È un bordello... Non posso introdurre gli Ex senza espropriare
la rivista del 40% delle sue pagine: 20 anni di musica, sperimentazione,
concerti infuocati, dischi sempre rigorosamente autoprodotti,
le loro confezioni viniliche sempre rigonfie di posters, libretti,
fumetti, ironia, citazioni a non finire. Politici fino al midollo,
innanzitutto nelle pratiche quotidiane. Autogestione vera, quella
che ti spedisce i dischi coi prezzi all'ingrosso anche se non
sa chi cacchio tu sia, basta che tu ti dica "distributore".
Eravamo al Cox 18, uno squat in cui mi è sempre stato possibile
assistere a concerti roventi, ed in genere preferisco fare le
interviste dopo di questi, ma stavolta è stato meglio così:
dopo un'esibizione così mostruosa avrei impiegato una notte
per intervistarli. Com'è possibile, dopo 20 anni, suonare ancora
in quella maniera? Un'intensità che mai avrei potuto immaginare,
Andy e Terrie alla chitarra che mazzulano il povero G.W. Sok
arrancante a centro palco per guadagnare (quando ci riusciva)
il microfono, Kathrin che suona come fosse la reincarnazione
di Maureen Tucker, percussiva fino al midollo. Pensi che sia
semplicemente un'esigenza pratica, per non complicarsi troppo
la vita a livello tecnico, ed invece a metà concerto scopri
che è semplicemente una loro scelta ritmica, che lei la batteria
la smarmella come le pare, e se il ritmo è minimal tribale è
perché gli Ex lo desiderano. E la musica, poi... Indefinibile,
un incesto tra rock e noise, dove nessuno dei due prevale. Ma
anche avanguardia, melodia, tradizione e voglia di rimettersi
in discussione in ogni momento, in ogni luogo. Tutto sommato
è stato un bene intervistarli prima: l'intervista è durata più
di un'ora senza che quanto sopra fosse già divenuto esperienza
e memoria per il sottoscritto. Gli chiedo subito dell'autogestione,
di come hanno cominciato e di come sono riusciti a restare fuori
dal business.
G.W.Sok (voce): "Fondamentalmente partimmo come una band,
e non sapevamo nulla del music business; abbiamo cercato di
imparare a suonare e ad un certo punto ci siamo organizzati
per fare i nostri dischi ed organizzare i nostri concerti. Non
ci piaceva la maniera in cui le cose funzionavano: di solito
le band facevano un nastro ed andavano dalle compagnie chiedendogli
se gli stampavano il disco; a noi non andava bene perché credevamo
nel punk-rock dove l'idea era quella del "do it yourself", ed
abbiamo pensato: "Ok, anche noi dobbiamo farcela da soli". Così
abbiamo cercato di realizzarla, cominciando a produrci i dischi
e cercando di venderli, ed abbiamo visto che c'erano poche possibilità
di distribuirli. A quel tempo c'erano solo grosse compagnie
di distribuzione, e ce n'era uno solo indipendente, che non
era di dimensioni tali da poter distribuire tutto: dunque si
concentrava su quei determinati tipi di musica che vendevano
meglio. Attorno al 1984, c'erano molte band in Amsterdam che
si producevano i dischi, ma ovviamente nessuno di loro poteva
permettersi di andare in giro coi cartoni pieni di vinile direttamente
in tutti i negozi. Abbiamo cominciato a pensare che avremmo
dovuto partire tutti assieme ad organizzare una distribuzione,
ed un po' di gente mostrò interesse per questa cosa. Ci abbiamo
soltanto provato: con altre persone creammo la Konkurrent, che
nacque da quel momento e cominciò a crescere lentamente. Quando
divenne chiaro che la Konkurrent sarebbe stata il nostro distributore
cominciammo a contattare tutta quella gente che faceva le nostre
stesse cose all'estero. In Italia Wide cominciò allo stesso
modo: videro che i dischi che a loro piacevano non avevano distribuzione
e si occuparono in prima persona della loro diffusione. C'è
un'audience per questa musica, non è importante quanto venda,
non è questo il punto: l'importante è che ci piaccia e che la
gente la possa comprare se desidera. Devi far sì che sia reperibile
nei negozi e che questi a loro volta siano interessati, questo
ti permette di evolverti e migliorare".
