Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 23 nr. 202
estate 1993


Rivista Anarchica Online

Potenziale stupratore

Premesso che questa lettera vuole cercare di innescare in noi tutti maschi, parte attiva nello stupro, un momento di riflessione sullo stupro come negazione dell'altra persona, della sua storia, cultura e personalità, chiedo agli organi di informazione di pubblicarlo integralmente se lo ritengono opportuno. Diffido a pubblicare sintesi di questa lettera.
Io Luciano, maschio, potenziale stupratore. Stupro! Accoppiamento sessuale imposto ... uno, dieci, cento volte è successo e succede a bambine, donne, anziane, persone, ma sempre donne, in tempo di pace ma ancor più in tempo di guerra. Pochi ne parlano, men che meno i maschi, così le realtà agghiaccianti che le donne subiscono rimangono nascoste. Se una donna viene stuprata in tempo di pace il nostro primo pensiero maschile corre ad una donna prostituta, emarginata, con problematiche sociali che ha incoraggiato il maschio nella sua violenza. Se poi succede dentro le mura famigliari era ed è un dovere mancato della donna verso il marito, compagno, maschio.
Se succede in tempo di guerra è solo colpa di qualche mercenario senza scrupolo o di qualche uomo che di fronte alle crudeltà della guerra perde la testa. Ma i numeri parlano: centinaia di migliaia di donne di tutte le età vengono stuprate quotidianamente in tutte le parti del mondo, senza differenze etniche, culturali, politiche, religiose e sociali, «solo» perché femmine e donne.
Allora o ci sono centinaia di migliaia di maschi fuori di testa o c'è qualcosa in noi maschi di distorto; personalmente, lo stupro non lo ritengo una funzione biologica maschile. Riflettere su questi fatti è conseguenza di situazioni vissute in questi ultimi mesi. Io ho partecipato alla «marcia di solidarietà di pace a Sarajevo» promossa dall'associazione «Beati i costruttori di pace» svoltasi dal 7 al13 dicembre 1992. Successivamente mi sono ritrovato il 23/1/93 a Roma con tutti gli aderenti all'iniziativa per discutere ed elaborare proposte su come e cosa fare nei prossimi mesi. Diversi gruppi di lavoro si sono creati e tra questi quello «Donne contro lo stupro» a cui io ho aderito. Nell'ascoltare le donne una domanda sorge: perché noi maschi non analizziamo le dinamiche che ci portano a stuprare e non prendiamo mai posizioni chiare e pubbliche su ciò?
Il mio pensiero corre a quello che vivo e mi induce ad alcune considerazioni: presenti unici in tutte le situazioni, chi scrive, comanda, dirige è maschio. Se accendi la tv o senti la radio il maschio è il conduttore, la persona importante, la donna invece è corpo da guardare e desiderare, sorridente, poco vestita e disponibile. Il linguaggio scritto e parlato è maschile, con moltissimi riferimenti alla nostra sessualità, che poi è genitale. Le istituzioni statali, ecclesiastiche, private sono maschili e noi abbiamo il potere decisionale e sempre l'ultima parola su tutto. La politica è maschile e così pure l'economia e giorno dopo giorno ricacciamo attraverso provvedimenti sociali ed economici le donne al ruolo unico di madri casalinghe. Qualche eccezione piccola piccola c'è ma è sommersa dalla nostra presenza. Cresciamo con immagini, suoni, parole che nascondono la donna come persona rendendola solo oggetto di desiderio sessuale genitale maschile.
La prostituzione e la pornografia sono creazioni e «bisogni» maschili. La realtà maschilista è sotto gli occhi di chi vuol vedere ed è diffusa in ogni spazio e ne vediamo i risultati.
Le forze armate rappresentano poi la creazione per eccellenza maschile e la guerra come risoluzione dei conflitti umani è il risultato finale del pensiero dominante maschile. Questa è la realtà assurda di ogni giorno. Spezzare il silenzio che avvolge le atrocità e le ingiustizie che le donne subiscono quotidianamente da noi maschi è un dovere innanzitutto maschile se non vogliamo ritenerci continuamente corresponsabili. Tante cose si possono fare, a cominciare da quella di voler e saper ascoltare quello che le donne raccontano, perché un nuovo modello di sviluppo e di vita, un nuovo modo di far politica sta proprio nel farci da parte una volta per tutte dando alle donne la possibilità di costruire un mondo nuovo e pulito, insieme a tutte quelle persone che vogliono la libertà, l'uguaglianza, la pace. Mi sento infine di chiedere ai maschi di non discutere solo di economia, politica, cultura, sport, donne ecc., ma soprattutto della loro, nostra vita «sessuale genitale», dei nostri rapporti quotidiani con le donne, perché probabilmente in essi stanno le radici della nostra aggressività violenta che ci portano a stuprare sia in tempo di pace come di guerra.
Mi associo a tutte quelle proposte che vogliono riconoscere lo stupro come crimine contro la persona e che chiedono: il riconoscimento dello stupro come crimine di guerra nel diritto internazionale; creazione e sostegno a case autogestite per le donne vittime dello stupro ...

Luciano Larosa (Calolziocorte)