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A Pisa, dal 1979
di Luigi Balsamini

 

Storia e progetti della Biblioteca “Franco Serantini”.

Nell'estate del 1979, a distanza di sette anni dal tragico assassinio di Franco Serantini, gli anarchici pisani, su proposta di Franco Bertolucci, decidono di intitolare a suo nome la biblioteca che stava prendendo corpo nella sede di via San Martino.
Il giovane Serantini era morto per le conseguenze di un pestaggio, subito da agenti della Celere nel corso di una manifestazione antifascista, e l'intitolazione della biblioteca è un modo per mantenerne indelebile il ricordo, espressione, appunto, dei valori antifascisti e della necessità di una loro incessante difesa, nonché delle speranze di giustizia e di rinnovamento sociale, alimentate dalla sua passione per i libri e la lettura.
Alla base dell'allestimento della biblioteca c'è una doppia consapevolezza, troppo a lungo misconosciuta, tranne rare eccezioni, nel movimento anarchico: da un lato l'esigenza di salvare da futura e probabile dispersione quanto prodotto nell'ambito delle lotte quotidiane, dall'altro quella di conservare la propria memoria storica, testimonianza di una presenza attiva degli anarchici nella storia dei movimenti di emancipazione. Un bisogno, quest'ultimo, che si faceva sempre più impellente mano a mano che gli anziani militanti scomparivano, portando con loro pezzi di memoria del movimento.
La Biblioteca “Franco Serantini” viene gestita in maniera volontaria e collettiva, con un'impostazione analoga ad altre esperienze sviluppatesi nel corso degli anni '70, ed è rivolta, inizialmente, ad una fruizione interna al gruppo anarchico pisano. Ma già nel 1982 i promotori costituiscono un Circolo culturale, cui viene formalmente intestata la proprietà della biblioteca, riuscendo a porre le basi di un duraturo progetto culturale, aperto agli studiosi e al confronto con la cittadinanza e capace di far dialogare la cultura storiografica interna al mondo universitario con studiosi liberi da legami accademici, ma al tempo stesso distanti dalle forzature propagandistiche tipiche di una certa “storiografia militante”.

Pisa – Una sala della biblioteca “Franco Serantini”

Oltre 30.000 volumi

Il patrimonio documentario è cresciuto attorno al fondo librario donato dall'anarchico Gino Giannotti, operaio autodidatta di Santa Croce sull'Arno, e oggi, dopo quasi trent'anni di attività è giunto a contare oltre 30.000 volumi e opuscoli, 4.000 testate di periodici e numeri unici, migliaia di manifesti, volantini, fotografie, centinaia di registrazioni sonore e video. Al di là del mero dato quantitativo l'esperienza della “Serantini” è però particolarmente significativa, e può servire da esempio per altre situazioni, perché dimostra come la costruzione di una struttura bibliotecaria realmente funzionale non voglia dire semplicemente allineare dei libri su degli scaffali, ma implichi la padronanza di competenze professionali e la capacità di gestire una raccolta finalizzata all'uso, con tutto ciò che ne consegue in termini di apertura al pubblico, catalogazione secondo standard riconosciuti a livello internazionale, costante aggiornamento delle collezioni, disponibilità ad offrire informazioni e consulenza personalizzata, strategie di conservazione del materiale antico e deperibile (anche queste ultime, in ogni caso, finalizzate all'utilizzo piuttosto che al mantenimento sotto chiave).
Dimostrando di offrire consolidate garanzie di serietà scientifica, la “Serantini” è riuscita ad attrarre e gestire adeguatamente importanti donazioni documentarie relative non solo al ristretto ambito dell'anarchismo ma a tutta la sinistra. In particolare, si sono moltiplicate le donazioni di fondi da parte di militanti dei movimenti e delle organizzazioni protagonisti della “stagione della contestazione” (1968-1977). Tali fondi archivistici (al momento circa un centinaio), pervenuti in genere non ordinati, comprendono una grande quantità di volantini, ciclostilati, manifesti, circolari, relazioni interne e, in gran parte dei casi, si configurano come “archivi impropri”, perché non originati da una sedimentazione spontanea di documenti prodotti nell'ambito di un'attività, ma frutto di una selezione determinata dalla precisa volontà del raccoglitore.
Una menzione particolare spetta ai fondi librari e archivistici di Joe Cono (vedi scheda) e Pier Carlo Masini, che per volontà del donatore sarà consultabile a partire dall'ottobre 2008, contenente oltre al suo archivio privato, il materiale di preparazione delle ricerche storiche e della militanza politica, documentazione varia sulla storia del movimento operaio dal 1870 al 1970 e l'archivio dei Gruppi anarchici d'azione proletaria (GAAP). Accanto a questo materiale Masini ha donato alla “Serantini” anche buona parte della propria collezione libraria, che egli stesso aveva aperto al pubblico alla fine degli anni ‘60, a Bergamo, con il nome di Biblioteca “Max Nettlau”: sono pezzi scelti uno ad uno nel preciso intento di costruire una raccolta attentamente selezionata e non mancano alcuni esemplari di notevole valore e rarità.

