Rivista Anarchica Online


convegno

ANARCHICI ED EBREI

Convegno internazionale di studi
Venezia, 5-6-7 maggio 2000
Auditorium Campo Santa Margherita

Organizzato dal Centro Studi Libertari di Milano e dal Centre International des Recherches sur l'Anarchisme di Lausanne con il patrocinio della Fondazione Pace del Comune di Venezia e del Dipartimento di Studi Storici dell'Università di Venezia in collaborazione con il Senato degli Studenti della Facoltà di Architettura e l'Associazione Culturale L'Uovo di Paperoga.
Il convegno, con traduzione simultanea italiano/inglese/francese, avrà luogo nell'Auditorium di Campo Santa Margherita.
La parte culturale e conviviale avrà luogo presso la Facoltà di Architettura e prevede rappresentazioni teatrali con la partecipazione del "Living Theatre" e del Collettivo "I' vulesse fa' 'mmore co' Dioniso", cabaret su testi di Erich Mühsam, interventi musicali con gruppi di musica kletzmer, la Banda degli Ottoni a Scoppio e il Coro di Micene, la proiezione di filmati originali e una mostra fotografica.

segreteria organizzativa:
Centro Studi Libertari
via Rovetta 27, 20127 Milano
tel. e fax 02 28 46 923
email: csl <eleuthera@tin.it>
web: www.anarca-bolo.ch/csl

 

VENERDÌ 5 MAGGIO ORE 14,30 - 19,00
APERTURA CONVEGNO

Giovanni Levi (Dipartimento di Studi Storici, Università di Venezia)
Amedeo Bertolo (Centro studi libertari)

PRIMA SESSIONE
COORDINATORE AMEDEO BERTOLO (CSL)

Chaim Seeligmann (Yad Tabenkin Center, Tel Aviv)
Utopismo, messianesimo e messianesimo laico
Furio Biagini (Università di Lecce)
Utopia sociale e spiritualità ebraica
Eric Jacobson (Freie Universität, Berlino)
L'anarchismo di tradizione ebraica: Scholem, Benjamin e la teologia politica
Jacob Goren (Yad Tabenkin Center, Tel Aviv)
Elementi anarchici nel primo giudaismo
Enrico Ferri (Università di Roma Tre)
La questione ebraica in Max Stirner e nella prospettiva libertaria

 

SABATO 6 MAGGIO ORE 9,30- 13,00
SECONDA SESSIONE
COORDINATORE PIERO BRUNELLO (DIP. STORIA)

Daniel Grinberg (Università di Bialystok)
Il radicalismo ebraico in Polonia: sfide e risposte
Michael Löwy (CNRS, Parigi)
Anarchismo ed ebraismo nella Mitteleuropa:
il caso di Kafka

Rudolf De Jong (Instituut voor Sociale Geschiedenis, Amsterdam)
Anarchismo, sionismo e un caso di antisemitismo in Olanda
Gregorio Rawin (Biblioteca José Ingenieros, Buenos Aires)
La Liga Racionalista ebraica e l'anarchismo in Argentina
Sylvain Boulouque (Università di Reims)
L'ebraismo libertario tra assimilazione e rottura

 

SABATO 6 MAGGIO 15,00-19,00
TERZA SESSIONE
COORDINATORE MARIANNE ENCKELL (CIRA)

Siegbert Wolf (Università di Frankfurt a/M)
"La vera realizzazione è nella comunità".
La relazione intellettuale tra Landauer e Buber

Mina Graur (Università Ebraica di Gerusalemme)
Anarchismo e sionismo: il dibattito sul nazionalismo ebraico
Yaacov Oved (Università di Tel Aviv e Yad Tabenkin Center)
Il movimento dei Kibbutz e l'anarchismo
Birgit Seemann (Università di Frankfurt a/M)
Anarco-femminismo e giudaismo - alcuni accenni
Francis Shor (Wayne State University, Detroit)
Anarchismo ebraico e comunitarismo negli USA: da Stelton a Sunrise

