Rivista Anarchica Online
Il mercato del controllo del crimine
di Nils Christie
Il "controllo del crimine", più del crimine in sè, è il vero pericolo per il futuro.
Così sostiene Nils Christie nel libro
"Il business penitenziario", in uscita nelle librerie per i tipi di Eleuthera. Ne anticipiamo qualche stralcio
E' un detto comune che negli usa tutto è più grande che in qualsiasi
altro posto. Tuttavia, per uno straniero è
un'esperienza rimarchevole tenere in mano la pubblicazione ufficiale della American Correctional Association
[Associazione penitenziaria americana]. La testata si chiama "Corrections Today"[Pene oggi], una rivista patinata,
a colori, ad alta qualità di stampa e zeppa di pubblicità, probabilmente una fonte considerevole
di entrate per
l'Associazione. Nel numero del giugno 1991 c'erano 111 inserti pubblicitari ed erano rappresentate tre categorie
principali.
1. Imprese di costruzioni, per prigioni complete o parti di prigioni. C'erano sedici inserzioni di
questo tipo: "Voi
telefonate e noi costruiamo. Sei mesi dopo la vostra chiamata, la prigione è pronta». Besteel è uno
di questi
fornitori. [...] Anche la Bell Construction ha un'inserzione a pagina intera sotto il titolo I professionisti della
costruzione: è da più di 20 anni che costruiamo. Ci siamo costruiti una reputazione. Ci
siamo costruiti una
clientela, e abbiamo costruito istituti penitenziari. È il nostro lavoro. Noi costruiamo. E lo facciamo bene.
Venticinque istituti penitenziari del valore di 300 milioni di dollari ci hanno dato un'esperienza e ora i nostri
clienti ci chiamano "professionisti"[...].
2. Forniture per prigioni. In questa area, il numero di giugno conteneva 43 inserzioni dei tipi
più diversi. Fra
queste ce n'erano tre per telefoni particolarmente adatti alle prigioni, venti per sistemi di sorveglianza elettronica
di qualsiasi tipo, tre per armi e sette per altro materiale di sicurezza.
Telefoni che controllano è il titolo di un'inserzione a tutta pagina della uswest
Communication: questo telefono fa soltanto quello che tu vuoi che faccia. Controlla quanto tempo parlano
gli interlocutori.
Impedisce loro di raggiungere certi numeri. Può monitorare e registrare tutta l'attività telefonica
secondo gli
ordini... Tenere i diritti telefonici dei detenuti sotto il tuo stretto controllo. Oppure: progettato per i
professionisti del sistema penale: abuso di droga? Una risposta in tre minuti. [...] I risultati rapidi
non lasciano tempo per gli alibi. [...] ONTRAK non dà tempo alle scuse e vi permette una verifica
completa e
immediata della situazione. E ancora: IL BRACCIALE DEL CARCERATO Identificate i detenuti
con un bracciale da polso solido e impermeabile. Due fibbie di metallo che si chiudono a
scatto assicurano un sistema di identificazione solido e indeformabile. Non c'è necessità di alcun
attrezzo speciale
per chiudere le nostre fibbie di metallo. Sono disponibili entrambi i sistemi a scrittura e a inserimento
tessera. SECUR-BAND, la risposta all'identificazione dei detenuti.
Il numero di "Corrections Today"di giugno pubblicava un numero enorme di inserzioni pubblicitarie, ma quel
numero è stato presto superato. A luglio il numero di pagine è aumentato da 160 a 256 e le
inserzioni sono
aumentate da 111 a 130. In parte sono dello stesso tipo di giugno, come quella per il gas lacrimogeno:
Il sistema di controllo tg [Tear Gas, gas lacrimogeno], ora installato nelle più importanti prigioni,
è un sistema
strategico di erogatori di gas lacrimogeno installato a livello del soffitto. Questi erogatori possono essere azionati
da personale protetto grazie a un banco di controllo a distanza. L'azionamento può avvenire secondo uno
schema
prefissato e con vari livelli di concentrazione per obbligare i detenuti a evacuare un'area secondo la via che voi
decidete.
In aggiunta alle inserzioni normali, il numero di luglio contiene anche sessanta pagine gialle chiamate:
Guida per
l'Acquirente di Prodotti e Servizi Penitenziari. In questo inserto sono elencate 269 ditte, con una
descrizione dei loro prodotti, dalla "A"- sistemi di controllo
degli Accessi - passando per la "P"- celle Portatili - fino alla "X», per strumenti di verifica e sicurezza a raggi-X.
