Rivista Anarchica Online


anticlericalismo

Da Eros
a Ratzinger
di Francesca Palazzi Arduini

 

Itinerario nella sessuo-repressione

La costruzione di un nemico è funzionale alla sopravvivenza delle gerarchie cattoliche, perciò vorrei invitarvi ad un breve viaggio nella sessuo-repressione, per individuare con più chiarezza i meccanismi attraverso i quali è ancora possibile per la Chiesa risultare credibile nel momento in cui proietta le sue paure per evocare fantomatici nemici pubblici o fonti di “disordine”.

 

Preambolo vilipendioso

Divagando sull'immagine di questo Papa, come ho già avuto modo di fare per questa illustre rivista (1), mi è capitato di notare come molti usino la nazionalità di Ratzinger per sottintendere una sua discendenza simbolica dall'uncinata ideologia politica d'oltralpe purtroppo tristemente nota.
Se il precedente Papa veniva percepito come autoritario, dispotico, di un'ispirata polacca intransigenza carnalmente patriarcale, non si poteva dar torto al popolo dei cattolici dissidenti e dei “bright” (2): avendo egli distrutto e poi seppellito ogni resistenza interna innovatrice con sano, o qualcuno direbbe tanto per stroppiare “iconoclasta”, spirito controriformista.
L'infanzia passata a contatto col nazismo, invece, ha fornito agli spettatori critici e forzosamente malevoli una chiave per la definizione di questo Papa: …da “Nazzinger”, appunto, come già lo si chiamava ai tempi in cui era Prefetto, a “Razzinger”, appellativo che si meritò quando diede la stura alla campagna omofobica. Sembra istintivo il bisogno di sottolineare come l'ex Prefetto e attuale Perfetto, nonostante una mite presenza, coi baluginii dell'occhio glauco e le misurate ma baluginanti omelie, ricordi agli inconsci quella intolleranza e quelle battaglie trascorse nella costruzione e poi nell'incenerimento di un nemico.
In apparenza mite e delicato, questo Papa infatti porta avanti una strisciante e velenosa opera di costruzione di un nemico, volta a incanalare energie che evidentemente non possono incanalarsi altrove, pena il vacillare di tutto il Baldacchino gerarchico. Al di là quindi delle battaglie pubblicitarie contro la fame nel mondo, ormai gestite da veri e propri “manager benedetti” (speriamo non abili quanto il fu Marcinkus nel cogliere frutti altrui!) al di là dell'interesse a mantenere tranquilla la base cattolica più operosa nel sociale con dichiarazioni piene di buone volontà (ma nella realtà grande interesse all'affarone economico della sussidiarietà sociale)…l'energia di Bene/detto va in effetti tutta nel costruire il diavolo, detto anche l'antagonista. Prova ne è il recente convegno all'Istituto GPII per la Famiglia (3) contro l'omosessualità, e prova ne sono le dichiarazioni post elettorali di Papa Ratzinger, volte a mettere un paletto sui PACS nella gestione delle alleanze tra cattolici.
Scrivo in un momento in cui i risultati delle elezioni politiche ci hanno confermato tutte le nostre tesi sulla manipolazione delle masse: la costruzione di un nemico paga, la passività intellettuale e la credulità, costruita in decenni col passaggio dall'analfabetismo alla videocrazia, premia i leader che attaccano gli altri buttandogli addosso l'abito del nemico, abito che si allaccia alle asole delle paure. Finché l'asola non si logora, anche la autoreferenziale gerarchia cattolica può aggrapparcisi, così come l'autoreferenziale classe politica.


