Rivista Anarchica Online


Difendiamo Chris Plummer!

Chris Plummer è un attivista anarchico antirazzista detenuto nel Texas.
Dopo aver partecipato al movimento degli squatters, fra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, nel Lower East Side di New York, è stato arrestato nel 1993 per il ruolo avuto nell’azione condotta contro una sede di naziskin a Houston, nel Texas.
L’azione, nel corso della quale, furono distrutte pubblicazioni intrise di odio nazista, aveva lo scopo di far desistere l’American Front, un gruppo apertamente fascista orgoglioso dei propri trascorsi di violenza estremistica, dallo svolgere la sua azione propagandistica nelle scuole e nelle aree limitrofe.
Egli fu arrestato con l’imputazione di effrazione a scopo di rapina. dopo l’arresto Chris non ha interrotto la sua attività organizzativa in seguito all’arresto.
Fra i metodi adottati dall’Amministrazione Penitenziaria per mantenere il controllo vi è quello di istigare all’odio razziale.
Ciò nonostante, Chris è riuscito a dar vita ad un’associazione di carcerati denominata “Cell-One”, a Huntsville, ove è ospitato il famigerato Braccio della Morte del Texas.
Una delle più importanti iniziative di “Cell-One” è stata la creazione della “Biblioteca di Prestito Anarchica dei detenuti del Texas”.
Le autorità carcerarie, al pari delle accolite di carcerati bianchi che detengono la supremazia, si sono sentite minacciate dall’esistenza di una biblioteca che dispensava letteratura radicale e progressista che riguardava o che era stata prodotta da Afro-Americani, Chicanos, popolazioni indigene americale e lavoratori bianchi poveri.
In quel periodo è avvenuta un’aggressione omicida ad opera di una banda di detenuti nazisti: in seguito a tale evento, Chris Ha riportato la frattura della mascella e degli zigomi ed è miracolosamente sfuggito alla morte.
Nel maggio del 1997, Chris è stato tradotto al settore Hughues del penitenziario di Gatesville, nel Texas.
Successivamente è stato posto in isolamento per oscuri e pretestuosi motivi.
Dopo che Chris ha stabilito contatti con gruppi esterni al carcere e ha minacciato di intraprendere azioni legali per rendere pubblica la sua condizione, le guardie hanno sequestrato e distrutto tutto ciò che gli apparteneva, compresa una importante documentazione legale.
Ha subito varie minaccie al suo benessere e gli è stato comunicato che gli era stata rivolta l’accusa di associazione sovversiva per aver tentato di introdurre armi nel carcere - spudorata menzogna, questa, oltre che una macchinazione.
Sulla base di tali accuse potrebbe subire una condanna ad altri trenta o quarant’anni di galera.
Per quanto tempo è possibile sopportare una simile situazione?
Chris ha dichiarato che “non sconterà un solo giorno di questa ulteriore pena, e che in caso di condanna, inizierà uno sciopero della fame ad oltranza, sino alle estreme conseguenze”.
Dobiamo difendere Chris e fermare questa prolungata e Dobiamo ingiustizia, non solo perché la sua vita è appesa ad un filo, ma anche per il fatto che egli è uno di quelli che hanno lottato contro l’ingiustizia nei confronti degli altri.

Prendere contatto con il
Gruppo di Sostegno a Chris Plummer
P. O. BOX 416591
Key West
Florida 33041 U.S.A.
telefono 001/305/ 293-1186

 

