Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 26 nr. 231
novembre 1996


Rivista Anarchica Online

L'immaginario in rivolta
di Alessandro Bresolin

Science fiction, tradizione del romanzo popolare, pseudo-cyberpunk italiano, Carmilla, ecc. A colloquio con un letterato "politico", molto politico

Una frase di Carlo Fruttero e Franco Lucentini di qualche anno fa la diceva lunga sull'incapacità della Science Fiction italiana di trovare una sua identità: «Un disco volante non può atterrare a Lucca».
Bene. Valerio Evangelisti ha una formazione da storico, è tra i fondatori della rivista Progetto memoria-La Comune che si occupa di satira contemporanea. Al contempo si occupa di fantascienza, pubblicando su Urania tre romanzi pirotecnici, che vedono protagonista Nicolas Eymerich, inquisitore medievale: tutto questo negli ultimi tre anni.
Una buona media, se si considera inoltre che questa estate La Repubblica ha pubblicato su Il Venerdì il nuovo romanzo (Il mistero di Eymerich) di questa saga, in dieci puntate settimanali.
Come non bastasse, è uno dei responsabili di Carmilla, rivista di narrativa fantastica e altro, che si pone come obiettivo «semplicemente» quello di capovolgere l'immaginario dominante per riappropiarci di sogni e fantasie.
Insomma, in una calda serata bolognese scopro che magari dischi volanti no, però forse Zapata può essere un extraterrestre di Lucca.

A. B.

Il dato che forse più affascina è la tua capacità di passare dal saggio fantascientifico a romanzi di ambientazione storica (Inquisizione, guerra d'Algeria, USA anni '50). Se ne deduce che per te le due cose non sono in contraddizione, ma complementari. In che modo?
Io ho l'idea che una rigida suddivisione in generi è una cosa che è destinata a decadere sempre più in fretta. La SF pura è stata un fenomeno relativamente circoscritto, legata all'epoca in cui si avevano molte speranze nei viaggi spaziali, nelle missioni esplorative sui pianeti...e quindi è legata ad un momento storico ben preciso. Di lì è nata una letteratura che prendeva dei temi scientifici e costruiva delle storie modellate su questi temi.
Oggi la società è completamente cambiata. A parte il declino delle missioni spaziali e questo tipo di cose, è la fiducia nella scienza che sta venendo meno.
Non la scienza intesa come ricerca, conoscenza, ma la scienza come dogma di stampo positivistico. É logico che di fronte a questa crisi, anche la letteratura basata su questi presupposti debba necessariamente modificarsi.
Io penso che la parte più vitale della fantascienza fosse non quella che ricalcava l'immaginario tecnologico seguendo i canoni dominanti, ma quella che è stata capace di imporre un genere letterario sui sogni e sugli incubi legati al progresso scientifico. Quindi una letteratura che abbia per oggetto non la scienza, ma un particolare immaginario legato ad essa, ai suoi pericoli ed alle sue promesse.
Penso che questa parte rimarrà e sia ancora vitale, però il genere va rinnovato, e l'unica via di rinnovamento è la commistione.
Nell'ambito della letteratura popolare si sono fatti dei passaggi dal romanzo di appendice, al poliziesco, al noir fino all'hard boiled, etc. Questa è una evoluzione che deve avere anche la fantascienza. Io non mi ritengo capofila di nulla, ma tu troverai dei romanzi molto contaminati proprio perché ho questa visione.

Vedi delle evoluzioni significative in Italia in quella che usualmente viene definita letteratura di genere?
Va detto che la narrativa italiana di genere ha avuto, a seconda dei settori, delle evoluzioni diverse. Per esempio quella poliziesca, che si è poi evoluta nel noir, in Italia è stata legittimata molto prima di quanto lo è stata la SF. I giallisti hanno saputo molto prima accordarsi, discutere tra loro, muoversi insieme...per cui hanno preceduto la maturità della SF di almeno dieci anni. Quindi nel campo noir una evoluzione c'è stata, e anche tra loro l'esigenza di sfondare la gabbia del genere è altamente sentita. Ormai solo la letteratura rosa rimane strettamente di genere..
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Tu ami molto la definizione di «romanzo popolare»...
Certo. Io non mi rifaccio alla sola fantascienza, ma alla tradizione del romanzo popolare. Io non ho mai preteso di scrivere dei capolavori della letteratura; scrivo della letteratura di consumo e tento di iniettarci delle idee, di rifletterci sopra.

