Rivista Anarchica Online


anti-globalizzazione

Due città e due visioni
di Dimitri Roussopoulos

Il Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre (Brasile) contro il Forum Economico Mondiale di Davos (Svizzera).
Resoconto dalla città brasiliana di un anarchico canadese, di origine greca, anima della casa editrice libertaria "Black Rose Books".

 

Multimiliardari, top manager di multinazionali, dirigenti politici e alti burocrati di stato s'incontrano da trent'anni tra le fredde nebbie della cittadina svizzera di Davos, in ambienti di lusso, al riparo da occhi curiosi, per discutere e programmare un'economia mondiale fondata sul principio della produzione per la produzione ed elaborare metodi di espansione della corsa al profitto. Il Foro Economico Mondiale si è tenuto anche quest'anno a Davos, ma stavolta dietro le barricate della polizia, per proteggerlo dalle centinaia di manifestanti contro la globalizzazione delle grandi imprese, che si erano radunati all'esterno degli edifici della conferenza. Qui a Davos le più grandi imprese mondiali hanno la possibilità di colloquiare direttamente con i principali dirigenti politici e pubblici, le cui decisioni influenzano i vari settori dell'economia e, di converso, i governi hanno il modo di coordinare le proprie attività con quelle economiche globali. Il piano d'azione per la globalizzazione dell'economia mondiale è stato al centro delle discussioni al meeting di quest'anno.
Alle grandi manifestazioni svoltesi di recente contro la riunione dell'OMC a Seattle hanno fatto seguito altre in occasione del meeting della Banca Mondiale e del Fondo Monetario a Washington, e poi ancora a Windsor, a Calgary, a Praga e a Nizza, in occasione di altri incontri dell'élite economica e politica mondiale. È nato un nuovo movimento di massa dai caratteri decisamente internazionali e internazionalisti, che vede impegnati moltissimi giovani. È un movimento che critica il corporativismo, che ricorre a metodi di protesta diversi, ma senza un'alternativa comune e articolata rispetto alle potenti organizzazioni internazionali che segnano oggi il sistema capitalistico mondiale.
Il nuovo anno e il nuovo secolo si sono aperti con una riunione internazionale di movimenti di base, che mirava a discutere e a elaborare alternative concrete alla globalizzazione voluta dalle multinazionali. Questo incontro faceva seguito alla nascita del nuovo movimento e ha cercato di superare la semplice protesta in vista di nuove forme alternative di resistenza. È la nascita di una nuova Internazionale?

 

