Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 26 nr. 228
giugno 1996


Rivista Anarchica Online

Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)

Blackbird
Come costringere nel breve spazio di poche righe un così bel disco, pieno di ottima musica (fatta però da non-musicisti), e così carico d'amore, di persone, incontri, idee ed emozioni? Dall'altra parte del mondo, da Hong Kong, ecco i Blackbird, un nome, quello del gruppo/progetto di Guo e Cassi, già passato attraverso queste pagine, eppure così irrimediabilmente lontano.
Dopo dodici anni di attività e quattro album pubblicati su cassetta, ecco questo Uniracial subversion, un compact disc. Innanzitutto, come non compiacersi dell'attrito evidente tra il formato tecnologico così all'avanguardia e la confezione di carta pesante fatta a mano, bella della bellezza delle cose semplici? E ancora, come non restare a bocca aperta davanti a questa affascinante mescolanza tra est ed ovest sia in senso grafico (ideogrammi cinesi e parole in lingua inglese che, attraverso i testi delle canzoni, sanno disegnare mirabilmente i pensieri) che in senso emotivo e sonoro? Di sé stessi, i Blackbird danno una definizione stringata ed esplicita: «Siamo un collettivo antiautoritario e libertario che fa musica. Non siamo dei professionisti, e intendiamo riappropriarci della musica strappandola dagli artigli dell'industria dello spettacolo.». E ancora, leggendo dalle loro note biografiche,
danno la dimostrazione più semplice e solare che i confini possono essere scavalcati e le distanze (tutte: geografiche e culturali) rese invisibili: «Ci muoviamo secondo criteri di totale autogestione. Siamo sempre stati etichettati esplicitamente come un gruppo politico e antiestablishment dai massmedia locali. Non abbiamo un genere musicale stabilito, e la nostra musica va dal folk al punk, dal blues alla sperimentazione. I nostri testi sono scritti in vari dialetti cinesi e in inglese.». E, riguardo all'imminente cambiamento politico ed economico (Hong Kong passerà sotto il controllo della Cina comunista/neocapitalista nel 1997): «Ci interessa produrre delle provocazioni sonore che ispirino la gente ad una presa di coscienza della situazione, così che riprendano in mano la propria vita. Messi di fronte al cambio della guardia che avverrà tra poche centinaia di giorni, il nostro collettivo spera di confrontarsi in una prospettiva libertaria con la realtà politica che si verrà a verificare.».
Parlando più specificatamente del disco, sono da sottolineare alcuni tratti caratteristici davvero speciali: l'intero progetto, pur mantenendo una forte identità che potrei superficialmente definire «cinese», è forte di contributi
internazionali. Il cd comprende un'unica suite lunghissima ed eterogenea, fatta di diversi passi musicali realizzati in collaborazione con musicisti, gruppi ed artisti provenienti da diversi paesi del mondo. Un bel progetto di fratellanza universale che sfrutta le onde sonore: un viaggio attorno alla Terra che congiunge Hong Kong e Praga,
Manila e Torino, Zurigo e Montréal, Tokyo e piazza Tien An Men. Tra le partecipazioni, ci tengo a segnalare un'incredibile versione italo/cinese de «Il battito del cuore», originariamente pubblicata nell'album Il Giardino delle Quindici Pietre dei Franti, qui trasformata in una canzone disperata da un sapiente lavoro in studio: «Il popolo sono quelli che preparano il cibo e producono le armi per il governo. Il popolo sono quelli che vengono ammazzati dall'esercito del governo, quelli che si nutrono del cibo del popolo e sono armati delle armi del popolo. Gli assassini e le vittime sono gli stessi...».
In conclusione, un'opera mirabile e importante sotto tutti i punti di vista. Peccato che il cd non sia per ora disponibile da questa parte del mondo: sono in corso delle trattative per la distribuzione, a proposito delle quali vi terrò informati tramite queste pagine. Se la curiosità vi brucia (e fareste bene...) e proprio non ce la fate ad aspettare, scrivete a p. o. box 25244, Harbour Building, Hong Kong (senza specificare il nome Blackbird sulla busta, per favore), oppure mandate un fax al numero 00852-29841964. I più attrezzati possono contattare il gruppo all'indirizzo di posta elettronica: lennyguo@asiaonline.net.

