Rivista Anarchica Online


comunicati

 

Avvisi


Anticlericalismo. Prosegue a Milano il fitto programma di iniziative culturali (prevalentemente presentazioni di libri) di netto segno laico, anticlericale e ateo/agnostico nell’ambito del Circolo culturale “Giordano Bruno”, via Bagutta 12, 20121 Milano, aperto ogni martedì alle ore 21, tel. 349 4603 869, gbrunomi@email.it, www.jadawin.info/gbrunomi.html.

Ponente ligure. Dopo 12 anni di desertificazione sociale sul da farsi e su come definirsi, finalmente apre a Dolceacqua, nel Ponente ligure, uno spazio libertario di nome “L’insurreale”. La gestione è assembleare e autofinanziata, lo spazio è al centro del paese di circa 2.200 anitanti, comune molto bello, inserito a metà strada della Val Nervia. I compagni vengono da diverse esperienze e quindi hanno sensibilità bisognose di affinarsi alla ricerca di una sintonia nuova.
“L’Insurreale” è: spazio contro le maggioranze silenziose e le minoranze rapaci / ritrovo di compagni solidali e complici / luogo di confronto libertario ecologico sociale / laboratorio d’idee e di sperimentazioni / un tentativo di superare i ruoli, i personaggi, imposti da una realtà finta e plastificata.
Lo spazio è aperto il martedì pomeriggio per l’assemblea settimanale, il giovedì per l’aperitivo, il sabato sera per la cena di autofinanziamento, altre occasioni di apertura sono legate ad iniziative culturali.
Per chi vuole contattarci il nostro indirizzo è L’Insurreale, via della Liberazione 10, 18038 Dolceacqua (Im).

 

Appuntamenti


Borgotaro. L’Ateneo Libertario di Borgo Val di Taro (Parma) organizza la presentazione del dvd “A forza di essere tempo”. Parcecipano Paolo Finzi, redattore di rivista “A”, e Filippo Adorni del Comitato antirazzista di Parma. La serata si tiene presso la Società di mutuo soccorso Imbriani alle ore 21 a Borgo Val di Taro (Parma). Per contatti 0525 91 62 00 oppure cellulare 338 40 77 802.

Castel Bolognese. La Biblioteca libertaria “Armando Borghi”, in collaborazione con la Biblioteca comunale “Luigi Dal Pane”, organizza a Castel Bolognese (Ra) la presentazione del libro di Gustav Landauer, La rivoluzione, a cura di Ferruccio Andolfi (Reggio Emilia, Diabasis, 2009). Pubblicato in lingua originale tedesca dall’autore per la prima volta in Germania nel 1907, il libro venne tradotto e pubblicato in Italia solo nella seconda metà del secolo (Assisi, Carucci, 1970), in una edizione che risulta da tempo esaurita e introvabile. Ricompare ora con una nuova traduzione – che si deve a Barbara Bacchi –, in una edizione che contiene anche in appendice il discorso tenuto nel 1919 da Martin Buber, discepolo di Landauer, per commemorare l’amico trucidato a Monaco dai “Corpi Franchi” dopo la breve esperienza della Repubblica dei Consigli della Baviera. (La traduzione del discorso di Buber è di Barbara Bordato).
Il libro sarà presentato dal curatore Ferruccio Andolfi (Università di Parma) e da Gianfranco Ragona (Università di Torino).
La presentazione si terrà nel Teatrino del Vecchio Mercato (via Rondanini, 19) il sabato 15 maggio, con inizio alle ore 16,00. L’iniziativa si colloca nell’ambito della edizione 2010 della rassegna “Libri a catinelle”, promossa dal Comune di Castel Bolognese e dalla Biblioteca comunale “L. Dal Pane”.
Gustav Landauer (Karlsruhe 1870 – München 1919) fu esponente di spicco di un socialismo libertario e anarchico, radicalmente pacifista, che rifiutava ogni “propaganda del fatto”. Diresse il periodico “Der Sozialist” e fu autore di racconti e di opere teatrali. Ministro per l’istruzione popolare durante la breve esperienza della Repubblica dei Consigli di Baviera, venne assassinato nel corso della dura repressione che ne seguì ad opera dei Freikorps, milizie volontarie di estrema destra che appoggiavano le truppe regolari fedeli al governo socialdemocratico di Berlino.
La rivoluzione (1907) di Gustav Landauer è un testo di filosofia della storia che ricostruisce un processo che attraversa i tempi moderni, aperto a esiti imprevedibili. In esso è sempre attiva la forza dell’utopia, ma i termini ‘utopia’e ‘rivoluzione’non si corrispondono pienamente. Come filosofo sociale Landauer si oppone al marxismo, teorizzando una “rigenerazione sociale” in virtù della quale gli individui come tali, piuttosto che il proletariato, modelleranno un nuovo tipo di associazioni cooperative, capaci di rimpiazzare gradualmente gli Stati e l’economia capitalista.
Per info: Biblioteca libertaria “Armando Borghi”, via Emilia Interna, 95 – 48014 Castel Bolognese (RA) tel. 0546.55501.

