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                  Cafiero, 
                  il comunismo... 
                Cari compagni,  
                  intanto grazie per la rivista che mi inviate ogni mese.  
                  Sul numero 290 ho letto un interessante articolo di Felice Accame 
                  sul disagio psichico di Cafiero e vorrei avere qualche spiegazione. 
                   
                  Fra le cause del disagio di Cafiero, Accame cita, insieme ai 
                  problemi famigliari e le delusioni politiche, il vivere come 
                  opposti anarchia e comunismo.  
                  Si tratta di unaffermazione ricavata direttamente da fonti 
                  che riguardano Cafiero o il contesto coevo che possa averlo 
                  influenzato in tal senso? Sarebbe interessante sapere qualcosa 
                  di più su di esse.  
                  Si tratta di unipotesi interpretativa e proiettiva del 
                  lavoro intellettuale di Accame, che anticiperebbe così 
                  al Cafiero ed al suo tempo una opposizione che sembra più 
                  frutto delle tragedie del 900 (il bolscevismo, la Spagna, 
                  il socialismo reale, ...) le quali portarono gran parte del 
                  movimento anarchico a maturare in un anti-comunismo omnicomprensivo 
                  lorrore per il bolscevismo e lo stalinismo? Sarebbe interessante 
                  conoscere gli elementi fondanti dellipotesi di lavoro. 
                   
                  In attesa di un vostro riscontro e magari dello stesso Accame, 
                  vi ringrazio anticipatamente e vi auguro buon lavoro.  
                  Saluti libertari.  
                Donato Romito 
                  (Pesaro) 
                  
                 ... 
                  e lanarchia 
                Nel mio articolo su Cafiero, a dire il vero, non ho messo in 
                  gran evidenza lopposizione fra anarchia e comunismo e 
                  il possibile ruolo che questa opposizione può aver giocato 
                  in quel complesso costrutto  individuale e collettivo 
                   che ho chiamato «paradigma manicomiale». 
                  Donato Romito, tuttavia, coglie un problema cospicuo che meriterebbe 
                  ben altri approfondimenti di quanto non possa fare qui di seguito. 
                   
                  In breve, comunque, dirò che, innanzitutto, qualsiasi 
                  «contraddizione» vissuta come tale bene non fa. 
                  Penso a categorie ormai diffuse come «nulla», «vuoto», 
                  «infinito», ecc., che sono ricavate per semplice 
                  negazione e che, al sostarvi mentalmente, provocano vertigine 
                  a causa di unattenzione che, non riuscendo ad applicarsi 
                  ad alcunché, forza i limiti biologici del proprio funzionamento. 
                   
                  A maggior ragione, credo che, nelle persone consapevoli  
                  e dubito che Cafiero non fosse una di queste  siano vissute 
                  non senza danni anche le contraddizioni politiche.  
                  Che, poi, il contrasto  durissimo  fra anarchia 
                  e comunismo fosse già palese ai giorni di Cafiero è, 
                  ahinoi, ben documentato da numerose testimonianze. Si pensi 
                  alla guerra dichiarata da Marx a Bakunin, o alle travagliate 
                  discussioni  mettendo a repentaglio la vita propria e 
                  quella dei propri cari  fra Herzen, Necaev e Ogarev. Alcune 
                  pagine del Diario di Herzen (datate al 1870, cfr. A. 
                  Herzen, A un vecchio compagno, Einaudi, Torino 1977) 
                  sono particolarmente sintomatiche delle conseguenze morali e 
                  politiche  individuali e collettive  del clima congiuratorio 
                  e dei rituali relativi. La lettura, poi, di un testo come Il 
                  catechismo del rivoluzionario (forse ascrivibile alle quattro 
                  mani di Bakunin e Necaev) mostra chiaramente  ben prima 
                  delle tragedie novecentesche  la distanza di quel pensiero 
                  da quello che Strada ha definito come il «razionalismo 
                  critico-scientifico marxiano», una distanza che, per chi 
                  avesse avuto la buona volontà di colmarla, sarebbe costata 
                  fatiche disumane.  
                  Ringraziando per lopportunità concessami, ti invio 
                  i miei cordiali saluti. 
                Felice Accame 
                  (Milano) 
                  
