Rivista Anarchica Online


alternative

Una Società per Azioni Felici è possibile
intervista a Lella e Fabio (Troglodita Tribe S.p.A.F.)
di Pralina Tuttifrutti

Editoria creativa casalinga, mappa vegana, gruppi di non acquisto, clochArt, patenti d’artista.
Lella e Fabio parlano della loro esperienza troglodita.

 

Per una volta il mio cognome Diamante lo tengo distante, per intervistare Fabio e Lella meglio Tuttifrutti che sa di marmellate, di calzelunghe, di scartafacci e libroidi mutanti confezionati in cucina, con copertine che odorano di erba cipollina. Troglodita Tribe S.p.A.F. è un porto di mare, un jukebox ad energia solare, pinkabbestia, vintage, ecologista e antispecista.

Fabio e Lella visti da Marco Martellini

Una strega e uno stregone nelle notti di luna piena mettono a bollire vari ingredienti in un calderone magico. Fra cui il sovvertimento del linguaggio sessista...

Sì, ci sono sempre piaciuti i rimescolamenti a spirale che sobbollono nei calderoni. Arte Amore Anarchia sono ingredienti succulenti, ma se poi condisci con vegan e femminismo, con paroliberismo libertario e autoproduzioni casalinghe, con patafisica fantastica e mail-art ottieni opzioni e pozioni che ti fanno vedere le stelle. Non a caso è il collage la tecnica che più ci appassiona.
Il sovvertimento del linguaggio sessista ci viene dal pensiero della differenza, è un gioco di generi che cerchiamo di far scorrere con un po’ di freschezza sin dal primo libro prodotto negli anni ’90. Ma il sovvertimento linguistico giocoso e destabilizzante ci viene da un’autoproduzione di Dada Knorr e Pralina Tuttifrutti, si chiamava “La nostra Idioma” (poi pubblicato da Tracce Edizioni nel ’94).

Libraffa, installazione zoo di testa

Letteratura orizzontale

Si potrebbe dire che i Troglodita Tribe nascono in casa!

Dichiararci editrici casalinghe diviene anche una forma di autoironia perché gioca sul doppio senso spaventando irrimediabilmente chi paventa paraventi artistico/intellettual/letterari old-style. Noi intendiamo affermare che tutti possono diventare editori creativi casalinghi proprio come tutti e tutte possono fare i mestieri di casa. Siamo per una letteratura orizzontale e crediamo che i libelli, i libroidi, gli scartafacci e i libri da taschino siano il reale futuro del libro. In effetti, “Fatti libri tuoi” è il titolo che abbiamo scelto per il manifesto dell’Editoria Creativa Casalinga.
Abbiamo pubblicato sul nostro sito un elenco (con più di cento voci) che contiene tutti i materiali da noi riutilizzati per fare editoria creativa. Cartoline, biglietti del tram, pacchetti di fiammiferi, stagnola dei cioccolatini, sottobicchieri della birra, scarti tipografici, tappezzeria, ecc… In effetti siamo per un’arte leggera, per un gioioso disfacimento dell’arte che resti sollevato da terra, che non sporchi. Di questi tempi, mentre cadiamo rovinosamente dall’infinito cumulo di spazzatura su cui siamo tutti seduti, se una manifestazione artistica diventa un piccolo disastro ambientale rivela immancabilmente la sua incompletezza e la sua superficialità. Ma trattiamo anche la spazzatura artistica naturalmente. Ad esempio “Scarti d’artista (arrivano i clochArt)” è una serie di scartafacci autoprodotti realizzati utilizzando gli scarti inviati dai partecipanti. Gli scarti d’artista sono tutto ciò che, non potendo più essere utilizzato per l’opera definitiva, diventa un tipo particolare di spazzatura. Tutti gli scarti d’artista ricevuti sono stati da noi scartati, scarabocchiati, strappati, scollati e scaraventati sulla pagina con la massima cura e gentilezza.

