Rivista Anarchica Online


libri


di Massimo Ortalli

 

Nell'ottobre 2005 è uscito, dentro il n. 311 di “A”, il dossier Leggere l'anarchismo – La storia, le storie, il pensiero, di Massimo Ortalli: una rassegna ragionata di oltre 250 titoli, in italiano, di (relativamente) facile reperibilità. Questo dossier è consultabile e scaricabile gratis.
Da allora, naturalmente, sono continuati ad uscire libri, opuscoli, ecc. che – sempre in accordo con i criteri esplicitati sul dossier – vengono qui presentati – così come lo saranno sui prossimi numeri di “A” – sempre a cura dell'infaticabile Ortalli.
Un ottimo servizio, ci pare, per quanti desiderino restare aggiornati quasi in tempo reale sulla ricca (e spesso marginale) editoria che riguarda, in vario modo, l'anarchismo.
Per osservazioni, critiche, suggerimenti, richieste di ulteriori informazioni ecc. rivolgetevi direttamente a lui: massimo.ortalli@acantho.it.


John Dos Passos

John Dos Passos, Davanti alla sedia elettrica. Come Sacco e Vanzetti furono americanizzati, Santa Maria Capua Vetere, Edizioni Spartaco, 2005.
Il sostegno a Sacco e Vanzetti da parte degli intellettuali progressisti americani fu davvero fortissimo. E molto spesso anche importante, come dimostra questa prima edizione italiana (finalmente!) della appassionata controinchiesta che il famoso scrittore americano condusse per affermare l'innocenza dei due lavoratori anarchici. La bella postfazione di Piero Colacicchi, dell'Associazione per la difesa dei diritti delle minoranze, dimostra come l'emarginazione colpevolizzante del “diverso” sia, ancora oggi, uno dei tratti caratteristici della cultura delle classi dominanti. E come la “caccia” all'italiano condotta dai bravi benpensanti americani si riproduca oggi in quella, più o meno sommersa, degli italiani all'albanese e al nordafricano.

Carlo Capuano, L'ultima notte di Bartolomeo Vanzetti, Civezzano di Trento, Nonluoghi, 2005.
Evidentemente le tragiche vicende di Sacco e Vanzetti non cessano di ispirare opere dedicate alla sorte dei due anarchici. In questo volumetto, arricchito dalla postfazione di Zenone Sovilla, l'autore, “pittore, grafico e scrittore”, si trasforma in Vanzetti, e parlando in prima persona, ripercorre quella storia lontana, dalla fuga dalla natia Villafalletto all'arrivo in America e alla frequentazione dell'ambiente anarchico italo americano. Fino alla notte precedente l'esecuzione sulla sedia elettrica. Struggente e coinvolgente, il testo di Capuano riesce a comunicare la pacatezza e l'orgoglio con i quali Vanzetti affrontò il proprio destino.

Francis Russell, La tragedia di Sacco e Vanzetti, Milano, Mondadori, 2005.
Uscito in concomitanza con il discutibile sceneggiato messo in onda da Canale 5, questo volume è la ristampa dell'ormai classica edizione pubblicata da Mursia nel 1966: una ricostruzione in chiave giornalistica ma di avvincente lettura delle vicende che videro protagonisti, fra il 1920 e il 1927 Bartolomeo Vanzetti e Nicola Sacco, i due anarchici italoamericani mandati sulla sedia elettrica dopo sette anni di tribolazioni giudiziarie e nonostante la forte mobilitazione a loro favore in tutto il mondo. Francis Russell, giornalista d'indagine interprete della migliore tradizione anglosassone, con una prosa accattivante ripercorre quelle vicende cercando, nei limiti del possibile, di mantenersi neutrale ed “obiettivo”. Se ciò, indubbiamente, può essere un limite, al tempo stesso appare anche un pregio, e non l'ultimo, di questo interessante lavoro.

 

Bartolomeo Vanzetti

Bartolomeo Vanzetti, Una vita proletaria. L'autobiografia, le lettere dal carcere e le ultime parole ai giudici, Casalvelino, Galzerano, 2005.
Si tratta della seconda edizione delle toccanti testimonianze in presa diretta lasciateci da Bartolomeo Vanzetti. La prima edizione, risalente all'ormai lontano 1987, viene arricchita da un interessante apparato fotografico.

 

George Orwell
George Orwell, Ricordi della Guerra di Spagna, Roma, Datanews, 2005.
Sembra essere la caratteristica della editrice Datanews: offrire testi anche interessanti ma privi, se si eccettuano alcune note frettolose, di qualsiasi apparato critico. È il caso anche di questa prima edizione di alcune sorprendenti, e sconsolate, considerazioni orwelliane scritte nel pieno della seconda guerra mondiale e a pochi anni dalla definitiva sconfitta della Rivoluzione spagnola. Come sempre Orwell, il cantore delle giornate barcellonesi nel suo splendido Omaggio alla Catalogna, riesce a cogliere con intelligenza e disincanto alcuni dei tratti salienti di quella grande esperienza, denunciando con imparziale lucidità i crimini dello stalinismo, l'inettitudine e l'ignavia delle grandi potenze “democratiche”, il ruolo spregiudicato e delinquenziale dei fascismi europei. Dove comincia l'Omaggio, con il miliziano italiano eretto a simbolo dei combattenti per la rivoluzione spagnola, così terminano queste brevi considerazioni, con la struggente poesia (purtroppo non tradotta) dedicata a quel miliziano e a tutti i compagni accorsi a combattere in Spagna.

