Rivista Anarchica Online



a cura di Marco Cagnotti (cagnotti@venus.it)

 

Smemoratezza digitale

 

Mia madre è protestante. Zwingliana, per la precisione. La sua famiglia, come tutte le antiche famiglie protestanti del Canton Grigioni, possiede una Bibbia. Ovvio: se non ci si affida al magistero di Sacra Romana Chiesa Cattolica e Apostolica per l'interpretazione delle Sacre Scritture, bisogna fare da sé. E per farlo bisogna avere in casa una Bibbia che tutti possano leggere. La Bibbia della famiglia di mia madre risale al 1715 ed è un librone alto così tutto scritto in antico romancio, la lingua del Canton Grigioni tuttora parlata. Il librone in questione fa bella mostra di sé su un leggio in sala, anche se effettivamente avrebbe bisogno di qualche restauro: i danni provocati dal tempo e dall'incuria di qualche avo ignorante e poco rispettoso (uno zio la abbandonò per anni in un fienile e strappò i ganci che la impreziosivano per chiudere la stalla) l'hanno un po' danneggiata. Tuttavia la Bibbia è ancora lì, e ci parla. Oddio, a me personalmente non dice più niente, perché non so una parola di antico romancio. Però mia madre mastica un po' di romancio moderno e qualcosa riesce a estrarne. Inoltre siamo fiduciosi: da qualche parte a Coira ci sarà ancora qualche esperto di antico romancio che, volendo, potrebbe aiutarci, se davvero volessimo leggere tutti insieme la nostra preziosa Bibbia (eventualità peraltro remota per altre ragioni, che con l'antico romancio non hanno nulla a che vedere…). I libri hanno questo di bello: li apri e li leggi. Detta così sembra una banalità. Però è un fatto che attraverso le pagine di un libro noi ascoltiamo la voce di gente defunta da secoli che nondimeno continua a parlarci. Con semplicità, visto che per ascoltarla basta sfogliare delle pagine. Non altrettanto potrà dirsi per ciò che noi lasciamo alla posterità. Si fa un gran parlare della morte del libro. Secondo alcuni futurologi la carta stampata come supporto per la scrittura è destinata a estinguersi per essere sostituita dall'elettronica. Già oggi troviamo opere che vengono pubblicate esclusivamente in Internet. Per leggerle serve sempre il computer, ma i futurologi sono ottimisti: fra pochi anni avremo libri elettronici tascabili che potremo portarci in metropolitana e anche al gabinetto. Saranno di una comodità entusiasmante: basterà inserire un supporto ottico o magnetico con registrato il testo che ci interessa, leggerlo, e poi riporlo e sostituirlo con un altro. Fine delle biblioteche, sparizione delle librerie: migliaia di volumi staranno in un cassetto. Ah, il futuro! Le diavolerie della moderna tecnologia che ci renderanno la vita tanto più semplice e comoda! Davvero? La realtà è diversa. Già oggi non siamo più in grado di leggere molti file in formati "vecchi", dove con questo aggettivo intendiamo "risalenti a più di dieci anni fa". E non ci riusciamo perché quei file sono stati scritti con programmi che non girano più sui nostri computer, perché non sono più adeguati ai nostri sistemi operativi sempre più moderni e sempre più sberluccicanti e ricchi di possibilità (che peraltro non usiamo quasi mai). Il progresso prosegue inarrestabile e si perde per strada le informazioni. Che magari non scompaiono, ma semplicemente smettono di essere accessibili. Oggi leggiamo Virgilio attraverso le copie che nei secoli sono state fatte delle sue opere. Degli autori più recenti troviamo ancora qualche manoscritto dimenticato in fondo a un cassetto, che interpretiamo, copiamo e pubblichiamo. Ma cosa accadrà quando, fra 200 anni, in fondo a un cassetto di un grande romanziere contemporaneo si troverà un dischetto con un testo scritto con Word 5.1 per Macintosh? Ci sarà ancora qualche macchina in grado di leggerlo? E tutto ciò che oggi produciamo solo in formato elettronico sarà ancora disponibile per molto? Le fotografie, i testi, le musiche… dove sono? Sui dischi rigidi? Vita media di un disco rigido: 5 anni. Sui dischetti? Sappiamo benissimo quanto sia facile danneggiare involontariamente un dischetto. Sui CD o sui DVD? Si dice che durino almeno per 50 anni, ma… fra 50 anni avremo ancora i lettori e i software adatti? Pensiamo per esempio ai programmi per Commodore 64 che sono rimasti registrati su una vecchia audiocassetta, oppure alle schede perforate dei computer di una volta. La realtà è che produciamo molta più informazione di quanto abbiamo mai fatto nel passato. E facciamo anche il possibile per conservarla in tutta la sua ricchezza e completezza. Della musica antica ci rimangono solo gli spartiti, e come dirigesse Beethoven non lo sa nessuno. Oggi invece registriamo musica, immagini, filmati. Il problema è dove li registriamo, e per quanto quelle registrazioni, per i limiti intrinseci del mezzo e per l'evoluzione accelerata della nostra tecnologia, rimarranno a disposizione. Già oggi molti dei dati raccolti durante le missioni Apollo sono in un formato non più accessibile. Dunque è improbabile che fra 285 anni qualcuno possa permettersi di leggere un'opera prodotta nel 2000. Intanto la mia Bibbia di famiglia sarà sempre lì, pronta per essere sfogliata.

Marco Cagnotti