Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 27 nr. 233
febbraio 1997


Rivista Anarchica Online

Ricordando Ugo Mazzucchelli
di Paolo Finzi

Lunedì 5 gennaio è morto, nella natia Carrara, Ugo Mazzucchelli. Aveva 93 anni. Con lui scompare una delle figure di punta dell'antifascismo anarchico in Italia.
Anarchico fin dalla gioventù, cavatore come tanti suoi conterranei, Ugo è stato tra i primi a prendere le armi contro la montante reazione fascista - all'inizio degli anni '20 - promuovendo e partecipando a numerose azioni di difesa e di attacco. Fu proprio a Carrara e nelle terre circostanti che gli anarchici, più che altrove in Italia, segnarono profondamente la Resistenza antifascista con la loro partecipazione di massa e soprattutto con il segno distintivo della loro metodologia libertaria. E fu proprio nel Carrarese, nello Spezzino, in Versilia, nella regione apuana che il profondo radicamento sociale dell'anarchismo, unito all'istintivo ribellismo delle genti, alla tradizione del sindacalismo rivoluzionario e libertario e all'insofferenza per l'occupazione nazi-fascista, scrissero alcune delle pagine più belle della lotta antifascista - dai "fatti di Sarzana" dell'agosto '21 alla guerra guerreggiata contro i tedeschi a ridosso della Linea Gotica nel '43/'45. Una lotta dura, per molti versi impari, segnata da episodi repressivi culminati nel massacro di Sant'Anna di Stazzema, che con le sue centinaia di vittime civili della rappresaglia teutonica resta - con Marzabotto e Boves - imperitura testimonianza non solo della barbarie nazi-fascista, ma anche e soprattutto del solco incolmabile che c'era e non può che continuare ad esserci tra la morale dell'antifascismo e la barbarie hitleriana.
Di questa storia - per tanta parte ancora da scrivere - Ugo Mazzucchelli é stato parte non secondaria. Nelle numerose interviste che nell'ultimo mezzo secolo gli hanno fatto, nel suo impegno nella Federazione Italiana delle Associazioni Partigiane (FIAP), nei numerosi comizi (ne ricordo uno che tenemmo insieme al Teatro degli Animosi, a Carrara, nei primi anni '70, Ugo ed io con Umberto Marzocchi, altra bandiera dell'antifascismo anarchico), Mazzucchelli ha rappresentato l'attualità e la continuità dell'impegno antifascista anarchico.
Nel secondo dopoguerra Ugo era diventato un industriale del marmo, potendo così generosamente sostenere numerose attività di propaganda ed anche compagni in difficoltà. Per un trentennio militante attivo della Federazione Anarchica Italiana, se n'era progressivamente allontanato nell'ultimo quindicennio. E lui, che per decenni aveva dedicato tanta parte del suo impegno alle attività del movimento e della FAI in particolare, nell'ultimo quindicennio scelse di operare su altri terreni, a contatto prevalentemente con persone e ambienti esterni all'anarchismo. In questo contesto si situano il suo impegno nella Lega per il Disarmo Unilaterale con Carlo Cassola, la sua attiva presenza nell'organizzazione della FIAP, ecc.. Ugo era prevalentemente uomo d'azione, non certo un "intellettuale"; eppure si sforzava di capire i profondi mutamenti dell'esistente, preconizzando per l'anarchismo un ruolo diverso da quello - consolidato - della tradizione rivoluzionaria malatestiana. Era, la sua, una ricerca di "attualizzare" l'anarchismo - a mio avviso apprezzabile, tantopiù in considerazione della sua età (a 70/80 anni è più facile adagiarsi sulle certezze della vita passata).
Negli ultimi tempi, soprattutto, Ugo ha sostenuto pubblicamente posizioni e tesi (per esempio, a favore dell'intervento americano durante la guerra del Golfo; sull'opportunità di superare la pregiudiziale antifascista; oppure - la scorsa primavera - a favore della necessità di votare per l'Ulivo, ecc.) contestate dal movimento e sulle quali numerosi anarchici - in particolare, a Carrara - non mancarono di polemizzare duramente. Ciò ha portato anche al raffreddamento e in non pochi casi alla rottura di rapporti politici e personali a volte di lunga data, con toni esasperati e senza più alcuna volontà di reciproca comprensione.
Ora che Ugo non c'é più, possiamo con maggiore serenità fare i conti con un'esperienza come la sua, iniziata 3 anni dopo l'inizio di questo secolo e chiusa 3 anni prima della sua fine. Senza cancellare le ragioni di fondo dei molti dissensi che ci hanno separato, penso che si debba riconoscergli una tempra ed un'attitudine al "non mollare!" che costituiscono un po' la cifra del suo impegno (penso alla caparbietà con cui portò avanti la battaglia per ricordare con una lapide Gaetano Bresci e, successivamente, Franco Serantini) e più in generale dell'anarchismo carrarese. E di questo anarchismo, di questo capitolo del tutto particolare della nostra storia, Ugo Mazzucchelli é stato - nei suoi vari e contrastanti aspetti - un esponente significativo.
Un caro abbraccio a Peppa, compagna di una vita, ai figli Alfredo, Alvaro, Carlo e Manrica, ai nipoti, a tutta la tribù dei Mazzucchelli che per decenni si è ritrovata intorno ad Ugo.