Kathrin (batteria): "All'inizio avevamo un grande esempio
di fronte a noi: i Crass. Loro avevano già dimostrato che era
possibile produrre da soli i propri dischi . Siccome loro ci
riuscivano in Inghilterra, abbiamo cominciato a cercare un sistema
per fare la stessa cosa anche in Olanda..."
G.W. Sok: "Erano molto organizzati: molta gente come
noi ha agito nello stesso modo, non c'è bisogno di grandi compagnie
per distribuire i nostri dischi e non è necessario vendere per
forza 10.000 copie di un titolo per andare avanti
" Ho sentito
bene? Mettersi insieme a distribuire dischi? Come? A qualche
Italiansquatter fischiano le orecchie? Ettecredo! L'intervista,
comunque, procede fluviale verso i centri sociali e le trattative
in corso dalle nostre parti con le istituzioni:
G.W. Sok: "Io penso che mettersi in regola sia una buona
idea. Mi spiego: Cox 18 è uno squat, il fatto stesso che esista
significa che la gente ha bisogno di posti che producono cultura,
dove stare assieme in maniera diversa dalla cosiddetta normalità.
Posti come questo offrono qualcosa alla città, ed è giusto che
la situazione oggi sia di natura negoziale; capisco anche quelli
che non vogliono trattare, ma se hai la possibilità di mantenere
il tuo spazio e di fare quello che desideri nella legalità,
non penso che questo sia un problema; molto dipende da ciò che
chiedono le istituzioni in cambio, se vogliono un affitto troppo
alto è inutile trattare, ma se la loro richiesta è ragionevole
e non troppo costosa ne vale la pena: altrimenti perdi la tua
infrastruttura e ciò sarebbe un peccato. Dunque se si può negoziare
e la città ha l'intenzione di fare un accordo equo, perché non
farlo?". Non potevo evitare di chiedergli di parlare della loro
esperienza con Tom Cora (strepitoso violoncellista di New York,
morto purtroppo l'anno scorso) che ha fruttato due incredibili
dischi nel '91 (Scrabbling at the lock) e nel '93 (And
the weathermen shrug their shoulders).
Kathrin: "Suonare con lui è stato un grande momento del
nostro percorso creativo, portò un sacco di musica meravigliosa
dalla quale fummo tutti ispirati, introdusse un nuovo modo di
suonare nella nostra band, con lui siamo cresciuti tutti musicalmente,
era così brillante..."
G.W. Sok: "Ci sarebbero un sacco di cose da dire su di
lui. Innanzitutto è stato un grande amico ed un grande compagno
durante tutti e tre gli anni in cui abbiamo suonato assieme;
noi eravamo una band, lui era un solista, ma non ci siamo mai
sentiti come due parti separate: quando eravamo assieme eravamo
come sei amici, e c'era un grande feeling fra di noi che ci
ispirava. Ci piacevamo a vicenda, come persone e come musicisti:
quando i rapporti sono di questo tipo è una buona idea provare
a collaborare, e se non funziona, pazienza... Potremmo incontrare
qualcun'altro con il quale potremmo avere voglia di fare qualcosa
di simile. Ma sarà una cosa spontanea e non preparata, come
con Tom".
Kathrin: "Saremo sempre aperti ad altri musicisti, perché
arricchiscono la nostra musica..." Gli chiedo anche se ha notato
dei cambiamenti nei C.S.A. rispetto all'ultima tournée, G.W.
ironizza: "Quando venimmo in Italia nel 1987 dormimmo su di
un pavimento polveroso, stanotte invece dormiremo in un letto,
vediamo che anche qui le cose sono migliorate. Nel 1987 (l'ultima
loro tourneè in Italia, N.d.A.) avevamo l'impressione che la
gente avesse occupato con uno spirito del tipo: "Ok, abbiamo
vissuto un gran momento, siamo sopravvissuti, abbiamo fatto
festa ed ora torneremo dalla mamma". Lo so, è una generalizzazione,
non era sempre così ma in molti squat abbiamo davvero percepito
questo modo di fare. È anche dovuto alla situazione politica,
perché gli occupanti non sanno quanto a lungo riusciranno a
stare in quello spazio. Se invece avessero maggiori sicurezze
di permanenza potrebbero essere incentivati a mantenere ed a
migliorare le strutture. Ora, come dicevi tu, molti stanno negoziando
e possono pensare di più al futuro. Oggi comunque notiamo sicuramente
un senso della comunità molto più radicato di un tempo".