Vittime e carnefici nell'Italietta 2006

Ed anche chi è vittima può essere costruito come nemico: muoversi, recare intralcio, esistere è già di per sé considerato una minaccia da chi è irrigidito nella sua abitudine al dominio, che si tratti di persona potente o di persona impotente non importa.
Non per niente sono tutt'ora considerati “nemici” da una vasta parte dell'opinione pubblica coloro che si permettono di protestare pubblicamente (e vengono picchiati selvaggiamente dalle “forze dell'ordine”); anche in casi di palese sopruso chi resiste… turba l'ordine!
Abbiamo visto l'abile costruzione del nemico “irakeno” e “terrorista” con eventi suscitati ad hoc. Abbiamo assistito alla costruzione del nemico “immigrato” “comunista” e “frocio” durante queste elezioni politiche, costruzione che riesce sempre meglio nel momento in cui a una massa di persone conformiste e narcolettiche, dipendenti dalla “luce blu”, viene fatto temere che il loro tran tran potrebbe spezzarsi, le loro certezze infrangersi, l'uniformità incrinarsi, la moglie scappare con un “negro”, il figlio diventare “frocio”, e l'aziendina di famiglia essere fottuta dai “cinesi”, aarghh! Nella dialettica destra/sinistra ovviamente, pesa del tutto a favore della destra il tessuto sociale distrutto, la crisi economica causata dei nuovi obiettivi globalizzanti del Capitale, l'integralismo religioso d'importazione.
Dal punto di vista istituzionale, poi, la crescita dei tele-elettori passati dalla “Libertas” alla Casa delle libertà, fa sì che anche la sinistra viaggi più comodamente verso l'immobilità politica, accomodandosi in quella dialettica dei due grandi poli che, ahimè, a noi italiane ricorda oltretutto il solito fottutissimo gioco del calcio. Dunque: chi sono le vittime/nemici in questo Subbuteo? Per Ratzinger il ruolo dell'agnello spetta ai gay ed alle lesbiche, ed a tutte le famiglie di fatto. Per Berlusconi, nel momento in cui scrivo, sono dei fantomatici comunisti che si annidano ovunque, la maggioranza delle persone che in Italia fanno cultura, insegnano, amministrano la legge. Sì, perché il nemico viene costruito innanzitutto aumentandone l'ombra minacciosa, proprio come venne fatto dalla propaganda nazista con gli ebrei. Addirittura se ne ammette l'esistenza di un così gran numero da dargli la statura di una maggioranza (se sono dappertutto…) tranne ovviamente quando non si vuole riconoscere una sconfitta al gioco elettorale.

Padri, pastori, greggi al pascolo

La costruzione di un nemico è funzionale alla sopravvivenza delle gerarchie cattoliche, perciò vorrei invitarvi ad un breve viaggio nella sessuo-repressione, per individuare con più chiarezza i meccanismi attraverso i quali è ancora possibile per la Chiesa risultare credibile nel momento in cui proietta le sue paure per evocare fantomatici nemici pubblici o fonti di “disordine”.
Già con le Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali, e con la Lettera ai vescovi della chiesa cattolica sulla collaborazione dell'uomo e della donna nella chiesa e nel mondo (4), il Prefetto Ratzinger aveva indicato come la maggior parte delle sue energie fossero impiegate nello spalare una trincea contro il naturale ingresso nella società delle cosiddette “famiglie di fatto” e contro la vita pubblica e civile delle coppie non santificate coi crismi inscindibili (si fa per dire) del matrimonio religioso. Soprattutto con la lettera sulla collaborazione tra uomini e donne, Ratzinger aveva indicato nella differenza sessuale la materia da disciplinare, dando luogo anche a gran stupori da parte di chi non si aspettava che le parole “differenza sessuale” venissero mai nominate dal Prefetto…che in realtà, così come GPII con le sue lettere ed encicliche (5), non si è mai fatto alcun scrupolo a nominare e castigare qualsiasi nuova corrente di pensiero gli lambisca fastidiosamente le marmoree pantofole.
Con la recente enciclica Deus caritas est Ratzinger fa precisazioni postulando la sua religione come corretta amministratrice dell'amore divino e umano nel mondo, ed indicando nell'incontro con una “Persona”, quella divina, l'origine dell'ispirazione etica cristiana, superiore ad altre etiche proprio perché ispirata dal Padre divino (6).
La richiesta della passività intellettuale è fondamentale per l'accettazione di questo genere di affermazioni, costruzioni pseudo-razionali attorno ad un nucleo di fede che occorre, per cultura e inclinazione sentimentale, accettare come dati di fatto. Un po' come quando si affermò che il matrimonio era un istituzione “voluta dal Creatore” (7), …insomma, una frase difficile da digerire per di chi si attiene alla storia reale dell'umanità.
L'accettazione di preconcetti semplificati, di frasi di rito, di indicazioni morali preconfezionate, è un fatto culturale ed istintivo naturale per chi vive nel gregge, guidato dai Pastori, ed è quindi abituato a lasciarsi condurre, onde rendere funzionante la meccanica della pastorizia cattolico-catodica.
Ma anche da animali addomesticati quali siamo, possiamo comunque percepire come la Chiesa, questo ampio contenitore di mansuete pecorelle, si fondi sulla tipologia Madre-Padre-Figlio, dinamica nella quale la Madre è strumento, il Figlio è intermediatore obbediente, il Padre è colui che fa le regole e ordina gli atti.
La Chiesa, soggetto femminile, è santa anche se contiene miriadi di pecorelle peccatrici, poiché è contenitore e corpo virtuale, ed ha il suo modello nella donna/Maria che riceve lo Spirito divino, ispiratore ed ordinatore. A ben guardare, al di là degli accomodamenti dottrinali successivi, la Chiesa si basa su una salda dottrina patriarcale, ed è proprio sulla cultura patriarcale che fonda il suo potere.
“…la Vergine Maria è la figura (“typus”) della Chiesa. La funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce l'unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l'efficacia. Infatti ogni salutare influsso della beata Vergine …sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo, si fonda sulla mediazione di lui, da essa assolutamente dipende d attinge tutta la sua efficacia” (8).



