Rivista Anarchica Online
Feyerabend: sul
pluralismo
Una delle convinzioni di fondo, che ha animato l'opera
politico-epistemologica del celebre
filosofo, è la priorità del benessere materiale e intellettuale dell'individuo. In
tale direzione
diventa comprensibile l'importanza di garantire la totale libertà dell'individuo insieme
alla
necessità di promuovere l'espansione della natura umana in in numerevoli e
contrastanti
direzioni. Diventa allora inevitabile la realizzazione di una società che incoraggi le
differenze
di opinioni come: «differenti esperimenti di vita» (J.S. Mill, Saggio sulla libertà, Il
Saggiatore
1981, p. 85). Allo scopo di dare maggiore concretezza politica Feyerabend si rifaceva alla
lezione de1 pensatore anarchico D. Cohn-Bendit secondo il quale ogni istituzione: «deve
decidere di rispettare e garantire la pluralità e la diversità delle correnti
politiche. Di conseguenza
deve garantire ai gruppi di minoranza il diritto ad agire in modo indipendente: solamente se
alla
pluralità di idee verrà consentito di esprimersi nella pratica sociale»
(L'estremismo, rimedio alla
malattia senile del comunismo). Appare evidente, anche alla luce di queste esigue citazioni,
come i presupposti di Feyerabend siano anche frutto della sinergia tra Mill - interpretato
come
un liberale radicale - e l'«anarchismo pratico» di Cohn-Bendit. E sarà sempre nella
direzione di
una visione del reale come parallelogramma di forze contrastanti che Feyerabend
farà esplicito
riferimento all'illuminismo greco rappresentato dall'atteggiamento antidogmatico dei primi
Sofisti» (Giorello) richiamandosi a Protagora da un punto di vista descrittivo («per ogni
asserzione che è creduta vera con buone ragioni possono esistere argomentazioni che
mostrano
che o l'opposto o un'alternativa più debole sono veri») e normativo («le
società libere dovrebbero
dare a tutte le tradizioni uguali diritti e non solo opportunità»). O per dirla con Mill
«Vi è la
massima differenza tra presumere che un'opinione è vera perché, pur
esistendo ogni opportunità
di discuterla, non è stata confutata, e presumere la verità al fine di non
permetterne la
confutazione» (Saggio sulla libertà, p. 23). Uno dei massimi esponenti della
congregational way,
Jeremiah Burroughes, insigne esponente - come Goodwin - della tolleranza pratica si faceva
promotore del relativismo e quindi del pluralismo: «Le scintille nascono da pietre battute
insieme. Molte scintille di luce, molte verità nascono dallo scontro degli spiriti umani
uno contro
l'altro» (lrenicum, to the Lovers of Truth and Peace, 1646, Robert Dawlam, London). Ci
sembra
opportuno concludere osservando che un relativismo anarchico non può che
caratterizzare il
reale come una struttura flessibile, elastica.
Giuseppe Gagliano (Como)
|