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 Turismo, autostrade e repressione 
 testo e foto di Orsetta Bellani 
 
 La gestione delle risorse, come le cascate di Agua Azul, e l'implementazione di megaprogetti turistici e infrastrutturali sono al centro delle lotte tra zapatisti e governo centrale. Violenza e repressione per mano di polizia e gruppi paramilitari sono all'ordine del giorno. 
 
 ”I compagni si sono già abituati a vedere i militari, ci sono comunità che si trovano al bordo della strada e quando passano i veicoli militari li vedono come se fossero veicoli normali, hanno perso la paura nei loro confronti”. Gabriel, base d'appoggio zapatista del Municipio Autonomo General Emiliano Zapata1 
 Dalle loro automobili i turisti guardano stupiti gli indigeni 
                  tzeltal incappucciati, seduti ai bordi della strada che porta 
                  alle cascate di Agua Azul. I loro machetes e passamontagna mettono 
                  in dubbio l'immagine di tranquillo paradiso terrestre promossa 
                  dal governo dello Stato del Chiapas.Gli aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona2 
                  di San Sebastián Bachajón3 
                  riscuotono il pedaggio e distribuiscono volantini ai turisti, 
                  in cui spiegano la decisione di riprendere il controllo di quella 
                  parte del loro territorio che conduce al balneario di Agua Azul. 
                  È da quattro anni che rivendicano il diritto a riscuotere 
                  e gestire i soldi che vengono dal biglietto di entrata alle 
                  cascate.
 Per settimane, dal giorno in cui è avvenuta l'ultima 
                  azione di recupero del territorio, il 21 dicembre 2014, famiglie 
                  intere di aderenti alla Sesta di Bachajón hanno vissuto 
                  nei locali occupati della Protezione Civile locale, condividendo 
                  cibo, coperte e aspettative.
 Ci accolgono con fagioli fumanti e tortillas, ci ringraziano 
                  per la visita e mostrano bastoni e sguardi taglienti alle nostre 
                  macchine fotografiche. Durante il pranzo chiediamo informazioni 
                  su quello che sta succedendo. Quando proponiamo un'intervista 
                  formale, si riuniscono per scegliere un portavoce e dopo pochi 
                  minuti si avvicina un uomo, si mette il passamontagna e accendiamo 
                  la videocamera.
 C'è silenzio intorno a noi. L'uomo racconta brevemente 
                  gli anni di lotta e la repressione. Accusa le autorità 
                  locali di non gestire con trasparenza i fondi che provengono 
                  dai biglietti di entrata alle cascate, e di essere corrotte. 
                  “Il comisariado ejidal4 
                  Alejandro Moreno Gómez non ci dà informazioni 
                  sulla quantità denaro che incassa dai biglietti e su 
                  come viene utilizzato”, spiega. “Vogliamo nominare 
                  un'altra persona che sappia amministrare le risorse, che appartengono 
                  a noi5”.
 Dopo circa tre settimane dal nostro incontro, il 9 gennaio 2015, 
                  il governo del Chiapas ha ordinato lo sgombero degli aderenti 
                  alla Sesta. La Polizia Statale ha occupato la zona, costringendoli 
                  alla fuga. I filozapatisti hanno poi bloccato la strada per 
                  protestare contro lo sgombero e sono stati attaccati dalla Polizia 
                  Statale, che ha sparato contro di loro per 20 minuti. È 
                  il più recente ma non certo ultimo atto del conflitto 
                  di Agua Azul6.
 Turismo e megaprogetti Pochi turisti sanno che Agua Azul, dove si trovano delle stupende 
                  cascate di acqua turchese immerse nella vegetazione selvaggia 
                  della Lacandona, è uno dei luoghi più conflittuali 
                  del Chiapas. Nel 2008 le agenzia di consulenza per il turismo 
                  EDSA e Norton Consulting consigliarono alle autorità 
                  di fare in modo che i turisti si sentissero sicuri e protetti 
                  nella zona. “Il movimento zapatista è ancora fortemente 
                  associato al Chiapas”, scrissero in un documento sulle 
                  strategie per la costruzione di un hotel di lusso sulla riva 
                  delle cascate. “Il Chiapas continua ad essere considerato 
                  insicuro per molti che non hanno famigliarità con la 
                  regione7”.Tre anni dopo, il 2 febbraio 2011, 17 turisti che si trovavano 
                  ad Agua Azul vennero evacuati con un elicottero. Quel giorno 
                  un gruppo vicino al Partido Verde Ecologista de México 
                  (PVEM), partito al governo che di ambientalista non ha proprio 
                  nulla, attaccò i simpatizzanti zapatisti che stavano 
                  riscuotendo il pedaggio. All'attacco seguì uno scontro 
                  in cui morì un membro del gruppo governativo, mentre 
                  117 filozapatisti vennero arrestati.
