Rivista Anarchica Online


femminismo

Santa Soldata
di Francesca "Dada" Knorr

Considerazioni amare di fine Millennio (e di fine Giubileo).

Angelo della polveriera

Le donne, ora anche in Italia, il Paese dove si annida il Vaticano, possono fare il soldato. Avevano già la possibilità di guidare l'auto, di cacciare e calciare,di fare le omicide in genere o le mafiose... ma lo Stato si augura che almeno in questa nuova rispettabile professione si impegnino di più. I media aspettano ansiosi un parto plurigemellare di una soldata al fronte (il papà è un ufficiale), ad es. nella prossima guerra del Golfo, per avere la possibilità di mostrare i neonati sparire uno a uno stavolta per colpa dei missili, e in secondo luogo per dimostrare che le soldate non sono lesbiche e che quindi la patria (patria, non matria) è salva (salva non slava).
Ora che la guerra si è trasformata definitivamente (grazie al definitivo impero dei media) in nobile azione di Pace, la soldata, con tutto il suo carico umanitario e materno, è la missionaria ideale, ed avrà magari la fortuna di non finire a colpi di machete come quelle povere suore, senz'armi per voto. Il non proprio casto impegno dei suoi commilitoni, inoltre, verrà depurato dalla sua presenza salvifica, risparmiando dei fastidi a parecchie indigene: questo è uno dei motivi più validi per vincere le perplessità di chi non vorrebbe le soldate in guerra.
Era ora che, anche in Italia, paese coi biffi, si riconoscesse anche questa possibilità alle donne, ed anzi, c'è chi propone un anno di servizio obbligatorio per tutte! Le soldate alle armi e, le obiettrici ad esercitarsi nella cura del bene pubblico, con ore dedicate anche all'economia domestica.

 

La quadrupla militanza

Sono ben quattro le case o caserme dove noi donne di oggi ci esercitiamo, le statistiche dicono per circa 60 ore settimanali in totale, e nessuna delle quattro può essere lasciata senza danni. Ma vediamo:
se la donna trascura la casa ed i suoi familiari, si ottengono dati negativi (morte del nonno, bambina molestata, scabbia, arricchimento di McDonald's, assunzione di una colf in nero), dunque, occorre sgobbare.
Se la gallina (dalle uova d'oro) non va più a lavorare, i dati negativi risultano tanti (il marito, compagno, o come direbbe Nanni Moretti, il fidanzato, continua a pagare le rate dell'auto ma decide che la lavatrice non è più necessaria) e quindi lei continua...Se invece per lei il suo lavoro non è solo una questione economica ma di realizzazione personale, dovrà assumere atteggiamenti duri e cinici, nonché la colf in nero di cui sopra.
Ma c'è la militanza nella politica a permetterci di essere presenti nei luoghi dove le cose possono essere cambiate: la Pivetti, ad esempio, cambiò le fioriere di Montecitorio, e la Bolognesi cercò di fare una legge per normalizzare più ammodo il corpo delle donne. Ma il 90% del Parlamento, cioè gli uomini, non si occupano di annaffiare le rose né gradiscono tutt'ora che una donna possa fare (o non fare!) figli come e con chi le pare. La fecondazione (leggi: ri-produzione) deve restare un affare di maschi.
E la politica femminista, poi, è una quarta militanza che ovviamente c'è poco tempo di fare. Vorrei vedere voi a fare sette riunioni serali a settimana! ...Vi vedo? Ma no! Figuriamoci a dover fare 10 manifestazioni al mese: da Praga (nella quale i protagonisti sono dei maschi in tenuta da autonomen) a Bruxelles (dove campeggia un baffuto contadino con pipa che lotta per i sani prodotti della terra), al Chiapas (dove c'è un sub-comandante filosofo che affascina molto le compagne romantiche), al World Pride (nel quale tengono allegramente banco i trans, fieri di ricordarci ciò che di banale c'è nel femminile), è evidente che occuparsi di femminismo, con queste scadenze, risulta gravoso.