Istrales
Il secondo e nuovo lavoro degli Istrales si chiama Bisos e sorpassa davvero tutte le aspettative: parte proprio da dove era terminato il primo ed omonimo cd egli ex-PSA, per proporre ancora dell'ottimo rock suonato con il cuore e parole cariche di sentimento e poesia, ma con una marcia in più e una più raffinata coesione. Sebbene si usi ancora (e volentieri) la lingua sarda per costruire alcuni dei testi, il gruppo offre generosamente un suono vivo che dalla Sardegna sa scavalcare il mare e fare il giro del mondo. Questo disco è concepito come una collana fatta di episodi alterni: canzoni strutturate in maniera per così dire «tradizionale» si accompagnano a frammenti più brevi, ognuno contraddistinto da una diversa voglia di sperimentare nei territori del suono e dello stile. «Bisos» è chiaramente un grosso passo in avanti, ma non è solo questione di miglioramenti tecnici e di maggiore virtuosismo: la comunicazione è stata spostata su un diverso livello, certo più impegnativo di quello generalmente richiesto da chi fa dei dischi mettendo assieme qualche giro di chitarra e una manciata di endecasillabi in rima.
Nelle intenzioni degli Istrales si legge un chiaro bisogno di confronto e dialogo: le loro non sono certo canzonette da guerra-tra-bande al Roxy Bar televisivo. Il progetto va ben più in là: il loro è un invito esplicito ed articolato
alla riflessione ed all'introspezione. Gli Istrales chiedono che per ascoltarli si usi anche, e soprattutto, quella parte del corpo che sta in mezzo alle orecchie. E che li si ascolti anche con un po' di cuore, aggiungerei. Dentro al percorso narrativo di «Bisos», la vita (sebbene percorsa al contrario, dalla vecchiaia al ventre materno) si fanno strada «la mancanza di assoluti, il diritto dietro ogni rovescio, le contraddizioni, i contrari, l'apparenza e la realtà, le sfumature apparentemente insignificanti che intervengono a modificare gli eventi. E ancora la ramificazione, l'imponderabilità e l'incomprensibilità delle scelte» - si legge nelle note di copertina. E, poco più avanti: «La vita è come un fitto e ramificato reticolato di situazioni, un labirinto di eventi. Se noi prendiamo a percorrerlo andando da una parte, svoltando in un senso nel fare delle scelte di vita, le infinite ramificazioni che si dipartono nel senso inverso vengono abbandonate, escluse per sempre dai nostri destini futuri. In realtà, la storia della vita qui raccontata è solo una delle infinite vie possibili, ed è anche un invito a considerare tutte quelle strade che non abbiamo percorso, tutte le scelte che non abbiamo fatto, le opportunità che abbiamo perso non per qualche enorme, evidente motivo, ma per una sfumatura, per una sola nota di musica, per il battito d'ali di un insetto, per un fugace riflesso in uno specchio, per una goccia di pioggia vista su un vetro, per una goccia di sangue vista in tv...». Se vi è piaciuto il cd precedente, troverete nell'ascolto di questo ancora maggiori soddisfazioni. Se invece non avete avuto l'opportunità di ascoltare prima il gruppo, bene, questo lavoro vi potrà dimostrare ancora una volta che, sotto al nome di un gruppo musicale poco conosciuto perché poco incline a lasciarsi addomesticare dai mass media, si nasconde la musica che forse avete sempre ascoltato in sogno.
Il libretto è ricco di informazioni, ci sono tutti i testi e molti disegni, davvero molto belli (la grafica è curata da Danilo Sini, che ha recentemente firmato anche qualcuna delle più belle copertine del nostro giornale).
Gli Istrales hanno messo a nostra disposizione come sottoscrizione alcune copie di questo cd: costano 25 mila lire l'una, comprese le spese di spedizione, e possono essere richieste ovviamente al nostro indirizzo.
Per contattare direttamente il gruppo: Raios, via Angelo Roth 13/c 07100 Sassari.

Wide Records
Una precisazione doverosa, e una bella notizia. Un paio di numeri fa, nel segnalare le pubblicazioni dell'americana Re/Search scrivevo di aver riscontrato problemi di reperibilità e soprattutto di aver trovato in giro dei prezzi ingiustificatamente alti. Vorrei segnalarvi che in un mio successivo e del tutto casuale contatto con Wide Records (un negozio di dischi di Pisa che si occupa anche di distribuzione) ho appurato che questo distribuisce regolarmente in Italia, tra le altre cose, proprio i volumi editi da Re/Search.
Tra i materiali proposti da Wide ritroviamo anche tanti titoli di etichette discografiche minori, tra cui Crass ed Alternative Tentacles, altrove difficilmente reperibili se non a prezzi, appunto, esagerati ed ingiustificati.
I prezzi indicati nel catalogo di Wide mi sembrano, invece, più che corretti. Ci tengo a dire che è stato cordialissimo ed amichevole il tono della telefonata di uno dei titolari, Gabriele, che tra l'altro si è detto lettore
di vecchia data di A/Rivista Anarchica, nonché disponibile ad allungare la lista dei dischi messi a nostra disposizione come sottoscrizione.
Potete richiedere il catalogo e rendervi conto di persona dei prezzi mandando 3 mila lire a: Wide Records, via Franceschi 13, 56125 Pisa. Telefono (050) 501457 e 501459, fax (050) 501454.

Mimi Festival
Ferdinand Richard, direttore artistico del festival, ci ha spedito il programma del MIMI 1996, che quest'anno si terrà al Théatre Antique di Arles, Francia.
Ecco nomi e date.
22 luglio: Braaxtal (NL) e Doctor Nerve (USA).
23 luglio: Milos Petrovic (ex-YU) e Ferus Mustafov (Macedonia).
24 luglio: Christiane Cohade e Tactile (F) e Peter Blegvad, Chris Cutler e John Greaves (GB).
25 luglio: Les Sculpteurs de Vinyl [cioè Otomo Yoshihide, Christian Marclay, Tom Cora e Catherine Janiaux e tre deejays marsigliesi] (F, J, USA, B) e Amoebic Ensemble (USA).
26 luglio: Louis Sclavis (F) e Sarband (D, GB, Bulgaria, Turchia, Libano).
Sono previsti incontri ravvicinati con i musicisti (cioè la possibilità di scontri creativi che vi vedano protagonisti), proiezioni di filmati di cinema sperimentale, dischi-cassette-cd a prezzo ridotto.
La tessera che dà diritto all'ingresso per tutt'e cinque le giornate costa 100 F (circa 30mila lire).
Informazioni maggiori si possono ottenere rivolgendosi agli organizzatori, cioè l'AMI (Aide aux Musiques Innovatrices): 41, rue Jobin F- 13003 Marseille, France. Telefono 0033- 91114252, fax 0033-91114253 dall'Italia. I più attrezzati possono contattare l'AMI all'indirizzo e-mail ami@lia.imt-mrs.fr.
Per informazioni su sistemazioni in alberghi, pensioni e campeggi: Office du Tourisme de la ville d'Arles, telefono 0033-90184120 e fax 0033-90931717 dall'Italia.