 

DOMENICA 7 MAGGIO 10,00 - 13,00
QUARTA SESSIONE
COORDINATORE PIETRO ADAMO (CSL)

TAVOLA ROTONDA: La doppia identità

con Audrey Goodfriend (San Francisco), Jean-Marc Izrine (Toulouse), Judith Malina (New York), Hanon Reznikov (New York), Arturo Schwarz (Milano)

traduzione simultanea italiano/inglese/francese

Introduzione alla tavola rotonda
La doppia identità

Sulle radici religiose delle scelte e delle "militanze" politiche si sono scritte decine di volumi. Soprattutto in età moderna e contemporanea, quando dottrina teologica e teoria politica si sono contaminate a vicenda costituendo i vettori principali del processo di secolarizzazione, l'intreccio tra questi due elementi si è presentato come una delle determinanti dei processi di formazione della filosofie e dei pensieri "forti" della modernità. I percorsi comuni tra politica e religione si sono sviluppati su piani alquanto differenti; si è trattato in primo luogo di un processo di osmosi teorica, quando dai presupposti dottrinali di un particolare sistema teologico sono state tratte generalizzazioni e assunzioni applicabili alla sfera della convivenza civile; in secondo del frutto della trasposizione al livello della politica di un atteggiamento peculiarmente antagonistico intrinseco a una specifica cultura religiosa (il protestantesimo radicale, il metodismo evangelico, l'ebraismo askenazita, l'Islam, eccetera); in alcuni casi abbiamo anche assistito a fenomeni di "ritorno", quando cioè la diffusione di un paradigma politico, all'impatto con tali culture religiose, ha prodotto effetti dirompenti; è questo, per esempio, il caso dell'incontro tra liberalismo e protestantesimo nell'America del tardo diciannovesimo secolo, con lo sviluppo di una teologia "liberale" e "moderna" da un lato, e la replica fondamentalista e antimoderna dall'altro. L'incontro tra anarchismo ed ebraismo ha in sostanza riprodotto queste modalità di interazione. Ne vediamo i riflessi negli attivisti di matrice ebraica che hanno popolato le fila del movimento anarchico. Da un lato la spiritualità del giudaismo fornisce una potente spinta verso l'eguaglianza e, nei suoi aspetti profetici, verso la costruzione di un regno di giustizia e libertà, costituendo, per così dire, lo sfondo culturale della militanza ebraica; dall'altro, gli stessi ebrei "secolarizzati" - che hanno cioè rinunciato alla fede - portano nella loro azione politica l'antagonismo di una comunità (quella askenazita) e di una tradizione oppressa e perseguitata, segnata dalla condizione di paria, che nel corso dei secoli ha reagito a una situazione di marginalizzazione e segregazione elaborando una cultura della resistenza e della ribellione.
Il tema dell'interazione tra anarchismo ed ebraismo pone quindi il problema di un'identità doppia, che si presenta con un'evidenza particolare nei militanti "secolarizzati". Paul Goodman, simpatica figura di ateo dalla scrittura a volte enfaticamente religiosa, rivendicava con consapevolezza le diverse identità che componevano la sua personalità di dissidente (anarchico, ebreo, omosessuale), sino a chiedere a Leroi Jones di concedergliene anche una onoraria (quella di "negro"). Tuttavia, è innegabile che l'incontro presenti anche sfumature di irriconciliabilità. In quali molteplici sensi, quindi, i militanti anarchici che provengono dall'ethos del giudaismo vivono, in concreto, la loro doppia appartenenza, tenendo presente che quella ebraica tende a manifestarsi sul piano culturale (piuttosto che su quello esplicitamente religioso)? Sino a che punto la matrice giudaica è presente? Sino a che punto è avvertita? A queste domande potrebbero dare una risposta, dalla molteplicità delle loro esperienze politiche e del loro vissuto, i partecipanti a questa tavola rotonda.

Pietro Adamo