Rivista Anarchica Online
Un umanesimo originale
di N. W.
L'originale percorso antiautoritario di Cornelius Castoriadis
Cornelius Castoriadis, scomparso all'età di 75 anni, è stato uno
degli intellettuali più eminenti e influenti della
sinistra francese e ha attraversato, nel corso di un cinquantennio, lo stalinismo, il trotskismo, il leninismo, per
approdare infine a una visione post-marxista, discostandosi dalle concezioni prevalenti del socialismo a favore
di un approccio più indipendente e libertario alla politica nel suo insieme. Tra gli anarchici di lingua
inglese egli
era noto soprattutto come ispiratore ideologico del gruppo Solidarity nel corso degli anni sessanta
e settanta. Kornêlios Kastoriadês era nato l'11 marzo 1922 da una famiglia greca francofila di
Istanbul, che si trasferì quasi
subito in Grecia, ad Atene, dove egli crebbe e studiò diritto, economia e filosofia. Fin da ragazzo venne
attratto
da una politica di sinistra, aderendo alla lega dei giovani comunisti nel 1937 e al partito comunista nel 1941. Ma
ben presto entrò in contrasto con la linea ufficiale del partito e nel 1942 entrò a far parte di una
frazione trotskista.
Fu anche impegnato nella resistenza greca contro l'occupazione tedesca, dovendo affrontare i pericoli che gli
venivano dall'una e dall'altra parte. Nel 1945 si trasferì in Francia, dove trascorse il resto della sua
esistenza. Era uno specialista di statistica economica e dal 1948 lavorò come funzionario dell'OCSE
(l'Organizzazione per
la cooperazione e lo sviluppo economico) a Parigi. Ma per vocazione era un propagandista rivoluzionario e in
quello stesso periodo scrisse copiosamente per pubblicazioni di sinistra e tenne riunioni regolari nella capitale
francese. Nel 1946 aveva aderito alla sezione francese della IV Internazionale, il Parti Communiste
Internationaliste di orientamento trotskista, ma nel 1948 ne uscì per dissensi dopo aver formato una
frazione
dissidente. Fondò e diresse la rivista Socialisme ou Barbarie, che dal 1949 fu il punto
focale di uno dei più attivi gruppuscoli
della Nuova Sinistra, in polemica con tutte le forme concretamente esistenti di socialismo, riformista o
rivoluzionario che fosse, a favore di una nuova forma che attuasse davvero libertà, eguaglianza e
fraternità. Con
gli pseudonimi di 'Pierre Chialieu', 'Paul Cardan' e 'Jean-Marc Coudray' presentò una serie di saggi,
pubblicati
prima come articoli e poi come pamphlet, che furono tradotti in diverse lingue, arrivando a gruppi piccoli ma
attivi di altri paesi. In Gran Bretagna la sua influenza si esercitò attraverso il gruppo
Solidarity, fondato nel 1960,
che cercò di svolgere un ruolo simile nei confronti della sinistra britannica (e il cui principale dirigente
- tra l'altro
- era di origine greca e si firmava con vari pseudonimi). Per oltre vent'anni le traduzioni accuratissime degli scritti
di 'Paul Cardan' (spesso in versioni migliori degli originali) sono apparse sulla rivista Solidarity o
come opuscoli
e libri dell'omonima casa editrice, diffondendo le sue idee nell'area anglofona e anche al di là di questa,
in quanto
i suoi testi erano letti non solo in Inghilterra e in America, ma anche in molte parti dell'Europa occidentale e
orientale. I rivoluzionari e i socialisti libertari di ogni orientamento e di ogni luogo sono stati influenzati dalla
lettura di testi come Socialism Reaffirmed, Socialism or Barbarism, The
Meaning of Socialism, The Crisis of
Modern Society, Modern Capitalism and Revolution, History and Revolution,
Redefining Revolution, History as
Creation, che li stimolavano a ripensare le loro idee. Le tesi centrali del suo pensiero riguardavano la
società che considerava non divisa in classi in base alla proprietà
o al suo controllo, ma rispetto al possesso del potere e alle possibilità di esercitarlo, cioè una
società
sostanzialmente divisa tra chi dà ordini, i dirigenti, e chi li esegue. Riteneva poi che i vari tentativi di
rivoluzione
politica o sociale (soprattutto quelli fatti dai partiti comunisti) erano riusciti solamente a rimpiazzare le vecchie
burocrazie con altre nuove, che la stessa analisi marxista dimostra come tutte le forme di marxismo (compresa
quella di Marx stesso) sono destinate al fallimento e che occorre trovare nuove strade perché gli individui
possano
prendere il potere sulla propria esistenza, in base ai principi dell'autogestione e dell'autonomia. La sua
influenza fu evidente soprattutto nel corso degli 'eventi' del 1968 in Francia, molti dei cui leader - in
particolare Daniel Cohn-Bendit - seguivano il suo approccio critico nei confronti delle vecchie politiche, anche
se la rivista e il gruppo di Socialisme ou Barbarie non esistevano più da un paio d'anni. In
particolare il suo
concetto di autogestione ebbe un forte richiamo tra i ribelli che stavano al di fuori dei partiti ufficiali. Alla fine
egli abbandonò non solo il marxismo, ma anche il socialismo, termine che dalla fine degli anni settanta
sostituì
con quello di 'società autonoma'. La sua linea convergeva chiaramente con quella dell'anarchismo, ma,
pur
facendo occasionali riferimenti agli anarchici, come molti ex-marxisti, non li teneva in grande considerazione e
per canto loro anche gli anarchici gli prestarono una scarsa attenzione. Questo è stato forse un errore,
