Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 27 nr. 234
marzo 1997


Rivista Anarchica Online

La gabbianella di Luis
di Marzia Rubega

L'ossessione maniacale della catalogazione imperversa quasi incontrastata in ogni ambito del quotidiano. E laddove la scelta individuale dovrebbe essere dato ormai assodato, diviene invece caratteristica auspicata e auspicabile nella selva opaca e impenetrabile di strategie di comunicazione sempre più raffinate. Non è un caso che le adolescenti (e non solo) di tutto il globo spasimino nel tentativo disperato di emulare il look e la plasticità asettica di donne assemblate nel laboratorio della carta patinata. Neppure i trasgressivi slogan "grasso è bello" bastano a intaccare la forza dirompente di modelli propinati in pillole.
Ovviamente non si inneggia a un recupero dell'era pre-villaggio globale (sarebbe inopportuno alle soglie del secondo millenio), occorre comunque ricordare alcune importanti, quanto banali, antinomie di fondo. La velocità e l'accesso illimitato alle informazioni costituiscono sicuramente un vantaggio e una nuova modalità di trasmissione del "sapere" su scala planetaria. Attenzione però alla ridondanza, agli effetti devastanti di un bombardamento persistente e pletorico (non mancano certo gli esempi...dagli scenari letterari a quelli prosaici e meno nobili di fenomeni di "branchismo omologativo", a cui assistiamo continuamente).
Servono referenti, bandoli in una matassa intricata. I tempi più che dai ritmi biologici sembrano scanditi da uno schizofrenico orologio collettivo detentore di certezze e verità di cartapesta. Non conoscere le tendenze del moderno vivere appare cosa grave: al voluminoso manuale dei codici condivisi ñ largamente purtroppo! ñ appartengono dettami minuziosi che fagocitano le aree più disparate. Ci sono i film cult, i ristoranti in, i concerti irrinunciabili, i luoghi ormai out, e poi i must insomma, sono tanti, parliamone... Anche i libri, mentre qualcuno, intanto, decreta l'imminente morte del cartaceo, vengono investiti dalla stessa logica. Libri da leggere assolutamente (solo pochi lo fanno e non cedono alla tentazione della quarta di copertina). Altri, invece, da negare subito con pudore.
Apocalittiche profezie di chi vorrebbe far sparire il libro e non solo quello. Ma "anche se la televisione, il cinema, i fumetti, le realtà virtuali, altri e più vari strumenti potessero ambiziosamente pretendere di aver tutto trasmesso, tutto narrato, tutto mostrato, non esistono libri da non leggere" (A. Faeti, I diamanti in cantina, Bompiani, 1995, pag. 4) o quasi.
Una lunga premessa per proporre il delizioso e recente libercolo di Luis Sepùlveda Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare edito da Salani (lire 16.000).
Beninteso non perché sia di moda. Che i sudamericani riscuotano credito e siano oggi annoverati tra i must non ci interessa minimamente. La vita avventurosa dell'autore, membro attivo dell'unità popolare cilena negli anni settanta, e poi in Brasile, Uruguay, Ecuador tra gli indios Shuar e la sua partecipazione a Greenpeace possono trarre in inganno i lettori in cerca di facili emozioni. Certo, la veste grafica suscita perplessità. Si tratta forse di un libro per bambini? Ancora la necessità impellente di etichettare a cui si contrappone una banale verità: esistono libri belli e libri meno belli e poi, pochi, immmortali.
Un'altra citazione "il lettore è come un tossicodipendente- ma non dipende da temi e contenuti, e raramente da un campo tematico ben preciso" (P. Bichsel, Il lettore, il narrare, Marcos y Marcos, 1989, pag. 34). Peccato che i tossici di questo tipo siano una razza in via di estinzione...
Ecco, Sepùlveda racconta una bella storia per grandi e per bambini, per ognuno che abbia voglia di leggerla, ascoltarla. La dimensione magica e fiabesca si dipana con leggerezza cristallina, impalpabile trama di un ricamo prezioso e policromo.
La parola scritta diventa parola cantata, supera il limite del foglio e vola, come la gabbianella riuscirà a fare grazie agli insegnamenti dei gatti e di un umano dall'animo bello. Sono protagonisti, per la prima volta in un romanzo dello scrittore cileno, gli animali.
Kengah "una gabbiana dalle piume color argento" si trova improvvisamente invischiata nella sostanza maledetta, una macchia di petrolio scaricata nell'acqua, mentre consuma il suo pasto. Sola, lo stormo con cui stava sorvolando la foce dell'Elba, nel mare del Nord, non c'è più. La legge impedisce di guardare i compagni morire. Immagini cupe si susseguono velocemente nella mente della giovane gabbiana che, dopo svariati tentativi, riesce a spiccare il suo ultimo volo. Approda infatti stremata e ormai morente su un balcone a Amburgo, sotto lo sguardo stupito di un grande gatto nero. Qui depone un uovo chiedendo a Zorba di prendersi cura del nascituro.
Il gatto cova immobile, inconsueta mamma, fedele alle promesse impossibili. Gli attacchi e le provocazioni di alcune malelingue non scoraggiano il felino dall'impegno assunto. Una promessa è sacra, sono tutti d'accordo gli amici di Zorba. La gabbianella Fortunata cresce amata, tra i gatti del porto, fino a quando arriva il momento di adempiere alla promessa più difficile: insegnare alla figlia adottiva a volare.
A nulla valgono i dotti tentativi del gatto Diderot di studiare sull'enciclopedia le tecniche del volo. Fortunata desidera librarsi nel cielo, tutti i suoi compagni l'hanno capito da un pezzo, ma ha paura e fallisce nei suoi timidi tentativi. Anche perché a lungo ha creduto di essere come loro, ha cercato di imitarli, di comportarsi nel loro stesso modo, protetta e desiderosa di conservarne l'affetto. La diversità, la sua natura non ha ostacolato lo sviluppo di un vincolo profondo. Ma la scoperta, l'embrionale consapevolezza di Fortunata di avere altra identità, non si trasforma, neppure per un momento, in un motivo di allontanamento. "Ti amiamo per come sei" ripetono in coro i gatti per convincerla a trovare e accettare se stessa.
Lieto fine. Fortunata spiccherà il volo in una notte di pioggia confortata dagli occhi amorevoli di Zorba e dell'unico uomo che aveva sentito parlare un gatto. Miagola il saggio felino: vola solo chi osa farlo. Allora, libertà, solidarietà, diversità...temi per bambini? La grande avventura, ali non solo per volare. Basta e buona lettura!