"SIAMO CRESCIUTI IN PARALLELO"
Gli dico della prima volta in cui ascoltai un loro disco e
rimasi folgorato da un'intensità, un feeling, che mi colpì prima
ancora che mi accorgessi dei loro testi fortemente politicizzati...
G.W. Sok: "Questo mi fa piacere! Ogni tanto lottiamo
con l'idea che il pubblico si é fatto di noi, perché non vogliamo
nasconderci dietro la nostra immagine militante. Stiamo bene
con gli anarchici ma lavoriamo anche con band provenienti dal
Mali, che non sanno nulla delle vicende politiche europee, ma
sono gente calorosa e fanno ottima musica; ed il fatto stesso
che puoi comunicare e farti due buone risate con loro per noi
è come fare dell'alta politica: ci si ammira in quanto esseri
umani e si apprezza a vicenda la cultura dell'altro. È bello
che attraverso la musica possiamo incontrarci gli uni con gli
altri".
Kathrin: "E lo spirito della musica africana spesso è
esattamente lo stesso che anima la nostra musica...". Provo
un po' a stuzzicarli dicendogli che a volte la loro affinità
coi Sonic Youth è impressionante, con la differenza che loro
hanno cominciato prima e hanno guadagnato molto meno, ma il
buon G.W. Sok non se la mena mica, anzi: "Devi sapere che li
abbiamo conosciuti durante il loro primo tour europeo, dormirono
a casa nostra perché suonarono di spalla ai P.I.L. al "Paradiso"
(un locale di Amsterdam, probabilmente era il 1986, N.d.A.),
e non avevano un posto dove stare... Noi stavamo qui in Europa
e loro stavano laggiù negli USA, non ci eravamo mai incontrati
prima... E ci siamo evoluti entrambi in un certo modo, siamo
cresciuti in parallelo..."
Kahrin: "Ci rispettiamo a vicenda perché abbiamo molte
cose in comune".
G.W. Sok: "L'anno scorso abbiamo suonato cinque concerti
assieme a loro negli Stati Uniti". Sono dei veri "signori"
Ma il discorso della crescita parallela prende la mano a G.W:
"Hai presente Andy, che ora suona con noi? Prima suonava nei
Dog Faced Hermans, e durante il nostro tour del 1988, gli organizzatori
ci dissero che avevamo tre date in Inghilterra con loro e i
Jackdaw with Crowbar. Così li abbiamo visti suonare: sembravamo
noi! Andy suonava un po' come Terrie (l'altro chitarrista membro
fondatore della band, N.d.A.), e la loro musica aveva lo stesso
nostro approccio! Eppure possedeva un solo disco degli Ex, che
peraltro era poco affine a quello che stavamo facendo in quel
periodo, e noi non sapevamo nulla della sua band; ed abbiamo
cominciato a suonare assieme..."
Kathrin: "Un altro esempio di crescite parallele..."
G.W. Sok: "È grandioso che prima o poi siamo destinati
ad incontrarci ..."
"BISOGNA PROVARCI"
Gli dico della prima volta in cui ascoltai un loro disco e
rimasi folgorato da un'intensità, un feeling, che mi colpì prima
ancora che mi accorgessi dei loro testi fortemente politicizzati...
G.W. Sok: "Questo mi fa piacere! Ogni tanto lottiamo
con l'idea che il pubblico si é fatto di noi, perché non vogliamo
nasconderci dietro la nostra immagine militante. Stiamo bene
con gli anarchici ma lavoriamo anche con band provenienti dal
Mali, che non sanno nulla delle vicende politiche europee, ma
sono gente calorosa e fanno ottima musica; ed il fatto stesso
che puoi comunicare e farti due buone risate con loro per noi
è come fare dell'alta politica: ci si ammira in quanto esseri
umani e si apprezza a vicenda la cultura dell'altro. È bello
che attraverso la musica possiamo incontrarci gli uni con gli
altri".
