Rivista Anarchica Online


anticlericalismo

Il Maestro e Margherita
di Francesca Palazzi Arduini

 

Prediche e bluff sulla demografia.

 

Che dire delle considerazioni fatte di recente dal Maestro di morale e Gran cerimoniere della sessualità Cardinale Ratzinger? Il poveretto, anche ora che è assiso sul trono più dorato del mondo, si dispiace del fatto che comunque la gente non lo segue. Il papato non possiede quindi la stessa potenza del raggio traente della Morte Nera.
Il papa ha parlato di sesso, appunto, nel suo Messaggio al Congresso internazionale per il 40° anno di pubblicazione della Enciclica “Humanae vitae”. (1)
È una strada secca e polverosa, difficile, tortuosa, quella che Benedetto vorrebbe che la gente seguisse, secondo la quale ogni atto sessuale deve se possibile generare una nuova vita, per celebrare “l’integro significato della donazione sessuale”. È come cioè se un atto sessuale, secondo il teorico vaticano (non sappiamo se in possesso di laboratori segreti nelle segrete vaticane) è come se generasse un surplus di vitalità, obbligatoriamente destinato a dare forma ad un bebè. Visioni da cacciata di Adamo ed Eva ci esplodono nella mente con i colori della Sistina: “partorirete con dolore”, oppure “crescete e moltiplicatevi” suonano come maledizioni tuonate da una roboante voce, probabilmente appartenente ad una divinità fortemente fumatrice e/o ad un doppiatore di trailer di film del terrore. Nell’inferno terrestre, speculare al paradiso, gli alberi del peccato sono grevi di piccoli bambini in nuce, avvolti ancora nella loro camiciola, col cordone come picciolo. Grondano foglie e frutti come kaki troppo maturi, e ci ricordano che siamo animali, e non ci è permesso provare orgasmi se non per procreare.
La “donazione sessuale” di cui si parla quindi non è un gesto erotico senziente ma una specie di cerimonia dell’estro... solo che per gli umani si tratta di Estro Continuo... quasi un’attività terroristica atta a produrre bambini nella maggior quantità possibile. Ah! Natura, o meglio, ah, Chiesa!

