dossier
militarismo
Corruzione di minori
della Cassa di Solidarietà
Antimilitarista
Non dobbiamo abituarci alla presenza dei militari
e della loro propaganda nelle scuole, nei parchi-giochi, ovunque.
Gardaland è un parco di divertimenti
sul Lago di Garda, non distante da Verona. È in questo mondo
di plastica che l'esercito ha pensato bene di realizzare, in
piene vacanze estive, RAP Camp, con la collaborazione
della stessa direzione di Gardaland, che è tra gli sponsor di
varie pagliacciate simili in altri luoghi. RAP Camp è
un baraccone pubblicitario dell'esercito: per una giornata intera
si possono ammirare e "montare" i mezzi militari e si può allegramente
giocare con simulazioni di guerra. Se sei bravo ti regalano
qualche gadget, e in ogni caso puoi riempirti le tasche di simpatici
volantini che ti fanno notare a chiare lettere che arruolarti
come volontario nell'esercito è l'unico lavoro sicuro e remunerativo
del futuro. Il tutto farcito con contorno di muscolosi parà
e di Sound System con DJ in mimetica.
Come lo chiamerebbero "loro"? Istigazione a delinquere, apologia
di reato, corruzione di minori? Noi lo chiamiamo propaganda
dell'assassinio legalizzato. Già, perché gli eserciti, oggi,
non sono statici baracconi con ufficiali malinconici e filosofi
come nel Deserto dei Tartari di Buzzati. Gli eserciti
oggi si usano, sono macchine che si muovono per il mondo e sparano,
ogni giorno. Per questo c'è bisogno di lucidare e oliare il
meccanismo, e per questo servono, come siamo abituati a sentire,
efficienza e professionalizzazione. I due concetti servono a
definire due processi: ammodernamento della struttura e legittimazione
sociale.
Con la fine della Guerra fredda e l'avvento di un mondo multipolare,
dove le densità di potere non sono così chiaramente definite
come un tempo, le potenze economiche e militari devono intervenire
più spesso per affermare il loro dominio quando venga messo
in discussione da altri poteri "disturbanti". Questo Nuovo ordine
mondiale si basa sulla mobilitazione militare perpetua (di bassa
o alta intensità) e necessita di strumenti militari rapidi,
snelli e tecnologicamente avanzati. Parallelamente, una situazione
di guerra perpetua necessita di un sufficiente consenso sociale
su cui appoggiarsi. I processi di professionalizzazione di alcuni
eserciti europei vanno in questa direzione. Il 3 settembre scorso
il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge per
la professionalizzazione delle Forze Armate e la conseguente
abolizione del servizio di leva nel 2005. Il provvedimento serve
sia per "rifare" l'esercito in vista dei suoi compiti pseudo-imperiali
del 2000 (non a caso l'Italia vorrebbe entrare nel Consiglio
di sicurezza dell'ONU), sia per ottenere quel consenso sociale
che, dicevamo, risulta necessario. Finalmente farà il militare
solo chi vorrà, senza inutili sprechi ed odiose coercizioni,
e per giunta bene, in modo "professionale". Nell'era della delega
e nel regno dell'esperto imparare ad ammazzare sarà un mestiere
rispettabile, come fare l'avvocato, il medico, l'assicuratore,
l'architetto. D'altronde la guerra, ridiventata un evento normale,
quotidiano, ha bisogno come altri di qualcuno che se ne occupi.
L'abolizione della leva, che potrebbe segnare la fine (tranne
che in previsti casi eccezionali) dell'obbligo imposto dallo
stato di destinargli un anno della propria vita, non è certo
frutto, quindi, di un diffuso consenso alle tematiche antimilitariste.
Non si pone, comunque, per noi l'alternativa - falsa e fuorviante
- fra esercito di leva ed esercito professionale: sapendo riconoscerne
le trasformazioni, è l'esercito in sé che va combattuto.
Resta da vedere cosa sarà in futuro di questo disegno di legge,
visti i problemi di finanziamento (è previsto infatti un forte
incremento delle spese) e l'ovvia opposizione della lobby delle
holding del Servizio civile: Caritas, Arci, Legambiente, WWF,
che si sono incontrate, assieme ad alcune delle associazioni
di obiettori di coscienza (Associazione Obiettori Nonviolenti)
in un "insolito" abbraccio con storici difensori dell'esercito
di leva (vedi Rifondazione). Potrebbero ottenere l'introduzione
di un "Servizio civile volontario" ancora finanziato dallo stato.
Inoltre, l'arruolamento volontario non va così bene come sembra:
nel 1998 su 14.000 posti disponibili per le tre armi sono pervenute
10.756 domande. Solo in 4.148 si sono presentati alla prima
selezione, e gli ammessi sono stati 3.157.
Ecco quindi due strade per "rimpolpare" i ranghi: l'apertura
alle donne (che fa anche più buono e democratico), che in molti
paesi rappresenta la quota di arruolamenti che copre il deficit
maschile per raggiungere il numero minimo necessario di arruolati,
e contemporaneamente, le campagne promozionali.
Dalle discoteche agli "happening" in piazza, alle spiagge, alle
scuole, l'esercito bombarda i giovani di allettanti pubblicità:
opportunità di lavoro e di realizzazione personale, scuola di
vita, strumento di successo, occasione di solidarietà.
