Rivista Anarchica Online
Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)
NuovADieNne Dopo una breve pausa
riorganizzativa ed un conseguente cambio di nome (ma non di orientamenti: sembra che
il lupo, stavolta, non abbia perduto né pelo né vizio ... ), la NuovADienne
di Marco Veronesi è ancora sulla
strada, a proporre un mondo tutto fatto di produzioni sonore marginali e frequentemente sotterranee, per scelta
radicale o per forza. Nel recentissimo catalogo, un libretto ben stampato ed organizzato, sono elencate centinaia
(dico centinaia!) di dischi, cassette e CD contenenti musiche inconsuete e sostanzialmente difficili provenienti
dai paesi del mondo più lontani e diversi. Spesso a pubblicazioni realizzate con cura estrema e
confezioni
costose si affacciano produzioni casalinghe di aspetto più dimesso (ma ugualmente interessanti) nella
più
estrema ed intransigente tradizione dell'autoproduzione culturale. Molta attenzione è dedicata a
materiali di produzione italiana, un settore quanto mai ribollente di nomi, etichette
ed iniziative. Una particolarità: scorrendo le note informative ci si può accorgere che spesso
le etichette
discografiche di un paese pubblicano materiali provenienti da un altro, un segno quanto mai positivo della
vitalità degli scambi e dell'intreccio planetario di questo circuito. Il catalogo si divide in due parti:
la prima è bene o male la lista della spesa, la seconda un inventario di materiali
in via d'estinzione, di cui sono cioè disponibili solo le ultimissime copie, poi basta. E, per dare
ancora un'idea più completa del movimento creativo nel settore, al catalogo sono già stati
aggiunti
due aggiornamenti fitti di novità; per ricevere tutto il malloppo mandate 3.000 lire in francobolli a:
NuoVAdieNne, via Decembrio 26, 20137 Milano, tel. (02) 55195174.
Gi-Napajo Dopo «dieci lunghi anni passati
a rovistare bidoni, oggetti metallici, rifiuti e schegge sonore all'interno di una
ex-fabbrica» (sto citando letteralmente dalla presentazione del loro primo ed omonimo demotape) i
Gi-Napajo
«decidono di costituirsi come clan musicale per intraprendere la fertile via del firmamento rock».
Stando a
quanto si ascolta dal nastro, il gruppo deve aver clamorosamente sbagliato rotta: la musica che viene fuori da
queste sessions è ruvida, scarna ed abrasiva, tutte qualità che poco o nulla si addicono ai
prodotti sonori da
classifica, o comunque diretti a un qualche consenso popolare. Scherzi a parte, è evidente come
i quattro Gi-Napajo amino coniugare un certo umorismo sarcastico e lunare
alle più squilibrate sperimentazioni musicali, preferendo i sentieri sassosi e ripidi (come già
fanno gruppi
«fuori» come the Work, per fare un nome comunque solo vagamente accostabile) alle strade asfaltate della
musica rock cosiddetta «contro» attualmente in voga. Altrettanto evidente è l'enorme
autocompiacimento nella tentazione di ispirazioni artistiche del tutto a-commerciali e atipiche anche
nell'emisfero musicale alternativo: nelle musiche di questo demotape si respira
sì l'aria della precarietà e del disordine, ma il cuore del gruppo invece che a ritmo di rap e riff
di chitarra grunge,
batte in tempi frammentati e contorti, la chitarra sguinzagliata a molestare un'audience inesistente, a barrire
infuriata con voce stridula davanti al nulla... (le registrazioni sono rigorosamente dal vivo, però senza
alcun altro
testimone che gli esecutori). Sette le composizioni/improvvisazioni proposte, praticamente impossibili da
staccare l'una dall'altra o comunque
identificare appoggiandosi a riferimenti di atmosfera o stile: quasi una lunga suite fatta di irresistibile ed
inquietante pazzia, di cui i Gi-Napajo annunciano minacciosi la seconda puntata nell'imminente nuovo
demotape. Due parole, infine, vanno spese per la confezione, che suggerisce graficamente l'ansia dei panorami
sonori imprigionati nel nastro. Se avete fame di musiche davvero nuove e non vi va la solita minestra, questo
è davvero pane per le vostre orecchie. Gi-Napajo c/o Napajos, via G.
Marconi 77, 36056 Tezze sul Brenta (Vicenza).
Alexander Zhilin Desidero dedicare un po'
di spazio di questa rubrica alla memoria di un giovane musicista recentemente e
tragicamente scomparso: Alexander Zhilin, lettone, aveva 35 anni, e da una decina si dedicava attivamente alla
produzione di musiche inconsuete con il suo gruppo, gli ZGA, dibattendosi tra le mille difficoltà che
poneva
una scelta culturale radicale, estranea alle convenzioni e lontana dai territori del già visto e del
già sentito (per
fare musica il gruppo utilizzava prevalentemente strumenti autocostruiti denominati «Zgamomiums», ricavati
da materiali metallici di surplus). Alcune loro composizioni/improvvisazioni erano state raccolte su disco e/o
CD, e pubblicate in Europa dall'indipendente inglese ReR Megacorp di Chris Cutler: dischi come il recente
«The end of an epoch» sono stati definiti «una terra di nessuno tra la musica elettroacustica contemporanea
e
un certo rock tiratissimo». Il gruppo, nel corso del primo vero e proprio tour europeo nella tarda primavera
scorsa, avrebbe dovuto suonare anche in Italia: una fatalità tragica ha purtroppo impedito questo.
L'Associazione
culturale Vorax/Ottomat di Alte/Montecchio (Vicenza), invece che una serata di musiche creative ha dovuto
fronteggiare, col disastro nel cuore, un evento tristissimo ed una montagna di altrettanto tristi lungaggini
burocratiche: è stato solo grazie all'aiuto e al sostegno di compagni appassionati e di altre realtà
controculturali
che si è riusciti a sostenere le spese per il rimpatrio delle ceneri e raccogliere qualche fondo per la
famiglia.
Alexander lascia la moglie e un figlio i quali (consentitemi un commento amaro) a differenza di quanto
recentemente successo alla moglie ed alla figlia di un altrettanto sfortunato musicista americano, non potranno
contare su alcuna cospicua eredità, né tanto meno su iniziative promosse da discografici potenti
e colossi
musicotelevisivi, ma solo ed esclusivamente sul sostegno diretto di chi, come faceva appunto il «nostro»
Alexander, vive la differenza delle proprie idee traendo dallo spirito libero della creatività l'unico
carburante
del proprio cuore. Se potete, fate pervenire un contributo (che verrà fatto pervenire quanto prima alla
famiglia)
a: Associazione Culturale Vorax/Ottomat via Leonardo da Vinci 50, 36041 Alte/Montecchio (Vicenza).
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