Rivista Anarchica Online


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Una scena bellissima

Ho proiettato “A forza di essere vento” nella mia classe, terza media di un paesino in provincia di Torino in preda alla zingarofobia. Ho lasciato che i ragazzi e le ragazze si facessero un’ opinione e li ho visti piangere. Una scena bellissima, indimenticabile.
Una ragazza, nel percorso interdisciplinare per l’ esame finale, porterà “A forza di essere vento” come documento multimediale.
Eppur si muove.

Vincenzo A.

Tasse, sì o no?

Intanto invio alla redazione i miei più calorosi saluti.
M’interrogavo sul ruolo della tassazione imposta dallo Stato, e quindi se sia giusto o meno versare i contributi. Da una parte, capisco che, stando così le cose, le tasse servono alla comunità; da un’altra, noto che le tasse dovrebbero servire alla comunità, ma si sa bene come vengono effettivamente spese.
Allora ho pensato a voi. Vorrei sentire come la pensate a riguardo. Spero che troviate il tempo per rispondermi, vi auguro buon lavoro.

Luca Miola

Abbiamo chiesto al nostro (disponibilissimo) collaboratore Massimo Ortalli di rispondere a Luca.

Caro Luca,
in modo molto semplice e diretto hai posto un quesito piuttosto impegnativo: è “corretto”, dal punto di vista dell’anarchico, antistatalista per definizione, contribuire al finanziamento dello Stato, pagando tasse e contributi? A prima vista, la risposta dovrebbe essere un secco “no”, perché in linea di principio qualsiasi rapporto fra l’anarchico e l’istituzione statale dovrebbe essere conflittuale, di netta contrapposizione e di totale boicottaggio. E quindi, seguendo piattamente questo ragionamento, un vero anarchico dovrebbe essere anche un vero evasore totale. Ma poiché un vero anarchico dovrebbe avere anche un profondo senso etico, nello stesso momento in cui si fa evasore totale, dovrebbe anche evitare di utilizzare in qualsiasi forma e in qualsiasi occasione, e soprattutto a spese altrui, anche uno solo dei servizi garantiti dalle istituzioni: cure sanitarie, trasporti pubblici, possibilità di educazione, sistema pensionistico e via dicendo. E questo indipendentemente dalla efficacia e dalla qualità di tali servizi. Ovviamente un simile comportamento, così fermamente coerente con i “sacri principi”, obbligherebbe il vero anarchico ad estraniarsi dalla vita sociale, rendendogli non solo difficile l’esistenza, ma anche, con ogni probabilità, impossibile il lavoro di propaganda e diffusione delle proprie idee.
È chiaro, a questo punto, che il tema va affrontato non solamente in una prospettiva ideologica, ma anche pratica. Prendendo dunque in considerazione anche tutte le implicazioni poste dalla questione. Non ultima, ad esempio, la constatazione che nel nostro paese la diffusissima evasione fiscale non è solo un tentativo più o meno “legittimo” di sottrarre parte del proprio reddito a una tassazione spessissimo troppo esosa e poco efficiente come qualità dei servizi, ma un vero e proprio sport nazionale, messo in pratica, soprattutto, da persone che in tal modo sfruttano i lavoratori alle proprie dipendenze o usufruiscono di servizi pagati da chi non può o non vuole sottrarsi alla tassazione. Aggiungendo così allo sfruttamento diretto anche quello indiretto. E le sempre più insistenti geremiadi di un intero ceto sociale che vede come sola prospettiva esistenziale l’abbattimento delle tasse, ne sono continua e antipatica testimonianza.
Come vedi, caro Luca, la questione è quanto mai complessa, e come tale, a mio parere, non può prevedere una risposta sola ed esaustiva. Etica personale, coscienza, sensibilità sociale e politica sono tutti fattori che entrano in gioco, e quindi…
Un caro saluto

Massimo Ortalli


Mio padre, vecchio socialista

Da socialista, da giovane, esprimo il massimo sostegno per l’abnegazione con la quale da più di trent’anni i collaboratori di “A” continuano a tenere accesa la fiaccola dell’utopia della lotta politica, della libera e democratica informazione e concludo citando una frase di mio padre, vecchio socialista nenniano: “guardati bene da una società in cui non esistano più anarchici, perché il fuoco della giustizia e della liberta si sarà spento, non esiste libera discussione senza l’intervento dei più grandi amanti della libertà e della democrazia: gli anarchici”
Grazie e coraggio compagni.

Fabio Faini
(Sant’Arcangelo di Romagna – Rn)

 

 

 

I nostri fondi neri

Sottoscrizioni.
Massimo Bertolini (Livorno) 2,00; Lucio Brunetti (Campobasso) 20,00; Aurora e Paolo (Milano) ricordando Amelia e Alfonso Failla, 500,00; Marco Buraschi (Roma) 20,00; Gianandrea Ferrari (Reggio Emilia) 10,00; Paolo Zonzini (Borgo Maggiore – San Marino) 45.00; Massimo Franzero (Ferrere – At) 4,00; Massimo Torsello (Milano) 500,00; Leonardo Muggeo (Canosa – Ba) 20,00; Giordana Garavini (Castel Bolognese – Ra) ricordando la madre Emma Neri nel trentennale della morte, 50,00; Antonella Remaggi (Milano) 20,00; Giancarlo Gioia (Grottammare – Ap) 20,00; Dario Pace (Lagopesole – Pz) 50,00; Enrico Calandri (Roma) 50,00; Salvo Pappalardo (Mestre – Ve) 10,00. Totale euro 1.331,00.

Abbonamenti sostenitori.
(quando non altrimenti specificato, trattasi di 100,00 euro). Rodolfo Altobelli (Canale Monterano – Rm); Stefano d’Errico (Roma). Totale euro 200,00.