Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 25 nr. 222
novembre 1995


Rivista Anarchica Online

Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)

Incontri a Padova

Il fiume non aspetterà
Le pietre segnano il tempo
Lascia piccoli segni...
Dietro, al nostro fianco e dentro di noi
l'Utopia scorre


Queste parole, tratte dalle note di "Scorre il fiume" degli Orsi Lucille (una canzone del loro bellissimo secondo disco), mi sembra s'incastrino giuste giuste in quel mosaico colorato che è stata la 2a Fiera dell'Autogestione che si è tenuta ai primi di settembre nella mia città. Sebbene il mio coinvolgimento nell'organizzazione sia stato pressoché nullo (rispolvero il mio consueto e un po' triste alibi: motivi familiari), vorrei lo stesso parlare di queste giornate, che ho vissuto intensamente anche se dal margine: non ho partecipato se non di striscio alle discussioni e ai dibattiti (e me ne dispiace, dal momento che erano affollati e ricchissimi di spunti ed occasioni di incontro), ma ho allestito all'esterno della Casa dei Diritti Sociali un piccolo stand di cose musicali autoprodotte dalla cui vendita sono riuscito a ritagliare qualche spicciolo per "A/Rivista Anarchica".
Questo mi ha dato comunque modo di incontrare molta gente, e di scambiare quattro chiacchiere (e magari otto, e ancora di più...) con chi si fermava a curiosare. Il livello dei discorsi era un altro, più terra terra se vogliamo, ma col pretesto della musica e dei dischi, lo sapete bene, è facilissimo innescare le micce di discussioni che possono anche portare lontano.
Come potete vedere, la lista di "Musica per A" (in pratica, i dischi che avevo lì allo stand) si è allungata rispetto allo scorso mese, grazie anche al contributo generoso di Blu Bus che ha messo a nostra disposizione molto materiale (e a prezzi e condizioni di assoluto favore, questo va detto). L'amore per la musica è stato ancora una volta il pretesto per far incontrare le idee: questo meccanismo funziona da molti anni su queste pagine, e sono stato contento di accorgermi di quanta disponibilità ci sia al confronto, al dialogo, allo scambio di informazioni e alla collaborazione. Spesso mi è stato chiesto del mio rapporto con i vari musicisti (sono essenzialmente contatti individuali che ho accumulato in quasi vent'anni) e si volevano maggiori informazioni sui meccanismi che hanno portato alla pubblicazione di "F/Ear this!" e "Voix Vulgaires", le iniziative discografiche a sostegno del nostro giornale (a tanti sembrava impossibile che fossi riuscito a raccogliere dei contributi anche da "gente famosa" ritenuta irraggiungibile).
Sempre a questo proposito, qualcuno (e non è la prima volta che succede) si è lamentato della qualità non sempre buona delle registrazioni. Ho spiegato che le mie intenzioni erano (...e sono) quelle di pubblicare i vari contributi musicali senza sottoporli a manipolazioni di sorta: la mia attenzione si è sempre soffermata sui contenuti più che sulla confezione.
In tanti mi hanno anche chiesto delle nuove uscite in programma, lamentando un po' i miei ritardi ("Voix Vulgaires vol. 2" era stato annunciato quasi un anno fa). Abbiate pazienza, per favore: dietro ad a/Divergo ci sono soltanto io, che per mandare avanti la baracca cerco di ritagliare quanti più spazi posso sottraendoli (se e quando ci riesco) alla mia famiglia e la mio lavoro "normale". Inoltre c'è stato qualche intoppo, qualche immancabile scazzo, e mi è stato anche chiesto di sostituire un brano e di aggiungerne un altro proprio quando il montaggio in studio era già concluso.
Il secondo ed il terzo volume di "Voix Vulgaires" verranno pubblicati entro breve, è questione di settimane. E io sto già pensando al quarto volume...
