Rivista Anarchica Online


Il pensiero
Anarchico

É uscito un librone (più di mille pagine) sul pensiero anarchico. Ne é autore Gianpietro "Nico" Berti, anarchico, docente all'Università di Padova, "storico" collaboratore delle prime annate della nostra rivista (con lo pseudonimo Mirko Roberti). Prossimamente su queste colonne pubblicheremo un'intervista con Nico Berti realizzata da Franco Melandri. Qui di seguito pubblichiamo la presentazione del libro scritta da Francesco Codello.

Quest'opera di Nico Berti (Il pensiero anarchico dal Settecento al Novecento, Piero Lacaita Editore, Manduria 1998, pagg. 1030, lire 60.000) affronta l'evoluzione del pensiero anarchico dal Settecento al Novecento.
Può considerarsi sicuramente come il lavoro più compiuto e sistematico che ci ha dato l'autore, peraltro conosciuto nel movimento anarchico, non solo italiano, in particolare dagli anarchici della mia generazione, per gli importanti contributi teorici pubblicati fin dai tempi dei primi nu-meri della rivista che ci ospita, in "Interrogations" (quella singolare e irripetibile esperienza di pubblicazione anarchica internazionale), in "Volontà" e in altri numerosi libri e studi apparsi in riviste diverse. Questa è la prima storia del pensiero anarchico, della teoria anarchica senza incidenze o concessioni alla storia dei movimenti libertari. Numerose sono state nella storia del pensiero non solo occidentale, anche se prevalentemente in questo, le opere che hanno cercato di presentare parte di questa storia, autori ed esperienze diverse, argomenti trasversali ai diversi contesti o analisi su tematiche specifiche.
Questo libro è invece una storia del pensiero anarchico e la scelta degli autori e dei temi risponde alla logica di presentare al lettore le varie dimensioni della teoria anarchica cogliendo con acuta intuizione, e dimostrando con un'enorme ricchezza di fonti, l'evoluzione pluralistica di questa straordinaria teoria di liberazione umana. Poiché l'anarchismo non possiede una teoria codificata, un sistema teorico hegelianamente costruito, è necessario ricostruire l'evoluzione del pensiero prima di tutto attraverso una vera e propria lettura "filologica" che permetta di fare chiarezza e renda giustizia ad un originale e unico pensiero che, fondandosi sul valore assoluto della libertà, è stato troppo spesso strumentalizzato e/o arbitrariamente denigrato. Naturalmente lo sforzo di Nico Berti si è allargato al tentativo, peraltro riuscito in modo esemplare, di sistemare in un "continuun" logico le diverse sottolineature, le molteplici intuizioni, le precise e pertinenti critiche alle altre espressioni teoriche dei due secoli che ci hanno accompagnato alla vigilia del secondo millennio. Non solo, si badi, quelle esplicite e formulate chiaramente dai diversi autori e militanti, ma anche quelle implicite e conseguenti, molto spesso trascurate o, peggio, mal interpretate secondo una linea di pensiero che si fonda sul riconoscimento del presupposto del fondamento vero e caratterizzante della teoria anarchica, ma anche dell'anarchismo, e cioè la libertà come valore primo in grado di assumere in sé anche l'uguaglianza sociale e la diversità naturale, di essere assoluta e completa.
Quella libertà, per dirla con Bakunin, che "non può e non deve difendersi che per mezzo della libertà" e che supera tutti i paradossi e le contraddizioni quando si identifica con l'etica. L'eterogeneità dei pensatori anarchici viene in questo libro messa in risalto e di ognuno di loro vengono evidenziate le caratteristiche portanti e le loro specificità, senza pretendere di farne nell'insieme un sistema tradizionalmente inteso, ma cogliendo le diversità e le singole sensibilità, naturalmente dovute anche al contesto storico nel quale si sono sviluppate, senza peraltro restare prigionieri della storia ma cercando di "essere contro di essa".
Questa che è la vera specificità della teoria anarchica, il pluralismo e la diversità che la contraddistingue e la differenzia in modo totale dalle altre, viene affrontata nel libro attraverso la messa in luce della complessa varietà dei temi e dei problemi, delle intuizioni e delle tendenze che sostanziano l'idea anarchica. L'opera è organizzata in quattro sezioni: "i classici" nella quale attraverso il pensiero di William Godwin si rintraccia la genesi del pensiero anarchico nel secolo dei lumi dove il rapporto tra leggi positive e ragione naturale devono trovare un rapporto che si risolve nel riconoscere che non sussiste alcuna ragione per giustificare l'autorità poiché il vero e unico ordine della società è quello naturale. E mentre la società umana è un fenomeno sempre esistito e assolutamente naturale, il governo è un espediente dovuto all'ignoranza degli uomini. E l'emancipazione dell'uomo da ogni autorità diventa rivolta permanente dell'individuo, unico e irripetibile, contro ogni autorità trascendente e positiva anche quella degli ingranaggi e le rotelle della propria testa (Stirner). Questa diversità naturale non si può risolvere in alcuna sintesi, ma le antinomie costituiscono linfa vitale per la definizione della forza collettiva che non può essere patrimonio né dello Stato né del Capitale (Proudhon). Con Bakunin la libertà dell'individuo diventa fine e principio supremo e si esalta e si realizza solo nell'altrettanta libertà degli altri. Così diventa il concetto con il quale obbligatoriamente si analizzano e si confrontano la rivolta, l'uguaglianza, la scienza, la rivoluzione, la storia.