Body art, Jogging della morte

Al giorno d’oggi la morte è un’anomalia impensabile, un’incurabile devianza. Non è normale essere morti. La nostra cultura tecnologica crea un ambiente artificiale e igienico che mira a distinguere la vita dalla morte, sterilizza cosìÏ la morte ad ogni costo, la vetrifica e la plastifica, la criogenizza, la climatizza, la trucca. È recente la notizia che a Mannheim si è fatto un museo che non espone più opere d’arte ma l’uomo stesso, morto, imbalsamato, scarnificato, vetrificato, colto nel gesto quotidiano, in un movimento bloccato che non allude all’eterno. Non c’è spazio neppure per il sentimento romantico della nostalgia, ormai dissolto il disperato anelito di Keats nell’ode all’urna greca.
Essendo la morte un fatto contro natura, bisogna impagliarla, naturalizzarla in un simulacro di vita.
La figura del doppio è legata a quella della morte e della magia, dell’illusione, è prefigurazione dell’anima e della coscienza, genera ossessione come discontinuità del soggetto nella follia e nella morte che ormai è interiorizzata psicologicamente essendo scomparsa nell’immaginazione. Abitando nel mondo dell’immaginario, diviene artificio. I creatori del museo di Mannheim ci fanno intendere che la morte articola la vita, si scontra con la vita, è il culmine della vita. È assurdo fare della vita un processo che trova scadenza nella morte, è assurdo paragonare la morte ad un deficit, ad una lenta decadenza.
La morte è nella vita. Bene. Una volta localizzata, va scongiurata in un luogo preciso, il corpo, che esiste per essere votato alla morte e proprio per questo desta la passione per l’artificiale che ha il suo equivalente nella passione sacrificale. Il pubblico che aspetta l’esecuzione di una condanna a morte vive l’imminenza della morte come un evento sacrificale. Il pubblico che va agli spettacoli di Stelarc, Orlan, Franco B, per citare solo alcuni dei più famosi performers della body-art.,è mosso dalle stesse aspettative. La nostra cultura tecnica crea un ambiente artificiale di morte. La TV che trasmette le quotidiane macellerie, i minimi oggetti che ci circondano sono un orizzonte di morte, cristallizzato, al sicuro. Le necropoli non sono più i cimiteri, gli ospedali, le ecatombi, sono ormai gli elaboratori elettronici, le bare di vetro dove si congela la memoria sterilizzata del mondo. L’eternità è racchiusa in una formula matematica cosìÏ come in una formula di matematica applicata sta il segreto della vitalità e della longevità. Il sogno di Victor Frankenstein non è utopia, seguirà i processi della criochirurgia e crioterapia, della conservazione dei tessuti in stato di vita rallentata grazie al freddo. Nella lotta verso il tempo gli artisti sanno che hanno perduto l’eternità, ma anziché cercare la salvezza riprendendo in mano la vita e l’arte, sentendosi energici come gli antichi schiumatori d’oceani, bucanieri, fondatori d’imperi, pirati storici e fantastici, ci dicono che non c’è salvezza. Tutti siamo colpevoli, tutti siamo morti, fisicamente e spiritualmente. Ci dicono insomma che abitiamo nella morte, invasi, posseduti, soggiogati e affascinati dalla sua realtà e dal suo pensiero. È un ritorno al Medioevo, all’ossessione del peccato, che a causa di un solo uomo è entrato nel mondo e con il peccato la morte. La forza imperiosa della morte si è insinuata dentro di noi e occupa ormai il nostro cuore sotto quelle pallide immagini che sono la nostra coscienza e la nostra volontà.
I nuovi body-artisti ripropongono il rituale della Totentanz, ancora più macabra e spettrale.con il senso annientante della sconfitta perché senza alcuna speranza di una redenzione qualsiasi.

Kiki Franceschi

Ricordando Mirella Larizza

Il 6 agosto scorso è improvvisamente scomparsa, a 56 anni, Mirella Larizza. Docente di Storia delle dottrine politiche alla statale di Milano e studiosa di anarchismo, aveva contribuito per più di un decennio a tener vivo nell’ateneo l’interesse per la tradizione libertaria tenendo corsi e incoraggiando tesi e studi sull’argomento. Allieva di Luigi Firpo Mirella si era inizialmente dedicata alla cultura francese del primo Ottocento occupandosi, tra gli altri anche di Proudhon e Fourier. Su quest’ultimo abbiamo un suo bellissimo scritto in occasione del convegno sull’anarchismo organizzato nel 1969 dalla Fondazione Einaudi (I presupposti teorici dell’anarchismo di Charles Fourier) e soprattutto la sua magistrale edizione della Teoria dei quattro movimenti e altri scritti (Utet 1972). Negli anni successivi si è interessata di molto altro, mostrando una inusuale capacità di spaziare nella selva del pensiero politico moderno (ricordando per esempio un suo brillante intervento su Carlo Rosselli, Appunti per una lettura di Socialismo liberale, in “Il pensiero politico”, 1974). Negli ultimi tempi era impegnata nella stesura di una monografia sui rapporti tra positivismo e repubblicanesimo nella rivoluzione del 1848 (che speriamo veda presto la luce). Il suo libro più importante resta però Stato e potere nell’anarchismo (Franco Angeli, 1980), tra i più importanti e incisivi testi sulla storia del pensiero anarchico prodotti nel nostro paese, nel quale Mirella proponeva un’analisi complessiva del fenomeno situandolo nella specifica esperienza della fondazione dello stato nazionele sette-ottocentesco, esaltandone da un lato le peculiarità filosofiche come strumento d’analisi e d’interpretazione della modernità e confutandone dall’altro le versioni metaforiche che tanto successo hanno tra gli anarchici. Sin qui il “ritratto di studiosa”. Quanti invece la conoscevano personalmente ne ricorderanno con rimpianto, al di là degli eccezionali contributi di carattere scientifico la disponibilità culturale, la straordinaria capacità di condire la critica costruttiva con un valore umano non “professorale”, la costanza nell’offrire incoraggiamento e consiglio.

