Rivista Anarchica Online


alternative

Il mio villaggio:
per una politica dei quartieri e del quotidiano
a cura di Viascighera e Cedrats

La Croix Rousse a Lione e la Bovisa a Milano. Due quartieri, due esperienze alternative a confronto.

 

Avete mai pensato che fra la circonvallazione e l’autostrada possa esistere un villaggio?
E che questo villaggio possa essere raccontato con tanti sguardi differenti che lo fanno diventare “il mio villaggio”?
E che chiunque parli del “mio villaggio” sta parlando di qualcosa di diverso, che il suo abitare quel luogo ha caratteristiche individuali uniche che messe insieme possono formare un discorso collettivo?
La città (e Milano ne è un esempio significativo) troppo spesso appare come un mostro, considerato come un’entità totale e totalizzante e troppo poco come un organismo, le cui parti sono necessariamente interdipendenti. E proprio da qui, dai quartieri e dal quotidiano dei suoi abitanti, vogliamo ripartire per ritrovare la possibilità di una vita non separata, dove tempo libero e tempo occupato possono fondersi, dove la natura non è una panchina in un parchetto e la socialità non è solo nel privato.
Le città sono luoghi privilegiati per questa ricerca, perché è nella contraddizione che possiamo trovare chiavi di lettura creative e non ideologiche. Ma anche “il villaggio” fuori dai grandi centri urbani ci interessa, per demistificare la campagna come luogo mitico di relazioni autentiche, e per apprendere a guardare il particolare e ascoltare la storia dei luoghi che in un piccolo centro è più facile da conservare.

Maggio 2008, incontro dei milanesi con MP del Cedrats

Il gruppo e l’idea

L’iniziativa de il mio villaggio è promossa da un gruppo aperto a tutti gli individui o organizzazioni interessati che condividono gli obiettivi del progetto.
L’idea nasce da Viascighera e da Mimmo Pucciarelli del Cedrats (centro di documentazione e di ricerca sulle alternative sociali) di Lione e si inserisce a pieno titolo in un percorso iniziato a maggio 2009 a Milano con il congresso “Ri-volta la carta, pratiche di autogestione e di libera organizzazione” e il Luglio Libertario 2009 http://ri-voltalacarta.noblogs.org/ che ci ha interrogato nuovamente sulla nostra azione nella città di Milano.
Abbiamo avvertito il bisogno diffuso di confrontarci sui temi dell’abitare affrontati dal punto di vista dell’ecologia sociale. L’approccio ecologico rimette in discussione in primo luogo il mio modo di abitare un luogo. L’accento sul mio villaggio si riferisce quindi all’importanza dello sguardo e delle pratiche individuali che unite a dinamiche collettive orizzontali ci permettono di immaginare e realizzare dei cambiamenti nel nostro quotidiano.

Questo progetto nasce dalla volontà, dal bisogno e dal desiderio di conoscere, esplorare, osservare, raccontare e mettere in collegamento pratiche e saperi di vita in un villaggio. È per acquisire strumenti su come continuare a cambiare le nostre vite in modo armonico che ci sperimentiamo in questa attività. E sono le storie delle persone che lo portano avanti, unico vero modo di fare capire i perché che ci muovono. Libertar*, cittadin* irriducibili, che amano la città perché fonte di contraddizioni, che ti spingono a lottare per cambiare; cittadin* che hanno abbandonato la città per villaggi montani dove ricostruire il proprio essere nella natura e nelle relazioni, nomadi fra città e campagna, come metafore.

Camminare, salutare, giocare, fare la spesa, bere un bicchiere al bar... sono gesti che quotidianamente e automaticamente fanno parte del nostro vivere.
Cosa significa abitare un quartiere? Quale uso dello spazio pubblico? Quali i luoghi comunitari attorno ai quali si snoda la vita della persone?
Quale le tattiche di resistenza degli abitanti? Quali legami ci sono tra possibilità di cambiamento individuale e collettivo e l’abitare? Se dalla nostra finestra vedessimo il mare, in che modo cambierebbe il nostro punto di vista?
Le pratiche di vita in un quartiere ci interessano, ma le sfumature più profonde e nascoste che stanno dietro alle pratiche risiedono nell’immaginario degli individui e delle comunità che vi abitano. Come esplorare questo immaginario?
Il villaggio ci rimanda a una dimensione rurale, antica, di lentezza, di natura, di relazioni umane schiette e semplici. Il villaggio richiama una dimensione mitica del vivere di una volta nei paesini. Se la rappresentazione corrente della città è quanto di più lontano da questa dimensione mitica che abbiamo appena evocato, come e dove queste dimensioni possono convivere? Quale sintesi è possibile tra queste due rappresentazioni?

