Rivista Anarchica Online


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Quella Biblioteca sullo Strittu
di Carmelo Ferrara

Sul numero dello scorso marzo abbiamo dedicato un dossier agli archivi e biblioteche anarchici sparsi per l’Italia. Era rimasta fuori la Biblioteca “Pietro Gori” di Messina, di cui abbiamo pubblicato una scheda essenziale sul numero di giugno.
Vediamola più da vicino.

Messina, Biblioteca “Pietro Gori” – La sala principale

La Biblioteca di studi sociali Pietro Gori viene costituita nell’aprile 1989 per iniziativa di Sandro Zappalà (1), grazie al suo felice incontro con un gruppo di giovani militanti messinesi e lo storico Michele Strupia. Aderiscono subito al progetto anarchici e libertari cittadini, tra cui l’avv. Placido La Torre (2), che danno corpo a un gruppo di entusiasti ricercatori, caratterizzato per un’identità intergenerazionale, la cui provenienza si estende dalla Lotta di Liberazione al ‘68 e gli anni ‘70, dai movimenti dei primi centri sociali occupati e della ”Pantera” alla Genova del 2001.
Nasce dunque una Biblioteca che al contempo è centro di irradiazione di attività libertarie: un tentativo culturale di riallacciare quel filo rosso che riporta alla luce le voci e il calore pulsante che ancora giungono dal di sotto di una Messina perennemente terremotata.
La Biblioteca Gori trova sede in pieno centro, in via Carlo Citarella, per poi trasferirsi in Viale Cadorna e infine nel villaggio di Tipoldo, nel 1995, dove tuttora risiede; lavora alla raccolta di materiale librario e documentario, principalmente sulla base di donazioni e grazie alle risorse messe a disposizione dai propri aderenti, e si specializza in ambito anarchico e storico-politico. Orientata all’agire dal basso, alla valorizzazione delle risorse individuali e alla massima libertà di espressione, si caratterizza e precisa sempre più la propria metodologia grazie al confronto e alla collaborazione con centri culturali e di ricerca educativa, organizzazioni politiche, sindacali di base e ambientaliste, enti e istituzioni cittadine.

Messina, 12 dicembre 1998
Alessandro Zappalà e Placido La Torre

Considerata la necessità sociale di identità, di progettualità e di risorse, il gruppo delinea, in relazione dinamica col territorio, un precipuo disegno progettuale e specifici indirizzi di intervento.
Individua così tre ambiti in cui opera e sviluppa le proprie proposte:

  • lo spazio propriamente culturale e politico, dove alle iniziative, che spaziano negli ambiti più vari (dall’educazione libertaria al parto attivo e senza violenza, dal pensiero e dall‘esperienza storica dell’anarchismo ad analisi e proposte di intervento sociale, ecologico e produttivo), lega la propria presenza attiva nella città, prendendo parte alle istanze e alle lotte sociali emergenti;
  • un percorso di attività per la riqualificazione socio-ambientale dei villaggi collinari a vocazione agricola (scegliendo Tipoldo quale prototipo, dove la Biblioteca opera già dal 1992), in sintonia con le comunità residenti e con il loro millenario adattamento al luogo di insediamento, nella prospettiva di superamento dell’arcaica, squilibrata, conflittuale separazione tra città e campagna;
  • un ambito di interventi mirati alla valorizzazione dei quartieri popolari, marginali e “a rischio”, dove l’esplosiva potenzialità di trasformazione sociale è trasposta in modo strumentale a favore dell’assetto gerarchico della città, nodo cruciale e centralizzatore del territorio.
Al lungo percorso, che si dirama e si intreccia più volte negli anni con attività locali, regionali e nazionali, si sviluppano parallelamente la consistenza, l’organizzazione e la funzionalità della Biblioteca: sono state raccolte circa 6.000 monografie, 400 testate di periodici e numeri unici (che spaziano principalmente negli ambiti storico-politico e culturale), alcuni fondi archivistici, tra cui è di particolare interesse e notevole consistenza quello intitolato a Placido La Torre (costituito principalmente da periodici, documenti, volantini e varie pubblicazioni, tra cui, oltre le collezioni anarchiche pressoché complete, spiccano i periodici politici di Roma del 1944, riviste culturali come Il Mondo e L’Espresso fin dai primi numeri, documenti degli anni ‘60-’70), letteratura grigia, diverse registrazioni sonore e una raccolta di fotografie, documenti e cimeli dei contadini di Tipoldo.
Attualmente la Biblioteca vive una fase di assestamento attraverso il miglioramento sistematico del patrimonio librario, l’imminente realizzazione di un catalogo informatizzato e la stabilizzazione del proprio tracciato in una rinnovata rete di relazioni, verso nuove prospettive di ricerca e di azione.

Carmelo Ferrara

Note

  1. Alessandro Zappalà (1922-2000), insegnante dai metodi libertari dell’I.T.C. Jaci di Messina, attivo nella FAI dal 1948, libero pensatore di eclettica cultura e aperta socialità, europeista e referente esperantista internazionale.
  2. Placido La Torre (1920-2008), esponente della FAI dal 1946, propagandista e oratore di fama nazionale, uomo passionale e coerente ai propri principi, difensore politico instancabile (prese parte anche al processo Valpreda), professionista stimato per la profonda formazione giuridica.