 “Non abbiamo problemi con i padroni dei ristoranti che 
                  si trovano nel balneario, laggiù compete a un 
                  altro municipio. Però qui dove c'è il casello 
                  di pedaggio è territorio nostro, e il denaro ci appartiene8”, 
                  mi spiegò nel giugno 2012 Juan Vázquez Guzmán, 
                  leader degli aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona 
                  di San Sebastián Bachajón. Dopo meno di un anno 
                  Juan, che aveva 32 anni e due figli, venne assassinato di fronte 
                  alla porta di casa con sei colpi di arma da fuoco. Un destino 
                  simile è toccato al suo compagno Juan Carlos Gómez 
                  Silvano, freddato da 20 pallottole durante un'imboscata, il 
                  21 marzo 2014.
 A sei mesi dalla morte di Juan Carlos, tre agricoltori di Bachajón 
                  sono stati arrestati e torturati per l'omicidio di un poliziotto, 
                  accusa basata solamente sulla testimonianza dei colleghi dell'agente. 
                  “Il loro arresto è stato una vendetta perché 
                  chiedevano giustizia per l'omicidio di Juan Carlos”, ha 
                  denunciato in conferenza stampa Domingo Pérez, portavoce 
                  dei simpatizzanti zapatisti di Bachajón9.
 Quello che è in gioco ad Agua Azul è più 
                  del denaro che proviene dai biglietti di ingresso alle cascate. 
                  Dal 2000 il governo ha in progetto la costruzione di un parco 
                  tematico sulle rive del fiume, che farebbe parte del Centro 
                  Integralmente Planeado (CIP) Palenque-Agua Azul, un megaprogetto 
                  turistico che comprende la costruzione di aeroporti, hotel di 
                  lusso e strade. L'opera è prevista dal Progetto Mesoamerica, 
                  che attraverso la costruzione di una rete infrastrutturale vuole 
                  promuovere lo sviluppo economico dell'area compresa tra il sud 
                  del Messico e la Colombia10.
 I governi e le imprese coinvolte nel Progetto Mesoamerica assicurano 
                  che le loro opere porteranno benessere agli abitanti regione, 
                  ma una parte della popolazione locale si oppone. L'idea di sviluppo 
                  e benessere degli investitori può infatti non coincidere 
                  con quella degli indigeni, che spesso preferiscono mantenere 
                  le loro abitudini contadine a vendere la terra per convertirsi 
                  in camerieri o facchini degli hotel di lusso.
 
                   
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                    | Zapatiste 
                        durante l'evento organizzato per l'anniversario della morte di Galeano,
 nel Caracol di Oventic
 |   Secondo il Convegno 169 dell'Organizzazione Internazionale 
                  del Lavoro (OIL) e altre leggi locali, governi e imprese devono 
                  consultare i popoli indigeni prima di costruire un progetto 
                  nel loro territorio11. Spesso 
                  l'accordo internazionale non viene rispettato: molti conflitti 
                  in America Latina girano proprio intorno al rifiuto da parte 
                  delle nazioni indigene di miniere, idroelettriche o autostrade 
                  che le grandi imprese vogliono costruire nei loro territori, 
                  senza averli previamente consultati.Lo stato reagisce alla resistenza della popolazione con l'occupazione 
                  militare o appoggiando gruppi e organizzazioni locali – 
                  i cosiddetti paramilitari – affinché mettano a 
                  tacere con la violenza ogni forma di dissenso12. 
                  L'intervento militare e paramilitare vuole eliminare la lotta 
                  contadina e cacciare dalle loro case le persone che vivono in 
                  zone ricche di risorse naturali, in modo da liberare il territorio 
                  e lasciare spazio all'occupazione delle grandi imprese, intenzionate 
                  a sfruttare quelle risorse.
