Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 24 nr. 211
estate 1994


Rivista Anarchica Online

Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)

NuovADieNne
Dopo una breve pausa riorganizzativa ed un conseguente cambio di nome (ma non di orientamenti: sembra che il lupo, stavolta, non abbia perduto né pelo né vizio ... ), la NuovADienne di Marco Veronesi è ancora sulla strada, a proporre un mondo tutto fatto di produzioni sonore marginali e frequentemente sotterranee, per scelta radicale o per forza. Nel recentissimo catalogo, un libretto ben stampato ed organizzato, sono elencate centinaia (dico centinaia!) di dischi, cassette e CD contenenti musiche inconsuete e sostanzialmente difficili provenienti dai paesi del mondo più lontani e diversi. Spesso a pubblicazioni realizzate con cura estrema e confezioni costose si affacciano produzioni casalinghe di aspetto più dimesso (ma ugualmente interessanti) nella più estrema ed intransigente tradizione dell'autoproduzione culturale.
Molta attenzione è dedicata a materiali di produzione italiana, un settore quanto mai ribollente di nomi, etichette ed iniziative. Una particolarità: scorrendo le note informative ci si può accorgere che spesso le etichette discografiche di un paese pubblicano materiali provenienti da un altro, un segno quanto mai positivo della vitalità degli scambi e dell'intreccio planetario di questo circuito.
Il catalogo si divide in due parti: la prima è bene o male la lista della spesa, la seconda un inventario di materiali in via d'estinzione, di cui sono cioè disponibili solo le ultimissime copie, poi basta.
E, per dare ancora un'idea più completa del movimento creativo nel settore, al catalogo sono già stati aggiunti due aggiornamenti fitti di novità; per ricevere tutto il malloppo mandate 3.000 lire in francobolli a:
NuoVAdieNne, via Decembrio 26, 20137 Milano, tel. (02) 55195174.

Gi-Napajo
Dopo «dieci lunghi anni passati a rovistare bidoni, oggetti metallici, rifiuti e schegge sonore all'interno di una ex-fabbrica» (sto citando letteralmente dalla presentazione del loro primo ed omonimo demotape) i Gi-Napajo «decidono di costituirsi come clan musicale per intraprendere la fertile via del firmamento rock». Stando a quanto si ascolta dal nastro, il gruppo deve aver clamorosamente sbagliato rotta: la musica che viene fuori da queste sessions è ruvida, scarna ed abrasiva, tutte qualità che poco o nulla si addicono ai prodotti sonori da classifica, o comunque diretti a un qualche consenso popolare.
Scherzi a parte, è evidente come i quattro Gi-Napajo amino coniugare un certo umorismo sarcastico e lunare alle più squilibrate sperimentazioni musicali, preferendo i sentieri sassosi e ripidi (come già fanno gruppi «fuori» come the Work, per fare un nome comunque solo vagamente accostabile) alle strade asfaltate della musica rock cosiddetta «contro» attualmente in voga.
Altrettanto evidente è l'enorme autocompiacimento nella tentazione di ispirazioni artistiche del tutto a-commerciali e atipiche anche nell'emisfero musicale alternativo: nelle musiche di questo demotape si respira sì l'aria della precarietà e del disordine, ma il cuore del gruppo invece che a ritmo di rap e riff di chitarra grunge, batte in tempi frammentati e contorti, la chitarra sguinzagliata a molestare un'audience inesistente, a barrire infuriata con voce stridula davanti al nulla... (le registrazioni sono rigorosamente dal vivo, però senza alcun altro testimone che gli esecutori).
Sette le composizioni/improvvisazioni proposte, praticamente impossibili da staccare l'una dall'altra o comunque identificare appoggiandosi a riferimenti di atmosfera o stile: quasi una lunga suite fatta di irresistibile ed inquietante pazzia, di cui i Gi-Napajo annunciano minacciosi la seconda puntata nell'imminente nuovo demotape. Due parole, infine, vanno spese per la confezione, che suggerisce graficamente l'ansia dei panorami sonori imprigionati nel nastro. Se avete fame di musiche davvero nuove e non vi va la solita minestra, questo è davvero pane per le vostre orecchie.
Gi-Napajo c/o Napajos, via G. Marconi 77,
36056 Tezze sul Brenta (Vicenza).

Alexander Zhilin
Desidero dedicare un po' di spazio di questa rubrica alla memoria di un giovane musicista recentemente e tragicamente scomparso: Alexander Zhilin, lettone, aveva 35 anni, e da una decina si dedicava attivamente alla produzione di musiche inconsuete con il suo gruppo, gli ZGA, dibattendosi tra le mille difficoltà che poneva una scelta culturale radicale, estranea alle convenzioni e lontana dai territori del già visto e del già sentito (per fare musica il gruppo utilizzava prevalentemente strumenti autocostruiti denominati «Zgamomiums», ricavati da materiali metallici di surplus). Alcune loro composizioni/improvvisazioni erano state raccolte su disco e/o CD, e pubblicate in Europa dall'indipendente inglese ReR Megacorp di Chris Cutler: dischi come il recente «The end of an epoch» sono stati definiti «una terra di nessuno tra la musica elettroacustica contemporanea e un certo rock tiratissimo». Il gruppo, nel corso del primo vero e proprio tour europeo nella tarda primavera scorsa, avrebbe dovuto suonare anche in Italia: una fatalità tragica ha purtroppo impedito questo. L'Associazione culturale Vorax/Ottomat di Alte/Montecchio (Vicenza), invece che una serata di musiche creative ha dovuto fronteggiare, col disastro nel cuore, un evento tristissimo ed una montagna di altrettanto tristi lungaggini burocratiche: è stato solo grazie all'aiuto e al sostegno di compagni appassionati e di altre realtà controculturali che si è riusciti a sostenere le spese per il rimpatrio delle ceneri e raccogliere qualche fondo per la famiglia. Alexander lascia la moglie e un figlio i quali (consentitemi un commento amaro) a differenza di quanto recentemente successo alla moglie ed alla figlia di un altrettanto sfortunato musicista americano, non potranno contare su alcuna cospicua eredità, né tanto meno su iniziative promosse da discografici potenti e colossi musicotelevisivi, ma solo ed esclusivamente sul sostegno diretto di chi, come faceva appunto il «nostro» Alexander, vive la differenza delle proprie idee traendo dallo spirito libero della creatività l'unico carburante del proprio cuore. Se potete, fate pervenire un contributo (che verrà fatto pervenire quanto prima alla famiglia) a: Associazione Culturale Vorax/Ottomat via Leonardo da Vinci 50, 36041 Alte/Montecchio (Vicenza).