Rivista Anarchica Online


ai lettori

A come alimentazione

Non capita di frequente che la copertina di “A” sia dedicata a una singola persona. Credo non sia finora mai capitato che la stessa persona sia poi apparsa per una seconda volta in copertina. Succede proprio questa volta, con Luigi Veronelli, il “Gino”. Ce ne siamo accorti andandoci a rivedere per curiosità l'intero set delle copertine di “A”, pubblicato in “A” 358 (dicembre 2010/gennaio 2011), il numero del quarantennale di “A”, nel quale le pubblicammo tutte e 358, tutte fino a quel numero.
È successo di nuovo ora e per una ragione precisa. Questo numero contiene (alle pagg. 79-116) un dossier con una ventina di scritti di e su di lui. Di perché in apertura del dossier abbiamo deciso di ripubblicare i 5 scritti suoi apparsi su questa rivista, tra il 1999 e il 2005 (quest'ultimo, evidentemente, postumo). Su perché, oltre a ripubblicare uno scritto (di Marc Tibaldi) apparso su “A” nel 2009 (in occasione del 5° anniversario della morte di Gino), ospitiamo gli scritti (interviste comprese) di altre 16 persone che per varie ragioni hanno incontrato e collaborato con il nostro anarchenologo.
Ci sono tre persone che desideriamo ringraziare in particolare, perché ci hanno dato una mano “speciale” nella realizzazione di questo dossier: Andrea Bonini, direttore del Seminario Veronelli, che ci ha dato un po' di dritte per contattare persone che non conoscevamo (ma loro conoscevano “A” anche grazie a Gino) e con cui sono nate, come spesso accade, simpatia e amicizia, nell'ambito della collaborazione redazionale. Orazio Gobbi, che per primo in una fredda serata piacentina dello scorso gennaio, ci ha ricordato l'avvicinarsi del decennale, un'ottima “scusa” per mettere in cantiere un ricordo di Veronelli, e poi ha scritto e fatto interviste. E last but non least Gianni Mura, tra le altre cose (elencate a pag. 80) nostro amico e sostenitore, in tempi recenti direttore di “E”, la bella rivista mensile espressa per poco più di un anno da Emergency. Come gli facemmo notare quando ci venne a trovare in redazione, (per poi pranzare insieme), in ordine alfabetico noi siamo imbattibili: “A” viene comunque prima di “E”, punto.
A parte gli scherzi, la responsabilità del dossier è tutta nostra, ma la supervisione di Gianni non è mai solo “tecnica”. Dentro queste pagine (e naturalmente nel suo scritto, da noi posto in pole position – subito dopo gli scritti di Veronelli) c'è molto di Gianni. Quindi, caro Gianni, dopo Brassens e Veronelli, troveremo qualche altro progetto per incastrarti...
In fondo a questa pagina c'è il logo della Rete No Expo (www.noexpo.org), un insieme eterogeneo di comitati, associazioni, centri sociali, attivisti del sindacalismo di base, militanti della sinistra radicale che nell'area milanese (dove ci sarà dal prossimo 1° maggio per 6 mesi l'Expo, e dove si trova da sempre la redazione di “A”) si batte da anni per denunciare l'operazione Expo. Un'esposizione internazionale dedicata, questa volta, all'alimentazione, un tema di grande importanza, cui spesso anche negli ambienti critici, alternativi, solidali, ecc. non viene dedicata la necessaria attenzione.
Noi di “A” ce ne siamo spesso occupati, anche in tempi recenti, ma proprio nell'avvicinarci e poi in contemporanea con Expo 2015 intendiamo intensificare la pubblicazione di materiali che, a partire dalle specifiche tematiche del mangiare e del bere coinvolgano una riflessione e una denuncia più generale, “in direzione ostinata e contraria” secondo la nostra classica formula e il nostro consolidato stile.
Questo primo materiale (il dossier Veronelli) e i prossimi saranno caratterizzati dalla presenza di questo logo, per sottolineare il senso mai “neutrale”, sempre schierato, del nostro approccio.

Paolo Finzi