Ma è, in particolare con Kropotkin che l'etica della libertà e dell'uguaglianza trova un tentativo di riscontro in un'interpretazione della scienza e dell'evoluzione umana secondo un modello di anti-darwinismo fondato sul mutuo appoggio come motore dello sviluppo della storia. Infine con Malatesta abbiamo una prima e attenta sintesi del pensiero anarchico che collega indissolubilmente l'emancipazione umana alla volontà rivoluzionaria. L'anarchia si fa chiaramente pluralista nell'approccio alla realtà sociale, alimentando in modo organico l'anarchismo che si caratterizza in modo indiscutibilmente diverso dal socialismo di stato, dal fascismo e dalla democrazia.
Nella seconda sezione (Marxismo e Anarchismo) Nico Berti affronta i termini classici dello scontro tra l'idea anarchica e l'idea marxista, rispetto alle diverse letture della rivoluzione francese, allo iato tra comunismo e anarchismo nell'ambito dell'interpretazione filosofica, politica ed economica, al significato profondo della lotta tra marxismo e anarchismo all'interno della Prima Internazionale, alla dimostrazione che la radice vera del totalitarismo sta nel pensiero di Marx e alle intuizioni anarchiche sulla natura vera e incontrovertibile del potere, di ogni potere, e sulla teoria del comunismo di stato come fondamento di una nuova classe egemone e totalitaria.
Attraverso poi l'analisi del pensiero di alcune personalità della cultura libertaria, nella terza sezione (Autori, aspetti e problemi del pensiero anarchico) si mette in luce e alla prova dei fatti il pluralismo dell'anarchia. Così si dà spazio a quel grande pensatore e scienziato, oltre che attivo militante, che è stato Eliseo Reclus, fondatore della moderna geografia sociale che alla fine delle sue enormi ricerche sostiene che solo nella società anarchica la storia si riconcilia con la natura. Ma anche al controverso, ma per questo non meno stimolante, pensiero di Leone Tolstoi che tenta un'improbabile sintesi tra cristianesimo, non violenza e anarchismo. Oppure al problema centrale dell'educazionismo anarchico, arricchito anche e soprattutto da veri e propri militanti dell'educazione, che risulta, secondo Nico Berti, ruotare attorno alla questione se è compatibile educare pensando ad un uomo libero e al contempo ad un uomo nuovo.
Inoltre il pensiero di Gustav Landauer serve per vedere come la rivoluzione sia contro la secolarizzazione; l'analisi della dimensione liberal dell'individualismo anarchico (Benjamin R. Tucker) e quella più esistenzialista di Emile Armand, sono messe in risalto rendendo giustizia a critiche ideologiche e scorrette di questo filone di pensiero, così come è sintetizzato il pensiero dell'anarchismo nella dinamica tra sindacalismo e anarcosindacalismo. Emblematica, a questo proposito, l'evoluzione del pensiero di Armando Borghi e gli insegnamenti della rivoluzione spagnola che scoprono le contraddizioni relative ad un certo anarchismo che svela la mancanza di una propria scienza della politica.
Sempre in questa sezione, un posto centrale viene assegnato al revisionismo di Camillo Berneri che rappresenta un passaggio storico tra l'ideale anarchico dell'Ottocento e gli albori delle nuove sfide del ventunesimo secolo.
Conclude questa parte del libro, purtroppo in maniera limitata ad un autore (Rudolf Rocker), un'interessantissima analisi della matrice liberale del pensiero anarchico che, seppur anticipata nel capitolo su Tucker, sarebbe stato quanto meno opportuno ampliare poiché costituisce un importante elemento che caratterizza tutto l'anarchismo di origine anglosassone e rappresenta forti elementi di originalità e diversità rispetto ad una tradizione europea più conosciuta e considerata.
Nella quarta e ultima sezione (Anarchismo, socialismo, liberalsocialismo) vengono affrontati i temi e i problemi di un rapporto storico e teorico di costante attualità anche se gli autori presi in esame, Francesco Saverio Merlino, Andrea Caffi e Bruno Rizzi, non hanno avuto, nella storia del pensiero anarchico alcun posto di rilievo, quantomeno nel momento della loro maturità di pensiero. Ma come sottolinea l'autore nella premessa, offrendo la chiave di lettura di quest'ultima sezione, "ho voluto così evidenziare le differenze e le affinità tra questi due sistemi di pensiero e l'anarchismo allo scopo di dimostrare come esso sia un'ideologia che possiede sì un nucleo teorico irriducibile e però esprime contemporaneamente una serie di valenze capaci di essere accomunate a tradizioni ideologiche diverse".
Tutta l'opera di Nico Berti è preceduta da una introduzione nella quale vengono chiariti, in modo imprescindibile per una corretta lettura, alcuni concetti fondamentali relativi all'insieme dell'argomento: anarchia, anarchismo, pensiero anarchico e movimento anarchico che costituiscono parte di un tutto ma non sono ovviamente la stessa cosa. Questo lavoro, che conclude anni di ricerche e di riflessioni, è destinato a restare un testo che durerà nel tempo e dal quale, chiunque, a vario titolo e a diverso livello, si voglia interessare del pensiero anarchico, non potrà prescindere.

Francesco Codello