Rivista Anarchica Online





Oggi non ci passerebbe nemmeno per la testa di lanciare un simile slogan in copertina. 37 anni fa, sì, un bel “Berlinguer babbeo beccati 'sto corteo” campeggiava – con una foto del corteo bolognese stesso – nella copertina di “A” 59 (ottobre 1977).
Nell'Ai lettori si affermava, tra l'altro: “Dopo Bologna, qualcosa è cambiato. Nel panorama composito e per tanti versi originale del “nuovo movimento” è emersa con maggiore decisione una diffusa volontà anti-burocratica che pone gli anarchici in una posizione al contempo delicata e importante. Si tratta di fungere da polo di attrazione libertario e da antidoto contro le ritornanti tentazioni autoritarie (a volte marcatamente leniniste), senza peraltro porsi nella falsa posizione di chi detiene la Verità e si propone di elargirla agli altri. Nessun paternalismo, dunque, nessuna paura di “sporcarci le mani” deve caratterizzare la nostra necessaria incisiva presenza nelle lotte dei non-garantiti, degli emarginati, dei giovani disoccupati”.
Il riferimento a Bologna era al convegno anti-repressione che ebbe luogo nel capoluogo emiliano dal 23 al 25 settembre, “presente – riferiva sempre l'Ai lettori – qualche decina di migliaia di persone (di cui circa cinquemila libertari)”. E a quella mobilitazione “A” dedica l'articolo di apertura (“Viva la confusione!”) a firma di Luciano Lanza.
“Fra i molti elementi emersi dal convegno anti-repressione di Bologna – si legge nel sommarietto – un posto di rilievo merita la grande confusione che ha caratterizzato le tre giornate di dibattiti e di manifestazioni – Dopo anni di “certezze”, di verità marxianamente rivelate, di “strategie vincenti” che non hanno mai portato alla vittoria, la confusione assume il significato della diversità e dello scambio di opinioni, della discussione generalizzata, della libertà di pensiero – Rompere la falsa unità della classe operaia sul terreno riformista per ricreare l'unità di tutti coloro che vogliono rovesciare il sistema.”
Se Bologna si prende la copertina e l'apertura del numero, sono numerosi altri i temi affrontati nel numero. Eccoli: le lotte a Milano contro l'azienda pubblica dei trasporti, la contestazione degli psichiatri riuniti a Trieste da parte del Ginnasio Nihilista di Reggio Emilia, la medicina sul territorio, le lotte autonome dei ferrovieri, detenuti comuni e progetto rivoluzionario, un corso di grafica alternativa, il dibattito sulle centrali nucleari, un caso di obiezione totale antimilitarista, la ripresa del sindacalismo rivoluzionario negli USA, la pedagogia libertaria di Goodwin e poi le consuete rubriche di cinema, recensioni e posta.