Rivista Anarchica Online



a cura di Marco Pandin

 

Nuovi fuochi dagli Inzirli

“Una lingua minoritaria o minorizzata come il Friulano o il Sardo, il Corso e tante altre è più libera e liberatoria di qualsiasi lingua di stato, appunto perché non ha uno stato dietro ad imporla e tramandarla. Usare il friulano è essere neri in un mondo di bianchi, donne in una società di maschi padroni e preti bigotti, nomadi in un mondo di stanziali, punk, gay e tutto ciò che di minoritario va contro il ben pensare della maggioranza cogliona e pecorona. Impariamo ad amare le diversità partendo dalla nostra e prendendo tutte le altre dentro di noi. Usiamo il friulano e spingiamolo nel futuro. Chissà, forse non ne rimarrà nulla, ma di sicuro avremo aumentato la complessità e la ricchezza, di noi stessi in primo luogo e del mondo intero...”.
Si legge sulla presentazione, proprio come su quelle dei normali cd: “C’è voluto un po’ di tempo, ma alla fine il cd raccolta degli Inzirli è arrivato…”. Mah, il mercato discografico di questo cd non sentiva la mancanza. E meno male.
Meno male che di queste polpette avvelenate il bel pubblico giovanile che affolla le pagine estive dei giornali, indeciso tra MTV On the beach e i vestitini di marca non in svendita, nemmeno sospetta l’esistenza.
Inzirli (significa “vertigine” nel Medio Friuli) mica è roba da tutti. È stato un esperimento lungo anni di cantina che si è sempre ed accortamente mantenuto sotterraneo nonostante i numerosi concerti.
Attivo nella prima metà degli anni Novanta, il gruppo è partito da grandissime passioni hardcore e dall’attrazione per certa new wave abrasiva per approdare a un audiopanorama tutto suo, irto di pungiglioni sonori e ritroso alle carezze della bella gente.
Un esperimento, dicevo, che si è improvvisamente illuminato. La formula è semplice, ma se maltrattati (come spesso è successo e succede…) gli ingredienti non prendono vita, oppure prendono vite diverse (come è successo ad un altro gruppo di cattivi, i Detriti).
Mescolate Fugazi, Hüsker Dü e Black Flag (e cioè quanto di meglio è passato sotto la puntina dei nostri vecchi giradischi) e cacciate fuori dalla vostra bocca urla di sfiga e frustrazione, pazzia e sogni, delusioni e sbattimenti. Inzirli è materiale infiammabile punk che parla/urla/singhiozza in lingua Friulana. Il primo. L’ultimo.
I quattro si sono ritrovati tra le mani una miscela sonica esplosiva, e si sono messi giustamente a fabbricarne bombe in forma di vinile autoprodotto (un 7” omonimo, l’altro a distanza breve con la complicità di Blu Bus, qualche comparsata su qualche raccolta, molti concerti dal vivo nelle situazioni più assurde e precarie). Poche cose se volete, ma è tutta roba buona, naturale, e dal gusto particolare e del tutto sincero.
Il gruppo è durato poco, un volo breve abbattuto da una simbolica fucilata (il furto degli strumenti), ma più probabilmente dal veleno di polemiche superrivoluzionarie. Storia vecchia già sentita, questa. Troppe volte. Questo cd/raccolta degli Inzirli mette insieme le loro cose già conosciute, i brani dei dischi e delle compilation, più due o tre cose registrate dal vivo in maniera approssimativa (ma che danno comunque piuttosto bene l’idea della luminosità e del calore di quelle performance) e un pezzo registrato in cantina (la musica) a cui è stato recentemente aggiunto il cantato.
Nessuna messa da morto. Nessuna celebrazione. Inzirli è una storia passata, non una storia vecchia. Che l’eco del loro suono accenda nuovi fuochi in mille cantine.
Le storie degli Inzirli sono scritte in un libretto scritto col cuore e soprattutto con tanta testa ed altrettanta sincerità da Max Mauro, che del gruppo era il cantante, un frontman dall’aspetto assai improbabile ma dall’energia e simpatia smisurati.
Nel libretto sono scritte storie piccole, simpatiche e tristi, ricordi dei bei momenti di pura follia, le grossissime risate da far sternutire il cuore, le cronache dal pseudopalco del centro sociale e dall’autogrill.
Non si tratta di un altro libro di seghe mentali di ex punks invecchiati, piuttosto “una serie di flash sulle cose che possono capitare a qualsiasi gruppo e altre che potevano capitare solo a questo”. Nessuna rivendicazione, ma un modo semplice per capire che la scintilla si può accendere in ogni cantina.
Per star bene, ma proprio bene, secondo me cd e libretto vanno presi assieme come certe medicine: non solo musica, non solo idee.
Il cd è distribuito da Radio Onde Furlane (via Volturno, 29 33100 Udine, tel. 0432 530614, e-mail ondef@friul.it). Tecnicamente parlando, è una bella realizzazione, graficamente ben fatta e progettata, che comprende tutti testi (tradotti in italiano ed in inglese) e numerose immagini.
Il libretto va richiesto a Snait, via Bariglaria 271 33100 Udine (e-mail snait67@hotmail.com oppure snait@operamail.com).

Marco Pandin