La Chiesa è una vulv..., pardon, una valvola

La religione cattolica in ciò è una “regolatrice” del rapporto uomo/donna e natura/cultura proprio come tante altre religioni, e per capire in profondità quali energie regoli è necessario partire dal gioco attività/passività, nella sequenza dialettica e temporale che coinvolge tutta la materia vivente:

  • Materia inorganica
  • Origine della vita – creazione di tensione
  • Impulso alla regressione
  • Eros – cellule germinali
  • Impulso a tornare all'inorganico
  • Lotta per l'esistenza – Versus – Impulso di distruzione
  • Eros organizzato, sublimazione, ordine sociale, alienazione
  • Aggressione esterna-interna, istinto di morte
  • Principio del Nirvana: eterna volontà di ritorno al grembo materno
Il senso della parola “religione” nel suo significato di “ripetere” ma anche di “separare” (religare) hanno in questa sequenza la funzione di gestione delle energie entro limiti che consentano la sopravvivenza del modello stesso, nel nostro caso del modello sociale e culturale patriarcale che ha come terreno e contenitore la Chiesa-Madre. Ed inoltre:
“…Partendo dal suo concetto di trauma della nascita, Otto Rank è giunto alla conclusione che la cultura crea in scala sempre più vasta dei “gusci protettivi” che riproducono lo stato intrauterino” (9).

Il recinto che circonda i sacerdoti, coloro che amministrano i riti, è la loro elezione simbolica a magi replicatori dell'eterno. Nel replicare essi celebrano una vita che sia protetta come quella intrauterina, e si garantiscono l'immunità dalle regole del mondo “volgare”, laico (10).
Il fantasma del Bambino, essere che ci ricorda l'Eros libero dalle successive imposizioni, il Nuovo nato non ancora crocifisso, è il fulcro che permette la creazione del legame perverso tra la produzione di Bambini e quella di beni, il desiderio ed il senso di colpa, la passione (the passion?) e il sacrificio.

L'ozio è il padre dei vizi

Nella caotica e innovativa società globalizzata la richiesta del guscio protettivo trova infinite applicazioni materiali. La società li produce come merci, nel continuo tentativo degli individui di evitarsi dispiaceri e problemi derivanti dal contatto con il deluso Eros, con la contingenza dei continui stressanti rapporti sociali, e contro la dura realtà quotidiana della vita: gusci-fantasia prestampati (fiction), gusci relazionali (chat), gusci-esoscheletro (automobile), gadget della passività e della protezione sempre in bilico con l'impulso erotico a incontrare, conoscere, rischiare il contatto.
Gadget che sono comunque dei prodotti, e come tali oggetti che esplicano il rapporto tra Eros e produzione.
Abbiamo già avuto modo di confrontare i testi principali attraverso i quali la Chiesa cattolica ha sancito la sua alleanza col Capitalismo per la gestione delle masse produttrici (11), masse che vanno mantenute in stato di sudditanza:

“Il lavoro è anche un obbligo, cioè un dovere dell'uomo. L'uomo deve lavorare sia perché il Creatore gliel'ha ordinato, sia per rispondere alle esigenze di mantenimento e sviluppo della sua stessa umanità. … Né il capitale può stare senza lavoro né il lavoro senza il capitale.
Si tratta di una verità che vale anche per il presente, perché “è del tutto falso ascrivere o al solo capitale o al solo lavoro ciò che si ottiene con l'opera unita dell'uno e dell'altro; ed è affatto ingiusto che l'uno si arroghi a sé quel che si fa, negando l'efficacia dell'altro” (12).
Addentriamoci però di più nell'analisi del meccanismo di regolazione degli istinti nel quale la religione ed il lavoro (e la produzione) sono fondamentali valvole.
Occorre per questo citare uno dei migliori interpreti politici della psicanalisi, Herbert Marcuse, che ci offre una sintetica visione del rapporto istintualità/razionalità immerso in quella che può essere stata la genesi della cultura patriarcale:
  • La sostituzione del principio della realtà al principio del piacere …filogeneticamente avviene per la prima volta nell'orda primitiva, quando il padre primordiale monopolizza potere e piacere, e costringe i figli a rinunciarvi. Ontogeneticamente, esso ha luogo durante il periodo della prima infanzia, e la sottomissione al principio della realtà viene imposta da parte dei genitori e degli educatori.
  • …Il padre primordiale, come archetipo del dominio, dà inizio alla reazione a catena di asservimento, ribellione e riconquista del dominio, che caratterizza la storia della civiltà. Ma fin dalla prima restaurazione preistorica del dominio seguita dalla prima ribellione, la repressione dall'esterno è stata coadiuvata dalla repressione dall'interno: l'individuo non libero introietta i propri padroni e le imposizioni di questi ultimi, nel proprio apparato psichico. La lotta contro la libertà si riproduce nella psiche dell'uomo come autorepressione dell'individuo represso, e la sua autorepressione a sua volta sostiene il padrone e le sue istituzioni. È questa dinamica psichica che, secondo Freud, costituisce la dinamica della civiltà” (13).
  • La funzione del padre viene gradatamente trasferita dalla sua persona individuale alla sua posizione sociale, alla sua immagine nel figlio (coscienza), a Dio, alle varie entità che insegnano al figlio a diventare membro maturo e controllato della sua società… La famiglia monogamica, con i suoi obblighi imponibili al padre, limita il monopolio che quest'ultimo ha sul piacere; l'istituzione della proprietà privata ereditabile, l'universalizzazione del lavoro, giustificano nel figlio l'attesa di un proprio piacere sanzionato e proporzionato alle sue prestazioni socialmente utili (14).
Da: principio del piacere A: principio della realtà
soddisfazione immediata soddisfazione differita
piacere limitazione del piacere
gioia (gioco) fatica (lavoro)
recettività produttività
assenza di repressione sicurezza

Il principio di realtà diventa “principio di prestazione” in una società nella quale la produzione diventa da mezzo a fine.
Inserendosi in questo meccanismo come valvola di controllo delle energie istintive, la Chiesa cattolica ha sempre investito sulla proliferazione demografica incontrollata, predicando l'universale castità, ovviamente impossibile, quale pastoia dell'eros vitale e comunicativo, ed in contraddizione con ciò condannando la proliferazione produttiva e il consumismo della società capitalista, frutto inevitabile del principio di prestazione, che mette in pericolo però il ruolo tradizionale di punto di riferimento che la religione detiene in società sottosviluppate dal punto di vista dei beni e affrante dalla penuria (15).
Inevitabile comunque l'escalation distruttiva così ben riassunta da Marcuse:

“Ma il progresso stesso della civiltà aumenta la portata della sublimazione e dell'aggressività controllata; per queste due ragioni, l'Eros viene indebolito e si scatena la distruttività. … contro la crescita della civiltà opera l'insistente (benché represso) impulso di trovare riposo in una soddisfazione finale. Il dominio, e l'aumento del potere e della produttività, procedono per mezzo di distruzioni al di là di ogni necessità razionale. La ricerca della liberazione è offuscata dalla ricerca del Nirvana” (16).
Un circolo vizioso che ha portato la nostra società a considerare il valore del Prodotto interno lordo come indice del benessere, lo sfruttamento delle risorse come unico valore, oltre ad aver espresso il nazismo ed il fascismo, nel momento in cui le energie istintive dei Figli sessualmente repressi non potevano più essere arginate dallo Stato e dalla Chiesa tradizionali, dalle promesse dei Padri, e l'istinto di morte diventava più forte.
La frustrazione sessuale e sociale diventava volontà folle di epurazione, di omogeneità, di uniformità, e di questa istintiva catarsi (orgasmo) distruttiva la Chiesa, seppure contrariata e più avvezza alla teorizzazione quotidiana del Paradiso, doveva farsi complice. Ed è stata comunque responsabile.