Uno fra i vostri (circa 60) titoli autoprodotti “L’irresistibile tenerezza della spazzatura” suggerisce molte soluzioni.

Siamo particolarmente affezionati a quel libroide perché è stato il primo che abbiamo realizzato con le tecniche dell’Editoria Creativa Casalinga. Il testo è un’istigazione alla raccolta e al recupero di ciò che viene ingiustamente condannato al termine immondizia. Ci sono esperienze dirette e consigli e c’è tutta la filosofia delle raccoglitrici urbane che, come le loro antenate nei boschi, si procurano il necessario camminando nelle moderne metropoli. È una provocazione, volevamo far notare che la raccolta differenziata non è la soluzione al problema, ci vuole qualcosa di più drastico. Ma non solo, perché tutto ciò che produci, che compri, presto o tardi diventa spazzatura. Recuperare, riusare, riciclare, in fondo, significa rimodellare il mondo, è un metodo gratuito per riscriverlo, reinventarlo, ricombinarlo a misura di un’esistenza felice. Dopo aver scritto questo libro, abbiamo pensato che un messaggio del genere non poteva viaggiare sui soliti supporti. È stato anche per una sorta di giocosa coerenza che abbiamo deciso di produrlo con materiale cartaceo recuperato.

Cosa pensate di John Zerzan e delle sue teorie anarco-primitiviste?

Molti pensano che il nostro nome faccia riferimento al primitivismo. In realtà lo abbiamo scelto pensando al film Delicatessen di Jeunet e Caro in cui i trogloditi sono un bizzarro gruppetto di nanerottoli vegani che escogitano astuti stratagemmi per sopravvivere in un mondo dove regna il cannibalismo e la violenza.
In ogni caso, le teorie di Zerzan sono certamente affascinanti. Appena ci siamo insediati nelle colline marchigiane, abbiamo sperimentato direttamente uno stile di vita decisamente primitivista. Abitavamo in un rudere senza acqua in casa, senza elettricità, e ci scaldavamo solo con la legna. È stato un inverno molto duro. Non riuscivamo a fare editoria creativa perché le nostre energie, i nostri pensieri e le nostre pulsioni erano legati esclusivamente alla sopravvivenza: bisognava trovare il modo di tagliare quintali di legna a mano, di coltivare il cibo senza trattore, di lavarsi e di lavare i vestiti con l’acqua gelida, di togliere la giungla inestricabile di rovi e prugnoli per fare l’orto, bisognava stare attenti a non ammalarsi, a non farsi male… Senza automobile i contatti erano sporadici, la socialità ne soffriva.
L’ozio, lo spazio per la creatività, il desiderio di fare mondi erano solo un lontano ricordo. Ma questa è un’esperienza personale che, ai nostri occhi, non scredita certamente le teorie di Zerzan. Noi continuiamo a seguirle con interesse. Adesso abbiamo la macchina e un computer, ma ciò non toglie che usiamo la tecnologia il meno possibile perché, comunque la si utilizzi, ha dei potenti risvolti negativi spesso irreversibili.

Parliamo della cosa più rivoluzionaria in assoluto in questa società mercantile: la gratuità.

La gratuità ha un potenziale rivoluzionario altissimo, ma secondo noi deve essere giocata in un contesto di molteplicità. Sin dal nostro primo libro (Uso libero e libero uso) affermavamo che un’economia realmente alternativa dovrebbe essere giocata in un felice e caotico mescolamento di baratto, gratuità, uso libero, prezzo di costo, offerta libera, monete virtuali e denaro. Non ha senso combattere il denaro, piuttosto occorrerebbe liberarsi dalla dittatura del denaro, quella triste deformazione che monopolizza l’immaginario globale, che si porta via i sogni e i desideri.
Le occasioni di gratuità devono essere create, soprattutto inventate, ciascuna quelle che riesce e che si può permettere. Noi, ad esempio, abbiamo scritto un libello fatto con scarti cartacei dei supermercati, che si intitola “I gruppi di non acquisto”. Tra le altre cose, è un invito a incontrarsi per condividere e procurarsi beni e servizi cercando di evitare l’acquisto.