Non procreare è peccato

Dunque la bellezza, come diceva Dalì, è una truffa, un orpello, perché è solo un’esca naturale che invita all’accoppiamento. Ah! Ingrato destino, che ci comunica che “la possibilità di procreare una nuova vita umana è inclusa nell’integrale donazione dei coniugi”. Dove integrale forse significa quattro per quattro, e coniuge significa uomo (capofamiglia) e donna (possibilmente vergine) uniti in matrimonio (possibilmente cattolico). Questo pacchetto “all inclusive” significa per Rat/zinger che nulla deve cambiare per la Chiesa cattolica: non procreare, diciamocelo, è peccato. E, inutile dirlo, tutte le forme di contraccezione vanno taciute, bandite, messe al macero, penalizzate. E visto che quel “possibilmente” non è più un “obbligatoriamente”, sono già all’opera le badesse 00XVI con licenza di sabotare che si intrufolano nottetempo nei magazzini della Hatù con metodi ninjia e aghi atti a colpire ogni tipo di condom.
Eppure una piccola scivolata col demone laico c’è: si tratta dell’Istituto Internazionale Paolo VI di ricerca sulla fertilità e infertilità umana per una procreazione responsabile (ISI), mai sigla fu più contratta, e non chiedetemi come fanno ricerca... “per far progredire la conoscenza delle metodiche sia per la regolazione naturale della fertilità umana che per il superamento dell’eventuale infertilità”. Forse si tratta di un Istituto dove tutto è naturale, i ricercatori girano vestiti di foglie di fico ed i coniugi compilano fogli e fogli di questionari sull’incidenza del consumo di maionese nella fertilità maschile. Ma gli studiosi che di recente hanno vinto uno degli Ig-Nobel per la loro indagine, pubblicata sul New England Journal of Medicine, sull’efficacia della coca-cola come spermicida (con tanto di bottiglietta sheckerata come applicatore), non ne fanno parte.
Sappiamo bene come certe “metodiche naturali” per la regolazione delle nascite abbiano contribuito all’attuale stato di cose nel mondo; propagandate dalla lobby vaticana (lo Stato fantasma Vaticano – tasso di fertilità non pervenuto – più i paesi a maggioranza cattolica e conservatrice) in modo da bloccare la maggior parte delle campagne Onu per la pianificazione familiare, spesso presentate da mass media compiacenti sventolando lo spettro della coercizione. Alcuni esempi:
Margherita Agnelli, 8 figli, residente in Svizzera con cavalli e cani. Donna dell’Uganda, sette figli di media, in un paese con 135 bambini maschi su mille morti entro il quinto anno di età, 121 le femmine. (2)
Madonna, 50 anni, tre figli (per ora) dei quali uno adottivo, vive in un castello in Inghilterra. Donna del Botswana: speranza di vita 32,4 anni, diffusione percentuale dell’HIV 24% per i maschi e 31,9 % per le femmine, tasso medio di accrescimento della popolazione: meno 0,4. Già sento protestare gli alti prelati: “questo Stato ha un tasso di accrescimento negativo”! “Occorre correre ai ripari e dare a tutti i popoli lo stesso diritto a far figli degli Agnelli (suona anche un po’ biblico)”!!! Sì, ma come? Come possiamo tramutare una donna dell’Uganda, coi suoi figli morti piccoli, una donna del Botswana, con la pelle mangiata dall’Aids, in una donna che fa o non fa figli quando e come vuole, e li educa a piacimento, se voi maledetti fate tutto ciò che vi è possibile per impedire l’uso del condom, unica barriera razionale contro la diffusione dell’HIV? Come una donna africana può essere libera con voi arpie che pontificate sul suo groppone, visto che considerate “diritto” di una donna solo lo sfornare almeno un figlio ogni biennio? “L’insegnamento tradizionale della Chiesa ha dimostrato di essere l’unico modo intrinsecamente sicuro per prevenire la diffusione dell’Hiv/Aids” (3), questo avete detto in Botswana, avete detto a persone senza lavoro, senza cibo e farmaci, senza scuole decenti di non usare il profilattico ma di evitare il contagio con la castità! Ed il risultato dei vostri “metodi naturali” è sotto gli occhi di tutti: delirio, distruzione, schiavitù.

Pil, popoli e pillola

Nel frattempo, nei “paesi sviluppati” le donne sono troppo indaffarate per fare più figli di quello che ritengono giusto, e il Pontificio consiglio per la famiglia predica con la sua “Dichiarazione sulla diminuzione della fecondità nel mondo”. Il tasso di fecondità, dice, non cessa di diminuire ad un ritmo regolare, in alcuni paesi l’indice sintetico di fecondità (come sono avvezzi i prelati a trattare di donne, sembrerebbero quasi addetti della Playtex!) è di solo 2,1 figli per donna! Quindi il diminuito “tasso di sostituzione” rischia di creare società con un numero di anziani superiore a quello dei giovani. Ma lo spauracchio che agitano è quello che non ci siano più risorse per il welfare? No, è la diminuzione della popolazione dei paesi ricchi che per il Pontificio consiglio è “un problema particolarmente angosciante”.
Si tratta della presentazione di un falso problema. Se è vero infatti che il tasso di fecondità decresce, è un dato di fatto che la popolazione mondiale aumenta: da una popolazione mondiale di 2.535.093 nel 1950 siamo passati ad una di 6.514.751 nel 2005 ed è prevista una popolazione di 9.191.287 esseri umani nel 2050. (4)
Pur tenendo conto del diminuito tasso di fecondità “la popolazione del mondo aumenta ogni anno di circa 80 milioni di unità, cioè l’equivalente della popolazione di un paese delle dimensioni della Germania”. (5)
È quindi angosciante pensare a come garantire a questi nuovi arrivati un’aria libera da ossidi e diossine, come assicurargli l’acqua, come proteggerli dei totalitarismi, come accoglierli eventualmente nelle nostre società più “vecchie” ma certo non ci angoscia il fatto che non saremo 12 miliardi ma “solo” 9 nel 2050! Solamente chi tratta la popolazione come si trattasse di Pil prodotto da sessualità da amministrare può considerare angoscianti queste previsioni! E questa attitudine mentale all’angoscia ci ricorda un po’ troppo le attitudini alla censura, alla violazione, alla messa all’indice, all’ostracismo, alla punizione alle quali Chiesa e stati totalitari, bisognosi di “unità” per i loro greggi ed i loro eserciti, hanno abituato le donne che non si arrendevano alle prescrizioni e seguivano invece il loro sano e saggio istinto di donne.