C'è davvero tanta gente alla Fiera dell'Autogestione, ma pochi "locals": quasi tutti vengono da fuori città e ci sono anche degli stranieri. Due ragazzi africani si fermano a curiosare tra i libri di Eleuthera, allo stand proprio lì vicino a me, e chiedono in un italiano approssimativo che cosa voglia dire "autogestione" (forse, immagino, nella loro lingua una parola per un concetto così non esiste: del resto non c'è un ideogramma per "anarchia" in cinese!). Si forma lì attorno un gruppetto spontaneo, la risposta è collettiva: ai due più che un chiarimento è offerto un torrente di emozioni, una pioggia improvvisa di ragionamenti.
Gli si racconta di una battaglia di strada, portata avanti con determinazione sulla propria pelle. Di una piega diversa che prendono la vita e il rapporto con gli altri.
Tanti compagni hanno un'energia inesauribile che quasi invidio. Marina, Raffaella, Maria, Fabio, Domenico, Emilio, Francesco si muovono come formiche da settimane.
L'evento mi sembra molto ben organizzato: mi sembra che non manchi niente, che tutto sia fatto bene, con amore direi. Il cibo è gustoso e di buona qualità e fattura, il vino è prodotto seguendo sani criteri, e anche i vegetariani come me possono trovare senza problemi di che sfamarsi.
L'offerta "umana" ed intellettuale della Fiera è seducente e varia. Oltre che seguire i vari dibattiti, si possono trovare qui libri e materiali stampati altrove introvabili, e c'è qualcuno che nel suo stand vende oppure scambia giocattoli, prodotti biologici, magliette, gadgets. Ci si può informare di persona sulle MAG, le cosiddette "banche verdi", o sulle esperienze di gestione collettiva di piccole imprese. Ci sono gli animalisti della LAV vicini al piccolo stand delle pubblicazioni del Battello Ebbro, e chi vende cassette "autogestite" fatte a casa registrandoci dentro i Crass, gli X di Exene Cervenka o qualche altro gruppo punk americano di moda dieci/quindici anni fa.
Ciò che mi ha davvero reso felice è stato il rivedere dei compagni che avevo purtroppo perso di vista: tante volte la vita fa allontanare le nostre strade, per poi inventare, complice il caso, incroci curiosi e nodi fortunati.
Ho potuto riabbracciare Marianne Enckell del CIRA di Lausanne: era dal Meeting Internazionale di Venezia del 1984 che riuscivo a stare con lei solo per lettera e telefono. Ho potuto incontrare Agostino Manni, cui avevo spedito fanzines e cassette in carcere, dov'era rinchiuso per la sua coraggiosa scelta di obiezione totale.
Ho finalmente incontrato di persona Giuseppe Aiello, di cui conoscevo gli scritti, e assieme al quale (nonostante la mia ormai annosa latitanza dalla scena) mi auguro di mandare avanti qualche nuovo progetto editoriale.
Ho incontrato Emanuele ed altri compagni della Pecora Nera di Verona, che sapevo impegnati (non meno di Jello Biafra in California) a fronteggiare tra mille difficoltà gli attacchi velenosi dell'ultradestra cattolica.
Ho incontrato Enzo Del Re, un protagonista mitico, e non esagero, della canzone sociale deviante da almeno una ventina d'anni. E ancora, ho ricevuto una amichevole (...spero) tirata d'orecchi da Alfredo Salerni: "Proprio non t'è piaciuta la cassetta degli Inni della Rivolta...Hai salvato solo i professionisti, le Officine Schwarz e i CCC.CNC etc." - mi fa, allungandomi una copia del suo recentissimo CD "Epilogo". "Mah, non era nelle mie intenzioni scrivere una stroncatura" - rispondo io, cercando di spiegare l'equivoco - "L'idea di fondo era ottima, ma trovo sia stata purtroppo un'occasione sprecata". "E dovresti sentire la seconda:sai, ne hanno fatta un'altra" - fa una compagna che assiste al dialogo - "...Quella sì che è proprio orrenda!". Lo scambio di battute è finito lì, poi una stretta di mano cordiale e uno scambio di indirizzi.
L'aria che si respirava alla Fiera (e perché non chiamarla Festa dell'Autogestione, visto che così è stato?) era buona e primaverile, complice il bel tempo che ha favorito i sorrisi e le partite di calcio sul prato lì vicino.
Tanti (...me compreso!) hanno pure portato i bambini: forse il segno più semplice e solare che la strada per Utopia si accorcia sempre di più.