 Una volta costretta ad abbandonare la propria casa, la popolazione 
                  scapperà sulle montagne, nascondendosi e vivendo alle 
                  interperie con la speranza di essere accolta dalle comunità 
                  circostanti. Si stima che in Chiapas dal 1994 al 1998 – 
                  a partire dall'insurrezione zapatista e negli anni seguenti 
                  di offensiva militare e paramilitare – tra le 50mila e 
                  le 84mila persone sono state cacciate dalle loro case. Negli 
                  anni successivi la situazione è migliorata ma la violenza 
                  non si è fermata, e attualmente sono circa 25mila gli 
                  sfollati chiapanechi. Il 70% di loro non ha ricevuto nessun 
                  tipo di aiuto da parte dello Stato, mentre il restante 30% ha 
                  beneficiato di un'attenzione solo parziale13.
 Le istituzioni non sono state in grado di proteggere o risarcire 
                  la popolazione sfollata, né di fornire cifre chiare sull'entità 
                  del problema. Nel febbraio 2012, il Congresso dello Stato del 
                  Chiapas ha approvato una legge la cui applicazione, secondo 
                  il Centro di Monitoraggio dello Sfollamento Interno del Consiglio 
                  Norvegese per i Rifugiati, “è stata lenta; pochi 
                  sfollati sono stati beneficiati e la risposta del governo allo 
                  sfollamento interno in generale è stata insufficiente 
                  a soddisfare le necessità della popolazione14”.
 
                   
                    |  |   
                    | Aderente alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona di San Sebastián Bachajón
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 Autostrada tra le rovine maya Oltre al parco tematico sulle rive delle cascate, il CIP Palenque-Agua 
                  Azul contempla altri progetti, come la costruzione di un nuovo 
                  aeroporto internazionale nella città di Palenque – 
                  già inaugurato, nel febbraio 2014 – e di un'autostrada 
                  tra l'antica città maya e il centro coloniale di San 
                  Cristóbal de Las Casas. Il governo assicura che l'arteria 
                  di 169 km, che permetterebbe di dimezzare il tempo di percorrenza 
                  tra le due città, arrampicandosi per più di 2mila 
                  metri tra la fitta vegetazione che le divide, beneficerebbe 
                  tutte le comunità della zona.Una parte della popolazione è però contraria. 
                  Afferma che l'autostrada causerebbe gravi danni ambientali e 
                  sostiene che il suo vero scopo è permettere alle imprese 
                  estrattive un trasporto più rapido delle risorse locali 
                  fuori dal Chiapas. Secondo i critici, l'opera permetterebbe 
                  anche all'esercito di militarizzare il territorio più 
                  facilmente, visto che passa davanti alla base militare di Rancho 
                  Nuevo, nei pressi di San Cristóbal de Las Casas, passandoci 
                  davanti. Non è forse un caso se per la costruzione dell'autostrada 
                  è richiesto il parere del Ministero della Difesa, che 
                  fornisce osservazioni dal punto di vista della sicurezza nazionale15.
 
 
                   
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                    | Simpatizzanti zapatisti di Bachajón,qualche ora dopo aver ripreso il controllo
 della zona di accesso alle cascate di Agua Azul
 |  Progetti di contrainsurgencia “Il governo vuole che le comunità si approprino 
                  della sua visione neoliberale sull'agroindustria e il turismo 
                  di massa, promettendo che lo sviluppo basato sul mercato le 
                  beneficerà”, spiega l'accademico statunitense Juan 
                  Romero. “L'autostrada è anche un progetto di contrainsurgencia: 
                  l'idea del governo è che la gente abbandonerà 
                  la resistenza nel momento in cui farà propria una logica 
                  di mercato16”.Nel 2009 il governo fu costretto a interrompere il progetto 
                  a causa dell'opposizione degli abitanti della zona, in particolare 
                  della comunità di Mitzitón, dove il passaggio 
                  della strada avrebbe distrutto case, campi, boschi e contaminato 
                  l'acqua. Il gruppo paramilitare Ejército de Dios si prese 
                  la briga di punirli: attaccò i contadini filozapatisti 
                  di Mitzitón, uccidendo uno di loro e ferendone cinque.
 Attualmente buona parte delle lotte degli indigeni del Chiapas 
                  riguardano l'opposizione alla costruzione di opere che girano 
                  intorno al CIP Palenque-Agua Azul, come il parco tematico vicino 
                  alle cascate di Agua Azul o l'autopista San Cristóbal-Palenque. 