                 Basta 
                  Mazziniani!  
                 Cari amici di A,  
                  trovo veramente incredibile che la rubrica TamTam di A, Rivista 
                  della quale sono affezionato lettore da molti anni, continui 
                  ad ospitare la segnalazione dei numeri in uscita de Il 
                  Pensiero Mazziniano, rivista trimestrale dellAssociazione 
                  Mazziniana Italiana. Le prime volte pensavo si trattasse di 
                  una svista, ma poi ho visto che si perseverava, cosa che, come 
                  si sa, è quanto meno diabolica...  
                  Vi consiglierei di andarvi a rileggere le pagine di Bakunin 
                  su Mazzini, piene di ironia e di giusto scherno, così 
                  come il bel classico testo di Rosselli Mazzini e Bakunin, 
                  nonché di studiarvi in modo approfondito quanto livore 
                  vi sia stato da parte dei mazziniani nei confronti degli anarchici 
                  nella storia di questo dannato Paese. Inoltre, se i numeri di 
                  quella vergognosa rivista vi arrivano veramente sotto mano, 
                  date unocchiata e fate attenzione per favore a quanto 
                  becero nazionalismo italiota, statalismo, europeismo centralista 
                  e statalista, che non ha nulla a che vedere con il Federalismo 
                  (non solo quello libertario, ma anche quello classico di stampo 
                  europeo o americano), trasudi da tutti i suoi pori. A fronte 
                  di tante altre valide riviste che non hanno alcuna pubblicità, 
                  mi piacerebbe che dora in poi cestinaste quella dei Mazziniani 
                  o almeno la smetteste di segnalarne luscita dei numeri. 
                  Non sarà una perdita per nessuno, ve lassicuro. 
                   
                  Saluti libertari  
                Antonio Carnevale 
                  (Milano) 
                  
                  
                
                    
                  
                     
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                          I 
                          nostri fondi neri 
                            
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                           Sottoscrizioni.  
                            Aurora e Paolo (Milano) ricordando Amelia e 
                            Alfonso Failla 500,00; Piero Masiello (Roma) 
                            10,00; Associazione culturale libertaria A. 
                            Bortolotti, 3.195,13; Franco Cappellacci (Fano) 
                            30,00; Enore Fiorentini (Imola) 50,00; Fernanda Bonivento 
                            (Ancona) in memoria di Luciano Farinelli, sempre 
                            vivo nel mio cuore, 30,00; Antonio Ciano (Gaeta) 
                            20,00; Claudio Topputi (Milano) 50,00; Carolina Tobia 
                            (Rensslaer  USA) ricordando il caro Galileo 
                            a 10 anni dalla sua scomparsa, 250,00; Pietro 
                            Steffenoni (Lodi) 60,00; I. e G. (Milano) 42,00; Enrico 
                            Ardenghi (Monza) 10,00; Fabio Rosana (Fossano) 10,00; 
                            Armida Ricciotto (Garlasco) 5,00; Luca Candellero 
                            (Torino) 15,00; Stefano Giaccone (Cardiff  Gran 
                            Bretagna) 28,41; Giovanni Leoni (Cologno al Serio) 
                            20,00; Jack Grencharoff (Quama  Australia) 110,00; 
                            Pierangelo Bargiggia (Domaso) 15,00; Paolo Zaccagnini 
                            (Roma) 200,00; Roberto Grandi (Imola) 10,00; Andrea 
                            Silvestri (Vada) 20,00; Ugo Fortini (Signa) ricordando 
                            la compagna Milena, 50,00; Mauro Calleri (Garessio) 
                            20,00; Gianni Forlano (Milano) ricordando Amelia 
                            Pastorello, 20,00; Ermanno Firmino Gaiardelli 
                            (Novara) 27,00; a/m Paolo Finzi, raccolte durante 
                            liniziativa De Andrè dell1 giugno 
                            (Alassio), 232,00; Vergolini-Redi (Pramariacco) 10,00; 
                            Umberto Stefani (Piove di Sacco) 80,00. 
                            Totale euro 5.119,54. 
                          Abbonamenti sostenitori.  
                            Roberto Pietrella (Roma) 100,00; Matteo Bornazzini 
                            (Faenza) 100,00; Massimo Regonesi (Spirano) 100,00; 
                            Pietro Busalacchi (Napoli) 100,00; Marcella Fadenti 
                            (Brescia) perché siamo i più belli!, 
                            100,00; Claudio Bottaccini (Torino) 100,00. 
                            Totale euro 600,00. 
                         
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