 

Ha da venì Baffona

Ma, appunto, come si fa a definire il termine 'femminismo' in un mondo in cui si prospetta l'essere androgino e plurisessuale, che cambia genere a seconda della e-mail che deve scrivere? Siamo inondate da discorsi che più che filosofici o politici sono letterari, romanzeschi o che fanno glamour: mi vesto come mi pare, mi sento donna o uomo, mi cambio nome, mi incido o mi protuberizzo et voilà! Dolce e Gabbana sembrano più femmine e vestono Madonna. Questo è il discorso dell'apparenza, quello che va tanto di moda su Il Manifesto, dove Helena Velena, un uomo con la gonna, ci feconda con barcate di informazioni su quale divo rock è più perverso e quale diva è più "frocia". Dunque non fanno testo le donne, e tantomeno le lesbiche, a meno che non vogliano riconoscere che non esiste più una loro riflessione, una loro ricerca e una loro esistenza, bensì un discorso 'perverso' in cui tutti e tutte sono in grado di intervenire su tutto con cognizione di causa. In questa colonizzazione globale le donne che riflettono su di sé e si rifiutano ai maschi vengono tacciate di essere retrò e paiono una minaccia: non può esistere uno spazio differente, esso è di per sé un vuoto, una oscurità, un pericolo.
Il femminismo, un discorso politico delle donne nate donne sul loro corpo, sulla loro storia e condizione, è dunque lo Zero, l'Assenza, quello che si dice con termini specialistici in qualche università, o che si ascolta a pagamento nei convegni internazionali. ...O quello che alcune compagne ancora continuano, col poco tempo che tolgono al partito, con la difficoltà di conciliare quello con questo. Soprattutto è la difficoltà a dialogare , a capirsi oltre il velo dei condizionamenti, a darsi forza, a stare con le altre in luoghi che non sembrino pollai.
E' in questo contesto che Baffona imperversa, come icona di una donna geneticamente mutata a causa degli alimenti dietetici, che ha in comune con i fratelli molte convinzioni: crede che apparire sui media possa influire fondatamente sulla politica dei Padri (e della Banca Mondiale), pensa che le nuove tecnologie potranno dare nuove libertà alle donne e più potere, e crede fermamente nel cyberspazio (Heil Internet) solo luogo nel quale dialoga con le sue simili (mejo de gnennte).

 

Miss Italia e la Madonna

L'oscurità ed il pericolo di una donna che vive per sé e non per i maschi: miss Italia e la Madonna sono un antidoto a questo incubo. Eccole: pronte a mostrarsi, ad apparire coi loro scultorei Portali, per rassicurare, perché è sicuro che miss Italia sposerà un uomo, e che la Madonna intercede sempre per noi come quarta in una Trinità di maschi. Le hostess, le mascotte, gli ornamenti in una società ove qualsiasi valore sia scaturito dall' esperienza e riflessione politica delle donne è "out", troppo difficile da commercializzare. "Partire da sé", ad esempio, per le donne e gli uomini del duemila cosa significa? Vi risulta che esista se non una sparuta minoranza di persone che parla a suo proprio nome? Sono forse i maschi delle enclaves che blaterano di Terra e Sangue?
Ora che la ricerca del grande leader è disperata tutti parlano a nome di tutti, nessuno giudica secondo la sua esperienza, solo quelli che non giudicano e non contano vi raccontano di sé, si scoprono a voi sino alla nausea.
In quest'anno di giubileo della chiesa cattolica, poi, la storia viene falsificata, gli inquisitori divengono "cercatori di sapere" e le streghe delle poveracce spesso salvate dalle loro bugie per merito clericale. Ma gli "altri" uomini, quelle persone di sesso maschile che non hanno interesse a condurre crociate e a glassare la torta della storia, come riflettono sulla storia e sulla condizione femminile?

 