Alessandria. Laboratorio Anarchico Perla Nera organizza un convegno di studi sulla figura del leggendario bandito di Novi Ligure “Sante Pollatro – bandito fra gli anarachici” nei giorni 22 e 23 maggio in Alessandria presso il Museo della Gambarina (situato nell’omonima piazza).
Sabato 22 maggio inizio alle ore 15.00: presentazione del convegno e piccola premessa sul perchè delle giornate di studi su Sante Pollastro a cura di Salvatore Corvaio; Giorgio Sacchetti storico (Università di Trieste) “Il movimento anarchico italiano all’epoca di Pollastro”; Gian Domenico Zucca – autore del libro “Sante Pollastro il bandito in bicicletta”, parlerà della vita e della figura di Sante; Alberto Ciampi – ricercatore – Pollastro si racconta, tracce per una biografia; Tobia Imperato – anarchico – “ Giuseppe de Luisi, Caterina Piolatto e altri anarchici nella banda o in contatto con essa” ; Franco Castelli – dell’Istituto Storico della Resistenza di Alessandria – “Banditismo, ribellismo e anarchia nella cultura popolare alessandrina”; Riccardo Navone – editore – “ La rivolta di Santo Stefano”; ore 20.00 cena al Laboratorio PerlaNera e intrattenimento.
Domenica 23 maggio ore 10.00: Giorgio Sacchetti “L’importanza della memoria”; seguirà dibatto.
Per contatti e altre informazioni: Salvatore Corvaio 347 440253 24 oppure Antonietta Catale 34 679 24 283.

 

Editoria


Seme anarchico. La redazione ha un nuovo indirizzo: Antonietta Catale – Guido Durante, cas. post. 233, 15121 Alessandria. Recapito telefonico 346 79 24 283. E-mail: semeliberoa@yahoo.it.

