Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 27 nr. 235
aprile 1997


Rivista Anarchica Online

Attenzione all'omologazione

Scrivo in riferimento alla lettera pubblicata sul numero 232 di A e intitolata «Lo sguardo e il coltello» la lettera mi è piaciuta per l'analisi che l'autrice, Elisabetta di Vigonovo, fa di quello che definirei neo-pietismo e di alcune forme di razzismo non «plateale».
Alcune affermazioni mi hanno lasciato un po' spiazzato e su queste vorrei esporre la mia opinione.
Elisabetta parla di alcune ragazze zingare e descrive con precisione un loro atteggiamento arrivando a sostenere, dopo una serie di considerazioni, che loro sono come tutti gli adolescenti, sono come «noi», e con quei «noi» condividono desideri e speranze.
Tralasciando il mistero di chi siano quei «noi», io non penso che i desideri e le aspettative di vita degli adolescenti siano così simili tra loro da essere ritenuti uguali.
L'omologazione è molto diffusa ma non al punto da impedire l'espressione delle individualità. Inoltre negare che ci sia una differenza tra le aspettative di una ragazza rom e quelle di una fan delle «Spice girls» mi sembra un'estensione talmente totalizzante del principio egualitario da poter essere addirittura «pericolosa». Elisabetta mi sembra sostenga che l'uguaglianza, la possibilità di instaurare un rapporto identitario, sia alla base dell'accettazione di un «altro».
L'alterità che noi percepiamo, non va negata, non va considerata come un'incrostazione che nasconde ciò che è uguale a noi, a mio avviso, va accolta nella sua integrità.
Considerare le differenze non significa costruire una gerarchia, ma creare un rapporto di scambio e dialogo. Certo è difficile rinunciare al desiderio di rispecchiamento nell'altro, ma è necessario se non si vuole finire in un vicolo cieco.
Fondare il nostro rifiuto del razzismo e di ogni forma di discriminazione sulla negazione dell'alterità può essere altrettanto pericoloso che denunciare questa alterità a fini xenofobi, quali sono quelli delle destre. Dobbiamo sfuggire al principio che ha guidato i conquistadores di Cortes che hanno distrutto interi popoli perché era impossibile per loro instaurare un rapporto diverso da quello fondato sul principio di identità.
T. Todorov nel saggio «La conquista dell'America» analizza questi aspetti con l'arguzia e lo spirito tipico dello storico delle idee.
Quanti totalitarismi hanno voluto eliminare l'alterità: il dissidente, l'intellettuale non allineato, il «malato» di mente, l'omosessuale ... Questi totalitarismi avevano in comune un'esaltazione per la massa, una massa in cui l'individuo si annullava e immersi nella quale ci si doveva sentire tutti uguali. Quanti libertari fuggiti dall'Italia fascista sono stati perseguitati, torturati e uccisi dalla polizia di Stalin proprio perché hanno rinunciato ad annullare il loro dissenso, ad essere uguali e per questo sono stati considerati dei corpi estranei da eliminare.

Tullio Padovese
(Venezia-Mestre)