 

Gian Carlo Fusco
Gian Carlo Fusco, Duri a Marsiglia, Torino, Einaudi, 2005.
Un sorprendente romanzo del famoso scrittore e giornalista, ai vertici del successo letterario soprattutto negli anni sessanta. Una storia noir, ambientata in una Marsiglia dai tratti romanticamente balordi e criminosi come si conviene a un giallo di maniera, nel quale il protagonista è un giovane anarchico ligure che nei primi anni trenta fugge dall'Italia per sottrarsi al soffocante e repressivo regime fascista. Giunto a Marsiglia, la capitale “morale” della mala, pur mantenendo l'amore per l'anarchia e per le poesie di Baudelaire, non esita a introdursi nel milieu delle zone del porto, diventando uno degli uomini più affidabili e “valenti” della cosca dei calabresi. Per tanti aspetti un bel giallo d'ambiente e, per noi e i nostri interessi, una curiosa scoperta: quella di trovare anche qualche nostro compagno impegnato nella lotta per il controllo del territorio, ingaggiata dalle bande marsigliesi.

 

Manuel Rivas
Manuel Rivas, La lingua delle farfalle, Milano, Feltrinelli, 2005.
Non è propriamente un libro sull'anarchismo, questa raccolta di racconti brevi dello scrittore galiziano. Ma fra questi, due, due perle a mio parere straordinarie, ne arricchiscono il valore e ci riportano all'anarchia. Il primo, La lingua delle farfalle, è la storia bella e drammatica, ambientata nella Spagna del 1936, di un anziano maestro libertario epigone della Scuola Moderna di Ferrer, e del suo rapporto con i giovanissimi allievi. Un educatore profondamente umano e “moderno”, che pagherà con la vita il suo amore per la libertà (da questo racconto è tratto il bellissimo film omonimo). Il secondo racconto, Verso le montagne, narra la paradossale vicenda del pappagallo Pio IX, orgogliosamente esposto sulla strada e addestrato a ripetere tutto ciò che gli si insegna. Ma quando, ascoltando tutti i giorni un gruppo di operai che passano davanti al balcone, comincerà ad esclamare, sempre più convinto, “Viva l'anarchia!” di lui non se ne saprà più niente. Sicuramente tolto agli occhi del mondo dalla bigotta padrona.

 

Bernardo Melacci
Cinzia Cardinali e Ezio Raspanti (a cura di), Bernardo Melacci poeta libertario, Foiano della Chiana, ANPI, 2005.
Di tradizioni anarchiche, proletario, cresciuto in un paese della “rossa” toscana, Bernardo Melacci, nel 1921 partecipa, assieme ai contadini di Foiano, a un'azione contro i fascisti venuti per incendiare le sedi delle associazioni popolari. Dopo aver scontato, per questo atto di ribellione, oltre vent'anni fra carcere e confino, trova la morte nel 1943 nel manicomio in cui l'aveva rinchiuso un regime che continuava a temerne i lucidi atti d'accusa. Nonostante lo strazio di una simile esistenza, riesce a conservare una commovente umanità, che gli permette di scrivere struggenti poesie, intimiste e ribelli, oggi finalmente riproposte in una edizione curata dall'amministrazione della sua città e dalla locale sezione dell'ANPI. Una pubblicazione resa possibile anche dall'impegno del suo biografo “ufficiale” Giorgio Sacchetti, che ne ha curato la bella e sentita prefazione.

 

Emilio Canzi
Ivano Tagliaferri, Il colonnello anarchico. Emilio Canzi e la guerra civile spagnola, Piacenza, Scritture, 2005.
Dopo Garcia Oliver, il ministro anarchico raccontato da Fulvio Abbate, ecco, a dimostrazione di quel che ha saputo combinare la Rivoluzione spagnola, Emilio Canzi, il colonnello anarchico, di cui traccia la biografia Ivano Tagliaferri.
Militante attivo nel movimento anarchico, partecipe a tutte le iniziative di lotta e antifasciste, esiliato e combattente in Spagna, Canzi si troverà a guidare, durante la Resistenza, il movimento partigiano del Piacentino. La sua vita, come quella di tanti altri libertari e antifascisti della sua generazione, percorre, con la stessa intensità, tutte le tappe che porteranno il Paese alla liberazione dalla dittatura nazifascista.
Finalmente, dunque, e benvenuto questo tributo che ricostruisce il ruolo centrale che ebbe Emilio Canzi nel panorama politico e sociale della sua terra.

Massimo Ortalli