La minaccia fantasma

Di fronte a questo volontario errore ecclesiastico, l’affermare cioè che alcune popolazioni sono a rischio d’estinzione presentandolo come problema generale mentre in realtà la popolazione mondiale aumenta, solo due spiegazioni razionali si possono dare:
la prima è che questa minaccia fantasma è creata ad arte per fare da gregaria e trascinare altre false verità: “Fin dal Sinodo del 1980 erano già evidenti le minacce che pesavano sulla famiglia e le questioni ad essa rivolte. Purtroppo, tali minacce si sono intensificate. La questione si è spostata dal problema del divorzio a quello delle “coppie di fatto”, dal problema del trattamento dell’infertilità a quello dell’ “embrione umano”, (6) come si vede bene si cerca di far di far sentire le persone minacciate anche da comportamenti che non le riguardano, perché è ovvio che divorziare, o convivere, sono libere scelte che certamente non minacciano nessuno, ...a meno che non si intenda la collettività come un tutto unico e lapidario nel quale sono “nocivi” i comportamenti non condivisi dalla maggioranza! È evidente che i vegliardi vaticani, scossi dai mutamenti sociali, cercano di governare creando panico per riaffermare una supremazia ideologica: “Le famiglie stesse sappiano organizzarsi a livello politico per fare riconoscere il loro peso reale di fronte alle minoranze che militano contro la famiglia e contro la vita”, scrive il Pontificio consiglio, riunendo alla gogna tutti i “competitors”, e riconoscendo implicitamente con la stessa giornata Family Day (7) che la famiglia tradizionale cattolica sta divenendo una delle tante minoranze che contrattano i propri diritti.
Basti pensare che, nonostante gli ostracismi e le condanne, il divorzio è stato praticato da 43.856 coppie nel 2003, rispetto alle circa 23mila del 1991. E che l’uso di anticoncezionali orali è passato dal 10,30% del 1991 al 19% del 2003. (8)
La seconda è la xenofobia, anch’essa legata alla concezione del valore religioso come legato al tramandarsi di questo tramite la famiglia e l’educazione. È ovvio cioè che se diminuisce il numero di figli delle famiglie cattoliche, diminuisce potenzialmente anche il numero di possibili catechizzati e futuri cattolici, se si esclude l’attività della Chiesa nelle missioni, pur difficoltosa visto l’accrescersi della presenza delle temute Ong laiche che fanno attività senza in cambio catechizzare nessuno! Perché “è nella famiglia che i bambini ricevono dai genitori i principi di base attorno ai quali si va organizzando la loro personalità”, e, aggiungiamo noi, nelle centinaia di scuole private cattoliche alle quali lo stesso governo vuole fare posto, dopo una lunga chiacchierata con Compagnia delle Opere ed altri amici molto interessati ad avere figli obbedienti, performativi, e separati dagli “stranieri”.