                  Il governo risponde con la repressione militare o paramilitare.
 Le istituzioni non stanno neanche diffondendo pubblicamente 
                  i dettagli dei progetti infrastrutturali, dando informazioni 
                  parziali e contraddittorie. Perché tanto mistero, se 
                  porteranno benessere alla popolazione?
 “Il governo non fornisce alle comunità tutte le 
                  informazioni perché non vuole che conoscano l'entità 
                  reale dell'impatto di queste opere, non dà dettagli per 
                  timore che l'opposizione sociale cresca”, spiega Ricardo 
                  Lagunes, avvocato dei simpatizzanti zapatisti di Bachajón17.
 Nella scorsa lettera dal Chiapas abbiamo elencato una serie 
                  di comunità, zapatiste o simpatizzanti, a cui i gruppi 
                  armati irregolari hanno incendiato case e campi, costringendo 
                  famiglie intere alla fuga. Numerosi i feriti, i desaparecidos, 
                  gli assassinati. Secondo la Red contra la Represión y 
                  por la Solidaridad, dal 2006 al 2012 la Giunte di Buon Governo 
                  dei 5 Caracoles hanno presentato 114 denunce, in ognuna delle 
                  quali vengono denunciate molteplici aggressioni18.
 Ci sono stati anche casi di omicidi, tra cui quello di José 
                  Luis Solís López, da tutti chiamato Galeano, base 
                  d'appoggio zapatista assassinato il 2 maggio 2014. Quel giorno 
                  entrarono nel Caracol della Realidad 140 persone, integranti 
                  dei conservatori Partido Verde Ecologista de México 
                  (PVEM) e Partido Acción Nacional (PAN), e della 
                  Central Independiente de Obreros Agrícolas y Campesinos 
                  Histórica (CIOAC-H), organizzazione che gli zapatisti 
                  considerano paramilitare. Ferirono 15 persone a assassinarono 
                  Galeano con 3 colpi di pistola e uno di machete nella bocca. 
                  Il suo cadavere presentava anche numerose contusioni. Prima 
                  di andarsene da la Realidad, gli aggressori distrussero la scuola 
                  e la clinica autonoma19.
 Un anno dopo, il 2 maggio 2015, basi d'appoggio e simpatizzanti 
                  dell'EZLN arrivati da differenti regioni del Messico e del mondo 
                  si sono trovati nel Caracol di Oventic per rendere omaggio a 
                  Galeano. Con gli stivali e i pantaloni sporchi di fango, sono 
                  scesi fino al campo di basket e si sono radunati di fronte al 
                  palco con la testa all'insú.
 Hanno partecipato la figlia e il figlio di Galeano, poco più 
                  che adolescenti, ricordando la vita del padre. Il Subcomandante 
                  Marcos – che ora si fa chiamare Galeano in onore al suo 
                  compagno – ha letto alcune pagine del diario dello zapatista 
                  assassinato e ha concluso: “Il compagno e maestro zapatista 
                  Galeano sarà ricordato dalle comunità zapatiste 
                  senza chiasso, senza primi piani. La sua vita, e non la sua 
                  morte, sarà allegria nella nostra lotta per generazioni20”.
 
                   
                    |  |   
                    | Filozapatisti di Bachajón riscuotono il pedaggio per l'entrata alle cascate
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                    |  |   
                    | Nei pressi delle cascate di Agua Azul |  Lo strumento dei programmi assistenzialisti A volte, come ricordato più volte nelle nostre Lettere 
                  dal Chiapas, invece di ricorrere alla violenza lo stato 
                  compra il consenso “con le buone”, offrendo aiuti 
                  e programmi assistenzialisti alle famiglie più povere 
                  con il fine di evitare il conflitto sociale.Robert McNamara, che negli anni '60 è stato capo del 
                  Pentagono e poi presidente della Banca Mondiale, ha affermato: “Quando i privilegiati sono tanti e i disperatamente poveri 
                  sono molti, e quando la forbice tra i due gruppi si fa più 
                  grande invece di rimpicciolirsi, è necessario scegliere 
                  fra i costi politici di una riforma e i costi politici di una 
                  ribellione. Per questo motivo, nei paesi in via di sviluppo 
                  l'applicazione di politiche finalizzate a ridurre la miseria 
                  del 40% più povero della popolazione è consigliabile 
                  non solo come questione di principio, ma anche di prudenza. 
