Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 24 nr. 214
dicembre 1994 - gennaio 1995


Rivista Anarchica Online

Immanuel Kant, Gianni e Pinotto, Bob Hope, Jerry Lewis, ecc.
di Felice Accame

Il giorno dopo della sentenza al processo Pacciani, la mappa del giornale si presenta così. Prima pagina, l'annuncio dell'ergastolo. Seconda pagina, ricapitolazione delle vittime e dichiarazione dei parenti. Soddisfatti? Chi più, chi meno. Intervista, o meglio, tentativo di intervista della moglie di Pacciani che, persona assennata, prende a sassate i giornalisti. Pezzo di colore sulle quote dei bookmakers: sembra che tutti si siano giocati anche la nonna sulla condanna. Gran favorita. Sotto, cinque pareri brevi. Si comincia con quello di un'astrologa, si prosegue con l'arcivescovo, poi con la psicoterapeuta, poi con il noto avvocato penalista e, infine, con sicuramente involontario ma proprio per questo più rivoltante riferimento alle vittime, con il parere della presidentessa del comitato nazionale per i diritti delle prostitute.
Di là, in terza pagina, c'è la cronaca drammatica del momento della sentenza: grida, pianti, carabinieri che portano via. Poi si prosegue con il martirio. C'è il pezzo su chi paga. Visto che nessuno può uscire da una macelleria, pur anche con una sola frattaglia per il cane, senza pagarne il corrispettivo mercantile. C'è poi l'intervista al regista cinematografico e la scelta cade sul più ignobile di tutti, tal Forcaiolo Zeffirelli, che si dichiara felice come una pasqua per la sentenza ma contrito, contrito e rattristato, perché, ma guarda un po' le contraddizioni del mondo, questo Pacciani è un toscano. Infangatore, dunque, di una razza pura che, a partire da Dante Alighieri per arrivare a Forcaiolo Zeffirelli medesimo, meriterebbe di governare il mondo liberandolo innanzitutto dai "degenerati". Rimpiange, il turpe fascista, che Pacciani non sia sardo - come conclude nell'intervista - quella sì razza assassina da cui ci si può attendere ogni nequizia.
Ma non finisce qui la mappa del viscido pattume post-sentenziale. Non può mancare la scrittrice di gialli - che già che c'è certifica un nuovo razzismo dicendo che il mostro andrebbe cercato in chi convive con una mamma possibilmente anziana (in pratica le andrebbe bene uno come me o uno che mi somigliasse abbastanza) - e non può mancare l'orgia assatanata degli psicologi - fra i quali se ne distingue uno che asserisce di aver analizzato i disegni di Pacciani e che la sua precisione nel tratto, lui l'ha capito subito, era il segno chiaro e tondo della sua precisione nel tagliare gli organi sessuali delle vittime. Non so se, in proposito, la Croce Verde abbia compiuto il suo dovere e sia già intervenuta. Comunque, questo psicologo si chiama Andreoli Vittorino e, credo, abiti a Verona.
E la mappa finisce qui. Non so se, nella dovizia del tutto, abbiate notato un'incongruenza. A conti fatti, l'unica grave incongruenza in cui un giornale sia maldestramente caduto. Non mi interessa questo o quel giornale, beninteso, mi interessa quella nostra società che, da un lato, li rappresenta tutti e, dall'altro, da tutti ne viene integralmente e giornalmente rappresentata.
Ci sta tutto, ci sta pure l'accoppiata dell'astrologa con l'arcivescovo che, in definitiva, condividono il sapere di base anche se poi han dovuto intraprendere carriere leggermente diverse. Ci stanno tutti, Zeffirelli e gli altri questurini della mente. Tutti lì a farsi pubblicità gratuita alla faccia delle vittime tutte, Pacciani incluso. Mancherebbe Little Tony, a dire il vero, ma è solo questione di spazio perché, il giorno dopo, l'intervista con il cantante di turno, c'è. Ci stanno tutti, tranne uno. L'avvocato, il noto penalista, che ci sta a fare? Possibile che il Grande Fratello che ci governa tutti non si sia accorto dell'incongruenza? Metterci uno che, forse, ha le carte in regola per dire qualcosa di sensato sull'argomento. Potrebbe sembrarci un errore gravissimo, se non avessimo già imparato da un pezzo la regola che definiremmo della continuità in ordine alla ricompattazione ideologica. Metti una frase di Immanuel Kant fra una di Gianni e Pinotto, una di Bob Hope e una di Jerry Lewis e farà ridere alla stessa maniera delle altre. Se non di più.