The prostate conspiracy

Le proiezioni per il 2050 ci fanno vedere che una popolazione italiana di 59 milioni di abitanti scenderà solo di poco – pur malgrado queste basse natalità – ma ci sarà una grande quantità di vecchi: 19 milioni di persone con più di 65 anni, 10 milioni di extra comunitari (che sono più prolifici degli italiani). Allora qual è il problema? Faccio l’esempio delle pensioni: attualmente ci sono 10 lavoratori per 7 pensionati, nel 2020 ogni lavoratore avrà da mantenere un pensionato. In altre parole viene a mancare quella fascia produttiva che deve reggere il peso delle pensioni e della sanità di questa fascia crescente di persone.” Così risponde intervistato Piero Angela, autore assieme a Lorenzo Pinna di “Perché dobbiamo fare più figli” (9), cercando di dare una spiegazione “scientifica” al titolo del libro. Non so voi, ma io non la bevo. Perché dovrei credere che un rapporto di 10 a 7 sia così catastroficamente diverso di un 10 a 10? In realtà, se disastro pensionistico deve esserci, questo è già iniziato, e non è certo facendo più figli che si rimedierà, semmai cercando di bloccare l’irrefrenabile speculazione sul capitale pubblico accumulato grazie alla nostra fatica e ormai preda delle più sfrenate ambizioni finanziarie di chiunque conti qualcosa nelle lobby di governo! Semmai è quel preoccupato riferirsi agli extra comunitari definendoli “più prolifici” che va analizzato: si riferisce ad una capacità e volontà maschile o femminile? Il fatto che un sesto della popolazione, nel 2020, possa provenire da altri paesi non è invece un positivo segno di nuove possibilità imprenditoriali commerciali, se proprio vogliamo vederla con gli occhi un po’ marziani e utilitaristi di Angela (si fa per dire)? La mia “scienza” mi dice che occorrerebbe scrivere un altro libro, dal titolo “Perché dobbiamo scalzare tutti gli ultrasettantenni incancreniti nei posti di potere” perché mi sembra che di demografia, di futuro, di scelte mondiali, stiano parlando assisi soprattutto personaggi che ormai ragionano con la prostata. La fecondità del mondo sembra essere argomento privilegiato sulla stampa ed ai convegni di anziani signori molto potenti ma con la paranoia dell’impotenza, che trasferiscono sulla demografia le loro ansie, e soprattutto sono molto, molto scocciati che stiano cambiando i parametri di riferimento della loro cultura a causa del nuovo melting pot causato dall’immigrazione. Il maschio mondiale, nei paesi “sviluppati”, vuole restare il vecchio virile pascià che governa decine di figli e nipoti o, in mancanza di meglio, un harem parlamentare. E guardate i giovani rampanti di coalizioni politiche relativamente nuove: strafottenti ma impreparati, aggressivi ma confusi, timorosi di dividere gli scranni con questi dinosauri, come figli abituati a regger il moccolo ai padri autoritari ed a farsi piazzare da qualche parte dal babbo, post-ictus ma sempre “lancia in resta”. Banali come un prodotto di una società chiusa e ripetitiva, schizoidi perché aggressivi ma abituati ad obbedire. Inutili in politica, per fare una citazione, come un leccalecca al gusto di merda. Che squallore!
Guardate questi politici anzianotti, che si fanno fotografare a braccetto con giovani avvenenti e non ancora in menopausa: le ricerche sulle migliori tecniche per affrontare l’invecchiamento della prostata sono certo tra le più finanziate del mondo! È quindi della senilità del potere che mi preoccuperei, e non certo di quella della popolazione in generale. Perché, come dice Raffaella, “finché c’è vita c’è speranza” ma lei, lasciatemelo dire, veste meglio di Ratzinger!

Francesca Palazzi Arduini

Note

  1. 2 ottobre 2008. L’enciclica Humanae vitae, Paolo VI, 25 luglio 1968.
  2. UNFPA, Lo stato della popolazione nel mondo 2007. Edizione italiana a cura di Aidos, associazione italiana donne per lo sviluppo, ww.aidos.it. Nei “paesi sviluppati “ la mortalità dei bambini sotto i 5 anni è invece di circa 10 su mille.
  3. Ai vescovi di Sudafrica, Botswana, Swaziland, Namibia e Lesotho, Benedetto XVI, 10 giugno 2005.
  4. Proiezione Onu, vedi i dati consultabili su www.un.org/esa/population/unpop.htm.
  5. La pianificazione familiare nei paesi in via di sviluppo. Un successo incompleto. Di Julie DaVanzo e David M. Adamson, Rand, Population Matters, 1998.
  6. Pontificio consiglio per la famiglia, conclusioni del congresso teologico-pastorale su: “La Familiaris consortio nel suo XX anniversario...”. 20 Dicembre 2001. La Familiaris consortio è una esortazione apostolica scritta da GPII.
  7. Il Family Day si è tenuto a Roma il 12 maggio 2007.
  8. Osservatorio sulla secolarizzazione, Fondazione Critica liberale, Cgil settore nuovi diritti, Università di Roma La Sapienza. Edizione, Secondo rapporto sulla laicità, 2006. www.criticaliberale.it.
  9. Mondadori 2008.