La madre dei cretini

Responsabile come ora, nel momento in cui si allea negli Stati Uniti con il governo guerrafondaio per mandare i giovani in Iraq e per predicare la castità degli adolescenti, responsabile quando, durante le mega Giornate per la gioventù, glorifica i vecchi tempi come quelli di una sana famiglia e di sani valori: castità, procreazione, produzione, uniformità, conformismo. Quei vecchi tempi durante i quali, però, i discorsi della Chiesa e quelli dei nuovi bravi ragazzi (pronti a subentrare ai Padri) erano tragicamente somiglianti nel dato comune più importante, la perpetuazione del patriarcato e lo sfruttamento della risorsa/donna all'interno di una cellula funzionale prestabilita, la famiglia tradizionale:

Adolf Hitler, Mein Programm, 1932:
“La donna, per natura e destino, è la compagna di vita dell'uomo. Così come lo sviluppo economico nei millenni ha mutato i campi di attività dell'uomo, così ha mutato anche logicamente i campi di attività della donna. Oltre all'obbligo del lavoro comune l'uomo e la donna hanno anche il dovere di conservare l'uomo stesso.
Per quanto possano essere estesi i campi di attività della donna, il fine ultimo dovrà pur sempre essere uno sviluppo veramente organico e logico nella costituzione della famiglia. Essa è la più piccola ma la più preziosa unità nella struttura di tutto l'apparato statale. Il lavoro nobilita la donna quanto l'uomo. Ma il figlio nobilita la madre” (17).
Compendio della dottrina sociale della Chiesa:
“Una società a misura di famiglia è la migliore garanzia contro ogni deriva di tipo individualista o collettivista, perché in essa la persona è sempre al centro dell'attenzione in quanto fine e mai come mezzo.
(…). Senza famiglie forti nella comunione e stabili nell'impegno, i popoli si indeboliscono. Nella famiglia vengono inculcati fin dai primi anni di vita i valori morali, si trasmette il patrimonio spirituale della comunità religiosa e quello culturale della Nazione”.
Stilemi tradizionali che non dicono nulla di più che confermare il potere maschile sull'Eros ed una visione della sessualità nella quale il piacere e la comunicatività sono seppelliti, paradigmi che risorgono in ogni epoca e in ogni situazione:
Progetto di legge presentato dal governo croato, 1993:
“art. 38-1, protezione sociale della famiglia:
(a) “La repubblica di Croazia deve concepire leggi e creare le condizioni che facciano in modo che la prima e più venerata professione nella repubblica sia quella di madre-educatrice”.
(f) “Lotta contro la non-femminilità. La situazione demografica è aggravata da un nuovo male: il matrimonio tardivo, dai 35 sino ai 50 anni; questi matrimoni non producono bambini. La nuova politica fiscale della Croazia non favorirà la non-femminilità, essa stimolerà la famiglia e le coppie sposate con bambini”.

Compendio della dottrina sociale della Chiesa:
“Va pure rifiutato il ricorso ai mezzi contraccettivi nelle loro diverse forme: tale rifiuto si fonda su una corretta e integrale concezione della persona e della sessualità umana ed ha il valore di un'istanza morale a difesa del vero sviluppo dei popoli”.

Arsenico e vecchi merletti

I vecchi e nuovi veleni contro chi vive un rapporto d'amore al di là della sua funzionalità al sistema produttivo-riproduttivo non sono che l'eterna riproposizione quindi del meccanismo di sopravvivenza del patriarcato. La legge ha creato il peccato e se il peccato è “originale” è anche peggio. Non c'è modo per gli esseri umani assoggettati al cattolicesimo di considerare la propria sessualità in altra maniera, perché il peccato, la contravvenzione alle norme, è stato definito dalla religione cattolica come connaturato agli esseri umani nel momento della scoperta del desiderio.
È ovvio che la Norma è stata creata per suo comodo dal Padre:

“L'uomo, tentato dal diavolo, ha lasciato spegnere nel suo cuore la fiducia nei confronti del suo Creatore, e, abusando della propria libertà, ha disobbedito al comandamento di Dio. (…) sedotto dal diavolo, ha voluto diventare come Dio…”.
Qualunque ne sia il motivo, l'uso deliberato della facoltà sessuale al di fuori dei rapporti coniugali normali contraddice essenzialmente la sua finalità. Il godimento sessuale vi è ricercato al di fuori della relazione sessuale richiesta dall'ordine morale, quella che realizza, in un contesto di vero amore, l'integro senso della mutua donazione e della procreazione umana.
Catechismo della Chiesa cattolica.
Il senso di colpa scatenato dal naturale desiderio sessuale in una società sessuo-repressa scatena a sua volta la necessità di placare l'angoscia con il rito sacrificale, che ci fa passare la soglia della morte e ci riporta indietro salvi. Così l'agnello pasquale, così il Figlio che si sacrifica alla legge del Padre, così la paura della punizione per il desiderio incestuoso, paura che ha scatenato energie violente ogni qualvolta un'orda di giovani maschi ha voluto liberarsi della colpa e prendere il potere. Ciò che “viene reso sacro” è dato in sacrificio al proprio istinto di morte, lenendo così il richiamo dell'autodistruzione scatenato dall'educazione repressiva.
“Senza la legge infatti il peccato è morto e io un tempo vivevo senza la legge. Ma, sopraggiunto quel comandamento, il peccato ha preso vita ed io sono morto; la legge, che doveva servire per la vita, è divenuta per me motivo di morte” (7.8-10). (18)