In cosa consiste “il mio villaggio”

Il viaggio. Un percorso di autoformazione e ricerca
Dopo i primi tre viaggi di Viascighera, due alla Croix-Rousse di Lione e uno alla Plaine di Marsiglia, abbiamo sperimentato le potenzialità di autoformazione dei partecipanti rispetto alla rimessa in discussione del proprio agire individuale e nelle organizzazioni di appartenenza (sul sito http://www.scighera.org/viascighera troverete maggiori informazioni).
Il progetto “Il mio villaggio” è quindi concepito come un percorso di autoformazione in primo luogo dei suoi promotori e aperto a chiunque sia interessato a ripartire dai concetti di territorio e quotidiano per realizzare un cambiamento.
In particolare ci rivolgiamo a gruppi, collettivi, associazioni, cooperative… che abitano i luoghi nei quali agiscono.
Il progetto consiste in un viaggio organizzato da un promotore e un ospitante con il quale si condivide l’iniziativa alla base. Il promotore diffonde la proposta all’interno del suo circuito, raccoglie le adesioni, organizza lo spostamento e si accorda sul programma con l’ospitante.
L’ospitante sceglie i luoghi, le realtà e le attività sempre in collaborazione con il promotore. Organizza incontri con le persone attive nel quartiere e partecipazione a momenti collettivi/significativi anche pratici.
È assolutamente da privilegiare l’ospitalità diffusa in case di persone aderenti al progetto.
Lo strumento che abbiamo già cominciato ad utilizzare come filo conduttore è la Mappa percettiva. Viene riprodotta la mappa del quartiere su dei cartelloni e vengono distribuiti dei talloncini sui quali annotare particolari, riflessioni, frasi… che vengono incollate man mano sulla mappa. La mappa è creata attraverso lo sguardo di “forestieri” che fanno da specchio in qualche modo agli abitanti e dagli abitanti che possono trovare nella mappa un facilitatore per raccontare il proprio luogo di vita.
Il primo giorno una cartina viene consegnata ai partecipanti con indicate tutte le realtà/luoghi interessanti che d’accordo con il promotore saranno disponibili a raccontarsi in momenti informali autonomi.
La quota trasparente è un altro aspetto importante. La proposta è autofinanziata attraverso le quote dei partecipanti che comprendono vitto, alloggio, materiali e costi di organizzazione e accompagnamento.

Il sito
Il sito del progetto tiene traccia delle attività svolte, non solo dei viaggi ma anche di serate o altre iniziative che vengono organizzate dagli aderenti al progetto. Sul sito saranno fruibili e aggiornabili tutte le mappe dei villaggi aderenti, la descrizione delle organizzazioni, materiali inerenti il progetto… e sarà tradotto in tutte le lingue coinvolte.

Happening internazionale dei villaggi
Annualmente si organizzerà un “Happening dei villaggi” durante il quale si condivideranno e elaboreranno politiche e pratiche del quotidiano oltre che momenti conviviali.
Il primo incontro è previsto a Milano presso l’associazione Scighera per dicembre 2010.

Un concorso/mostra fotografica
Durante gli happening annuali verrà proposto un concorso-mostra dal titolo Obiettivo: il quotidiano nel mio quartiere. Vedi http://www.atelierdecreationlibertaire.com/croix-rousse-alternative.

I viaggi in programma nel 2010:
La Croix-Rousse, Lyon con il viaggio: La Croix-Rousse passo a passo (per il primo maggio).
La Plaine, Marseille con il viaggio: Marsiglia al rovescio (febbraio-marzo per il Carnevale autogestito della Plaine).
La Bovisa, Milano con il viaggio: Tra la nebbia il retro di Milano. Alla ricerca del villaggio che non c’è (prima settimana di febbraio).
Chorier-Berriat, Grenoble in fase di definizione (a giugno).