                  La giustizia sociale non è solamente un imperativo morale, 
                  ma anche un imperativo politico. Mostrare indifferenza a questa 
                  frustrazione sociale equivale a fomentarne la crescita”.
 Il giornalista e attivista uruguayano Raúl Zibechi scrive 
                  che la lotta alla povertà rappresenta un pretesto per 
                  disgregare i focolai di resistenza sottomettendoli dolcemente, 
                  ad esempio proponendo loro di accettare soldi e programmi assistenzialisti.
 Per poter ricevere questi fondi, i movimenti sociali si dovranno 
                  trasformare in Organizzazioni Non Governative (ONG), istituzionalizzate 
                  e con un personale professionalizzato, e l'assemblea come spazio 
                  di decisione collettiva sarà soppiantata da una dinamica 
                  decisionale gerarchica. Attraverso questo meccanismo le ONG, 
                  soggetti che non lottano per un cambio sistemico ma negoziano 
                  concessioni con lo stato, si appropriano dello spazio politico 
                  dei movimenti sociali.
 Questa strategia governativa è un “imperialismo 
                  morbido”, una tattica di contrainsurgencia travestita 
                  da filantropia. Sono metodi che la Banca Mondiale ha teorizzato 
                  e implementato già decenni fa, e che continuano ad essere 
                  utilizzati dai governi, anche quelli progressisti che dal 2000 
                  governano alcuni paesi dell'America Latina, come Brasile, Argentina, 
                  Uruguay, Cile ed Equador21.
 Un esempio di come in Messico la lotta alla povertà sia 
                  utilizzata come strategia di contrainsurgencia è 
                  la “Crociata Nazionale contro la Fame”. Per inaugurarla 
                  il governo avrebbe potuto scegliere uno qualsiasi tra i comuni 
                  più “affamati” del Messico, ma decise di 
                  farlo a Las Margaritas, dimenticata cittadina del sud del Chiapas 
                  ad alta presenza zapatista e a due passi dal Caracol de La Realidad, 
                  dove poche settimane prima era stato ucciso Galeano. Quel giorno, 
                  il 23 maggio 2014, a Las Margaritas arrivarono in pompa magna 
                  il Presidente della Repubblica Enrique Peña Nieto e il 
                  Governatore del Chiapas Manuel Velasco Coello. Lì lanciarono 
                  il programma che secondo loro avrebbe tirato migliaia di indigeni 
                  fuori dalla povertà e, perché no, magari anche 
                  dalla resistenza zapatista22.
 La promozione di programmi assistenzialisti con lo scopo di 
                  dividere le comunità e comprare i suoi leaders è 
                  una strategia inaugurata in Messico nel 2000, con l'arrivo alla 
                  presidenza del Partido de Acción Nacional (PAN). Una 
                  tattica di contrainsurgencia che da quindici anni accompagna 
                  quella più tradizionale dell'occupazione militare e dell'intervento 
                  di paramilitari che, come dimostrano alcuni documenti declassificati, 
                  sono appoggiati dai governi di Stati Uniti e Messico23.
 È la cosiddetta “guerra di bassa intensità”, 
                  teorizzata dagli Stati Uniti dopo un'attenta valutazione degli 
                  errori compiuti in Vietnam, e vuole distruggere il tessuto sociale 
                  delle comunità non solo utilizzando la forza ma anche 
                  tattiche politiche, economiche e psicologiche, con lo scopo 
                  di “togliere l'acqua al pesce”. Nel “Manuale 
                  di Contrainsurgencia 3-24”, l'Università 
                  di Chicago ricorda all'intelligence statunitense l'importanza 
                  di studiare la popolazione e la cultura della zona in cui deve 
                  operare, avvalendosi della collaborazione di antropologi, geografi 
                  ed esperti in economia”24.
 In Chiapas l'applicazione pratica della guerra di bassa intensità 
                  è stata affidata a due manuali del Ministero della Difesa 
                  messicano, “Plan de Campaña Chiapas 94” e 
                  “Chiapas 2000”25. 
                  Il primo è stato disegnato per privilegiare “l'azione 
                  paramilitare con il fine di evitare l'influenza espansiva dell'EZLN, 
                  commettendo attacchi sistematici contro la popolazione civile”. 
