Rivista Anarchica Online


arte postale

Artisti con il francobollo
intervista di Maria Mesch a Ruggero Maggi e Enrico Ciceri

A colloquio con due persone impegnate da molti anni nella mail art.
Per capirne il senso.

Potrei cantare anch'io le lodi all'arte postale in quanto forma veramente libera di comunicazione, di arte. Ma iniziare quest'intervista è forse più facile se faccio la parte del diavolo...
Perché fate gli artisti postali o gli organizzatori di mail art? Perché inviate lavori a vostre spese in giro per il mondo senza poterli vendere, senza che vi vengano restituiti, senza essere sicuri che vadano in un contesto appropriato, senza alcun tornaconto concreto (cose che si dice stiano molto a cuore agli artisti "seri")?

Enrico: Divertimento, confronto e soprattutto curiosità: vediamo cosa succede inviando questo mio lavoro, quali saranno le conseguenze, quali le reazioni.
Tutto il resto diventa relativo.
Ruggero: Perché voler trovare a tutti i costi un senso? La mail art è soprattutto una passione! Il viaggio di un lavoro di arte postale non finisce mai, non deve finire. La mail art è trasformazione costante e vibrante.

E come si fa ad iniziare?

Enrico: Come iniziare... nel mio caso è avvenuto circa 15 anni fa, quando ho ricevuto da un amico alcuni indirizzi di persone, a mia insaputa alcuni mail artisti, che raccoglievano e collezionavano elaborati e produzioni grafiche di ogni genere. Quasi per curiosità, mandai alcune foto di miei lavori a questi nominativi, fra cui il giapponese Ryosuke Cohen con il suo progetto Brain Cell. Ricevetti in cambio un collage formato A3 in cui erano stati riprodotti tutti i lavori ricevuti in un certo periodo, accompagnato da un elenco dei vari partecipanti: fu così che mi ritrovai in qualche modo inserito in quella che era la mailing list, il network di Brain Cell al quale "attingevano" altri mail artisti per entrare in contatto con persone, gruppi ed associazioni. Iniziai quindi a ricevere inviti per la partecipazione a progetti di arte postale provenienti da tutto il mondo e riguardanti le tematiche ed i soggetti più disparati. Iniziai uno scambio di lavori ispirati ai vari progetti, con collage, fotocopie, elaborazioni e video generati al computer. A questo punto decisi di coniare un nome, una sigla identificativa ed adottare un proprio stile con tanto di logo, timbro e francobollo.

Nella mail art si continua ad inviare con mezzi tradizionali, più costosi, lenti e impegnativi – come vi ponete nei confronti delle nuove tecnologie?

Ruggero: Io amo la tecnologia e la utilizzo costantemente nel mio lavoro: installazioni laser e olografiche, lampade di wood e neon, fax e copy-art, video, ecc. – ma la tecnologia deve rappresentare solo il mezzo non lo scopo. È in atto un fantastico e rapido cambiamento tecnologico ma non concettuale o spirituale.
Il computer e internet ecc. sono anche meno democratiche ed immediate della mail art poiché la necessaria tecnologia è spesso troppo costosa oppure fuori portata per le conoscenze specifiche che richiede.
Queste sono le ragioni per le quali penso che la fitta rete creata da tutti questi messaggi postali della quasi obsoleta snail-art (snail = lumaca) sarà sempre viva e ricca di interventi ed azioni poetici.
Enrico: Inoltre, ricorrendo alla posta tradizionale "fisica e concreta" per inviare i materiali prodotti, la relativa preparazione e il "confezionamento" offrono spazio alla fantasia e creatività: buste, imballaggi, timbri, francobolli ed adesivi diventano così parte integrante dell'opera stessa. E poi, preferisco pensare ad un tragitto compiuto realmente passando da un mezzo all'altro, da una persona all'altra, con i suoi tempi e piuttosto che ad una sterile ed asettica trasmissione di impulsi alla velocità della luce, o quasi.

Maria Mesch

Enrico Ciceri ci ha messo a disposizione il suo indirizzario per poter diffondere in tutto il mondo il progetto di arte postale in occasione dei 30 anni di A. Per chi volesse mettersi in contatto con lui:
Enrico Ciceri, Via S.M. Maddalena 64, 22060 Arosio (Co)

arte postale/mail art

Fin dagli anni '60 la mail art è una forma d'arte che travalica molte delle ipocrisie insite nell'arte cosiddetta ufficiale, superando il mondo dei critici, delle gallerie, del mercato. Nei progetti di arte postale tecnica e formati sono generalmente liberi, vengono accettati ed esposti tutti gli elaborati pervenuti e a tutti i partecipanti viene inviata documentazione: dal catalogo, alla fotocopia, al CDRom – contenenti tra l'altro l'indirizzario completo dei partecipanti. In questo modo a loro volta i partecipanti entrano in contatto tra loro, e la rete si infittisce, nascono progetti nuovi, si creano altre reti, altri progetti per sintonia di attitudine o contenuto.
Il dilagare a livello mondiale di questo fenomeno ha contraddistinto inoltre una serie di comportamenti peculiari degli artisti postali: la ritrosia di fronte a certe macchinazioni (spesso presenti nel mondo dell'arte) più o meno fraudolente o la non convenzionalità nell'accettare le regole imposte dall'imperante establishment socio-culturale: artisti postali dell'Est Europa che agirono contro il proprio regime totalitario oppure la lotta politica di alcuni mail artisti latinoamericani finiti in prigione per le proprie convinzioni.

Milan Art Center

Fondato e diretto dal 1973 da Ruggero Maggi, da sempre svolge un intenso lavoro di ricerca e promozione artistica sia in Italia che all'estero, con mostre come "Monumentalmente vostro Vanni Viviani" (1975), "Italian Report" (1992/94), "La linea infinita di Piero Manzoni" (1993), "Caos italiano" (1998), "Mediale in Erba" (2001).
Nel '79 ha inizio l'archivio in evoluzione "Amazon", che ad oggi raccoglie lavori di migliaia di artisti da tutto il mondo relativi all'Amazzonia ed alla natura e ecologia in generale, esposti in decine di esposizioni in vari paesi.
Milan Art Center, via Aprica 2, Milano, tel/fax 02 66805939

 

anche noi!

tema: la "a" cerchiata
formato: illimitato
tecnica: libera
scadenza: 03.09.2001
inviare a: Editrice A - c.p. 17120 - 20170 Milano - Italy

La mostra avrà luogo alla cascina autogestita Torchiera
(Milano, piazza Cimitero Maggiore 18)
dal 27 settembre al 7 ottobre 2001.

documentazione a tutti i partecipanti,
nessun lavoro sarà restituito

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