perché molte
delle sue idee, positive o negative, sono di notevole importanza per l'opera che sta di fronte al movimento
anarchico nel mondo contemporaneo. Nel 1970 Castoriadis lasciò l'OCSE e prese la cittadinanza
francese. Si interessò alla psicologia e nel 1974
divenne psicanalista, in collegamento con 'Quarto Gruppo' di dissidenti lacaniani. Cominciò a conquistare
popolarità come intellettuale di primo piano, fu uno degli animatori di due riviste importanti -
Textures
(1971-1975) e Libre (1977-1980) - e nel 1980 divenne il direttore di ricerche presso l'Ecole des
Hautes Etudes
en Sciences Sociales dell'Università di Parigi. Qui portò avanti un programma di lavoro
ambizioso e, finalmente
in grado di scrivere liberamente con suo nome, pubblicò diversi libri. Una collana economica di scritti
scelti fu
pubblicata tra il 1973 e il 1979, accompagnata nel 1975 da L'Institution imaginaire de la
société, e seguita nel
mondo anglofono dalla comparsa delle traduzioni americane di alcune delle sue opere - Crossroads in the
Labyrinth (1984, The Imaginary Institution of Society (1987), un'antologia in tre volumi
di Political and Social
Writings (1988-1993), un'altra dal titolo Philosophy, Politics, Autonomy (1991),
World in Fragments (1997) -
e un'altra antologia, The Castoriadis Reader (1997), poco prima della morte. Ma l'establishment
culturale e
politico inglese continuava ancora a ignorarlo. Negli ultimi anni si interessava sempre di più alla
linguistica e alla matematica, alla storia antica e alla pura
filosofia. Aveva sviluppato una posizione umanistica affatto originale, che metteva in primo piano il ruolo svolto
dalla fantasia del singolo e dalla cultura creativa nelle vicende umane, e che comprendeva una importante 'etica
della mortalità', sostenendo che l'assenza di qualunque tipo di divinità al di sopra dell'uomo e di
qualunque tipo
di esistenza dopo la morte rendeva ancor più importante l'accettazione del senso tragico dell'esistenza
privata
e di quella pubblica, per concentrarsi - qui e ora - sullo sviluppo di individui autonomi in una società
autonoma.
Fu sempre avverso a ogni genere di oscurantismo culturale, pur non essendo esente dall'oscurità del
discorso
moderno in francese, con uno stile che diventava sempre più esoterico e ricco di neologismi. Nei momenti
peggiori poteva essere arrogante e astratto, ma in quelli migliori era ispirato e realistico. È stato sempre
circondato
da numerosi amici, che lo chiamavano 'Corneille' e con i quali ingaggiava furibonde discussioni, e ha saputo
guadagnarsi una stima sempre più vasta tra il largo pubblico. Probabilmente sarà ricordato per
le parti critiche
del suo lavoro, che hanno contribuito a smantellare qualcuno dei miti più nefasti del nostro tempo,
più che per
quelle propositive, ove tentava di edificare un nuovo mondo sulle rovine di quei miti: tuttavia, ora che la prima
parte dell'opera è finita, la seconda acquista un'urgenza sempre più pressante. «Qualsiasi cosa
accada» affermò
Castoriadis alla fine della sua vita «resterò in primo luogo e soprattutto un rivoluzionario.» Altri
rivoluzionari
hanno molto da imparare da lui. Cornelius Castoriadis è morto a Parigi, per i postumi di
un'operazione al cuore, il 26 dicembre 1997. La stampa
francese lo ha ricordato con molti articoli.
(Traduzione dall'inglese di Guido Lagomarsino)
Cornelius in Italia
Con Cornelius Castoriadis se n'è andato uno dei più lucidi pensatori libertari di questo secolo.
Un pensatore
che, pur provenendo da una formazione marxista, ha lasciato centinaia e centinaia di pagine di critica
"anarchica" della società, dei meccanismi di potere e di oppressione. Questa rivista lo ricorda con un
articolo
di N.W. apparso sul quindicinale anarchico Freedom (n. 3/59 del 7 febbraio 1998). Ed è,
ovviamente, un
articolo rivolto a lettori inglesi; è doveroso, quindi, ricordare per i lettori di "A" che ci sono tre libri
tradotti in
italiano. Gli incroci del labirinto (Hopefulmonster, Firenze 1988, 311 pagine, lire 35.000);
L'istituzione
immaginaria della società (Bollati e Boringhieri, Torino 1995, 289 pagine, lire 38.000) ampi stralci
del quale
erano già apparsi sotto forma di saggio ne L'immaginario capovolto (a cura di Eduardo
Colombo, Eleuthera,
Milano 1987, 252 pagine, lire 18.000). Sono invece introvabili i due volumi La società
burocratica, editi nel
1978 e 1979 dalla Sugarco. Ci sono poi diversi articoli apparsi sulla rivista Volontà a partire
dagli anni ottanta.
Alcuni articoli sono comparsi anche sulla rivista MicroMega. Ricordiamo inoltre la
partecipazione di Castoriadis a due seminari promossi dal Centro Studi Libertari di
Milano: nel 1982 (con Francesco Alberoni) su "L'immaginario sociale" e nel 1983 su "Sorti del totalitarismo
e imperialismo sovietico". Ecco, infine, i titoli originali dei principali volumi apparsi in Francia: La
societé bureaucratique (1973 e 1990);
L'experience du mouvement ouvrier (due volumi, 1974); L'institution imaginaire de la
societé (1975); Les
carrefours du labyrinthe (1978); Capitalisme moderne et revolution (due volumi, 1979);
Le contenu du
socialisme (1979); La societé française (1979); Domaines de
l'homme (1986); Le monde morcelé (1990); La
monteé de l'insignifiance (1996); Fait et à faire
(1997). |
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