L'elenco mostra gli ultimi ritrovati dell'elettronica, ma anche ditte tradizionali come la Human Restraint
Company [Azienda per la Costrizione Umana]:
Mezzi di contenimento in cuoio della migliore qualità. Prodotti negli usa dal 1876. Chiamate o
scrivete per
ricevere gratuitamente il nostro catalogo.
3. Gestione penitenziaria. Questa gioca un ruolo importante, con venti inserzioni nel numero
di giugno:
Quando il morale è a rischio a ogni pasto, contate su di noi. [...] Service America lavora dietro le
sbarre in tutto
il Paese, con una solida tradizione di buoni risultati. [...] Se nutrire un pubblico di carcerati fa parte del tuo lavoro,
parla con gli specialisti del servizio mensa che sanno come farsi onore. Chiama...
Un'altra condizione per la pace sono armi efficienti. Ditte efficienti forniscono armi non letali insieme ad armi
letali. Fra le non letali: CAP-STUN II Usata dall'FBI e da 1.100 agenzie di polizia. Mai una causa
legale per l'uso di CAP-STUN in 14 anni di utilizzo. Provata efficacia contro Tossicodipendenti e
Psicotici. Disponibili modelli per il pubblico, da regalare ad amici e persone care.
Fra le 111 inserzioni di giugno, ce ne sono anche alcune di prodotti normali per gente normale, non destinati
in
particolare al mercato carcerario.
Interessi industriali Il numero di luglio contiene anche alcune chicche. Il clou
si raggiunge con le molte pagine di ringraziamento agli
sponsor del banchetto per il 121° Congresso Penitenziario a Minneapolis nell'agosto del 1991. Da compagnie
telefoniche a produttori di vetri blindati, loro pagano e i dipendenti del carcere fanno festa. Un'altra caratteristica
attraente di un soggiorno a Minneapolis è che si può lasciare la città "in una splendida
auto sportiva, più nuova
del nuovo, una Dodge Daytona ES del 1991 perfettamente equipaggiata con ogni immaginabile accessorio!».
L'unica condizione è la visita - con tanto di prova - all'Esposizione in cui l'industria mette in mostra i suoi
prodotti. Registrandosi all'Esposizione, si partecipa automaticamente al concorso per l'auto. Un appunto
personale sulla adattabilità umana: quando lessi per la prima volta "Corrections Today», quasi non
credevo ai miei occhi. L'immagine dei detenuti che emergeva dalle inserzioni era incredibile. Ed era altrettanto
incredibile come fossero scopertamente esposte le relazioni fra il sistema penitenziario e gli interessi industriali.
È vero che le riviste mediche sono simili, e le ditte farmaceutiche eccellono nella corruzione dei dottori
attraverso
la sponsorizzazione dei loro congressi, seminari, viaggi alle Hawaii con spose incluse eccetera eccetera. Ma si
suppone che i dottori siano di qualche beneficio per i loro pazienti. L'American Correctional Association è
di un
altro tipo. È un'organizzazione con il mandato di amministrare il potere estremo della società.
È
un'organizzazione che infligge sofferenza, una sofferenza sponsorizzata da quelli che ne fabbricano gli strumenti.
[...] Ormai dev'essere chiaro, perciò sarò breve: prigione vuol dire denaro. Tanto denaro. Per
gli edifici, per le
forniture di materiali e per la gestione. Perfino la gestione del sistema carcerario federale degli usa,
relativamente piccolo, arriva a cifre enormi. Per il
1992, il sistema ha bisogno di più di 2,1 miliardi di dollari, con un incremento del 24 per cento sull'anno
scorso.
"The Washington Post" 25 aprole 1991. Secondo Knepper e Lilly [1991]:
Mentre la popolazione carceraria esplode, l'amministrazione della pena è diventata un grosso affare.
Se la
popolazione carceraria continua a crescere ai ritmi degli anni Ottanta, costerà almeno 100 milioni di
dollari alla
settimana soltanto per la costruzione di nuovi istituti. Nel 1990, le spese operative e per investimenti dei sistemi
penitenziari locali, statali e federali sono state stimate di oltre 25 miliardi di dollari.
