Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 25 nr. 218
maggio 1995


Rivista Anarchica Online

Feyerabend: sul pluralismo

Una delle convinzioni di fondo, che ha animato l'opera politico-epistemologica del celebre filosofo, è la priorità del benessere materiale e intellettuale dell'individuo. In tale direzione diventa comprensibile l'importanza di garantire la totale libertà dell'individuo insieme alla necessità di promuovere l'espansione della natura umana in in numerevoli e contrastanti direzioni. Diventa allora inevitabile la realizzazione di una società che incoraggi le differenze di opinioni come: «differenti esperimenti di vita» (J.S. Mill, Saggio sulla libertà, Il Saggiatore 1981, p. 85). Allo scopo di dare maggiore concretezza politica Feyerabend si rifaceva alla lezione de1 pensatore anarchico D. Cohn-Bendit secondo il quale ogni istituzione: «deve decidere di rispettare e garantire la pluralità e la diversità delle correnti politiche. Di conseguenza deve garantire ai gruppi di minoranza il diritto ad agire in modo indipendente: solamente se alla pluralità di idee verrà consentito di esprimersi nella pratica sociale» (L'estremismo, rimedio alla malattia senile del comunismo). Appare evidente, anche alla luce di queste esigue citazioni, come i presupposti di Feyerabend siano anche frutto della sinergia tra Mill - interpretato come un liberale radicale - e l'«anarchismo pratico» di Cohn-Bendit. E sarà sempre nella direzione di una visione del reale come parallelogramma di forze contrastanti che Feyerabend farà esplicito riferimento all'illuminismo greco rappresentato dall'atteggiamento antidogmatico dei primi Sofisti» (Giorello) richiamandosi a Protagora da un punto di vista descrittivo («per ogni asserzione che è creduta vera con buone ragioni possono esistere argomentazioni che mostrano che o l'opposto o un'alternativa più debole sono veri») e normativo («le società libere dovrebbero dare a tutte le tradizioni uguali diritti e non solo opportunità»). O per dirla con Mill «Vi è la massima differenza tra presumere che un'opinione è vera perché, pur esistendo ogni opportunità di discuterla, non è stata confutata, e presumere la verità al fine di non permetterne la confutazione» (Saggio sulla libertà, p. 23). Uno dei massimi esponenti della congregational way, Jeremiah Burroughes, insigne esponente - come Goodwin - della tolleranza pratica si faceva promotore del relativismo e quindi del pluralismo: «Le scintille nascono da pietre battute insieme. Molte scintille di luce, molte verità nascono dallo scontro degli spiriti umani uno contro l'altro» (lrenicum, to the Lovers of Truth and Peace, 1646, Robert Dawlam, London). Ci sembra opportuno concludere osservando che un relativismo anarchico non può che caratterizzare il reale come una struttura flessibile, elastica.

Giuseppe Gagliano (Como)