Rivista Anarchica Online


 

Ricordando José Iglesias

Lo scorso 10 giugno è morto nella natia Spagna l’anarchico José Iglesias, che con la sua compagna Pilar è stato per decenni attivo nel movimento anarchico del Canton Ticino, in Svizzera. Qui l’abbiamo conosciuto e stimato. Ne pubblichiamo un ricordo fattoci pervenire dai compagni delle edizioni anarchiche ticinesi La Baronata.

Pilar Rodrigues e José Iglesias

José Iglesias Paz nasce a Lóvios (Galizia) il 26 agosto 1916. A 18 anni emigra in Catalogna, a Tarrasa dove lavora nelle miniere di potassio, e diventa membro della CNT e delle Gioventù libertarie. Allo scoppio della Rivoluzione è miliziano di una colonna formatasi nella regione mineraria dell’Alto Llobregat (provincia di Barcellona), denominata Columna Tierra y Libertad, composta soprattutto da anarchici e che conta inizialmente circa 500 uomini. Dopo una settimana di preparativi a Barcellona, la colonna si dirige sul fronte di Madrid. Combatte a Talavera de la Reina, Toledo, San Martín de Valdeigleisas, Ávila. Con la militarizzazione forzata la colonna si trasforma nel II battaglione della 153esima Brigata mista, che parte per il fronte di Aragona, partecipando attivamente alla presa di Belchite. Per un certo periodo lavora, seppur a malincuore, nel Servizio di censura militare.
A fine 1938 si trova in Catalogna e nel febbraio 1939 si rifugia in Francia, dove viene internato in un campo nei pressi di Arles, a Saint-Cyprien. Riesce a fuggire, ma è arrestato a Perpignan, trasferito a Bordeaux. Successivamente internato a Baden-Baden, prigioniero del III Reich a Karlsruhe, e costretto a lavorare in una fabbrica di munizioni e armi.
Alla disfatta dei tedeschi, nel 1944-45 si reca dapprima Parigi poi a Lione, militando nel movimento libertario spagnolo. È attivo nelle strutture di appoggio dei gruppi di azione di Sabaté, Facerías, Massana, Amador Franco, Raul Carballeira e Liberto Sarrau. Nel luglio 1948 si sposta clandestinamente in Spagna attraverso la frontiera di Roncisvalle come delegato della sezione giuridica della CNT, con il compito sia di ritessere le relazioni fra gli anarchici, sia di aiutare finanziariamente le famiglie dei compagni sotto processo o detenuti, reperendo anche gli avvocati. Sarà a Valencia, Saragozza, Barcellona, Madrid.
Nel maggio 1950 viene intercettato e arrestato a Barcellona: “La Brigada Social di questa Questura centrale riuscì a disarticolare la banda perché catturò, il 3 di questo mese, il capo di questa Organizzazione a Barcellona – chiamato José [Iglesias] Paz – che aveva la carica di Delegato nazionale della Sezione giuridica CNT-AIT in Spagna…” (La Vanguardia, 14-5-1950). Torturato, è condannato nel 1952 dapprima a morte, poi la pena viene commutata a 30 anni di detenzione. Ne sconterà undici. Per alcuni anni sarà il responsabile della biblioteca del carcere.
Scarcerato nel 1961 ritorna in Galizia, al suo paese natio, in libertà vigilata. Lavora nell’edilizia a Ponferrada, Lugo, Vilalba, Vilagarcía: perde sempre il lavoro a causa delle pressioni della polizia nei confronti dei datori di lavoro.
Nel 1968 sposa Pilar Rodriguez. La libertà vigilata non gli dà tregua e non riesce a trovare un posto di lavoro stabile, tanto che con la moglie e il figlio Georges decide di emigrare in Svizzera, nel Canton Ticino, prima a Locarno poi a Lugano, dove nel 1973 gli viene concesso l’asilo politico.
Qui, lavora come operaio edile, poi magazziniere fino a 70 anni, rimanendo in stretto contatto con la CNT in Francia, poi in Spagna, e partecipando all’attività degli anarchici in Ticino. È membro della Lega dei diritti dell’uomo della Svizzera italiana.
Dopo oltre trent’anni di "esilio", nel luglio 2003 con Pilar rientra in Galizia, a Cabeza de Vaca (Orense) e riprende i contatti con la CNT locale, di Vigo, Santiago di Compostela, ecc. Interviene come oratore nelle giornate libertarie a Compostela del 3-4 novembre 2005 – con un notevole successo – testimoniando accanto ad un’altra compagna anarchica, Joaquina Dorado Pita.
Si spegne a Orense il 10 giugno 2006. I funerali si svolgono in forma civile al suo paese natìo, Lóvios (Lobios), e vedono la partecipazione di numerosi compagni della Galizia, che lo accompagnano con la bandiera rosso-nera.

La Baronata