Pane, amore e fantasia

In questa dialettica tra Eros e Thanatòs, tra voglia di vivere e volontà di morire, tra ribellione e rassicurazione, la Chiesa lenisce l'angoscia coi suoi rituali, nei quali una grande massa di persone fa confluire le proprie insicurezze, le speranze, i bisogni emotivi. Essa gestisce i sentimenti che altrimenti rimarrebbero in gran parte inespressi a causa del basso livello di autoconsapevolezza e di comunicazione creativa e profonda presente in una società patriarcale, nella quale il sentire può essere peccato e l'espressione dei sentimenti inopportuna e non adulta.
Essa è portata a dichiarazioni diplomatiche che seguono pigramente la storia in modo da non sclerotizzarsi, in ultimo quella contro “la gestione del potere da parte di pochi” contenuta nell'enciclica Deus caritas est e che ovviamente… non si applica alla gerarchia cattolica. Nel frattempo, come scrive Bruno Ballardini, essa gestisce i propri contenuti immutabili cercando di ripeterli in modi nuovi esattamente come può fare la più vecchia multinazionale del mondo:

“In un clima di grande tensione nel mercato mondiale causata da episodi di intolleranza da parte di consumatori fedeli ed altri competitor e dal loro fanatismo per il loro brand, Benedetto XVI ha ristabilito la centralità della Marca che rappresenta, riaffermando che il suo prodotto è in assoluto il più buono. Così si è aperta l'enciclica Deus caritas est (…). Tutta l'enciclica si fonda sul ribadire ancora una volta la property della marca rivendicandone il primato. L'amore è esattamente ciò che stabilisce la superiorità della religione cattolica sulle altre. Ancora una volta si tratta di una questione linguistica. I rappresentanti del Verbo lo sanno bene e ancora una volta mostrano l'efficacia di questo posizionamento. Nessun'altra religione ha definito in modo così compiuto e perfetto la dinamica “amorosa” che lega i consumatori fra loro e tutti insieme alla Marca.” (19)
Ma l'ultima enciclica ha molte chiavi di lettura: l'amore (leggi la castità del ceto religioso) è anche il motore proprio di quel meccanismo mondiale il cui nome è compreso nel titolo dell'enciclica: la Carità. Ratzinger dunque vuole ricentrare l'impegno della Chiesa ad essere protagonista in tutti gli angoli del pianeta devastati dal capitalismo e dallo sfruttamento economico.
“Caritas” è quell'impegno a smussare le conseguenze del sistema con il quale il clero è perfettamente integrato. Il senso del sacrificio, poi, che è centrale nella predicazione sessuo-repressiva anche di questo papato, è assolutamente trendy con l'attuale periodo di magra internazionale. Che dire dei sacrifici che tutti dovremmo fare per vivere in maniera eticamente ed ecologicamente corretta mantenendo però il dominio del Capitale? È certo che la Chiesa non tarderà a fare nuove omelie in merito a quella che, in questo caso, potremmo definire con una parafrasi la “decrescita infelice”: meno consumisti, meno produttivi, ma sempre obbedienti e repressi.
La gestione dell'amore inteso come sessualità è l'altra chiave di lettura della Deus caritas est ed il tema sul quale, per smentire i fatti, i novelli santopadri debbono sfoderare tutta la propria fantasia. Dalla fantasiosa interpretazione delle scoperte scientifiche per gestire il significato dell'unione eterosessuale fin dall'Annunciazione. Verrebbe da dire “Dio zigote” per l‘abilità nel santificare una fecondazione eterologa del Cardinal Castrillon Hoyos:
“Duemila anni fa, un ovulo fu miracolosamente fecondato dall'azione soprannaturale di Dio, da questa meravigliosa unione risultò uno zigote con un patrimonio cromosomico proprio. Però in quello zigote stava il Verbo di Dio” (20).
…all'insidiosa fantasia di Monsignor Melina (è il cognome), il quale, intervistato al convegno di studi contro l'omosessualità tenutosi lo scorso febbraio a Roma così si esprime sulla questione del riconoscimento delle unioni civili gay e lesbiche:
“D: Mentre la Chiesa sostiene che la questione venga praticamente imposta da un'ideologia politica?
R: Per dirla con Marx l'ideologia è la giustificazione di interessi nascosti che non si vogliono rivelare.
D: E quale sarebbe l'interesse del movimento gay?
R: Distruggere una certa concezione della famiglia e dell'amore umano.” (21)