Kathrin: "E lo spirito della musica africana spesso è
esattamente lo stesso che anima la nostra musica...". Provo
un po' a stuzzicarli dicendogli che a volte la loro affinità
coi Sonic Youth è impressionante, con la differenza che loro
hanno cominciato prima e hanno guadagnato molto meno, ma il
buon G.W. Sok non se la mena mica, anzi: "Devi sapere che li
abbiamo conosciuti durante il loro primo tour europeo, dormirono
a casa nostra perché suonarono di spalla ai P.I.L. al "Paradiso"
(un locale di Amsterdam, probabilmente era il 1986, N.d.A.),
e non avevano un posto dove stare... Noi stavamo qui in Europa
e loro stavano laggiù negli USA, non ci eravamo mai incontrati
prima... E ci siamo evoluti entrambi in un certo modo, siamo
cresciuti in parallelo..."
Kahrin: "Ci rispettiamo a vicenda perché abbiamo molte
cose in comune".
G.W. Sok: "L'anno scorso abbiamo suonato cinque concerti
assieme a loro negli Stati Uniti". Sono dei veri "signori"
Ma il discorso della crescita parallela prende la mano a G.W:
"Hai presente Andy, che ora suona con noi? Prima suonava nei
Dog Faced Hermans, e durante il nostro tour del 1988, gli organizzatori
ci dissero che avevamo tre date in Inghilterra con loro e i
Jackdaw with Crowbar. Così li abbiamo visti suonare: sembravamo
noi! Andy suonava un po' come Terrie (l'altro chitarrista membro
fondatore della band, N.d.A.), e la loro musica aveva lo stesso
nostro approccio! Eppure possedeva un solo disco degli Ex, che
peraltro era poco affine a quello che stavamo facendo in quel
periodo, e noi non sapevamo nulla della sua band; ed abbiamo
cominciato a suonare assieme..."
Kathrin: "Un altro esempio di crescite parallele..."
G.W. Sok: "È grandioso che prima o poi siamo destinati
ad incontrarci ..." Gli faccio notare che, nonostante l'identificazione
punk che viene spesso attribuita loro, musicalmente non hanno
mai suonato come una punk-band... G.W. Sok si schernisce: "Abbiamo
provato a suonare punk , ma non ne eravamo capaci..."
Kathrin: "All'inizio la musica era piuttosto semplice,
ma quasi subito si evolse verso cose più improvvisate, più strane,
esplorando altri generi musicali..."
G.W. Sok: "Le band che ci piacevano erano fondamentalmente
rock, ma come i Gang of Four che usavano diverse ritmiche e
gli Wire che creavano canzoni sempre differenti nella forma.
Cose come quelle mi piacciono, sono interessanti. Non devi attenerti
ad una sola formula creativa, puoi crearne sempre una nuova.
Bisogna provarci, sperimentare cose che normalmente non avresti
mai provato a fare, poi vedi cosa succede. Qualche volta l'idea
non è abbastanza buona, ma la volta successiva può essere quella
giusta... Dopo un po' ti sarai nuovamente stancato di quello
che stai facendo, e cercherai altre modalità espressive. Bisogna
provarci, questo è il bello".
Kathrin: "Così accadde che dopo 4 anni il pubblico cambiò
assieme alla nostra musica. Gli scontenti dissero: "Questo non
è più punk!", ma ad altri piaceva che in ogni momento suonassimo
cose differenti... Ora il nostro pubblico è composto in maggior
parte da gente che sta "dentro" la musica e che gradisce ascoltare
cose nuove...".
G.W. Sok: "Ed è divertente che oggi quando suoniamo in
Amsterdam troviamo un pubblico di età variabile: dai vent'anni
fino ai cinquanta".