Non solo biblioteca

Sul versante della promozione culturale, convegni, seminari e incontri organizzati dalla “Serantini” formano un nutrito elenco (ultimo, in ordine di tempo, il convegno di studi dedicato a Luigi Fabbri, tenuto nell'elegante cornice del Teatro Gentile di Fabriano nel novembre 2005) e ognuno di essi si inserisce sempre in progetti di lunga durata. Non si limitano, cioè, ad inseguire la tematica o l'anniversario del momento, ma sono, piuttosto, il culmine di un quotidiano lavoro di costruzione di percorsi di ricerca e salvaguardia delle fonti, elementi portanti della Biblioteca e del Circolo culturale e, dal 1995, anche dell'Associazione Amici della BFS. Parallelamente, procede l'attività di divulgazione degli studi tramite la casa editrice BFS che ha in catalogo decine di pubblicazioni, alcune delle quali, come la «Rivista storica dell'anarchismo» o il recente Dizionario biografico degli anarchici italiani, imprescindibili per gli studi storici sui movimenti libertari.
Nonostante l'impegno nel raccogliere fonti e stimolare studi sulla storia delle classi subalterne e dell'anarchismo, con una particolare attenzione alla realtà locale, la “Serantini” si è presto imbattuta nel grave problema della mancanza di una sede stabile. Dopo aver lasciato gli originari locali di via San Martino, a causa del mancato rinnovo del contratto di locazione, e aver trascorso diversi anni in alcune stanze occupate a palazzo Cevoli, di proprietà comunale, nel 1992 l'amministrazione provinciale, riconoscendo la rilevanza del patrimonio documentario conservato, ha assunto ufficialmente l'impegno di tutelarlo e valorizzarlo e, a tal fine, è stata stipulata un'apposita convenzione in base alla quale la Biblioteca si è trasferita negli attuali spazi del complesso “Concetto Marchesi”.
I rapporti con gli enti locali sono però sempre stati tutt'altro che idilliaci, tanto che ogni rinnovo della convenzione è giunto in porto solo dopo lunghe trattative e oggi, nonostante i continui e gratificanti riconoscimenti ricevuti (nel 2005 la “Serantini” è anche entrata a far parte della rete nazionale degli Istituti storici della Resistenza, in qualità di ente collegato) il futuro appare quanto mai incerto. Da settembre 2005, infatti, per via di alcuni lavori di ristrutturazione, mai preannunciati ai responsabili della Biblioteca, l'amministrazione provinciale pretenderebbe lo sgombero pressoché immediato dei locali e il trasferimento in deposito, senza offrire garanzie né per le operazioni di trasloco dei materiali né, tanto meno, per la continuità del servizio al pubblico. A favore della “Serantini”, i cui fondi sono stati formalmente dichiarati “di notevole interesse storico”, hanno invece preso posizione, tra gli altri, sia la Soprintendenza archivistica che l'Associazione Italiana Biblioteche e molti cittadini pisani.
Una soluzione ambiziosa ma realizzabile per uscire da questa situazione consiste nell'acquistare una sede dove proseguire le attività; per questo progetto l'Associazione Amici della BFS – Onlus ha aperto una sottoscrizione per raccogliere i contributi versati da tutti coloro, sicuramente numerosi, che hanno a cuore le sorti della Biblioteca “Franco Serantini”.

Luigi Balsamini

Vuoi essere un Amico della BFS?
Per contribuire alle attività della Biblioteca, nel 1995 si è costituita l' “Associazione degli Amici della BFS”, che conta associati sia in Italia che all'estero, pubblica un proprio bollettino informativo («La Biblioteca») e si adopera soprattutto per incrementare attraverso donazioni il patrimonio bibliotecario ed archivistico della BFS. L'Associazione, ora trasformata in Onlus, come indicato nell'art. 4 dello Statuto “persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale.
Tra gli obiettivi dell'Associazione:
– il completamento e l'incremento delle raccolte di documenti, libri, fotografie, periodici ed altro materiale;
– il potenziamento delle risorse tecnologiche a sostegno dell'attività di catalogazione del patrimonio bibliografico e archivistico della BFS; il patrocinio delle manifestazioni;
– la promozione e l'organizzazione delle attività a carattere culturale come mostre, convegni, seminari, premi letterari e di saggistica, film e documentari, borse di studio che, in Italia e all'estero, possano favorire la conoscenza della BFS.
Tra i progetti dell'Associazione c'è anche quello di dotare la BFS di una sede idonea alla conservazione e alla fruizione del prezioso patrimonio, attraverso il recupero e la ristrutturazione di un edificio secondo le regole della bioedilizia e della biocompatibilità (materiali ecologici, risparmio e recupero, energie rinnovabili).

Per contattare l'Associazione scrivere a: Associazione amici della BFS Onlus, Largo C. Marchesi s. n. civ., 56124 Pisa, tel/fax 050 570 995, email: associazione@bfs.it.

Per sostenere l'Associazione e sottoscrivere per la nuova sede della BFS: conto corrente postale n. 68037266 intestato a: Associazione amici della BFS Onlus, Largo C. Marchesi s. n. civ., 56124 Pisa. Per bonifici bancari utilizzare le seguenti coordinate:
Cin Z, Abi 7601, Cab 14000.