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Immigrazione e globalizzazione

Immigrazione e globalizzazione, ovverosia l'irruzione del progresso in senso umano. Con gli ostacoli – l'avversione, la promozione del disprezzo, la sottovalutazione, lo sfruttamento, le forme di razzismo esplicito e implicito, palese e subdolo, legalizzato o tollerato dalla legge, tradizionale, moderno e postmoderno, popolare e culturale, di partiti e di movimenti – che accompagnano questo mutamento inarrestabile, irreversibile.
L'altra faccia della medaglia è la gioia di vivere in un spazio culturale molto più vasto, di cui si gode quando si esce di casa, si prende un mezzo pubblico, si guarda il vicino – non il prossimo, troppo spesso massacrato da chi diceva di amarlo –, si ascolta un idioma straordinario, si osserva un abbigliamento inconsueto.
Siamo quindi, sollecitati o costretti dalla novità ad abbandonare l'aiuola che ci fa tanto feroci (meglio pozzanghera), la quale, fuori metafore, è la somma di caseggiato, condominio, borgo, rione, città, paese in cui viviamo; luoghi coperti da una coltre di istituzioni politico-sociali non create, ma subite da noi: zona, comune, provincia, regione, stato, associazioni di stati. Insomma quella specie di civiltà, o inciviltà, che ci è capitata addosso, nascendo.
Arrivano i barbari, o semplicemente i portatori di altri modi di pensare, agire, sperare, gioire amare, unirsi, collaborare, ricordare? Coraggio, approfittiamone! Che fare insieme? Convivere con lo scontro estrarne il positivo, realizzarlo ogni giorno come e per quanto possibile, da soli e con altri. Non per dovere o per morale (categoria filosofica con la quale da millenni l'umanità ha combinato poco di buono, spesso il male), ma per la gioia, il piacere, perché no? La bellezza di essere diversi, cioè nuovi; non massa né élite, ma minoranza autonoma che agisce per mutare pelle e funzioni, come fanno alcune specie animali, per fondare altri istinti. (...)
Quindi integrazione, ma non integrazione nei vecchi sistemi dei paesi ospitanti, non carità (per carità), che è aiuto a fondo perduto, ma unione di capacità, abilità, velocità diverse, collaborazione, promozione di azioni comuni per realizzare uguaglianza e libertà per gli indigeni, che siamo noi, e i giovani di forza e di testa che ci arrivano in casa. Un bel capogiro: per secoli fummo noi a svolgere il ruolo di migrare dall'Europa verso reami ed imperi di tutti i continenti, per poi assoggettarne tutti gli abitanti; oggi sono loro che ci arrivano in casa (e sono coscienti del ribaltamento, ne sono fieri e ce lo dicono): affrettiamoci a trattarli meglio di quanto i nostri antenati trattarono i loro, altrimenti a lungo o a medio termine, ci imiteranno. In un secolo, anche meno, tutto può capitare.
Per gli anarchici, che nel comportamento sono – vorrebbero o dovrebbero essere – diversi dai più, i compiti si presentano per ciò maggiori, ardui, da programmarsi in spazi, tempi, modi d'attuazione altri da quelli che mirano ad uniformare gli ospitati agli ospitanti, il che significa far invecchiare i giovani, anziché ringiovanire i vecchi.
Probabilmente già esistono iniziative in questo campo, da parte di compagne e compagni. Iniziative più o meno tradizionali (anche rispetto al movimento anarchico), più o meno innovatrici. Si tratta di collegarle, creare un solido permanente rapido scambio d'informazioni, una specie di comitato di corrispondenza ad hoc, per promuovere altre iniziative, soprattutto per volgere le attività già esistenti nella direzione che privilegiamo.
Utopie? Non tanto, se si vuole. Le utopie hanno facilitato, abbellito la vita su questo pianeta (e magari in altri, nell'universo). La politica – che è l'arte, o l'artigianato, di realizzare il realizzabile – sinora ha cambiato poco: e spesso in peggio.

Virgilio Galassi
(Milano)

 

 

I nostri fondi neri

Sottoscrizioni.
Emiliano Sghedoni (Campagnola Emilia - Re) 10,00; Tiziano Viganò (Casatenovo - Mi) ricordando Pierluigi Magni grande amico e compagno, 20,00; Fantasio Piscopo (Milano) ricordando mio pade Tullio, 25,00; Francesco Trovato (Siracusa) 10,00; Aurora e Paolo (Milano) ricordando Alfonso Failla e Umberto Tommasini, 500,00; Alfredo Mazzucchelli (Carrara - Ms) 500,00; Fabrizio Serra (San Giovanni in Persiceto - Bo) 20,00; Maria Cristina Gribaudi (Cappella Maggiore – Tv) 20,00; Luigi Vivan (San Bonifacio – Vr) 20,00; Cesare Vurchio (Milano) 20,00; Antonino Pennisi (Acireale – Ct) 20,00; Maurizio Serafini (Albano Laziale – Rm) 12,00; Renato Colombo (Boffalora Ticino - Mi) 100,00; Paolo Cavagnero (Arezzo) 20,00; Angelo Zanni (Sovere – Bg) 10,00; Giulio Canziani (Castano Primo – Va) 20,00; Silvio Gori (Bergamo) ricordando Egisto e Maria Gori, 30,00; Associzione culturale libertaria “A. Bortolotti” 3.197,75; Salvatore Piroddi (Arbatax – Nu) 30,00 Anita Pandolfi (Castel Bolognese – Ra) 20,00; Daniela ed Edy Zarro (Caslano – Svizzera) 10,00; Cesi e Peter Schrembs (Minusio – Svizzera) 10,00; Giorgio Nanni (Lodi) 20,00; Luca Ferracin (Lausanne - Svizzera) 35,00; Franco Bizzocoli (Carpi - Mo) ricordando l'amico e compagno Umberto Marzocchi, 10,00.
Totale euro 4.689,75.

Abbonamenti sostenitori.
(quando non altrimenti specificato, si tratta di 100,00 euro). Gianluigi Botteghi (Rimini); Paolo Santorum (Trento) 200,00; Massimo Bianchi (Cappella Maggiore – Tv); Paolo Zonzini (Cailungo – Repubblica di San Marino); Luca Todini (Brufa-Torgiano – Pg); Tommaso Bressan (Forlì); Fabio Palombo (Chieti); Luigi Pogni (Segrate – Mi); Giancarlo Frigeri (Locate Varesino – Co) 130,00; Luigi Caporiccio (Porto Ercole – Gr); Eros Bonfiglioli (Bologna); Stefano Cempini (Ancona); Roberto Panzeri (Valgreghentino – Lc).
Totale euro 1.430,00.