Rivista Anarchica Online


ricordando Marcello Bernardi

Il libertario intollerante
di Francesco Codello

Così amava definirsi Marcello Bernardi, il pedagogista più conosciuto in Italia, autore di veri e propri best-seller ("Il nuovo bambino").

Marcello Bernardi, il "libertario intollerante" come amava definirsi, è stato per molti anni il pediatra più famoso e conosciuto d'Italia.
Nato nel 1922 a Rovereto (TN) ha vissuto dal 1934 la sua vita a Milano ed è stato docente di Puericultura e Auxologia nelle Università di Pavia e Brescia.
Credo sia stato uno dei pochi medici che si siano occupati in maniera così pertinente e approfondita dell'educazione dei bambini coniugando sviluppo fisico e motorio con evoluzione psicologica cercando sempre di collegare questi aspetti con il contesto sociale e famigliare.
Il suo libro più famoso, più volte rieditato, un vero best-seller, dal titolo emblematico Il nuovo bambino (Rizzoli, Milano, 1972) è stato molto più di un semplice e pur ampio e completo manuale per "l'allevamento" dei figli per intere generazioni di genitori.
Il suo pensiero "provocatorio", singolare e ricco, è stato sempre posto con forza e vigore, con quella giusta intolleranza nei confronti delle certezze conclamate, dei dogmi e delle "verità".
Marcello Bernardi è insomma stato un uomo di parte: dalla parte dei bambini e dei ragazzi, in difesa della loro libertà e autonomia, contro tutto ciò che l'educazione autoritaria e permissiva (due facce della stessa medaglia) riesce, attraverso soprattutto la famiglia, la scuola e la televisione, a incuneare nel cervello e nel cuore dei bambini.
"Non credere a chi ti comanda, a chi ti punisce, a chi ti ammaestra, a chi ti insulta, a chi ti deride, a chi ti lusinga, a chi ti inganna, a chi ti disprezza. Essi non sanno che tu sei ancora un uomo libero" (R. Denti, Conversazioni con Marcello Bernardi, Eleuthèra, Milano, 1991, p. 56): in questo inno all'unico essere umano ancora libero, il bambino, egli sintetizza il suo manifesto educativo.
Libertà e felicità sono i veri obiettivi che un'educazione autenticamente nuova deve prefiggersi di realizzare in ogni contesto sociale.
Queste convinzioni tradotte all'interno di una professione medica, com'è anche nei fatti quella del pediatra, sconvolgono i canoni tradizionali di ogni scuola di puericultura ponendosi nell'ottica di una pedagogia pratica e di una medicina diversa.
Ma uno dei problemi che ogni genitore si trova a dover affrontare nei confronti dei figli, quello dell'educazione sessuale, ha trovato delle risposte dissonanti dalla morale sessuofobica nei libri e nella pratica professionale di Marcello Bernardi. Testi come La maleducazione sessuale (Emme, Milano, 1977) e Il problema inventato (Emme, Milano, 1979) costituiscono ancora oggi dei punti di riferimenti con i quali confrontarsi se si vuole sinceramente costruire un ambiente educativo e liberante per i bambini e gli adolescenti. Con un linguaggio diretto e pratico, semplice (non semplicistico) e aperto, egli ha sostenuto con forza un orientamento di educazione sessuale libertario, che è servito a molti di noi, per intraprendere con fermezza la propria liberazione e, conseguentemente, a favorire quella dei propri alunni e/o figli.

 