Kathrin: "Molte band che cercano di cambiare la loro
musica, se non sono apprezzate dal loro pubblico, alla fine
tornano sui loro passi e non osano più tentare nulla. Questo
non va bene perché è come limitare se stessi, è meglio "allenare"
la propria audience: questo contribuisce a creare una mentalità
più aperta...". Nel 1986 incisero un pregevole doppio 7" intitolato
1936 accompagnato da un libro fotografico che illustrava la
guerra di Spagna, i cui brani erano dei rifacimenti di canzoni
popolari dell' epoca (su tutte Ay Carmela, ed è oggi
reperibile dal listone "musica per A" come doppio minicd + libro).
Non potevo esimermi dal chiedere loro un parere su Terra
e libertà, il film di Ken Loach che parla proprio di quelle
vicende. G.W. non ha dubbi: "L'ho trovato un buon film, ed il
fatto che racconti anche una storia d'amore non mi dispiace:
dopotutto quella gente che ha combattuto era umana, ed amava,
piangeva, rideva... In questo modo ha preparato il terreno ad
un futuro film meglio impostato da un punto di vista storico,
che stiamo ancora aspettando. Mi è piaciuto sia il fatto che
fosse tratto in parte dall'esperienza di George Orwell, sia
la scelta di mostrare l'aspetto umano della confusione in cui
piombarono coloro che decisero di lottare per una buona causa:
un giorno sei sullo stesso treno coi tuoi commilitoni sparando
al nemico, ed il giorno dopo sei ferito a Barcellona dove ci
si spara a vicenda da due diverse balconate, e poi arriva l'imposizione
dell'esercito popolare e lo smantellamento delle milizie. L'anno
scorso eravamo in Spagna per un piccolo festival dove abbiamo
incontrato la gente della CNT che ne erano gli organizzatori
assieme ad una radio libera; il film era stato proiettato qualche
tempo prima da quelle parti, e ci dissero che aveva destato
molto interesse perché molti vedendolo si sono resi conto che
non avevano mai saputo come erano andate le cose. Durante il
franchismo non ci fu una sola parola riguardante gli anarchici,
i comunisti o i socialisti, ed anche dopo la morte di Franco
nessuno riportò alla luce quegli eventi. Il film ha permesso
agli spagnoli di riscoprire la loro storia e di spazzare via
molti luoghi comuni sulla guerra di Spagna: da questo punto
di vista penso che abbia avuto effetto positivo sulla gente".
"UNA SITUAZIONE NUOVA"
Finiamo per parlar d'America, tournee, dischi. Per passare
il confine G.W. ci dice che è necessario essere un po' smaliziati:
"Abbiamo fatto sette, forse otto tournée negli USA, ma una volta
abbiamo avuto dei problemi. Provammo ad entrare dal Canada,
non avevamo il permesso e soprattutto avevamo il furgone pieno
di strumenti: si sono insospettiti e non ci hanno fatto passare;
siamo entrati quindi da un'altra parte del confine, ed abbiamo
perso un concerto a Chicago. Ma di solito è bene non far capire
che sei una band, cerchiamo di nascondere gli strumenti ed entriamo
separatamente come se fossimo europei in vacanza. Se gli dici
che sei una band sei fottuto. L'ultimo album stampato dalla
Touch & Go è distribuito in tutti gli Stati Uniti. Gli altri
dischi invece sono distribuiti (o stampati) da piccole etichette,
che non riescono a raggiungere tutta la nazione. Ma se la gente
è interessata li trova, sono più o meno reperibili; non abbiamo
veramente bisogno di vendere laggiù, semmai è importante che
chi li desidera non debba pagare i costi d'importazione dall'
Olanda...". Ultima domanda obbligatoria: i kraakers, il
movimento di occupazioni ad oltranza di cui loro erano parte
integrante: cosa è rimasto di quell'esperienza oggi in Olanda?
Ma G.W. parte subito dalla preistoria: "Fondamentalmente i kraakers
nacquero perchè la gente aveva bisogno di case, e cominciò
ad occupare dei palazzi. Le case in affitto scarseggiavano (sto
parlando di Amsterdam ma ciò che successe in quel periodo valeva
per tutte le città, più o meno), ed in alcune zone c'erano un
sacco di case orribili e fatiscenti. La città aveva un piano
per abbatterle e costruirne di nuove al loro posto, ma ci impiegava
tempi molto molto lunghi... Così coloro che avevano bisogno
di un tetto pensarono di andarvi a vivere. Quando venivano sgomberati
con il pretesto dell'abbattimento, loro prendevano le loro cose
e si trasferivano nell'edificio accanto o nella via più vicina.
