L'ignoranza presuntuosa e i supponenti tentativi di
circonvenzione ammantati di linguaggio scientifico sono odiosi da sempre e dappertutto,
e sovente sono stati messi alla berlina, per esempio da Molière nel Medico
per forza, o da Manzoni nell'episodio in cui Renzo impreca contro il latinorum
di Don Abbondio che accampa scuse di "impedimenti dirimenti" per evitare
di celebrare il matrimonio Tramaglino-Mondella per il quale era stato minacciato
di morte dai bravi prezzolati da Don Rodrigo. Nonostante ciò, una versione
particolarmente disgustosa di quel latinorum e di quelle intenzioni seduttive
verso un volgo ritenuto ignorante persiste irriducibilmente (indovinate un po'?)
negli spot pubblicitari.
Avrete fatto caso a quegli yogurt e derivati di cui non faccio il nome
dalle miracolose proprietà taumaturgiche dovute a batteri che comunemente
dovrebbero essere presenti nei normali yogurt, giacché sono responsabili
della fermentazione lattica: appunto i fermenti lattici. Alcuni di questi batteri,
che io personalmente ritengo essere i soliti, normali batteri che mantengono l'equilibrio
della flora intestinale, sono stati abbelliti con nomi altisonanti, per farli
sembrare nuovi e più efficaci.
Per esempio, il Lactobacillus casei e il Bifidobacterium sono diventati,
rispettivamente: "Lactobacillus casei immunitass" e "Bifidus attivo
essensis". Dove 'lactobacillus' e 'casei' sono normali parole latine o derivate,
mentre 'immunitass' è latino, che io sappia, solo se gli si toglie una
delle due esse finali: così facendo si ottiene 'immunitas', che è
nominativo, e il sintagma dello spot risulta privo di senso. Altrettanto insensato
è il secondo sintagma. Prima di tutto perché 'essensis' non esiste
né in latino né in alcuna altra lingua che mi risulti; poi perché
'attivo' è una parola italiana e in mezzo a termini di nomenclatura scientifica
c'entra come i cavoli a merenda; e in terzo luogo perché l'abbreviazione
'bifidus' (un aggettivo che sta per un sostantivo) è grammaticalmente errata,
in quanto bacterium è di genere neutro (non lo troverete sul vocabolario
latino, poiché è stato introdotto nel linguaggio scientifico con
un calco dal greco baktérion), e 'bifidus' è un aggettivo
a tre uscite: per la qual cosa la concordanza col neutro bacterium dovrebbe
fare 'bifidum'.
Per quale arcano motivo, ci chiediamo, si è dovuto imbastire questo osceno
patchwork di nomi pseudolatini, latini e non latini per prendere in giro il consumatore,
quando lo stesso scopo si poteva ottenere chiamando correttamente i poveri bacilli
"Lactobacillus casei immunitatis" e "Bifidum activum essentiae"?
I motivi sono diversi. Innanzi tutto: latino è scientifico e bello, ma
il nome deve essere scorrevole, non tanto per poter essere ricordato, quanto per
poter essere dimenticato senza difficoltà. Se il cervello del consumatore
mentecatto prendesse a impigliarsi in quegli impronunciabili genitivi, il messaggio
vero ("prendete e mangiatene tutti perché vi fa stare benissimo perché
è nuovo di zecca: non s'era mai sentito prima") avrebbe seri ostacoli
a passare.
Poi perché gli strumenti che contano, nel messaggio, devono essere ben
chiari: 'attivo', 'immunità' ed 'essenza' sono parole chiave e devono andare
dritte allo scopo: quello di far sembrare quei due microrganismi indispensabili
al mantenimento della salute.
Infine perché - e qui interviene la fuga dei soliti esiti indesiderati
- la pubblicità è influenzata dalla lingua inglese d'America. "Essensis"
suona come "essence's"; ma "immunitass", ahimè, ricorda
l'asino e il culo ("ass"). Il meccanismo diventa chiarissimo qualora
voi, come me, siate dei pazzi furiosi che vanno a leggere gli "ingredienti"
nelle etichette dei "bagni-schiuma" e degli "shampi" normalmente
in commercio. Queste etichette sono esilaranti. Sono scritte in un inglese-latino-francese
maccheronico col solito scopo fumogeno - ma questa volta per consumatori americani
davvero incolti (in meno di trecento anni di storia, cosa volete che abbiano sgamato).
Per cui, in uno shampoo normalissimo, voi trovate dal "Sodium laureth-solfate"
(che sarebbe sodio laurilsolfato), al "Parfum" (che sarebbe, se dio
vuole, "aromi naturali"), all'"Aqua" (l'acqua c'è,
in gran quantità, dappertutto, anche nel vino migliore, ma se avessero
scritto 'water' gli americani avrebbero pensato che lo shampoo fosse annacquato,
mentre 'aqua' fa pensare chi sa a quale alchimia profumata).
Se gli americani storpiano le lingue altrui, anche noi non siamo da meno con l'inglese.
E così la sensuale voce femminile che reclamizza la LANCIA, pronuncia la
parola 'password' come se fosse scritta 'passworld' (vorrei che sghignazzaste
con me ascoltando quell'idiota che dice 'passwerd').
Per finire, una nota positiva. I produttori della gomma da masticare DAYGUM qualcosa,
per dimostrare l'argomento che per avere l'alito fresco e i denti puliti senza
usare la loro gomma, bisognerebbe lavarsi i denti con lo spazzolino ad ogni occasione,
traggono le estreme conseguenze pedinando il loro protagonista che inzuppa lo
spazzolino in ogni schizzo d'acqua che incontra sulla sua strada: la fontana monumentale,
il bicchiere del visitatore del museo (badando bene che lo rovesci prima di aver
incominciato a bere, per ovvi motivi igienici: fateci caso; e adoperando il sistema
di quella barzelletta che i francesi raccontano sui belgi come noi le raccontiamo
sui carabinieri: le strade del Belgio sono cosparse di patatine fritte perché
se gli si chiede che ora è, il belga guarda immediatamente l'orologio da
polso. Quello stesso polso a cui è attaccata la mano che regge il sacchetto
di patatine), ecc.
L'unica cosa in cui si rifiuta di pucciare le setole è lo spruzzo che sgorga
dal pisellino della fontanella puttino, nell'ultima scena.
Scrive Catullo, prendendo in giro il perenne riso di Egnazio che serve per mostrare
la sua candida dentatura: "Nunc Celtiber es: Celtiberia in terra, / quod
quisque minxit, hoc sibi solet mane / dentem atque russam defricare gingivam,
/ ut quo iste vester expolitior dens est, / hoc te amplius bibisse praedicet loti"
("Si dà il caso che tu sia Celtibero, e in terra di Celtiberia, c'è
l'usanza di lavarsi i denti al mattino col proprio piscio fresco, e strofinarsene
energicamente le gengive; per cui il fatto che i vostri denti siano così
tanto tersi e brillanti proclama al mondo la corrispondente gran quantità
di piscio che hai bevuto").
Non essendo egli Celtibero, e memore, invece, del carme XXXIX di Catullo, il nostro
eroe antigomma riscuote tutta la nostra simpatia.
Carlo E. Menga
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