Percentuale di piacere

Cosa ne pensate di lavoro e non-lavoro?

Lavoro è quando c’è costrizione, quando rinunci ai tuoi veri desideri, quando questi vengono imbrigliati e sottomessi al solo scopo di guadagnare denaro, quando la tua fatica non realizza la tua felicità. Tutto il resto è non lavoro. Il non lavoro è lo spazio infinito della libertà.
Purtroppo, però, viviamo in una società fondata sul lavoro che instilla condizionamenti consumistici e falsi bisogni. E allora, grazie alla creatività, si cerca di dondolare tra lavoro e non lavoro. Il nostro indice di non-lavoro si basa sulla percentuale di piacere che proviamo nelle nostre attività. Quando comincia ad abbassarsi si crea un’atmosfera di pesantezza e allora capiamo che è venuto il momento di cambiare strada e, se possiamo permettercelo, lo facciamo senza esitare.

Chi ve l’ha data la patente per distribuire “patenti d’artista”?

È stato il Ministero degli Artifici Artistici. Comunque la patente d’artista è il documento illegale più divertente del mondo. C’è chi le colleziona, chi le falsifica (un falso del falso), chi le scambia, chi si diverte ad emetterne a decine, chi le esibisce nei locali giusti, chi le compila per poi strapparle pubblicamente durante la solita performance. L’abbiamo realizzata con tappezzeria degli anni settanta e ha il formato della vecchia patente automobilistica. Ma è l’artista in questione che, compilando la sua stessa patente, la trasforma in un’opera d’arte certificando il suo essere artista. Secondo noi un artista patentato è un artista che sa prendersi gioco di se stesso, e la sua patente è un prezioso talismano che gli dona il potere di camminare tra arte e antiarte senza mai farsi male.

Qual è la risposta alle vostre attività e quali i vostri progetti per il futuro?

La risposta alle nostre attività ci incoraggia a continuare. Sono soprattutto le persone giovani quelle che apprezzano un diverso modo di fare libri, quelle che colgono al volo il fascino di una tiratura composta da esemplari ognuno diverso dall’altro. Quando incontriamo persone con poesie o racconti nel cassetto, cerchiamo di sviarle verso l’autoproduzione, verso soluzioni creative e felicemente radicate al meraviglioso materiale cartaceo che possono trovare in qualsiasi città o paese. Molti, purtroppo, restano legati allo stereotipo del Grande Editore che li scoprirà e li renderà famosi, ma molte altre riusciamo a stupirle, e lo stupore crea dubbi incantevoli.
Un progetto per il futuro è quello di espandere l’Interstellare dell’Editoria Creativa Casalinga. Siamo già in quattro (Casa editrice Libera e Senza Impegni, Verso Casa Edizioni, Edizioni Innesto Irreale e noi) e ognuno si fa i propri libri con stili e tecniche differenti. Altro progetto a cui teniamo particolarmente e che cresce di giorno in giorno è quello che abbiamo lanciato con Vallevegan e Veganzetta: si tratta della Mappa Vegana (Vedi il sito www.mappaveganaitaliana.org).
Poi altri progetti: finire la casa troglodita per offrire brevi soggiorni di frugalismo vegan a offerta libera. Potenziare le coltivazioni di agricoltura pacifica per dipendere sempre meno dagli acquisti di cibo... E poi... visita il sito http://trogloditatribe.wordpress.com.

Pralina Tuttifrutti

Per contatti trogloditi:
troglotribe@libero.it

Lella e Fabio
Castel San Venanzo 33 bis
62020 Serrapetrona (Mc)