Rivista Anarchica Online
Nessuno spazio Per la paura
di Guido Coraddu
«C'era una volta un re / seduto sul sofà / che disse alla sua serva /
raccontami una storia / la storia cominciò / c'era
una volta un re / seduto sul sofà / che disse alla sua serva / raccontami una storia. La storia
cominciò... e poi ricominciò. Io sono sieropositiva. Scrivo, affinché la mia
dichiarazione sia ineluttabile. L'ho deciso il giorno in cui sono diventata grande e ho
capito che posso fare quello che voglio anziché quello che posso. Lo dichiaro per rivendicare il diritto
il mio posto nel mondo: non voglio essere complice di un processo di
disumanizzazione che si compie a partire dalla paura. A me e al mio virus spetta uno spazio che nessuno, neanche
io, deve togliere. Voglio provare ad essere solidale con me stessa; facile schierarsi al fianco dei negletti senza
condividerne la condizione. Il prezzo di questa dichiarazione sarà altissimo, ma molto più alto
sarebbe quello che
pagherei se tacessi. Preferisco morire di Aids che di paura. È a partire dall'esempio del mio
indomito virus, che scrivo. C'è qualcosa che spetta in sorte a ciascuno di noi e non la sorte possiamo
cambiare, bensì la nostra interpretazione
degli eventi. Io per me decido di camminare a testa alta per il mondo, fiera di quello che fu e fiduciosa di quello
che sarà, perché nelle mie azioni mi voglio riconoscere. Alziamo la testa, noi vinti dalla sorte:
la peste del secolo non si chiama Aids, si chiama paura. «Io non sarò tra gli
appestati.» Così inizia il libro di Carla Angius, libro speciale, che non troverete nelle librerie, un libro
che Carla ha voluto
affinché fosse uno strumento e non un'opera letteraria, e che ha stampato a sue spese e regalato a tutti
coloro che
ha stimato, capaci di capirlo e forti abbastanza da lottare insieme a lei. "Questo libro non ha bisogno di
presentazione. Il libro è Carla e Carla può presentarsi soltanto da sé". Questa è
la verità, ma qualcosa bisogna pur dirlo. Io l'ho conosciuta nelle lotte politiche e sociali di questi anni,
nonché
nell'impiego sindacale con i Cobas scuola (è maestra elementare), come una persona dall'incredibile forza
e
presenza, dal carattere riservato e sincero. In un certo senso la sua non è tanto una lotta contro il male
(questo è forse il primo libro "a favore" dell'Aids),
quanto piuttosto una rivendicazione del diritto di poter scegliere cosa essere con o contro il proprio destino, il
proprio status sociale, il dolore del vivere. Proprio dalla condizione del male prende forza, respiro,
consapevolezza questa istanza e contagia e trascina coloro che recepiscono il suo messaggio; infine il virus stesso
non appare più come un nemico, e viene anzi immaginato come tante freccette argentate deliziose e
simpatiche.
Non deve esserci spazio per la paura, per l'emarginazione, per gli archetipi che vengono suscitati dalla
pubblicistica oscurantista: sopravvivere al proprio destino significa raggiungere la consapevolezza che nessun
destino è solo individuale, ma in qualche misura è sempre collettivo. Bisogna sopravvivere al
destino di ciascuno
di noi, la forza di scegliere cosa essere può venire solo dalla conquista di una dimensione solidale della
vita. Copie del libro sono disponibili presso l'associazione A.S.P.Re Vo.S.O.S. via Corelli, 27 Cagliari -
tel.070/488094. Per informazioni: Guido Coraddu, c/o Centro di Documentazione Anarchica, via Tonzig, 9
Padova -
tel.049/8075799
|