Chador erotico

Proprio poco tempo fa un compagno gay, coccolato e riverito, mi ha voluto spiegare a cena, forse per farmi strozzare, che le lesbiche in fondo sono sempre state tollerate perché, come donne, "bastava che facessero i figli" e poi potevano fare di nascosto quel che gli pareva... insomma, la storia delle persecuzioni ha avuto i maschi come protagonisti... e la data della prima fecondazione artificiale è riscritta.
Viene da chiedersi quali silenziose complicità di lobby leghino gli uomini nello sfruttamento di corpo e mente femminili.
I compagni anarchici, ad esempio, sempre pronti a scagliarsi in invettive sull'antifemminismo Vaticano, pensano che le compagne debbano essere prima di tutto femministe, oppure anarchiche? Ritengono che esista un legame tra i due ambiti, o forse che il femminismo sia una questione settoriale priva di valore politico ed etico generale?
Vi sono segnali che la dicono lunga sulla pochezza del dibattito in ambiente anarchico circa gli usi dell'erotismo e sul dominio maschile.
Pensiamo a Franco La Cecla, che su Libertaria 2/2000, confrontandosi con Régine Dhoquois-Cohen circa la prescrizione dello chador, si esibisce in un'ode alla danza del ventre, accusando la sensualità 'occidentale' di stanchezza e di scarso fascino, e affermando che "la concezione della sessualità e della sensualità in Islam può arricchire molte delle inaridite sorgenti delle relazioni conflittuali e difficili tra i sessi nel nostro vecchio Occidente". Quale sarà questa 'concezione'?
Avrà a che fare con l'Immacolata? In fondo anche le suore hanno il velo ma non pare che ci guadagnino in fascino.
...Visto che la filosofia della differenza sessuale esiste da mezzo secolo, sarebbe ora che ci aggiornassimo, e che gli intellettuali maschi la smettessero di parlare col plurale maiestatis descrivendo sensazioni solo loro, usando il solito 'neutro' in discorsi dove i soggetti sono solo maschili, e dai quali usciranno grandi sbuffate libertarie, e nessuna energia per riconoscere la prostituzione globale femminile in quanto schiavitù, e dare libertà di scelta alle donne.
L'energia e l'autenticità che le donne hanno se partono da loro stesse è questione di scardinamento e di scelta, in definitiva di identità: scegliere se ci si riconosce come donna, come soggetto costruito e abusato, come soggetto con potenzialità rivoluzionarie e non come "la compagna di Tizio".

 

Etica femminista

Marina Padovese, questa compagna carissima, nella sua attività di elaborazione antimilitarista aveva capito che una parte dell'esperienza femminista ed una parte di quella anarchica erano vicine, compatibili.
Il discorso femminista-anarchico sul potere, nel Paese dove si annidano gli ovuli, può essere quello di chi sa riconoscere la volontà di dominare e negare (opprimere) e l'assenza di possibilità anche là dove sembrano esistere. Ciò anche negli ambiti dove non è consentito mettere in discussione i rapporti: nel gruppo politico, ad esempio, pena il disgregarsi dell'alleanza.
In quest'epoca di Grandi fratelli alle donne vengono offerte chances e lasciati usare strumenti inimmaginabili nel Patriarcato, sempre con quella galanteria del 'prego, prima lei' che comunque dà per scontato che siamo noi donne a dover pulire le soglie dei nuovi secoli... .
Ora c'è da ripensare il modo di conciliare la propria esistenza personale con la politica, ricordando che 'il personale è politico'. Altrimenti si corre il rischio di continuare a trovare sopportabile il 'progresso sostenibile' ed a portarlo sulle nostre spalle (o meglio, sui nostri cromo-somi), sedute attonite mentre in tv non c'è UNA SOLA VOCE che affermi che le donne non hanno il dovere di ospitare ovuli fecondati.

Testi consigliati:

Sull'etica
-Virginia Held, Feminist Morality: Transforming Culture, Society and Politics, 1993, The University of Chicago Press. (Etica Femminista, Feltrinelli, Torino, 1997).
-Sarah Lucia Hoagland, Lesbian Ethics: Toward New Value, ILS, Palo Alto, California, 1988 (Etica Lesbica. Verso nuovi valori, Antelitteram, Fano, tiratura limitata, 2000).
Circa i pregiudizi eterosessuali sul lesbismo
-Rosanna Fiocchetto, Quattro luoghi comuni, in Squaderno 1, 1989, Estro editrice (chiedere a Cli, via S. Francesco di Sales 1b, 00165 Roma).
Sulla donna globalizzata
-Slavenka Drakulic, Come siamo sopravvissute al comunismo riuscendo persino a ridere, Il Saggiatore, Milano 1994.
Sul pensiero antimilitarista di Marina Padovese
-Donne contro la guerra, Germinal 80, Trieste 1999.
-Fuori la guerra dalla storia, introduzione a "Donne contro la guerra. Interventi e testimonianze dall ex Jugoslavia" a cura di M.Padovese e Salvo Vaccaro, Edizioni La Zisa, Palermo 1996.

Francesca "Dada" Knorr