Pietro Adamo

Processo Clericale

Il 28 settembre 1998 è stato fissato, ad Ancona, il processo di appello alla sentenza del 6 maggio 1994 che condannava Francesca Palazzi Arduini e Federico Sora per vilipendio al papa. Il convegno anticlericale “contro il giubileo”, riunito a Fano il 20 e 21 giugno 1998, esprime unanime solidarietà alla compagna ed al compagno condannati dalla magistratura su mandato delle gerarchie ecclesiastiche e degli ambienti clericali fanesi. Il convegno costituisce un comitato “contro il reato di vilipendio - per la libertà di critica ai potenti - 28 settembre” per sostenere una campagna di solidarietà in vista del processo, di demistificazione delle accuse nei confronti dei compagni, di rivendicazione della libertà di espressione, critica e satira, per l’abolizione dell’art. 402 del codice penale (reato di vilipendio) che consente la persecuzione dei reati di opinione, colpendo chi manifesta la propria critica nei confronti dei potenti.
Il comitato ha come recapiti:

  • FdCA - via Giano di Bella 22 - 50122 Firenze - e-mail: fdca@pandora.it
  • Commissione anticlericale della FAI c/o Walter Siri - via F.lli Fenara 14 - 40050 Monte S.Pietro (BO) - tel + fax 051848825
  • Sicilia Libertaria - via Galileo Galiei 45 - 97100 Ragusa

Il comitato promuoverà tutte quelle manifestazioni che possono essere utili a rompere il muro di omertà che permette il perpetuarsi di atti liberticidi, invitando la stampa, l’opinione pubblica, le associazioni di base ad una ampia mobilitazione in difesa della libertà di pensiero.
Un breve riassunto dei fatti: nel 1994, due attivi anticlericali promotori dei meetings anticlericali di Fano (Ps) e sostenitori della attività della Associazione per lo Sbattezzo, vengono condannati dal Tribunale di Pesaro ad un anno, ridotto ad otto mesi, per oltraggio al pontefice (art. 402 codice penale) in base al manifesto dell’ottavo meeting anticlericale (1991) che raffigurava il Papa all’interno di una banconota da mille lire, vignetta tratta da una di Vauro, ed inoltre in base ad un manifesto satirico de “Il Male” (1980), affisso all’interno dello stesso ottavo meeting e ritenuto offensivo (raffigurava il Papa assieme a quelle che il giornale definiva ex detenute torinesi, in occasione di una visita papale a Torino).
Al processo testimoniarono per l’accusa persone che avevano firmato un esposto senza nemmeno sapere ciò che firmavano, ed inoltre si dimostrò che le accuse si basavano su opinioni personali interpretative delle immagini in senso fazioso, tanto è vero che il pubblico ministero chiese l’assoluzione.
Evidentemente, però, era necessario il linciaggio penale di due persone di cui potenti integralisti cattolici chiedevano la testa, ed era più che necessario per costoro ottenere finalmente una condanna simbolica per iniziative che avevano infastidito col loro protrarsi ed il loro successo. La condanna fu enfatizzata dai media ed ottenne il risultato voluto dai cattolici integralisti, risultato che non era stato ottenuto né con provocazioni dirette a turbare le iniziative, né con pressioni amministrative, né con minaccia poliziesca.
A distanza di quattro anni dal processo e dalla pubblicazione della Millelire sul processo “Vilipendio, manualetto sulle offese alle autorità”, è necessario lavorare per vincere il processo d’appello, fissato ad Ancona per il 28 settembre di questíanno. Invitiamo però tutti a considerare le seguenti questioni: sarà utile, in occasione di questo processo, considerare che anche se gli imputati fossero assolti perché le prove non vengono considerate reato, gli articoli del codice penale in questione resterebbero, ad uso e consumo della repressione. 

Dada Knorr