anticlericalismo

Piccola lezione tascabile
sugli anticoncezionali

Alcuni cenni storici semiseri.

di Patrizia “Pralina” Diamante

In pochissimi sanno che il terzo nome di Francesca “Dada Knorr” è Natalina e il mio è Concettina, quindi, nomen omen, chi meglio di noi avrebbe potuto fare un articolo sulla natalità e sugli anti-concezionali?!
In realtà noi della natalità (per sfornare carne da cannone, per foraggiare le pensioni future, per la ripresa demografica, per fare felici papi e conduttori televisivi, ecc.) ce ne sbattiamo allegramente le uova. La nostra media è stata di mezzo figlio a testa, cioè il mio.
Il controllo delle nascite è un punto fondamentale per la gestione della propria vita, lo sanno bene le donne di ogni tempo e di ogni paese che si sono arrangiate con “ogni mezzo necessario”, dallo sterco di dromedario ai sassolini nell’utero, pur di arginare il pericolo, non tanto del divenire madre in sé, cosa assai dolce e bella, ma di venire per questo legate polsi e caviglie ai ceppi di una famiglia-prigione.
I metodi anticoncezionali (pure se rozzi e poco sicuri) per molto tempo sono stati utilizzati dalle prostitute nei bordelli, perché le “donne perbene” avevano scritto sulle mutande “non lo fo per piacer mio, ma per dare un figlio a Dio”. Come il bidet in Francia, che venne associato alla prostituzione e quindi non entrò mai nelle case “perbene”, utilizzare metodi anticoncezionali secondo la morale cattolica è la conseguenza diretta di una concezione peccaminosa della vita stessa: il piacere per il piacere. “Ma noi possiamo uscire a testa alta e sprezzanti andare in una farmacia, e dire ad alta voce: Voglio un Blue Mambo, un Solletico Blu!” (cit. da “Il Senso della Vita” dei Monty Python)

I metodi anticoncezionali

  • Coito interrotto, o salto all’indietro, per evitare che lo sperma raggiunga il collo dell’utero. È un capolavoro di tristezza, non è approvato dalla Chiesa cattolica in quanto lo sperma non è roba che si possa sprecare così, che diamine!, e come efficacia lascia molto a desiderare: per restare incinte basta che qualche spermatozoo raggiunga le labbra della vagina, una volta è bastato anche meno... è bastato un annuncio.

  • Condom, o profilattico, o preservativo, esistono tantissimi nomi per questo congegno in lattice, di origini molto antiche, che venne utilizzato per arginare le malattie diffuse nei bordelli e che oggi viene utilizzato prevalentemente a scopo anticoncezionale, ma continua a fungere da barriera contro la trasmissione di virus ed è, di fatto, l’unico mezzo per proteggere dal contagio dell’HIV. Il profilattico è l’unico metodo anticoncezionale sul quale la creatività dei designer si è veramente sbizzarrita verso l’aspetto ludico, essendo uno strumento “esterno”, quasi un accessorio dell’abbigliamento maschile. Esistono profilattici ritardanti o stimolanti, fuxia, verde panchina, giallo limone, fluorescenti (per vederli al buio), coi gusti di vari frutti, per rendere gradevole la fellatio protetta. Contro il profilattico, la Chiesa cattolica continua a battersi, anche quando esso è utilizzato per prevenire l’HIV.

