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Errico Malatesta
maestro di libertà

di Emilio Lussu
a cura di Massimo Ortalli


Nel 1932 muore a Roma Errico Malatesta. Siamo in pieno regime fascista, il vecchio militante anarchico è come “ai domiciliari” controllato a vista dalla polizia fascista. Il giovane azionista Emilio Lussu (noto per esser fuggito con Filippo Turati dall'isola di Lipari) ricorda Malatesta sulla rivista “Quaderni di Giustizia e Libertà” (n. 5 del dicembre 1932). Un bel necrologio, rimasto confinato negli archivi storici. Dai quali lo trae ora Massimo Ortalli, tra i responsabili a Imola dell'Archivio Storico della Federazione Anarchica Italiana e nostro storico collaboratore. Eccolo.


Fra le figure più prestigiose dell'antifascismo, Emilio Lussu riassume in sé molte delle qualità proprie di una generazione che, grazie alla sua rettitudine e coerenza, ha contribuito a far sì che l'Italia potesse dignitosamente rialzare la testa dopo il periodo buio del ventennio.
Fondatore del Partito Sardo d'Azione, strenuo oppositore del fascismo fin dalla sua nascita – resta famosa la sua reazione a una banda di squadristi, talmente decisa da costringerli alla fuga nonostante la superiorità numerica – confinato a Lipari per cinque anni, nel 1929 riuscì ad evadere con Carlo Rosselli e Fausto Nitti, riparando in Francia, dove fu tra i promotori, con i fratelli Rosselli, del movimento di Giustizia e Libertà. Combattente nella Colonna Rosselli durante la Rivoluzione Spagnola, nel 1943 rientrò in Italia per partecipare attivamente alla Resistenza. Nel dopoguerra, dopo una esperienza ministeriale nel governo Parri e nel Partito d'Azione, di cui fu uno dei fondatori, aderì dapprima al Partito Socialista e quindi, nel 1965, al Partito Socialista di Unità Proletaria.
In queste dense e sentite pagine, scritte per ricordare la figura di Errico Malatesta appena scomparso, Lussu mette in risalto non solo le qualità morali e intellettuali dell'anarchico campano, ma anche la piena attualità della sua predicazione sociale. In piena affinità con l'azione di Malatesta, evidenzia la complessità del suo pensiero e l'efficacia operativa delle sue proposte, affrancandole da quell'immagine di utopistica astrazione così spesso attribuita all'anarchismo.
Un tributo sincero e partecipe, dunque, quello di un tenace combattente per la libertà a colui che fu, dell'amore per la libertà, un maestro per tutti.

Massimo Ortalli

Milano, marzo 1921 - Foto segnaletica
dell'anarchico Errico Malatesta (Santa
Maria Capua Vetere, 1853 – Roma, 1932)
durante lo sciopero della fame da lui
effettuato, insieme ad altri anarchici
coimputati, per protestare contro la
prolungata detenzione preventiva
(dall'ottobre 1920) per accuse connesse
al loro impegno politico-sindacale del
1920. Fonte: Archivio Centrale di Stato




Riproduzione anastatica da Quaderni di Giustizia e Libertà (n. 5 del dicembre 1932)