Questa storia di Gardaland simboleggia l'apice di tale degradazione.
Nel parco dei divertimenti ci si può svagare ad ammazzare per
finta. Ma le armi questa volta non sono innocui giocattoli:
sono vere, servono sul serio ad ammazzare, a straziare, a distruggere.
Il corto circuito fra realtà e fantasia non può essere più totale.
Come Squeak the Mouse, ci si può trovare ad ammazzare
stando in un cartone di Walt Disney. Realtà virtuale e realtà
"reale" coincidono tragicamente. Quale sublime esempio di educazione
alla pace e alla solidarietà!
Non dobbiamo abituarci alla presenza dei militari e della loro
propaganda cancerogena. Non dobbiamo permettere che si facciano
pubblicità nelle scuole, nei parchi giochi, ovunque. La "guerra
perpetua" non può diventare da quotidiana a scontata.
Cerchiamo quindi di disturbare queste squallide operazioni di
marketing, boicottiamone gli sponsor "civili", e non stanchiamoci
di elencare e ricordare i crimini di cui i militari, sempre
e ovunque, si rendono protagonisti. Perché se sono professionisti
di qualcosa, lo sono del peggior crimine: l'assassinio legalizzato.
Cassa di Solidarietà Antimilitarista
Che
cos'è la cassa
La
cassa di solidarietà antimilitarista nasce nel 1985. Costituita
per sostenere la causa degli antimilitaristi che si rifiutavano
di svolgere il servizio militare e quello civile sostitutivo,
la Cassa appoggia le scelte dell'obiezione totale contribuendo
economicamente alle spese legali dei processati, inviando
soldi ai detenuti, aiutando tutti coloro che, per le proprie
idee e azioni, subiscono la repressione militare e statale.
Ma non svolge solo la funzione di "sportello": "La cassa
non vuole limitarsi ad espressione di semplice solidarietà
economica o assistenziale ma vuole servire anche a centro
di propaganda attiva antimilitarista". Alla solidarietà
si aggiungono le campagne propagandistiche, atte a rendere
pubblica la scelta di rifiuto dei compagni latitanti,
carcerati o in attesa di processo.
In più di dieci anni, affiancati dal lavoro del periodico
Senzapatria, la Cassa ha ideato, promosso, organizzato
manifestazioni e incontri sul tema della nonsottomissione
e tramite la diffusione di diverso materiale stampato
ha garantito un supporto concreto agli obiettori in carcere.
Le
sue prospettive
Dall'aprile del '96 viene gestita da un gruppo di compagni
veronesi. I propositi della nuova gestione sono quelli
di tentare un rilancio dell'attività evidenziando nella
Cassa una delle possibilità di fatto ed in prospettiva
per ampliare la lotta al militarismo.
Ora più che mai riteniamo sia necessario ritessere legami
di collaborazione: il numero di nonsottomessi è andato
negli ultimi tempi costantemente aumentando, segno che
sempre più persone denunciano nel servizio civile i limiti
di una scelta complementare e non antagonista a quella
del servizio militare. Il rifiuto della "obiezione di
convenienza" viene ad essere il modo più diretto per contrastare
individualmente la coscrizione militare. L'obiettore che
si nega alla coscrizione civile attacca i meccanismi e
i principi della logica militarista: autorità, comando,
obbedienza, accettazione del proprio ruolo, mettendo in
discussione l'esistenza stessa degli eserciti. Di fronte
all'ascesa di una cultura militarista che prevede professionalizzazione
dell'esercito, impiego delle donne, aumento delle spese
militari, operazioni propagandistiche atte a presentare
le forze armate come portatrici di pace, sicurezza e democrazia,
l'impegno della C.S.A. sarà quello di CONTROINFORMAZIONE,
AZIONE SOLIDALE VERSO GLI ANTIMILITARISTI, PROPAGANDA
A FAVORE DELLA DISOBBEDIENZA.
Gli
strumenti
Solo il sostegno economico attraverso sottoscrizioni,
serate e materiale benefit permette alla Cassa di avere
un fondo grazie al quale seguire le cause dei nonsottomessi.
Per ora la cassa redige un foglio di collegamento bimestrale
utile per l'aggiornamento su tutto ciò che riguarda obiettori
totali, manifestazioni antimilitariste, processi, incontri
e concerti. Vi compare il bilancio della cassa aggiornato
mese per mese. La sua semplicità è un invito a farne fotocopie
e a diffonderlo.
Per ricevere il disertore è sufficiente scrivere alla
Cassa inviando un bollo per un numero o versare 10.000
lire sul conto corrente come quota d'abbonamento annuale.
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Per
contatti o sottoscrizioni:
Cassa di solidarietà antimilitarista
c/o KRONSTADT - C.P. 516 - 37100 VERONA
Tel: 045/8902003 (Iride o Emanuele)
Fax: 045/8036041
Versamenti: C.c.p. n.13013370
intestato a: Luca Zevio o Via M.Faliero, 171
37100 VERONA, specificando la causale "Cassa di solidarietà
antimilitarista" o il disertore.
Sito internet: www.ecn.org/cassasolidarietantimilitarista
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