La ristorazione e la sanità sono i settori a crescita più rapida nella fiorente industria
penitenziaria, affermano
Knepper e Lilly. In giugno, la Campbell Soup Company ha dichiarato che il sistema carcerario nazionale era il
mercato con la crescita più rapida nel campo della ristorazione. Ma i profitti più grossi si fanno
nell'edilizia e
nella finanza:
Nel 1991-1992 il costo medio di un letto carcerario negli Stati Uniti è di 53.100 dollari contro i
42.000 dollari
degli anni 1987-1988. Non c'è da sorprendersi, quindi, che esistano più di cento ditte specializzate
soltanto in
progettazione per prigioni, e che queste ditte oggi guadagnino fra 4 e 6 miliardi [di dollari] all'anno con il mercato
dell'edilizia carceraria.
[...] Inoltre, negli ultimi anni il settore privato ha anche mutato radicalmente le modalità di
finanziamento e
costruzione degli istituti penitenziari. I contratti di acquisto o di affitto di strutture da privati stanno sempre
più
sostituendo i finanziamenti attraverso l'emissione di titoli di Stato. Il denaro privato s'intrufola dappertutto.
Ma il caso più evidente si può naturalmente trovare nella stessa prigione
privata. Proviamo ad analizzarla.[...] Oggi negli Stati Uniti perfino la pena capitale è a volte
amministrata da appaltatori privati. Trovo questa frase in un libro importante sulle prigioni private
[Logan, 1990]. C'è soltanto quest'unica frase sulla
pena capitale, schiacciata fra esempi di tutti gli altri compiti amministrati da concessionari privati. Perciò
per il
resto siamo liberi di usare la nostra immaginazione. E io mi chiedo: chi sono nei tempi moderni gli appaltatori
privati della pena capitale e come operano? Pubblicizzano il loro servizio? È una ditta individuale o una
società
registrata in borsa come Esecuzione della Pena S.p.A.? E a proposito della strumentazione necessaria, come sedie,
aghi, veleno? La forniscono loro o la subappaltano? E per l'addestramento del personale, usano il know-how
disponibile? [...]
Prigione privata Le caratteristiche essenziali della modernità nel campo
del controllo del crimine sono ben illustrate nel
movimento di privatizzazione e in particolare nella reinvenzione della prigione privata. Questo tipo di prigione
non è - per numero di detenuti - il tipo dominante in alcuna parte del mondo industrializzato, ma s'avvia
a
diventarlo, specialmente negli Stati Uniti e nella sua progenie spirituale in diversi Paesi europei. Ed è di
notevole
importanza, dato che raffigura tendenze recenti. La prigione privata non rappresenta una prosecuzione della
vecchia idea degli schiavi rematori e dei campi di
lavoro forzato. Il modello è l'assistenza municipale ai poveri. Spesso venivano organizzate delle aste.
Quelli che
facevano l'offerta più bassa vincevano la gara: l'assistenza ai poveri. Le possibilità di guadagno
nella gestione
di ospizi per poveri è una questione dibattuta. Ma con il sorgere di organizzazioni su larga scala non
rimane alcun
dubbio. È una faccenda dove girano tanti soldi. E la cosa più importante è che, con questo
elevato grado di
interazione con i profitti privati, si sta inserendo un importante fattore di crescita nel sistema. Il dibattito
generale sulla "privatizzazione"delle prigioni, e anche della polizia, si è focalizzato in larga parte sul
fattore etico: dev'essere dato il diritto alle imprese private di esercitare tanto potere? Oppure il dibattito ha puntato
sull'economico: le imprese private saranno in grado di gestire la questione in modo più economico dello
Stato?
Ma è altrettanto importante rendersi conto della spinta espansiva che si crea in un sistema basato sulla
privatizzazione. La questione centrale è fino a che punto la privatizzazione espande e trasforma
la capacità di
punire dello Stato. Con le prigioni private come esempio estremo, ma anche con il sistema
economico-industriale come fornitore di
servizi a prigioni gestite dal settore pubblico, si inserisce nel sistema un fattore di crescita molto forte. Proprio
come illustrato in "Corrections Today», i venditori interessati si mettono in fila, con i loro strumenti per
un'erogazione efficiente del dolore messi in bella mostra, e i possibili compratori sono spinti a venire a vedere.
Quanto al governo, gli viene data una mano a non tirare in ballo gli elettori e, contemporaneamente, ad evitare
gli scioperi fra i dipendenti, creando meccanismi d'espansione altamente efficaci. [...] L'unico anello debole
della catena è la mancanza di capacità ricettiva del sistema carcerario. Ma anche qui
l'industria offre una mano amica: la detenzione domiciliare gestita elettronicamente di recente ha fatto passi da
gigante. I princìpi che governano questo tipo di detenzione domiciliare sono noti e applicati da tempo.
