Rivista Anarchica Online


Trentasette
anni fa


 

a cura della redazione

 

 

In copertina del numero otto di “A” (datato “novembre 1971”) campeggia Anarchik che con un calcio sgretola il muro composto dalle 5 principali istituzioni: stato, chiesa, esercito, polizia, scuola. Vista con ironia, una bella copertina, frutto della matita graffiante di Roberto Ambrosoli, che in tutta la fase iniziale di “A” collabora regolarmente con scritti di vario argomento firmati perlopiù con lo pseudonimo R. Brosio. Permetteteci un’osservazione: esce in queste settimane il libro edito da Elèuthera alla A cerchiata, questo semplice e formidabile simbolo che si è affermato in tutto il mondo. Anche il nostro piccolo omino nero, nato qualche anno dopo la sorella maggiore, ha conosciuto in questi decenni una buona diffusione “globalizzata”, con decine, centinaia di cloni (in genere, a nostro avviso, più “brutti” di quello originale ambrosolesco).
E la nostra rivista, in entrambi i casi, ha dato il suo contributo a questi successi non solo grafici.

Al centro dell’attenzione, come in tanti numeri di quel periodo, ci sono la strage di Piazza Fontana, la detenzione di Valpreda e compagni, le vicende giudiziarie legate al volo del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli da una stanza al 4° piano della Questura milanese, ecc..
Le ragioni di questa particolare attenzione sono sinteticamente spiegate in un documento dell’Organizzazione Anarchica Milanese citato a pag. 2: La mobilitazione nazionale del movimento anarchico sul tema Valpreda-Strage di Stato è necessaria non solo perché è un dovere morale battersi per la liberazione dei compagni innocenti, ma 1) perché la verità sulle bombe del 12 dicembre è una verità che fa tremare padroni, ministri, poliziotti e magistrati; 2) perché, di fronte alla repressione (scoperta e strisciante) che sta programmaticamente restringendo lo spazio di agibilità politica per le forrze extra-parlamentari sospingendole sulla difensiva e arrtrando il fronte delle lotte, il processo Valpreda è una grande occasione politica per riprendere l’offensiva, ponendo l’apparato statale sotto accusa, respingendo i padroni, loro, sulla difensiva.

Altri argomenti trattati nel numero 8 sono: la scienza dei padroni (con un vivace scambio di opinioni tra Roberto Ambrosoli e due lettori fortemente critici), i segni di ripresa del sindacalismo rivoluzionario dell’IWW negli Stati Uniti, la storia dei Provos, i “nani provocatori” olandesi, la riforma sanitaria, le lotte in una fabbrica del Milanese. Di tema storico sono un ricordo dell’espropriatore Marius Alexandre Jacob e il consueto articolone di Giampietro “Nico” Berti (pseudonimo: Mirko Roberti) questa volta sulla Conferenza di Londra di cent’anni prima (1871) che segnò l’inizio dell’attacco della tendenza marxista-autoritaria contro quella bakuniniana-libertaria in seno alla Prima Internazionale. Concludono il numero articoli di attualità sulla situazione economica italiana, sulle torture del regime franchista in Spagna e le consuete numerose “cronache sovversive” da tutto il mondo.