| Renato Ramos, uno degli editori di "Libera...amore mio", bollettino 
                  del "Circulo de estudios libertarios Ideal Peres - CELIP (caixa 
                  postal 14 576 - 22412-970 Rio de Janeiro - Brasile), ci ha scritto 
                  lo scorso dicembre una lettera, giunta quasi tre mesi dopo, 
                  in cui afferma  tra l'altro: 
 Alla lettura, sul n. 271 (maggio 2001), dell'articolo di 
                  Dimitri Roussopoulos ("Due città e due visioni"), rimasi un 
                  po' sorpreso per il fatto che una pubblicazione anarchica dimostrava 
                  tanta partecipazione in un evento come il Forum Social Mundial 
                  di Porto Alegre, patrocinato da una partito socialdemocratico 
                  come il Partido dos Trabalhadores (PT). Al momento pensai ad 
                  una mancanza di informazioni da parte vostra: ritenni allora 
                  di non scrivervi.
 Ma ora che la rivista (n. 277, novembre 2001) ospita l'articolo 
                  "Dopo il Forum Social Mundial" di Massimo A. Rossi, mi rendo 
                  conto che non avete compreso niente. L'articolo sembra propaganda 
                  per il PT! E di fatto lo è! ..."Stella nascente del firmamento 
                  politico brasiliano"... "Contribuendo ad alimentare il mito 
                  di un partito libertario"... (!?!?!?).
 Ma che cosa significa? Ma vi rendete conto di quel che pubblicate? 
                  Non vi voglio scrivere una catilinaria sul PT, un partito socialdemocratico, 
                  la cui direzione non ha niente di libertario, anzi.
 Perché voi non pubblicate nella rivista anarchica la 
                  posizione degli anarchici gauchos, principalmente quella della 
                  Federaçao Anarquista Gaucha (FAG), della quale vi invio il bollettino 
                  "Opinia o Anarquista" con tutti i relativi contatti (casella 
                  postale, e-mail, home-page) (...)
 Abbiamo ricevuto con immenso piacere tutte le riviste inviate 
                  quest'anno, che sono a disposizione di tutti i compagni/e di 
                  Rio de Janeiro nella nostra biblioteca inaugurata lo scorso 
                  18 novembre 2001 (...)
 Un forte abbarccio libertario a tutti/e voi e auguri per un 
                  nuovo anno di molte allegrie nella lotta.
 Saluti e libertà.
 Renato Ramos (Rio de Janeiro)
 
 Ringraziamo Ramos per la sua lettera, anche perché  scusate 
                  questo nostro residuo di sentimentalismo, in un mondo sempre 
                  più globalizzato  il pensare che la nostra rivista venga 
                  letta e giudicata anche in Paesi lontani ci fa davvero piacere. 
                  E un po' ci inorgoglisce. La questione da lui posta è rilevante e, al contempo, non nuova. 
                  In tempi relativamente recenti abbiamo ricevuto critiche in 
                  qualche modo analoghe: per esempio, quando abbiamo pubblicato 
                  (in tempi successivi) due interviste a padre Alex Zanotelli, 
                  il missionario comboniano residente nella periferia di Nairobi, 
                  in Kenia. Oppure quando abbiamo aperto una pubblica riflessione 
                  sull'astensionismo anarchico, ospitando anche un paio di interventi 
                  favorevoli alla partecipazione elettorale. Oppure quando, pur 
                  facendoli seguire sempre da interventi critici da noi stimolati, 
                  abbiamo pubblicato alcuni interventi di esponenti libertarian, 
                  meglio noti in Italia come "anarco-capitalisti". Oppure quando 
                  pubblicammo un'intervista propostaci da Carlo Ghirardato con 
                  Antonio Russo, giornalista di area radicale successivamente 
                  assassinato in Cecenia: alcuni compagni non gli perdonavano 
                  le sue posizioni in merito alle vicende ex yugoslave. E si potrebbe 
                  continuare.
 Evidentemente, ognuno di questi "rilievi" ha la sua specificità, 
                  che merita di essere evidenziata. Al compagno Ramos, per esempio, 
                  vogliamo chiarire che l'articolo di Roussopoulos  pubblicato 
                  anche da altre testate anarchiche non-italiane  ci venne 
                  proposto dall'autore, noto militante anarchico di origine greca, 
                  residente in Canada, da decenni impegnato nelle lotte sociali 
                  ed ecologiste, promotore a Montreal  tra l'altro  
                  di due iniziative di indubbio spessore quali la rivista Our 
                  Generation e la casa editrice Black Rose Books. Il 
                  suo parere sostanzialmente positivo su Porto Alegre 2001 può 
                  non essere condiviso  e noi stessi della redazione, per 
                  quanto ci è dato capire, non ne siamo del tutto convinti  
                  ma resta comunque un'interessante approccio.
 Lo stesso può dirsi dell'intervista che il nostro collaboratore 
                  Massimo Annibale Rossi ha realizzato a Porto Alegre con il medico 
                  di base Henrique Fontana, esponente del socialdemocratico PT. 
                  Probabilmente Massimo avrebbe potuto essere più "critico" nella 
                  sua intervista e soprattutto nelle sue note introduttive: resta 
                  il fatto che la sua intervista  che fa parte di una quindicina 
                  di suoi articoli pubblicati negli ultimi due anni su "A", frutto 
                  del suo intelligente girovagare in America Latina  apporta 
                  degli elementi di conoscenza interessanti, visti attraverso 
                  l'esperienza di vita e professionale di una persona che certo 
                  non è un anarchico, ma non per questo non può arricchirci.
 E qui veniamo al punto che accomuna un po' tutti i "rilievi" 
                  cui prima accennavamo. C'è chi si aspetta da una rivista anarchica 
                  una qualche forma di "ortodossia" ideologica, sottesa da una 
                  concezione "propagandistica" del nostro periodico. Aldilà delle 
                  sue estremizzazioni, è una concezione che in parte condividiamo 
                  anche noi: la rivista ha anche il compito di far conoscere 
                  le idee e la storia dell'anarchismo e di proporre un approccio 
                  "nostro" ai mille problemi della vita e del mondo.
 Al contempo, noi intendiamo mantenere alla rivista anche 
                  il ruolo di "spazio libero" in cui la critica libertaria all'esistente 
                  si possa esprimere in mille modi, anche "eterodossi" e contraddittorii 
                  se necessario, mai scontati e ripetitivi. Uno spazio di vero 
                  dibattito, in cui  per esempio  si possano con pari 
                  dignità esprimersi diverse sensibilità.
 Sperando di non dare un ulteriore dispiacere al compagno Ramos, 
                  anche rispetto a Porto Alegre 2002 "A"  dopo aver ospitato 
                  sullo scorso numero l'opinione critica della nostra collaboratrice 
                  Maria Matteo  su questo numero ospita un'opinione sostanzialmente 
                  opposta, scritta da un compagno che al 2° Forum ha partecipato 
                  di persona.
 Mille sono le opinioni libertarie possibili, mille i confronti 
                  e gli scontri: su Porto Alegre come su tutto il resto. La rivista 
                  non le ospiterà necessariamente tutte.
 Una cosa è certa: a nessuno sarà negato il diritto di intervenire, 
                  di criticare, di proporre le proprie idee. E di tirarci per 
                  la giacchetta quando questa nostra "apertura" sembrerà eccessiva. 
                  Esattamente come ha fatto il compagno Ramos.
 
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