Al detenuto viene
applicato uno strumento elettronico al polso o alla caviglia. Il bracciale viene collegato al telefono. Se il detenuto
a domicilio lascia la casa, il collegamento con il telefono si interrompe e un allarme si mette a suonare nella
caserma di polizia o negli uffici della libertà vigilata. Esiste un mercato fiorente per un tale apparecchio,
in
particolare negli usa ma anche all'estero. [...] Ma il sistema ha un punto debole: non si può sapere
esattamente come si comporta il detenuto a casa sua.
Naturalmente non gli è permesso toccare alcolici a casa, cioè nella sua prigione. Ma forse lo
fa. La Mitsubishi ha risolto il problema portando la legge e l'ordine nelle detenzioni domiciliari americane.
In
un'inserzione a pagina intera sul "Corrections Today"del giugno 1991, ci viene mostrato un intero pacchetto di
controllo. Contiene il solito bracciale elettronico ma in aggiunta c'è un telefono combinato con un
trasmettitore
televisivo e uno strumento per misurare il livello di alcool nel sangue. Presto, ne sono certo, verrà
aggiunta anche
l'urinata teleripresa. Ecco un estratto della descrizione della Mitsubishi:
Per soddisfare i bisogni crescenti della detenzione domiciliare, un sistema di monitoraggio dev'essere
versatile,
affidabile e in grado di controllare l'uso di alcolici. Il rischio è troppo alto per accontentarsi di meno.
[...] Il sistema chiama automaticamente il cliente (fino a 4 chiamate alla volta), richiede l'esecuzione di una
qualche
azione (in qualsiasi lingua) e registra l'immagine con ora, data e nome (fornendo una prova materiale).
[...] Arrivando al test alcolico del fiato (bat, Breath Alcohol Testing), soltanto mems fornisce una prova
visiva, a
distanza, non assistita e certa del livello alcolico nel sangue del cliente e della sua identità. Ed è
tutto eseguito
automaticamente dalla stazione computerizzata a distanza.
La prigione, perciò, risolve diversi problemi nei Paesi ad alta industrializzazione. Allevia le
dissonanze negli Stati
sociali fra l'idea dell'assistenza ai disoccupati e l'idea che il piacere del consumo debba essere il risultato di un
impegno produttivo. Essa pone anche parte della popolazione inattiva sotto controllo diretto e crea nuovi compiti
per l'industria e i suoi proprietari. In quest'ultima prospettiva, i detenuti acquisiscono un nuovo e più
importante
ruolo. Diventano materia prima per il controllo. È un meccanismo ingegnoso. I contributi dell'assistenza
fornivano del denaro liquido che poteva esser impiegato per scopi dubbi. Per prevenire tali conseguenze,
l'assistenza a volte veniva distribuita sotto forma di beni materiali, o di tessere per l'acquisto di specifiche merci
indispensabili. Ma alcuni beneficiari comunque baravano e scambiavano i prodotti sani con droghe o alcolici. La
prigione risolve il problema. I livelli di vita materiale in alcune prigioni moderne sono incredibilmente alti. E il
consumo è totalmente sotto controllo, una soluzione definitiva all'antico problema dell'industrializzazione.
La
popolazione potenzialmente pericolosa viene portata dentro e messa sotto completo controllo come materia prima
per quelle stesse parti del complesso industriale che l'hanno resa superflua e inattiva fuori da quelle mura. Materia
prima per il controllo o, se preferite, consumatori in cattività dei servizi dell'industria del controllo.
