Rivista Anarchica Online
Ritorna L'ecologia della libertà»/1
di Pietro M. Toesca
L'ecologia - come problema e non come situazione in qualche modo naturale in cui le società organiche preletterate
o
prelogiche, come le chiama Bookchin, considerano l'uomo dentro alla natura e non sotto o sopra di essa - soffre delle
ambiguità e addirittura delle deformazioni di cui soffre ogni procedimento mentale moderno totalmente colonizzato
dallo
spirito scientifico: mentre ogni componente problematica è separata, selezionata, analizzata per conto proprio, il
rapporto
tra di loro è poi ricostruito secondo una gerarchia che non rispetta affatto la reciprocità dinamica tra uomo
e natura, ma
si configura portando con sé tutto l'armamento ormai tradizionale dei vari modi di dominio, dell'uomo sulla natura,
del
più sul meno, del forte sul debole e così via specificando. Ragion per cui, mentre è maturata
straordinariamente la
sensibilità ecologica e dunque si è attrezzato altrettanto il problema con la ricerca di soluzioni, è
cresciuto parimenti
l'equivoco di un processo riconosciuto complesso ma mai affrontato unitariamente, se non addirittura privilegiando metodi
e strumenti più affini ai percorsi responsabili dell'inquinamento che non a quelli che ragionevolmente dovrebbero
produrne
la soluzione. Qui, proprio qui, sta l'importanza del grande libro di Bookchin, L'ecologia della libertà,
uscito nel 1982 e
già tradotto in italiano nel 1984 e nel 1988. È esaurito e si pensa di ripubblicarlo. Ma perché
Bookchin stesso sottolinea
che da allora il suo pensiero si è ulteriormente sviluppato, per qualche aspetto addirittura modificandosi. Ebbene,
esso è
il libro della coerenza, della puntuale, insieme sintetica e analitica, ricerca dei criteri - semplici, fondamentali, ad un tempo
comprensivi di ogni sviluppo ma attenti rigorosamente alle possibili contraddizioni - di una logica ecologica, di una
prospettiva di rinnovamento globale del mondo attuale, tanto che nel suo insieme può ben rappresentare la bibbia
del
movimento, il testo/matrice di un percorso tutto da fare ma da far bene, con idee chiare e senza equivoci. Una bibbia non
invecchia, l'ambito problematico e la coerenza dei suoi sviluppi rimangono da essa definiti. Esso non è
semplicemente un
libro che «ha fatto epoca» nel senso ristretto e dunque caduco del termine, ma un libro che permette di ricondurre
continuamente alla concretezza dei principi e dei provvedimenti un problema che continua ad essere drammaticamente
urgente e per la cui soluzione nessuna ipotesi può pretendere di valere se non rispetta quell'unità complessa
che in esso
viene definita ed illustrata. Definizione ed illustrazione che non rischiano affatto di essere astratte o dogmatiche,
rappresentando invece l'evoluzione del problema reale e della sua percezione in termini di grande ricchezza storica,
proponendo continuamente sviluppi e approfondimenti con l'occhio sicuro di una consapevolezza critica da cui il lettore
non può che essere contagiato. È un livre de chevet vero e proprio, da tenere sul tavolino da tutti coloro
che si occupano,
a qualsiasi livello, di questo tema e per di più da essere letto da coloro che si ostinano a considerare l'ecologia un
optional
per anime più o meno belle. Il paradosso della finale modernità è che il problema non si
può più presentare semplicemente
come «ecologia si, ecologia no», ma «quale ecologia?». Bookchin la definisce come «ecologia sociale coerentemente
radicale»: se il dominio dell'uomo sulla natura deriva dal dominio dell'uomo sull'uomo, la trasformazione non può
che
investire reciprocamente, alla radice, questo tipo di rapporto, cioè il concetto di dominio e di conseguente
gerarchia. Una
società ecologica è una società costituita da infinite reciprocità, da un infinitamente
fecondo vis-à-vis che si configura alla
base come costituzione di comunità autogestite ma, ad un tempo, derivanti dalla corretta considerazione del
rapporto con
i loro fondamenti naturali, vale a dire con le energie della natura che ne permettono l'esistenza, di cui esse sono cioè
il
punto di arrivo della possibile autocoscienza evolutiva. Rileggere questo Bookchin vuol dire situarsi direttamente nel cuore
del problema che poi per tante arterie e vene è oggi da molti percorso ed elaborato. E non sempre rispettandone
la coerenza.
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