Tutto questo accadeva nei primi anni settanta. Dopo un po' notarono
che le case sgomberate non venivano toccate, così quando la
polizia gli intimò di nuovo di andarsene cominciarono a rifiutarsi.
Questa fu una situazione nuova per la polizia e la città. Il
movimento crebbe e si occuparono interi palazzi in cui si organizzavano
concerti, manifestazioni, spettacoli teatrali; gli occupanti
cominciarono ad allestire piccoli negozi e cose del genere,
ed è diventata una specie di comunità sparsa in tutta la città.
All'inizio degli anni ottanta le istituzioni cercarono di disfarsi
di tutto ciò, ma le situazioni erano molto differenti l'una
dall'altra. C'erano palazzi fatiscenti che dovevano essere chiusi,
e queste case furono sgomberate; altre occupazioni erano invece
molto ben organizzate ed in altri casi ancora la situazione
non era molto chiara, non si sapeva chi fosse il proprietario
dell'abitazione, oppure il proprietario stesso era uno stronzo
che non voleva sistemare la casa neppure prima che la occupassero.
E così le istituzioni riconobbero le ragioni degli occupanti:
fondamentalmente avevano il diritto di non pagare l'affitto!
Venne il momento delle trattative e gli occupanti cominciarono
a venire a patti con le autorità ed i proprietari: alcuni di
loro furono legalizzati, altri furono sgomberati per far posto
ad altri "utenti"... Ma con il passare degli anni le leggi sono
diventate più severe, ed hanno reso le occupazioni più difficili;
comunque nelle case "legalizzate" c'è ancora gente che vive
con una mentalità differente, hanno una visione diversa sullo
stare assieme, come organizzare le loro così, come allestire
il proprio negozio o praticare quello che si desidera fare.
Questa è un'eredità delle occupazioni...."
Kathrin: "(Il movimento) contagiò molte persone: la cosa
buona era che avevamo lo spazio per realizzare un sacco di idee
creative, ed è bello vedere che quella sottocultura che crebbe
in quel periodo è ancora presente, magari non è più soltanto
nelle case occupate, possono essere persone in affitto ma che
stanno ancora vivendo per realizzare i loro desideri".
"SE SEI LIBERO DI GESTIRLE..."
G.W. Sok: "Prima vivevi con i tuoi genitori, andavi
in città a studiare o a fare quello che volevi, e prendevi un'appartamento
in affitto, da solo: dopo un po' di tempo era tutto molto noioso.
Se vivi in una casa occupata c'è molta più gente come te, si
può vivere la quotidianità assieme agli altri cenando, andando
al cinema, guardando la televisione, ed è più economico perchè
puoi condividere la stessa lavatrice, altri elettrodomestici,
il giornale, il riscaldamento e cose del genere... E poi ti
costringe a vivere con la gente più disparata, devi essere più
socievole e disponibile. Secondo me i kraakers hanno
aperto una strada: la gente non deve pensare che vivere sia
solo accumulare denaro e possedere case sempre più grandi. Può
darsi che tu non faccia molti soldi e che la tua casa non sia
eccezionale, ma va bene così e soprattutto vivi con persone
gradevoli. E a questo punto anche tu sei ricco... Un paio di
osservazioni personali in conclusione. È impressionante la semplicità,
la totale assenza di "pippismo ideologico" nei loro discorsi...
I kraakers? Nacquero perchè c'era bisogno di case. La
distribuzione? Nacque perché nessuno era in grado di distribuirsi
i dischi. Case occupate in regola con la legge? Se sei libero
di gestirle secondo i tuoi desideri vanno bene. In parole povere:
le piccole utopie non valgono 'na sega se non rispondono pienamente
ai bisogni che il vivere quotidiano genera nelle persone...
La cosa più affascinante (e che la dice lunga sulla loro attitudine)
è che durante la chiacchierata mi hanno rivolto persino qualche
domanda! E gli ho orgogliosamente risposto con il mio inglese
sub-umano...
Mario Bossi
The Ex live (sono proprio così!)
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