Rivista Anarchica Online



a cura di Marco Pandin

 

Storia e vinile

Un libro che fa rumore, anzi due: si chiamano Rock music e Rock music 2 (ed. Mondadori). Li ha pensati e scritti Mimmo Franzinelli, che tutti conoscono come storico e studioso dell’Italia fascista, e che è anche un appassionato di rock. Un appassionato con l’a maiuscola, oltre che cerchiata: l’ho conosciuto tanti anni fa in qualche riunione della redazione di “A” dove, va da sé, non abbiamo parlato granché di “politica” ma del sottofondo musicale delle nostre vite. Mimmo mi ha fatto da subito una tremenda impressione: prende tutto sul serio ma si sa tenere a distanza di sicurezza dalla pedanteria, descrive la musica che ascolta come un’esperienza, conosce un sacco di particolari della vita dei musicisti e si muove con disinvoltura tra testi, interviste e citazioni.


Nei due volumi di Rock music (il primo è uscito nel settembre 2005, il secondo all’inizio di quest’anno) si può leggere di riflesso la storia degli anni Sessanta e Settanta attraverso il vinile dei dischi: di ciascuno viene offerta una visione critica, sociale e storica che, seppur breve, ha il pregio di essere illuminante. Mimmo ritaglia i testi e attraverso di essi racconta il malessere dei ragazzi, indica i semi della ribellione, l’insofferenza, la disperazione. Mimmo racconta il suono di una chitarra elettrica paragonandolo al rumore del Vietnam, spiega i voli alti e gli abissi della voce di chi canta, i deliri e gli incubi di chi imbraccia uno strumento come un’arma, i dubbi e le paure di chi ha iniziato a rivelarsi davanti a un microfono ed è finito col conficcarsi nella memoria collettiva.


Molte persone raccontate qui dentro non ci sono più. Se ne sono andate via improvvisamente, troppo giovani, ma resistono le loro parole e il loro ricordo quasi come se fossero stati tutti costretti a partire per una qualche enorme guerra di conquista e non avessero più fatto ritorno.
Tutt’altro che una guida all’acquisto, questi libri piuttosto costituiscono un invito esplicito a conoscere meglio, ad approfondire, ad allargare la conoscenza, a porsi domande. Un invito esplicito a tenere la musica viva, patrimonio popolare da condividere: nessun padrone può sottrarcela per poi impacchettarla e rivendercela.

Marco Pandin
stella_nera@tin.it