Prossimi appuntamenti:
4 febbraio 2009 in Scighera: presentazione del progetto.

Per contatti, informazioni, adesioni:
Milano
La Scighera, via Candiani 131 Milano Quartiere Bovisa – 0239480616
ilmiovillaggio@scighera.org
http://www.scighera.org/viascighera

Lione
Cedrats 27, montée Saint-Sébastien, métro Croix-Paquet, Lyon Croix-Rousse.
Tél 0033(0)4 78 29 90 67
cedrats.actions@laposte.net

Grazie per la collaborazione a Valentina Volontè.

 

• Cos’è Viascighera

Viascighera è uno dei gruppi di lavoro tematici dell’associazione La Scighera di Milano.
Viascighera vuole essere un modo curioso di viaggiare, di ricercare situazioni e persone che nei luoghi e nei modi più inaspettati mettono in scena la loro storia.
Viascighera contiene al suo interno tre sotto-progetti:

Appuntamenti
Spazi di scambio, di confronto con chi le storie le ha vissute, le ha raccontate, le ha sognate. Per trasformare La Scighera in una piazza. Aperta ai due protagonisti di questo progetto: i luoghi e le persone.

Il mio villaggio. Per una politica dei quartieri e del quotidiano
Viaggi-ricerca nei quartieri-villaggi delle città europee (e non solo) per conoscere, esplorare, osservare, raccontare e mettere in collegamento pratiche e saperi di vita di un “villaggio”.

Viaggi nei paraggi
Gran parte dei milanesi non conoscono la propria città: si attraversano strade e piazze guidati solo dalla fretta. E non ci si guarda più intorno.“Viaggi nei paraggi” vuole offrire la possibilità di conoscerla con uno sguardo curioso e disincantato, di visitarla con brevi gite e di parlarne con “Chiacchiere sagaci”.

 

• Cos’è il Cedrats

Il Cedrats (Centre de documentation et de recherche sur les alternatives sociales, Michel-Marie Derrion) è nato dal desiderio di un gruppo di persone che per diversi anni si sono incontrate nel quartiere della Croix-Rousse grazie alle loro diverse attività (a volte convergenti). La particolarità di questo quartiere della città di Lyon è che da due cento anni è sempre stato animato da movimenti politici, economici e sociali estremamente importanti e per noi interessanti. In modo particolare dalla metà degli anni 1970 abbiamo assistito alla nascita e sviluppo (ma anche alla fine) di innumerevoli iniziative collettive che vanno da ristoranti o bar autogestisti, ad una radio libera, una casa dell’ecologia, e poi tantissime altre strutture a carattere “alternativo” sia culturali che sociali. Quando ci siamo lanciati in quest’ennesimo esperimento (avventura?) dopo aver dato vita per alcuni anni ad una Università solidale, i nostri obiettivi erano tra le altre cose:

  1. Costituire un fondo documentario su tutto ciò che possa aiutarci a definire e a sviluppare delle alternative pratiche.
  2. Aprire uno spazio al dialogo trasversale tra le tante anime e sensibilità che ritroviamo nei movimenti sociali e nelle attività quotidiane.
  3. Riflettere sulla politica, non come modo di rappresentazione, ma di azione sia essa limitata al semplice scambio con i vicini di casa, con i membri di un collettivo rivoluzionario o con una delle cinque donne vestite di nero che da diversi anni manifestano per la pace ogni venerdì sera su una delle piazze principali della città.
Dopo tre anni di attività alcuni di questi obiettivi sono stati in qualche modo ben integrati nell’immaginario delle persone e collettivi che si interessano alle tematiche legate all’utopia e alla vita quotidiana, altre sono in via di realizzazione. Da una parte, per esempio, l’idea di partecipare al progetto “il mio villaggio” e dall’altra quella di creare dei momenti di incontro tra ricercatori accademici e militanti affinché si trovino dei sentieri da percorrere insieme o parallelamente ma sempre in vista di creare una cultura aperta... una finestra che anche se si affaccia sul mio quartiere mi permetta di vedere, sentire e forse partecipare a quello che succede in altri quartieri qui in Francia o nelle altre regioni del mondo.

Per il Cedrats
Mimmo Pucciarelli