Fermo e provocatorio

Senza mai avere la pretesa di distillare ricette egli ha sempre voluto insinuare dei dubbi tra i genitori che leggono i suoi testi, che lo hanno incontrato nei colloqui, nelle conferenze. Non ha mai rinunciato però a dire la sua, in modo fermo e provocatorio, nell'opera di divulgazione scientifica di concetti medico-psicologici che hanno sempre costituito il fondamento delle sue convinzioni, ma anche nella sua filosofia libertaria di vita: "Dirò qui, subito, che la mia fede è la libertà. O meglio, l'uomo libero. Non credo che sia un'utopia. Credo che l'uomo potrebbe essere libero anche subito, se lo volesse. Ma non vuole, perché la libertà richiede uno sforzo enorme e quasi nessuno vuole farlo. Nessuno, o quasi nessuno, vuole rendersi indipendente da ciò che altri hanno decretato giusto e necessario. Nessuno, o quasi nessuno, vuole decidere per conto proprio ciò che si deve o non si deve fare" (Educazione e libertà, De Vecchi Ed., Milano, 1980, p. 5).
Naturalmente questa paura della libertà ha la sua origine nell'educazione autoritario/permissiva che famiglia e scuola, media e società intera, trasmettono all'uomo fin dai primi momenti della sua vita.
Occorre capovolgere questa logica e passare, secondo Bernardi, da un'educazione fondata sul rispetto dovuto automaticamente all'adulto da parte del bambino, ad un rispetto che gli adulti devono al bambino.
È in particolare ai genitori che egli si rivolge, sia per necessità professionali ma anche perché indubbiamente la famiglia costituisce pur sempre il primo e principale fondamento educativo. E ai genitori ostinatamente e senza falsi pudori egli indirizza le sue riflessioni, le sue provocazioni, con quella chiarezza che lo contraddistingue. La famiglia viene così vista e analizzata concretamente nei ruoli specifici di padre e madre, di nonni e parenti, ma anche di come e quanto (tanto) questa risenta del clima culturale e sociale attuale. Inoltre Bernardi non rifugge dal prendere in considerazione temi e problemi delicati ma scottanti come il problema religioso, quello sessuale, la morte e l'invasione dei media, e lo fa con la schiettezza che gli è propria e che contraddistingue un po' tutta la sua vita di pediatra e di educatore.
La sua scelta ricade su un modello di famiglia aperta, nella quale si accetti il figlio per quello che è realmente, in sostanza una struttura sana che consenta ai piccoli di crescere liberamente, che non si appropria di essi ma anzi li aiuta a diventare autonomi. In sostanza la famiglia aperta "è quel porto ideale, sicuro e incrollabile, dal quale si parte per la conquista del mondo, ma al quale si può sempre ritornare. La famiglia aperta non si impone al figlio, ma si mette a sua disposizione. Non lo abbandona, ma nemmeno lo trattiene. È solida come una roccia, ma elastica come un giunco" (Gli imperfetti genitori, Rizzoli, Milano, 1988, p. 19).
Questo perché egli è convinto che ogni bambino sia un essere nuovo, un potenziale profeta, una luce nuova che si schiude al mondo, e che pertanto non si possa mai dare per scontato e acquisito nulla, che sia necessario essere aperti fino in fondo ad una nuova vita che si evolve, a un individuo unico e diverso che si affaccia nel mondo con una sua propria specificità.
Il punto è proprio questo: "Per leggere tutta la ricchezza del mondo infantile, e quindi per aiutare davvero un bimbo a crescere, è indispensabile sapere e potere uscire dal nostro mondo adulto, fatto di razionalizzazioni commerciali, di scambio economico, di possesso e di potere, quando non addirittura di mercimonio e di indebite appropriazioni" (La tenerezza e la paura, Salani, Firenze, 1996, p. 13).
Il compito dei genitori è molto difficile, faticoso, nel quale è indispensabile dare spazio e tempo anche alla tenerezza, permettere ad essa di emergere, liberarla dai condizionamenti e dagli stereotipi entro cui è stata relegata da una società che ha definito rigidamente ruoli, tempi e spazi anche per i sentimenti.

Rispetto vero e profondo

Marcello Bernardi si cimenta anche con l'età difficile dell'adolescenza (Adolescenza, Fabbri, Milano, 1998) nel consueto modo e con la usuale chiarezza, senza reticenze e tabù, affrontando temi come la contraccezione, l'aborto, i rapporti sessuali, la gravidanza, le paure e le ansie, infondendo in chi legge una calma e una serenità uniche, ma al contempo anche stimolando una ricerca interiore necessaria e utile per non adagiarsi su certezze ed idee codificate.
L'ultimo lavoro consegnato alle stampe (L'infanzia tra due mondi, Fabbri, Milano, 2000) è un altro inno alla libertà del bambino e al rispetto vero e profondo di cui egli ha diritto.
Numerose sono state anche le sue pubblicazioni scientifiche, che qui non si citano, ma forse il miglior modo di ricordare la sua straordinaria sensibilità per il mondo infantile è quello di ripetere ancora una volta quei versi che tanto amava di Kahlil Gibran, che bene riassumono quei principi libertari che hanno ispirato la sua vita di educatore e di medico: "I vostri figli non sono figli vostri, sono i figli e le figlie della vita stessa. Essi non vengono da voi, ma attraverso di voi e non vi appartengono. Potete custodire i loro corpi, ma non le anime loro, che abitano case future che neppure in sogno potete visitare".
Grazie Marcello, grazie per me e per tutti coloro che hanno trovato in quello che hai scritto il modo più proficuo di liberarsi dall'ansia di essere genitori.

Francesco Codello