Normalità e schiavitù Lo sviluppo del settore penale negli usa
è cambiato drasticamente negli ultimi dieci anni. Ma nella prospettiva
dei secoli, non c'è nulla di veramente nuovo. Al contrario, è stato il periodo successivo alla
seconda guerra
mondiale a costituire l'eccezione. Ora gli Stati Uniti in realtà stanno ritornando alla normalità,
solo con maggiore
energia. Due termini chiave caratterizzano la situazione: privatizzazione e schiavitù. La
privatizzazione non è nulla di nuovo. È nel privato che è iniziato tutto
quanto, prima in Inghilterra e più tardi
negli usa. Il procedimento giudiziario era privato, le polizie erano private, le prigioni erano private, gestite da
proprietari di taverne. Ma la cosa più importante è che uno dei risultati dell'iniziativa privata e
dell'istinto
affaristico fu l'avvio di un sistema di deportazione che fece imbarcare e inviare oltre Atlantico circa 50.000
condannati. [...] L'altra parte della grande tradizione americana proviene dall'importazione di
schiavi dall'Africa. Nessuna
documentazione ufficiale è mai stata tenuta sulla tratta degli schiavi. Gunnar Myrdal [1964] ritiene
probabile che
il numero totale degli schiavi importati negli Stati Uniti prima del 1860 sia stato inferiore al milione. La legge
federale proibì il commercio degli schiavi nel 1808. A quel tempo, ne erano arrivati fra 300.000 e
400.000. Ma
altri schiavi si aggiunsero attraverso l'annessione di territori e soprattutto con il contrabbando di schiavi. Molti
fra gli schiavi neri liberati dopo la Guerra Civile erano di nascita africana. Oggi ci sono circa 15 milioni di maschi
neri negli usa. Quasi metà della popolazione carceraria negli usa è nera. Marc Mauer ha
calcolato in due rapporti [1991 e 1992]
le cifre dei detenuti maschi neri e inoltre ha comparato questi dati con la situazione nel Sud Africa. Mezzo milione
di maschi neri sono detenuti in carcere. Questo significa che 3.400 maschi neri su 100.000 - ossia il 3,4 per cento
della popolazione nera maschile - sono a tutt'oggi in prigione. Quanto sia eccezionale questa situazione,
può
vedersi confrontandola con il Sud Africa, dove sono detenuti 681 maschi neri su 100.000 - ovvero lo 0,7 per
cento. Con il 3,4 per cento in prigione, probabilmente un numero una volta e mezzo superiore si trova in
libertà vigilata
o sulla parola, il che significa che fra il 7 e l'8 per cento dei maschi neri è sottoposto a un qualche tipo
di
restrizione legale. Ed è sempre una stima prudente. Blumstein [1991, p. 53] afferma:
[...] se si concentra l'attenzione sul gruppo a più alto rischio - i maschi neri tra i venti e i trent'anni
- il tasso di
incarcerazione è di circa 4.200, il 4,2 per cento del gruppo. Questo significa che quasi un maschio nero
ogni 20
di quell'età si trova attualmente in una prigione statale o federale. Aggiungendo le prigioni locali, che
comprendono un altro 50 per cento, saliamo al 6,3 per cento. [...] Se si ammette che la prigione raccoglie circa
un sesto del numero totale di persone sotto il controllo del sistema penale (inclusi i sistemi della libertà
vigilata
e sulla parola), si può allora moltiplicare il numero precedente (4,2 per cento) per sei, il che fa circa il 25
per
cento.
Venticinque per cento significa un nero tra i venti e i trent'anni su quattro. Ma questo vale per il Paese nel suo
complesso. Se ci concentriamo sui giovani delle città, è altamente probabile che, in base alle stime
di Blumstein,
molto più di un quarto della popolazione maschile nera è costantemente sotto il controllo del
sistema penale. [...] Non esiste una "misura naturale"nella percezione quantitativa della popolazione
carceraria. Con la crescita
verificatasi negli usa, cambiano gli standard di grandezza. In un mondo talmente influenzato da quello che
succede negli usa, ciò potrebbe avere un impatto su tutto il mondo industrializzato. Non sarà che
in Europa siamo
ingiustamente clementi, dato che gli usa sembrano prosperare con un numero di detenuti dieci volte maggiore?
Le idee di privatizzazione hanno superato l'Atlantico. Sir Edward Gardner [1989], presidente della Commissione
parlamentare inglese per gli Affari interni, ha portato la Commissione negli usa e al suo ritorno ha affermato:
[...] tutti noi, che siamo andati negli Stati Uniti per dare un'occhiata a questi nuovi istituti, ci siamo chiesti
se non
stessimo perdendo il nostro tempo; nel mio diario ho scritto che si trattava di un progetto più assurdo che
reale.
Ma mano a mano che i membri della Commissione si recavano a visitare i vari istituti di Memphis, Panama e
Nashville, posso solo dire che abbiamo cominciato a cambiare idea. Siamo rimasti stupiti da quello che abbiamo
visto, dalla qualità della gestione, e dal successo dell'idea delle prigioni private.
Sir Edward in realtà ha cambiato le sue idee fino al punto che - quando ha tenuto la sua conferenza
all'Istituto
per lo studio e il trattamento della delinquenza - era già diventato il presidente della ditta privata Contract
Prisons
plc. Ed egli non è solo.
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