Germinal. A causa degli aumenti delle caselle postali ci troviamo costretti a cambiare di nuovo recapito postale. Il nuovo è: Gruppo Anarchico Germinal c/o Centro Studi Libertari Casella Postale 161 34132 Trieste Centro (Ts). Gruppo Anarchico Germinal, gruppoanarchicogerminal@hotmail.com, germinalts.noblogs.org.
È appena uscito il numero di dicembre 2009 del Germinal, giornale anarchico e libertario di Trieste, Friuli, Veneto,…
Impegno ecologico e resistenza al razzismo dilagante sono i due temi più presenti in questo numero di 32 pagine.
Il nostro giornale fa conoscere la lotta in corso contro il nucleare, ora riproposto da governo italiano e lobby industriali, ed esprime solidarietà a Marco Camenish da molti anni in prigione, adesso in Svizzera, per azioni dirette contro le mafie del nucleare. Si dà spazio a casi concreti di movimenti ecologisti e di base contro nuove imprese altamente inquinanti, come la centrale a carbone di Porto Tolle, vicino Rovigo, e come il rigassificatore a Zaule, vicino Trieste. Qui si stanno muovendo anche vari comitati contro il tragitto TAV che prevede sbancamenti e distruzioni in zone ad alto pregio ambientale. Le proteste disperate nei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE) dei migranti ivi rinchiusi trovano eco nelle nostre pagine così come le opposizioni al razzismo, leghista ma non solo, che muove pericolosi passi a Pordenone come a Verona. Disvalori razzisti erano presenti in forza nel fascismo italiano che ancora istituzioni repubblicane, come il Comune di Trieste ma non solo, esalta attraverso la dedica di spazi pubblici ad “eroi fascisti”.
Il conflitto sulla storia dei movimenti libertari è parte integrante della nostra “identità”, sia quando si parla dei primi anarchici a Monfalcone sia quando si affronta il discorso fondamentale dell’esperienza spagnola del 1936, spesso riproposta da un compagno da poco scomparso come Abel Paz. La Spagna diede un esempio di forte mobilitazione antiautoritaria anche grazie al lavoro costante sul campo della educazione, a partire da Francisco Ferrer, il pedagogo fucilato a Barcellona proprio un secolo fa, e “martire” per un grande movimento anticlericale, non solo in Catalogna.
La tradizionale attenzione ai temi dei Balcani e dell’Est assume in questo numero i colori della solidarietà ai sei compagni serbi sequestrati nelle carceri del nuovo regime repressivo con accuse assurde e le tinte tristi delle cocenti delusioni successive alla caduta del Muro di Berlino.
La dimensione della liberazione individuale, carattere specifico dell’anarchismo, riprende oggi le vesti di una rottura con la “normalità” nel campo della sessualità e al tempo stesso rifiuta la scorciatoia velenosa delle misure legali repressive, finte soluzioni talvolta peggiori delle violenze stesse.
Un mondo di critiche e di proposte anarchiche si ritrova nelle immagini e nei testi di questo Germinal, sorto a Trieste nel vicino 1907. In questa città, spesso impossibile, l’utopia si misura oggi anche con la preparazione della nuova sede, ormai trovata ma non ancora aperta. Una copia 2 euro. Abbonamenti: versare 10 euro o più euro sul c.c.p. n.16525347 intestato a Germinal c/o Centro Studi Libertari, c.p. 161, 34132 Trieste Centro. Per comunicazioni: gruppoanarchicogerminal@hotmail.com, www.germinalonline.org.

