropologici per la comprensione del mondo contemporaneo, lavori sul campo, lunghi e profondi che non cercano di fare notizia ma di capire criticamente i fenomeni contemporanei.
La Bolla invece, la graphic novel disegnata Emanuele Giacopetti, ci racconta la lotta che ormai da molti mesi viene portata avanti da un gruppo di migranti e solidali che danno vita al presidio No Borders. Sono parole, ma soprattutto immagini, che descrivono con disarmante chiarezza quello che è successo e che continua ad accadere al confine tra Francia e Italia: la protesta dei migranti, che per la prima volta hanno rivendicato con determinatezza il diritto di passare; la reazione delle forze dell'ordine francesi e italiane; il presidio nato sugli scogli, dove alcuni migranti si sono rifugiati per sfuggire alle cariche delle forze dell'ordine; la solidarietà di molte persone. Una descrizione per immagini che mostra con semplicità le molte barriere che si alzano davanti a chi vuole solo scegliere in che paese stare. Una storia raccontata in tre lingue, italiano, inglese, arabo, un modo diverso e necessario di raccontare la complessità non solo attraverso la parola scritta, ma anche attraverso un tratto grafico, un risultato ottimo, diretto che colpisce occhi e cuore del lettore. Come scrivono gli attivisti del presidio nelle prime pagine: “Il nostro spazio è una bolla, un luogo sospeso. A volte ci piace, insieme l'abbiamo costruito. Ma una bolla si sa, non dura per sempre. Una bolla fluttua un po' e poi esplode. Noi siamo qui, fluttuanti e imprevedibili. Siamo stanchi di aspettare, per una attimo sogniamo, e se la bolla esplode faremo un gran baccano”.

Andrea Staid

Testi e disegni di Emanuele Giacopetti.