Aspetto straordinario

Il primo Forum Sociale Mondiale si è svolto nell'emisfero meridionale, contemporaneamente al conclave di Davos. La sede dell'incontro è stata la città brasiliana di Porto Alegre, che conta un milione e trecentomila abitanti. Non si è trattato di una scelta casuale. Il termine "politica" deriva dalla parola greca polis, che significa "città". La polis greca, più che una concentrazione urbana, era un centro di vita sociale e democratica in cui una parte della popolazione, per la prima volta nella storia, partecipava liberamente alle discussioni che riguardavano le sorti della comunità. Nel comune di Porto Alegre è in corso da una dozzina d'anni un dibattito significativo, aperto a tutti i cittadini. In questa città sono convenuti circa settemila delegati di associazioni che operano nel sociale, ONG, sindacati e cooperative di tutto il mondo, per partecipare a commissioni di lavoro e a riunioni plenarie e per discutere alternative concrete alla globalizzazione neoliberista. Tra i titoli dei temi trattati possiamo citare fra gli altri: "La realizzazione di un sistema che assicuri beni e servizi per tutti"; "Che tipo di commercio mondiale vogliamo?"; "Costruire città sostenibili"; "Le basi della democrazia e di un nuovo potere politico"; "Mediare i conflitti e costruire la pace"; "Il rafforzamento dei poteri locali"; "La partecipazione dei cittadini e i poteri locali". Le organizzazioni presenti avevano concordato l'ordine del giorno. Ogni proposta da parte di un'organizzazione di preparare una commissione di lavoro su un dato tema era bene accetta. Questo è l'aspetto straordinario del vastissimo ordine del giorno che ne è risultato: metteva insieme temi locali e temi globali. Un'altra articolazione che emergeva riguardava l'interconnessione delle politiche alternative. Va poi notata l'interessante presenza di molte persone impegnate a livello municipale.
A Porto Alegre la partecipazione dei cittadini è molto sviluppata e il bilancio annuale del comune viene discusso quartiere per quartiere. A questo poi seguono dibattiti a livello metropolitano che portano all'approvazione da parte del consiglio comunale di un bilancio di spesa che rispecchia le esigenza della fascia più ampia di cittadini.
Il sindaco della città brasiliana, Tarso Genro, si è espresso a questo riguardo in termini non vacui: "Porto Alegre è onorata di ospitare cittadini di tutto il mondo… che come noi ambiscono a una società con meno ingiustizie e più armoniosa. Una società in cui viva la solidarietà, una società che lotti contro la fame, la povertà e l'emarginazione. Speriamo che Porto Alegre, una città fiera di come è oggi e che ha realizzato negli ultimi dodici anni un'alternativa alla barbarie e all'ineguaglianza sociale, veda oggi una tappa fondamentale nel rifiuto della validità delle attuali forme di controllo economico globale. I nostri ospiti troveranno una città che [costituisce un] modello di amministrazione pubblica democratica […] Noi sapremo ideare un'autentica rete di solidarietà che dovrà estendersi su tutto il pianeta per dimostrare che è possibile dare vita a un modo diverso."
Il famoso scrittore latino-americano Eduardo Galeano ha dichiarato: "In ogni parte del mondo mille e una nuova forza sta emergendo […] Non esiste verità più grande della ricerca della verità. Il sistema vuol farsi credere eterno. Il sistema di potere ci viene a dire che domani è una parola non diversa da oggi. Risparmiamo il pessimismo per tempi più propizi." Questo è il senso dell'intervento di Galeano, seguito da centinaia di persone in una sala completamente piena, al punto che molti non riuscivano a entrare.
Al di là del sintetico termine di "neoliberalismo" c'è la pressante esigenza di un'analisi acuta di quanto sta accadendo nell'economia mondiale e del perché accade. Un altro imperativo urgente è quello di portare avanti alternative chiare e concrete pensando ad azioni che puntino alla realizzazione pratica. Il Forum Sociale, che d'ora in poi si terrà ogni anno, rappresenta un inizio incoraggiante. Al meeting non si prendono decisioni: è solo un momento d'incontro per gli attivisti, che qui possono discutere, progettare interventi comuni ed elaborare politiche alternative. Il Forum Sociale si è concluso senza risoluzioni su questa o su quella questione, ma con una dichiarazione che annunciava ulteriori mobilitazioni, che alcune delle organizzazioni presenti hanno deciso di sottoscrivere. È in corso un tentativo per restituire l'economia alla società, alla politica, alla natura.

 

Cogliere ogni occasione

Il punto di vista della maggior parte dei socialisti e dei socialdemocratici è riassumibile con le parole della giornalista americana Diana Johnstone riguardo all'Europa:
"Per promuovere l'unità europea è stato necessario contrastare il nazionalismo. Quanto più l'Unione Europea è stata ridotta a strumento dell'economia e della finanza transnazionali, tanto più si è reso necessario, con la retorica dei discorsi pubblici, mettere in luce la nobile missione che mira a mettere fine agli antagonismi tra le nazioni che hanno provocato le grandi guerre europee. Lo stato-nazione è stigmatizzato quale causa di guerra, di oppressione e di violazione dei diritti umani. Questa interpretazione trascura il fatto che la guerra persiste anche in assenza di stati forti e che la funzione storica dello stato-nazione è stata quella di rappresentare il contesto più consono al patto sociale e che ha permesso di realizzare strutture di tutela sociale e di sviluppo culturale e di dar vita a sistemi giuridici capaci di garantire l'uguaglianza davanti alla legge e di tutelare i diritti dei cittadini. Se si demonizza il nazionalismo, che è l'unico contesto esistente per far funzionare la democrazia istituzionalizzata, si lascia evidentemente la porta aperta ai diktat dei 'mercati' che certo non hanno pregiudizi nazionalistici."
Questa visione arretrata era presente anche al Forum, seppure non fosse quella prevalente. Quella che deve essere rafforzata in questi consessi internazionali è la prospettiva anarchica attuale. È ora di impegnarsi in un dibattito sulle possibilità di far nascere un mondo nuovo, e questo dibattito deve saper cogliere ogni occasione.

Dimitri Roussopoulos
(traduzione dall'inglese
di Guido Lagomarsino)