Lucetti. Galzerano Editore ha appena pubblicato Gino Lucetti. Lettere dal carcere dell’attentatore di Mussolini (1930-1943), di Marina Marini, un librone di 416 pagine, con foto (€ 25,00).
La mattina dell’11 settembre del 1926, alle ore 10, a Roma Gino Lucetti, anarchico ventiseienne di Avenza, attenta alla vita di Benito Mussolini, lanciando una bomba sulla macchina nella quale si trova il duce, che rimane illeso. L’attentatore, con una cravatta rossa e i capelli ricci, datosi subito alla fuga, viene inseguito da agenti di polizia in borghese, contro i quali lancia una seconda bomba , che non esplode. Bloccato è trovato in possesso di una pistola pronta a far fuoco, con una cartuccia dentro la canna ed altre sei nel caricatore. Le pallottole, al successivo esame, risultarono intaccate e ricoperte di acido muriatico allo scopo di renderle più micidiali. Mezz’ora dopo l’attentato la polizia piombò nella casa di Errico Malatesta, butta tutto all’aria, il letto, i libri e lo arrestarono, insieme alla compagna. Nei giorni successivi, tra anarchici ed oppositori, vengono arrestate ben 500 persone.
Gino Lucetti viene processato dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato l’11 giugno 1927, anche se l’attentato è stato commesso prima dell’istituzione del Tribunale Speciale, che – presieduto dal generale di corpo d’armata Carlo Sanna – lo condanna a trent’anni di reclusione, il massimo della pena, e al pagamento di varie multe per un totale di lire 3.600.
Sconta la pena nei penitenziari di Portolongone, Fossombrone e Santo Stefano. Dalla cella di questi terribili penitenziari scrive ai familiari, alla madre, alla sorella e al fratello e malgrado la vita carceraria e la censura, Lucetti ritrova un proprio spirito di vitalità, con l’orgoglio del combattente che continua a sperare nell’avvento di una società più libera e più giusta.
Le centonove lettere inedite, scritte dal carcere da Gino Lucetti, ritrovate nel 2002 ad Amsterdam all’Internationaal Istitutut voor Sociale Gheschiedenis e all’Archivio Famiglia Berneri-Aurelio Chessa di Reggio Emilia, da Marina Marini, una collaboratrice udinese dell’Editore Galzerano, raccontano una parte della vita e del pensiero dell’anarchico toscano e vengono pubblicate per la prima volta nella loro integralità in questo volume, che fa parte della prestigiosa collana Atti e memorie del popolo.
Le lettere dell’anarchico di Avenza (Carrara) raccontano una storia sugli affetti familiari, parlano delle relazioni umane, della vita quotidiana, del lavoro dei campi, con le preoccupazioni e la sofferenza di chi scrive e si vede ridurre al minimo il contatto sia fisico che epistolare con le persone alle quali vuole più bene.
Per effetto della clemenza dei regi decreti del 1932, del 1934 e del 1937, la pena di Lucetti viene ridotta da 30 anni di reclusione a 19 anni e dovrebbe essere scarcerato il 10 settembre 1945. Nel febbraio del 1943 il Ministero di Grazia e Giustizia respinge un’istanza di liberazione condizionale. Alla caduta del fascismo, anche il governo Badoglio preferisce tenerlo in carcere, Viene liberato l’11 settembre 1943 dagli alleati e trasferito all’isola di Ischia. Pochi giorni dopo, il 17 settembre, l’isola è sottoposta ad un violento bombardamento tedesco e Gino Lucetti, che si trova sul porto, rimane ucciso da una scheggia di granata, come racconterà in una corrispondenza da Salerno il 27 settembre uno di quei tenenti interpreti degli alleati. Fu seppellito ad Ischia e sulla sua bara fu messa una ghirlanda di fiori rossi.
Al termine del volume la ricercatrice udinese Marina Marini ha poi cercato di «immaginare» i sentimenti e le emozioni di Gino Lucetti dopo la notizia della sua liberazione, scrivendo un’ultima lettera che prosegue, idealmente, tutte le altre centonove lettere che partono dal 1930 e racchiudono tredici lunghi anni di detenzione.
Il libro, in elegante veste tipografica, può essere richiesto direttamente all’Editore Galzerano – 84040 Casalvelino Scalo (Salerno) tel. e fax 0974.62028 email: giuseppe.galzerano@tiscalinet.it.

 

A proposito di una busta esplosiva

La Commissione di Corrispondenza della FAI – Federazione Anarchica Italiana esprime massima solidarietà a Pietro De Simone, impiegato delle Poste di Milano, vittima dell’ennesima provocazione antianarchica e antiproletaria.

La libertà e i diritti degli immigrati, così come la chiusura degli infami lager denominati Centri di Identificazione ed Espulsione, sono obiettivi che non si raggiungono con gesti irresponsabili che mortificano, tra l’altro, le lotte intransigenti di chi si batte apertamente contro il razzismo e la discriminazione.

Una busta esplosiva, che colpisce vigliaccamente un lavoratore, è quanto di più congeniale agli interessi e agli obiettivi delle istituzioni che vogliono costringere la società italiana in un costante clima di paura.
Una società impaurita è quella che meglio permette operazioni di asservimento, di macelleria sociale e di cancellazione del dissenso: le buste esplodono, i leghisti – fautori delle più bieche politiche razziste – da carnefici diventano vittime, lo Stato ringrazia.

Le anarchiche e gli anarchici della Federazione Anarchica Italiana rilanciano l’azione diretta dispiegata pubblicamente nei conflitti reali, per una concreta e quotidiana sovversione dell’esistente.

Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana – FAI

28 marzo 2010

cdc@federazioneanarchica.org
www.federazioneanarchica.org