Come le unioni civili metterebbero in pericolo la libertà altrui di unirsi in matrimoni cattolici non è dato saperlo. A meno di non usare la chiave interpretativa qui proposta della costruzione del nemico, chiave avvalorata anche dagli sproloqui di Melina sulla perniciosa presenza di questi terribili gay “senza dio” anche tra le classi dirigenti (massoneria gay trasversale?) e, aggiungerei io a questo punto, anche in Vaticano.



Teocrazia e democrazia

La società civile è tutt'ora strutturata su basi archeologiche teocratiche, basti pensare a quanto recenti sono le modifiche alla struttura normativa civile in materia di religione, sessualità, biopolitica e famiglia. Ricordando alcune date di queste battaglie possiamo valutare quanta fatica sia stata fatta per consentire alle donne ed alle famiglie, da qualsiasi persone esse siano composte, di provare a gestire laicamente la vita ed il corpo.

  • 1929: Patti Lateranensi (religione di Stato)
  • 1931: Codice Rocco (delitti contro la morale)
  • 1945: estensione alle donne del diritto di voto
  • 1947: Assemblea costituente
  • art. 7 della Costituzione sui rapporti Stato-Chiesa
  • 1960: parità retributiva per le lavoratrici donne
  • 1963: ammissione delle donne ai pubblici uffici e professioni
  • 1970: legge sul Divorzio
  • 1975: Nuovo diritto di Famiglia
  • 1978: Legge 194 su tutela della maternità e aborto
  • 1980: proposta di legge popolare sulla violenza sessuale (da delitto contro la morale a delitto contro la persona).
  • 1981: vittoria dei No ( 68%) al referendum abrogativo legge 194
  • 1995, grande manifestazione popolare femminista a Roma contro le minacciate modifiche alla legge 194
  • 2003, proposta di legge pacs, patti civili di solidarietà ed unioni di fatto
  • 2004, Legge 40 su procreazione medicalmente assistita
  • 2005, referendum abrogativo legge 40, fallito il quorum
  • 2006, grandi manifestazioni popolari a Roma e Milano contro la politica antifemminista e omofobica del governo
La grande fatica impiegata per spostare, a volte solo di pochi millimetri, i confini della repressione, ci mostra anche oggi come a livello psichico il senso di colpa agisca in maniera generalizzata (vedi le tendenze autodistruttive nei movimenti giovanili), come anche il meccanismo di passaggio del potere tra uomini sia essenzialmente patriarcale in tutte le realtà sociali politiche e non certo solo in quelle della Chiesa, come sia difficile anche sopravvivere al concetto stesso di antagonismo, cioè a quei meccanismi di ribellione così legati all'origine che di solito… danno un risultato praticamente uguale a ciò che si voleva contestare.
Il dominio sui corpi ha di recente scoperto anche che la biopolitica è un mercato, e forse non tarderemo a vedere gli affaristi di sinistra fare nuovi affari con il Movimento per la vita nella spartizione dei consultori (22).
Pater, Duci, Padrini, Padroni, ruoli affini e tanto comuni da risultare invisibili. Esemplare in questo senso il grido di stupore dei mass media alla scoperta che il vecchio padrino Provenzano, aveva cinque Bibbie in casa: “Che il capo della mafia, il padrino in carne e ossa, sia apparentemente un uomo molto religioso è solo uno dei tanti paradossi della storia”. Eppure la mafia è patriarcato. Eppure ciò che crea la religiosità è semplicemente uno dei materiali di base, l'argilla come direbbero le favole, che sta in me, in te, ed anche in Ratzinger:
il nostro concreto, caro, impetuoso, avvilito, fantasioso Eros.