  • La pillola è il farmaco anticoncezionale più utilizzato (ne fanno uso 100 milioni di donne nel mondo) per la sua sicurezza contraccettiva, la dobbiamo ai medici Garcia, Rock e Pincus i quali sperimentarono con successo nel 1958 la prima pillola che fu commercializzata negli Stati Uniti due anni dopo. Oggi il dosaggio ormonale è molto più basso che un tempo, almeno qui in Europa, mentre nei paesi cosiddetti in via di sviluppo vengono distribuite le pillole “di vecchio tipo”. La pillola cosiddetta “del giorno dopo” in pratica un iper-dosaggio di ormoni che dovrebbe essere somministrata entro 72 ore da un rapporto a rischio e che impedirebbe l’impianto dell’ovulo fecondato, in altri paesi europei è distribuita liberamente, in Italia si può assumere solo con la prescrizione medica, quindi di fatto è boicottata da molti medici obbiettori (come mostra un filmato delle Jene, Italia Uno, dove una coppia si reca invano in tutti i pronto soccorso della Capitale) essendo considerata abortiva. I contraccettivi ormonali di ultima generazione sono quelli che si possono inserire in vagina (come gli anelli) o sottopelle (con piccola anestesia locale) o i cerotti, a rilascio graduale di ormoni. Sono stati ideati per liberare le donne dalla schiavitù di doversi ricordare di assumere un farmaco ogni giorno, in pratica non le liberano dal controllo medico e dai rischi sulla salute (anche se limitati) che questi comportano.

  • L’efficacia anticoncezionale della spirale o IUD (Intra Uterine Device) si basa sull’infiammazione uterina provocata da un “corpo esterno”, viene introdotta e rimossa soltanto da un medico, è pratica ma può comportare molti disturbi come mestruazioni di 15 giorni e molto dolorose... te la sconsiglio.

  • Al diaframma, diffuso in America da Margaret Sanger, che aveva aperto nel 1916 il suo primo consultorio per il controllo delle nascite a Brownsville, Brooklyn, e tanto amato dalle femministe negli anni 70, dedico il prossimo box.

  • Ogino-Knauss e Billings, sono due metodi basati sull’osservazione che traggono i loro nomi dai loro padri scopritori, il primo consiste nell’osservazione del calendario (essendo il ciclo femminile parzialmente fertile), il secondo in quella della temperatura e del muco vaginale prodotto 48 ore prima e in coincidenza con l’ovulazione. Sono gli unici due metodi consentiti dalla Chiesa cattolica, ma anche fra i più fallimentari, perché l’ovulazione non si può prevedere sempre con un calendario alla mano e perché gli spermatozoi possono avere una resistenza particolare oltre i giorni non fertili, mentre la temperatura femminile può salire anche per una banale febbriciattola e il muco può risultare di difficile “lettura”, non è proprio come leggere le carte o i fondi di caffè. Tali metodi, più che anticoncezionali, potrebbero annoverarsi come metodi “concezionali” in quanto facilitano la ricerca del periodo fertile.

  • La vasectomia, direi, no? Non si capisce perché tutto il peso del controllo delle nascite dovrebbe gravare sulle donne. Si può praticare con anestesia locale, in ambulatorio e... dove scappi?

