Rivista Anarchica Online
Segnali di fumo a cura di Carlo E. Menga
La logica dell'ascella
A volte, a osservare certi messaggi pubblicitari, vien fatto di pensare che non esista un linguaggio
specialistico
caratteristico del settore. E' probabile che la peculiarità di quest'ultimo consista nella capacità di
mescolare
insieme più o meno abilmente i linguaggi delle diverse specializzazioni: quello cinematografico, quello
televisivo,
quello scientifico, e chi più ne ha più ne metta. Il riscontro di tale ipotesi è facilmente
reperibile negli spot
televisivi. Meno facile è invece rinvenire siffatta abile mescolanza sulla carta stampata. Di recente
mi sono imbattuto in un esempio abbastanza buono del genere su una pagina dedicata al deodorante
LYCIA PERSONA. L'immagine è quella di un uomo e di una donna abbracciati che, apparentemente
travolti
dalla passione, stanno per baciarsi. Il testo sovrapposto, in corsivo da macchina da scrivere e nel classico stile da
annotazione di esperimento scientifico o da referto medico legale (mentre la sovrapposizione visiva come se la
pagina fosse uno schermo ricorda i titoli di testa di X-Files), recita: "battito: animale. traspirazione: inevitabile.
odore: nessuno." In basso a destra le confezioni disponibili del deodorante, con relativa denominazione. A sinistra,
invece, sotto l'occhiello "Lycia Persona non ti tradisce mai.", la seguente didascalia: "Lycia Persona non è
un
deodorante, è un antiodorante. Non copre gli odori, li elimina. Non è forte, è efficace.
Non è solo delicato, è il
più indicato per le pelli sensibili. Non dura più a lungo, dura di più." La prima cosa
che colpisce della pagina è l'inquadratura cinematografica, in cui il soggetto in primo piano sporge
dal lato sinistro, come per suggerire l'inizio di un movimento (i due hanno appena incominciato), ma anche il fatto
che la posizione centrale dell'immagine è quasi esattamente occupata dall'ascella della donna. Prima
metonimia:
se il bersaglio, il target, è l'ascella femminile, ciò implica che il destinatario del messaggio
è la donna. Dal che
nascono due implicazioni di secondo livello, livello nel quale di solito sono reperibili più facilmente le
fughe
incontrollate di informazioni sulle intenzioni e sulle premesse pregiudiziali. E' su questo livello di implicazione
che di solito il messaggio fatica a reggersi. Nella fattispecie, se è la donna che è privilegiatamente
obbligata a
deodorarsi, questo significa forse che l'uomo ne ha meno bisogno? Alla faccia del femminismo, se è
ancora e
sempre la donna a dover sostenere a ogni costo il ruolo dell'apparenza seduttiva. E quanto a quest'ultima, per
converso, chi l'ha detto che l'odore naturale della traspirazione debba essere comunque spiacevole? Anzi: non
è proprio quello, ciò che sia nell'uomo che nella donna fomenta l'attrazione e incrementa la
passione? Non ci ha
insegnato niente la scoperta dei feromoni? Salvo che nel caso patologico della bromidrosi (quella che la
buonanima di Frank Zappa definiva come "uno squisito piccolo inconveniente noto col nome di puzza di piedi"),
l'effetto voluto da Lycia Persona, quello di accendere il desiderio, dovrebbe trasformarsi invece nell'effetto
contrario di ritardarne e attutirne l'insorgenza. In secondo luogo, vi invito ad analizzare il testo sovrapposto.
Che la traspirazione sia inevitabile è diretta e
naturale conseguenza delle reazioni ormonali all'animarsi della passione. Ma il battito animale che razza di
definizione è? Se il battito in questione sta per pulsazione cardiaca, mi spiegate quali sono gli animali
senza il
cuore, a meno di non voler ricorrere a organismi biologici imparentati con le amebe? E d'altro canto quale
scienziato si periterebbe d'annotare come rilevante il battito di un orologio, in siffatte circostanze sperimentali?
E' evidente che qui 'animale' è eufemismo per 'animalesco', il che, se dà ragione dell'esplicitarsi
del desiderio,
contraddice però al supposto beneficio dell'eliminazione dei feromoni. Fin qui il paradigma
deterministico. Ma
poi notiamo come non vi sia nessun odore, che invece si sarebbe dovuto manifestare. Però, per ragioni
di
economicità scientifica, anziché buttare a mare il paradigma apparentemente non funzionante,
introduciamo Lycia
Persona come causa sanante. La qual cosa ci consente di mantenere la legge. Una volta usato il deodorante come
premessa minore del sillogismo, anziché per i suoi scopi specifici, risulta normale la conclusione
dell'assenza di
odore. Non resta che cambiare di posto conclusione e premessa minore ("non c'è odore, dunque è
stato usato
Lycia Persona"), affinché la necessità dell'uso di tale deodorante ne esca rafforzata (nessuno sta
a far caso che
"Socrate è uomo", ma tutti si meravigliano della geniale affermazione che "Socrate è mortale":
anche la logica
aristotelica aveva le sue implicazioni pregiudiziali). Ma, per concludere, il messaggio più rischioso
è quello contenuto nella didascalia. Tutte quelle giustapposizioni
quali-quantitative di definizioni negative e positive sull'eccellenza del prodotto reclamizzato, corrono sul filo
della derivata iconoclasta e potrebbero produrre le solite conseguenze indesiderate del messaggio. Non
starò a
tediarvi elencandole nella loro banalità, ma ve ne suggerirò una possibilità prendendo
un esempio da un'altra
parte, da un episodio della mia non lontana giovinezza. Una mia amica stava cercando di insegnarmi una
canzone di Georges Moustaki, di cui non ricordo più il titolo,
e nella quale si parla di una donna la quale "non fa l'amore: ama; non si dona: si offre; non cammina: danza", ecc.
Arrivato a "elle ne marche pas, elle danse", mi venne in mente di sostituire spiritosamente la determinazione
qualitativa con una quantitativa, ottenendone un effetto esilarante perché smitizzante: dissi "lei non
cammina:
corre". Come avrebbe detto Woody Allen: "ne ridemmo molto insieme, poi calzammo i guantoni ed Hemingway
mi ruppe il naso". Probabilmente Lycia Persona corre il rischio di farsi rompere quel naso che vuole salvaguardare
invitando all'eliminazione degli odori.
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