Francesca Palazzi Arduini

Da Eros a Ratziger. Itinerario nella sessuo-repressione è il titolo della conferenza tenuta dall'autrice nel 2005, in attesa della prima enciclica di questo Papa, che, pubblicata alla fine del 2005, ha eletto argomento cardine proprio la gestione dei sentimenti.

Note

  1. Vedi “A” rivista n. 311, ottobre 2005: Reich e i fagociti bianchi.
  2. Bright, brillante, termine che in USA autodefinisce i non credenti ed i razionalisti, Vedi anche “Daniel Dennet”.
  3. 20 febbraio 2006. “il seminario offre un approfondimento dei rischi che comporta la negazione della differenza sessuale” (da “La Repubblica” 20 febbraio 2006), anche qui si può notare la forzatura dell'affermazione, perché non si vede come l'omosessualità in sé neghi la differenza, se non quella prestabilita dalla tradizione cattolica. V. anche “gender”.
  4. La lettera del Prefetto era datata maggio 2004. Le considerazioni della Congregazione per la dottrina della fede 2003.
  5. Vedi la lettera apostolica di GPII Mulieris dignitatem (1988), ma anche la lettera sulla collaborazione dell'uomo e della donna firmata da Ratzinger, “La Chiesa è oggi interpellata da alcune correnti di pensiero, le cui tesi spesso non coincidono con le finalità genuine della promozione della donna”. Sulla genuinità e sulla promozione… intervenne compiaciuta Luisa Muraro, con una lettera “inter pares”, v. “Il Manifesto” 7/08/2004: “Se il cardinal Ratziger fosse mio studente”.
  6. Enciclica Deus caritas est, 25 dicembre 2005.
  7. Cost. Past. Concilio vaticano II, Gaudium et Spes, 1966.
  8. Catechismo della chiesa cattolica. E anche Concilio Vaticano II Lumen Gentium, 1964.
  9. Herbert Marcuse, Eros e civiltà (1955), Einaudi 1964. Capitolo “Intermezzo filosofico”.
  10. Roberto Esposito, Immunitas, Einaudi 2002. Capitolo “Il katéchon”.
  11. Documento della Federazione dei comunisti anarchici: Sussidiarietà e dottrina sociale della Chiesa: da cittadini, a clienti, per tornare ad essere gregge, in “A” rivista anarchica n. 311, ottobre 2005, ed in www.fdca.it.
  12. Compendio della dottrina sociale della Chiesa, Libreria editrice vaticana, 2004. Vedi anche Leone XIII Rerum novarum (1892). E GPII Laborem exercens (1981).
  13. Herbert Marcuse, Eros e civiltà, parte prima: “sotto il dominio del principio della realtà”.
  14. ibidem, vedi anche il capitolo “La dialettica della civiltà” in cui si fanno ampie citazioni della teoria psicanalitica di Sigmund Freud: “ …il senso di colpa ha origine nel complesso edipico, e fu acquisito quando il padre venne ucciso dall'associazione dei fratelli…” (Sigmund Freud, Il disagio della civiltà).
  15. Penuria: Lebensnot, Ananke. Il motivo economico per cui la società impone la modificazione decisiva della struttura degli istinti.
  16. Herbert Marcuse, Eros e civiltà, “Intermezzo filosofico”.
  17. Citato anche in W. Reich, Psicologia di massa del fascismo (1933), Sugarco 1976.
  18. Paolo, Lettera ai Romani, citato in Roberto Esposito, Immunitas.
  19. Bruno Ballardini, Gesù lava più bianco, ovvero come la Chiesa inventò il Marketing, Minimumfax, Roma 2006, cap VI, nuova edizione. Ringrazio Bruno Ballardini per avermi anticipato il testo della nuova edizione del libro già edito da Minimum Fax nel 2000.
  20. “LaRepubblica”, 17/11/2000. Vedi anche Federico La Sala Nel 150° anniversario della nascita di Sigmund Freud il Vaticano prepara le sue “leggi” contro gli omosessuali, in www.ildialogo.org.
  21. Intervista di Marco Politi, “La Repubblica” 20/02/2006.
  22. Vedi “Confessione e prestazione: la violenza del principio di laicità nell'erogazione dei servizi alla persona”, dicembre 2005, www.fdca.it. Nel quale si sottolinea, in base a dati circa le intese tra Regioni e associazioni cattoliche vicine al Movimento per la vita, come la gestione dei corpi stia diventando un libero mercato e come anche in questo settore la forte trama organizzativa cattolica schiacci il diritto alla laicità nelle prestazioni.