Patrizia “Pralina” Diamante

Il diaframma giallo

di Patrizia “Pralina” Diamante

Circa due anni fa, involontaria Signora Fletcher, per motivi non del tutto esplicabili, mi trovai a indagare su un caso non da poco. La scomparsa del diaframma. Sì, proprio il diaframma, l’unico metodo anticoncezionale inventato da una donna per le donne. Recatami dal ginecologo della ASL di Fiesole, per farmi prendere le “misure” per indossare questa morbida calotta gialla di lattice che deve coprire completamente la cervice, scoprii che gli unici diaframmi, ormai consumati dal tempo, si trovano in quell’ospedale, e servono unicamente per prendere le misure (per comperare altri diaframmi). Ma di un solo diaframma in vendita nelle farmacie, italiane e francesi, nemmeno l’ombra. La questione, in termini semplici, mi spiegava una farmacista “è nella scarsa richiesta di tali dispositivi, non vendevano, quindi sono stati ritirati dal mercato”.
Feci mente locale sul passaggio di questo strano dispositivo a forma di UFO nella mia vita: nel 1979, “Noi e il nostro corpo” del Boston Women’s Health Book Collective, riportava ampie spiegazioni sulla meccanica e sulle implicazioni pratiche nell’utilizzo. Nel 1980 dopo la rottura di un profilattico e l’uso della pillola che mi dava qualche problema per il troppo elevato dosaggio ormonale, tramite “Quotidiano Donna”, scrissi a un collettivo di ostetriche che operava in un noto ospedale di Bologna, mi inviarono un pamphlet che descriveva i “rischi” e i “vantaggi” secondo i loro studi, per loro la sua efficacia (se usato correttamente, cioè insieme agli spermicidi e senza rimuoverlo per alcune ore dopo il rapporto) si avvicinava al 100%. Mi entusiasmò il fatto che fosse interamente “autogestibile”, come spiega anche il dossier del Gruppo femminista romano per la salute della donna. Così decisi di utilizzarlo, per una quindicina di anni, senza alcun problema, facendo controlli periodici nei consultori AED. L’unica volta che lo lasciai (volutamente) nel cassetto, rimasi incinta di Anteo! La scomparsa del diaframma non è avvenuta da sola, già mi ero accorta della dipartita degli spermicidi, alcuni anni prima. Gradualmente, dal 1996, trovarli nelle farmacie italiane diventò sempre più difficile. Il diaframma ancora si trovava, ma non era più sicuro senza gli spermicidi. Così le coppie abituate a utilizzarlo, secondo un medico torinese, li facevano arrivare dalla Svizzera o dalla Francia.

Nel 2001 una gentile farmacista bolognese mi spiegò che era intervenuta una “circolare ministeriale” del Ministero della Sanità, per metterli al bando. Tutte le confezioni rimaste nei magazzini, in territorio italiano, erano state sequestrate. Insomma gli spermicidi erano divenuti “fuorilegge”. Misi da parte, allora, tale pista, per dedicarmi ad altri metodi contraccettivi meno problematici. Il dubbio mi tornò dopo anni, quando, animata da rinnovata curiosità, tornai sulle tracce del diaframma. Macinai parecchi chilometri, domandai a farmacisti, impiegati della ASL. Niente da fare. Nessuno aveva informazioni precise e dettagliate. Cercai documentazione su internet, trovando frammenti di informazione, come questo articolo da La Repubblica delle Donne, 2005 che dice “...Ora la risposta arriva dal ministero della Sanità: -Secondo la Commissione unica del farmaco, il nonoxinolo presenta un ridotto indice terapeutico, a causa dell’elevata tossicità. In particolare, sembra favorire le infezioni da candida-. Dunque, gli effetti collaterali sarebbero maggiori dei vantaggi...” altre informazioni parlano di uno studio effettuato sulle prostitute di Nairobi, secondo il quale (studio) il nonoxynol-9 che è il principio attivo degli spermicidi non sarebbe efficace nella lotta contro l’HIV, ma anzi potrebbe favorirne la diffusione “poiché sarebbe causa di abrasioni sulla superficie vaginale in grado di facilitare la trasmissione del virus” (secondo Wikipedia). Koromex (la maggiore casa farmaceutica di produzione degli spermicidi) protesta, affermando che si tratta di una serie di equivoci nati dopo il passaggio nel 1996 di tali prodotti da”presidi medico-chirurgici” a “specialità medicinali” e che in realtà le disposizioni del Ministero si basano su una raccolta di articoli, che parlano fra le altre cose, di tossicità del nonoxynol-9 sui... pesci.

Nel frattempo, i contraccettivi ormonali, con tutte le loro belle controindicazioni per la salute delle donne, sono quasi gli unici ad essere utilizzati, dalla pillola ai vari inserti cyborg, anelli, cerotti, bastoncini sottopelle... la contraccezione è tornata interamente nelle mani della classe medica. I dosaggi ormonali fanno male alle donne? Fra misteri, silenzi, contraddizioni e informazioni date con il contagocce, ora sappiamo che gli spermicidi fanno malissimo ai pesci.

Patrizia “Pralina” Diamante