Rivista Anarchica Online
Chi non ha un'automobile?
Noi! Io e mia moglie ne siamo sprovvisti da due anni, da quando un'irriducibile
quantità di formiche ha deciso
di «occupare» il vano motore della nostra utilitaria di seconda mano. Non è che non possiamo
permettercene un'altra! In realtà molte cose costano più dei benefici che recano. Io sono uno
di quelli che al mattino prende il treno prima, per non correre e annegare nella ressa. Mia moglie
invece, fa il giro dei negozietti per trovare «l'insalata dell'albero» (...) secondo lei: «tante spesine sane e
selezionate, sono molto più convenienti e salutari della grossa spesa settimanale al supermercato (con
ampio
parcheggio), dove ti rifilano prodotti sintetici». Con questi presupposti si dribblano in scioltezza (a bordo di
scarpe, treno, bus e bici), tutte le insidie
auto-derivate: traffico, code, parcheggio, assicurazione, bollo, multe, etc. insomma, ci garantiamo 350 giorni
annui di benessere. E gli altri 15? Negli altri 15 giorni si viene messi spalle al muro dal totalitarismo autoveicolare
(al giorno d'oggi chi non ha un'automobile?). Ogni anno si sposano immancabilmente un paio di secondi cugini:
la cerimonia in chiesa la fanno «a casa di Dio» ed il rinfresco venti chilometri più in là. Poi
c'è il concerto di quel
gruppo trasgressivo che comincia a suonare alle 23.20 (venti minuti prima del transito dell'ultimo autobus
extraurbano che riporta a casa!). Non dovrebbe essere anche l'automobile una «libera scelta» e non una
«deliberata» costrizione che alimenta una libertà illusoria? Utopisticamente (...) potremmo caldeggiare
il
funzionamento dei servizi di trasporto pubblico 24 ore al giorno e/o una più avveduta organizzazione di
matrimoni, concerti, etc. ma più realisticamente ci piace pensare ad una soluzione che si fondi su
"l'auto-gestione»: chi si occupa della «gestione» dei locali da concerto, cerimonie nuziali e affini, potrebbe dotarsi
de «l'auto» (pullman e/o altro) e riaccompagnare così gli auto-indipendenti. La Fiat ci guadagnerebbe lo
stesso,
ci sarebbe meno traffico notturno e si potrebbe bere un bicchierino di più. E il magico rituale del
voluttuoso appannamento del parabrezza e dei sensi al termine della serata? È certamente
un'esperienza formativa per la coppia, ma non si può passare la vita intera a litigare con la leva del
cambio! Il modello di «auto-gestione» appena suggerito può risultare surreale e provocatorio, ma il
problema non è da
sottovalutare! Non si è succubi dell'automobile solo quando la si adopera per andare dal tabaccaio dietro
l'angolo,
ma in tutte le situazioni nelle quali non si hanno alternative! Il presupposto per l'esercizio della libertà
è dato dalla possibilità di scelta; essere costretti ad usare la macchina
per muoversi liberamente è un'altra cosa... Molti penseranno che tutta questa discussione è
insulsa e che all'occorrenza basta chiedere un passaggio per
risolvere ogni problema; ma questo equivale al dichiararsi vegetariani salvo il prosciutto crudo! E poi basta
fare caso alla faccia di chi «offre» un passaggio, per sentirsi ancora una volta con le spalle al muro;
al giorno d'oggi chi non ha l'automobile!(...). La società occidentale contemporanea riesce a trasformare
ogni
cosa; ogni strumento utile all'uomo diventa un bene che identifica l'uomo. E chi usa la macchina per lavorare?
Molto spesso è il lavoro che usa l'automobile per disumanizzare le persone! E ultimamente si vedono
addirittura
degli autoveicoli che «usano» il «lavoro» allo stesso scopo(...). Niente paura, non mi addentrerò
nell'insidioso mondo della metafisica autoveicolare: la macchina come idolo,
che consente di arrivare più in alto, più in là; al punto che si rischia non di rado di finire
nell'aldilà. Gli uomini non fanno paura: scherzano, filosofeggiano, discutono ... ma sono quasi sempre
incapaci di mutare
l'ordine delle cose. Mica come la natura! lei sì che non si fa abbindolare da nessuna forma di potere: si
profila
la tirannia autoveicolare? Basta un manipolo di formiche per incrinare la velleità di un motore a scoppio!
(...) (ma
a prescindere: fra tutte le macchine, perché proprio quella nostra? Forse anche la natura è al
servizio del potere?).
Al giorno d'oggi chi non è ecologista!?!(...).
Franco Frascolla (Olgiate Molgora - Lc)
|