                  Incubato nella zona nord del Chiapas l'indomani dell'insurrezione 
                  zapatista, si è espanso poi nella zona Altos.
 Malgrado il coinvolgimento del governo nelle azioni dei paramilitari 
                  sia stato provato, il discorso pubblico e mediatico che viene 
                  portato avanti dalle istituzioni parla di rispetto di diritti 
                  umani e dei popoli indigeni. All'inizio del 2014 il governatore 
                  del Chiapas Manuel Velasco Coello – che l'EZLN considera 
                  “massimo capo paramilitare” – ha riconosciuto 
                  l'apporto delle comunità zapatiste al processo di cambiamento 
                  del paese e ha dichiarato il suo rispetto nei loro confronti, 
                  affermando che avrebbe continuato ad appoggiare la distensione 
                  e la soluzione politica del conflitto26. 
                  Cinque mesi dopo, un gruppo di cui facevano parte alcuni membri 
                  del partito del governatore è entrato nel Caracol de 
                  La Realidad e ha ucciso Galeano.
  Orsetta Bellani@sobreamerica
 Note 
                 
                  Quaderni di testo della prima Escuelita Zapatista, Gobierno 
                    autónomo II, pag. 22. I quaderni si possono scaricare 
                    all'indirizzo http://anarquiacoronada.blogspot.it/2013/09/primera-escuelazapatista-descarga-sus.html. 
                  Simpatizzanti zapatisti, persone o collettivi di tutto il 
                    mondo che non fanno parte dell'EZLN ma si riconoscono nei 
                    principi espressi dagli zapatisti nella Sesta Dichiarazione 
                    della Selva Lacandona. 
                  San Sebastián Bachajón fa parte del Municipio 
                    di Chilón e una parte del suo territorio comprende 
                    la strada che porta alle cascate di Agua Azul, tra le città 
                    di San Cristóbal de Las Casas e Palenque. 
                  Funzionario amministrativo. 
                  Intervista ad un aderente alla Sesta Dichiarazione della 
                    Selva Lacandona di Bachajón, San Sebastián Bachajón, 
                    dicembre 2014. 
                  Sul conflitto di Agua Azul si può leggere: Ricardo 
                    Lagunes e Jessica Davies, San Sebastián Bachajón: 
                    la lucha contra el despojo, revista elettronica Desinformémonos, 
                    aprile 2015. Consultabile in: http://desinformemonos.org/2015/04/san-sebastian-bachajon-la-lucha-contra-el-despojo/. 
                    Versione in inglese nella rivista Upside Down World: 
                    http://upsidedownworld.org/main/mexico-archives-79/5311-san-sebastian-bachajon-the-struggle-against-dispossession-in-mexico. 
                  Diapositive sulla strategia dell'istituzione pubblica Fondo 
                    Nacional de Fomento al Turismo (FONATUR) in Chiapas. Consultabili 
                    in: http://www.future-agricultures.org/search-documents/global-land-grab/presentations-1/1379-rocheleau/file. 
                  Intervista di Orsetta Bellani a Juan Vázquez Guzmán, 
                    San Sebastián Bachajón, giugno 2012. 
                  Orsetta Bellani, Chiapas: rimangono in carcere i tre 
                    indigeni tzeltales arrestati e torturati dalla polizia, 
                    25 settembre 2014, blog Sobre América Latina. 
                    Consultabile in: http://www.sobreamericalatina.com/?p=1531. 
                  Mariela Zunino, Integración para el despojo: el 
                    Proyecto Mesoamérica o la nueva escalada de apropiación 
                    del territorio, boletín Chiapas al día 
                    no. 583 del Centro de Investigación Económicas 
                    y Políticas de Acción Comunitaria (CIEPAC), 
                    28 maggio 2010. Consultabile in: http://www.adital.com.br/site/noticia_imp.asp?cod=48203&lang=ES. 
                  Convegno 169 dell'OIL: http://www.gfbv.it/3dossier/diritto/ilo169-conv-it.html. 
                  Carlos Fazio, La brecha, el Galeano y la digna rabia. 
                    In quotidiano La Jornada, 26 maggio 2014. Consultabile 
                    in: http://www.jornada.unam.mx/2014/05/26/opinion/017a1pol. 