In una tua frase dici che viviamo «in un tempo in cui sembra che allo squallore non esistano alternative». Che ruolo può avere la fantascienza e la narrativa in genere nella ridefinizione dell'immaginario?
Dobbiamo tenere presente di quello che è (sembra una parola grossa) il capitalismo contemporaneo, il quale ha capito che può operare non solo sull'economia ma anche sulla psiche, sull'introiezione dei suoi valori. Mentre una volta cercava di regolare il processo lavorativo, adesso tenta di regolare ed invadere anche il tempo dedicato al riposo.
Il discorso che fa una rivista come Carmilla è: innanzitutto riprendiamoci l'immaginario. Ma tu chiedevi cosa può fare la SF...al momento poco o nulla; in genere si tratta di una letteratura che non ha saputo tenere il passo coi tempi. Non era così negli anni '60, con l'esperienza della fantascienza psicologica, che era un tipo di letteratura che conteneva una forte carica di critica sociale. Pensa che uno degli autori più rappresentativi era Mc Raynolds, dirigente del partito trotzkista americano. Ora qualcosa di simile non esiste più.
I romanzi di oggi copiano il mondo di Gibson; il pseudo-cyberpunk italiano ripropone lo scenario da lui descritto più di dieci anni fa. Peccato che lo scenario sia cambiato e non sia più così. La differenza è che Gibson leggeva anche di economia, questi italiani no. Il problema della letteratura di genere in Italia è la mancanza di una cultura complessiva di quelli che vi si dedicano.

Carmilla è nata come rivista di narrativa fantastica. Ma già nel secondo numero c'è stata una apertura ad altri generi. A che cosa è dovuta questa trasformazione?
L'apertura è dovuta alla ribellione degli altri generi. Eravamo partiti occupandoci di fantastico, SF, horror... poi Machiavelli ed altri autori noir ci hanno detto: anche noi facciamo letteratura fantastica, tutta la letteratura è fantastica. Ed avevano ragione. Poi noi dicevamo che la nostra distinzione era... una letteratura che non segue canoni strettamente realistici. E loro hanno detto: anche noi facciamo la stessa operazione di trasfigurare il quotidiano. A quel punto ci siamo arresi e li abbiamo fatti entrare in massa. Ed è stato un apporto utile perché rispetto al campo fantascientifico la letteratura noir e gialla in questo paese è politicamente più matura, consapevole, ed ha degli scrittori di rango.

Leggendo Carmilla si ha l'impressione che come rivista abbia le idee chiare, quasi un obiettivo preciso...
Carmilla è una rivista assolutamente politica. Sotto l'apparenza della letteratura vuol fare un discorso più vasto, che riguarda appunto la colonizzazione dell'immaginario. Carmilla spererebbe di creare una propria scuola, ma in un campo del genere avrebbe bisogno di un periodo lunghissimo. Per ora è l'unica rivista di questo tipo e così riusciamo a raggiungere dei lettori che altrimenti non leggerebbero A Rivista anarchica...

Nella narrativa contemporanea c'è stata una riscoperta di tematiche libertarie, parallela alla crescita di diverse correnti letterarie quali quella del nuovo romanzo d'avventura, i noir francesi di Le Pulpe, etc. Nella fantascienza si assiste a qualcosa di simile?
Per chiunque si ponga oggi in una dimensione antagonista, è chiaro che non si può fare riferimento alle teorizzazioni del marxismo classico, che ha mostrato alla prova dei fatti la sua incosistenza e la sua brutalità di fondo. Per cui è ovvio che oggi vi sia una riscoperta delle tematiche libertarie...la storia in qualche modo vi ha dato ragione.
In una società come quella attuale, in un certo senso ultrastatale, in cui, ripeto, uno dei problemi è la conquista dell'immaginario, è chiaro che chiunque pretenda di fare un discorso critico, che ha una forte consapevolezza di ciò che lo circonda, non può che muoversi in senso libertario. E quindi cercare di esplorare strade diverse, sia nella critica che in quanto di costruttivo può proporre.
Per quanto riguarda l'ambito fantascientifico, ti ho già parlato della sua povertà. Puoi trovare delle tematiche che possono essere sì libertarie, ma in senso estremamente vago. Non è possibile trovare oggi una consapevole critica anticapitalistica ed antistatalista nella letteratura fantascientifica... mentre nel noir si può trovare comunque una descrizione della società aspra e violenta, per cui si capisce che qualcosa non funziona. Il cyberpunk nella SF è la punta più avanzata, politicamente più evoluta, però è sicuramente più arretrata di quanto non fosse la fantascienza psicologica.
E se altrove tutto ciò è arretrato, in Italia lo è ancora di più.