                  Estudio sobre los desplazados por el conflicto armado 
                    en Chiapas, pubblicazione realizzata nel quadro del Programa 
                    Conjunto OPAS-1969 “Prevención de conflictos, 
                    desarrollo de acuerdos y construcción de la paz en 
                    comunidades con personas internamente desplazadas en Chiapas 
                    2009-2012”, Messico, 2012. Consultabile in: http://culturadepaz.org.mx/sitio/Informe_desplazadas_web.pdf. 
                  Disponibile in: http://www.internal-displacement.org/americas/mexico/summary. 
                  Juan Romero, La autopista San Cristobal-Palenque, la 
                    espina dorsal del CIPP: Sigilo y destrucción violenta, 
                    Bollettino del Centro de Investigaciones Económicas 
                    y Políticas de Acción Comunitaria (CIEPAC), 
                    ottobre 2009. Consultabile in: http://www.ecoportal.net/Temas_Especiales/Pueblos-Indigenas/la_autopista_san_cristobal_palenque_la_espina_dorsal_del_cipp_sigilo_y_destruccion_violenta. 
                  Intervista di Orsetta Bellani a Juan Romero, San Cristóbal 
                    de Las Casas, novembre 2014. 
                  Intervista di Orsetta Bellani a Ricardo Lagunes, San Cristóbal 
                    de Las Casas, gennaio 2015. 
                  Informe de agresiones a las bases de apoyo zapatistas 
                    2006-2012, Red contra la Represión y por la Solidaridad, 
                    maggio 2013. 
                  Agresión a Bases del EZLN en sede de la Junta 
                    de Buen Gobierno de La Realidad, comunicato stampa del 
                    Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de Las Casas 
                    (Frayba) del 5 maggio 2014. Consultabile all'indirizzo: 
                    http://enlacezapatista.ezln.org.mx/2014/05/05/junta-de-buen-gobierno-hacia-la-esperanza-denuncia-energicamente-a-los-paramilitares-cioaquistas-organizados-por-los-3-niveles-de-los-malos-gobiernos-en-contra-de-nuestros-pueblos-bases-de-apoyo-del-e/. 
                  Maestro zapatista Galeano: appunti di una vita, Comunicato 
                    dell'EZLN del 2 maggio 2015. Consultabile in italiano: http://enlacezapatista.ezln.org.mx/2015/05/04/maestro-zapatista-galeano-appunti-di-una-vita/. 
                  Raúl Zibechi, Política & Miseria. Una 
                    propuesta de debate sobre la relación entre el modelo 
                    extractivo, los planes sociales y los gobiernos progresistas, 
                    Editorial La Vaca, Argentina. Consultabile in: http://es.scribd.com/doc/204505800/Zibechi-Raul-Politica-Y-Miseria#. 
                  Hermann Bellinghausen, La actual etapa contrainsurgente 
                    inicia en Las Margaritas con la Cruzada Contra el Hambre, 
                    quotidiano La Jornada, 24 maggio 2014. Consultabile 
                    in: http://www.jornada.unam.mx/2014/05/24/politica/016n1pol. 
                  Pedro Faro, El gran teatro de la impunidad en Chiapas. 
                    Nuevas evidencias del genocidio y la guerra encubierta, mensile 
                    Ojarasca, 14 dicembre 2013. Consultabile in: http://www.jornada.unam.mx/2013/12/14/oja-teatro.html. 
                  Gilberto López y Rivas, Estudiando la contrainsurgencia 
                    de Estados Unidos. Manuales, mentalidades y uso de la antropología, 
                    Ocean Sur, Messico, 2 giugno 2014. 
                  Paulina Fernández Christlieb, El EZLN y la GBI 
                    en Chiapas: derechos indígenas contra corporaciones 
                    transnacionales, Revista Mexicana de Ciencias y Políticas 
                    Sociales, vol. XLVI, núm. 189, maggio-dicembre 2003, 
                    pag. 213-262, Universidad Autónoma de México, 
                    Messico. 
                  Ángeles Mariscal, Dice Manuel Velasco que reconoce 
                    aporte de comunidades indígenas zapatistas, periodico 
                    elettronico Revolución 3.0, 2 gennaio 2014. 
                    Consultabile in: http://revoluciontrespuntocero.com/dice-manuel-velasco-que-reconoce-aporte-de-comunidades-indigenas-zapatistas/ 
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